SONDAGGIO IXE’: M5S STABILE, CALA PD, SALGONO FORZA ITALIA E LIBERI E UGUALI, CROLLA LEGA E SCENDE FDI
M5S 27,8%, PD 22,3%, FORZA ITALIA 17,4%, LEGA 11,3%, LIBERI E UGUALI 7,4%, FDI 4,5%, NOI CON ITALIA-UDC 2,5%, BONINO 1,9%, LORENZIN 1,2%, INSIEME 0,6%… CENTRODESTRA 35,7%, M5S 27,8%, CENTROSINISTRA 26% … POSSIBILE SORPRESA DI “POTERE AL POPOLO”
I sondaggi del mese di gennaio non sembrano mutare in modo sostanziale i rapporti di forza registrati fra le coalizioni nell’ultimo mese.
Dinamiche interessanti si individuano invece all’interno delle singole aree politiche, fuori da esse e per quanto riguarda l’affluenza al voto.
Un primo dato di sintesi consente di rilevare: una distanza pressochè immutata fra centro-destra, M5S, Pd e alleati e Liberi e Uguali; un ulteriore allargamento del gap fra Forza Italia e Lega Nord; un sensibile ‘sussulto’ dal punto di vista della potenziale affluenza elettorale, con un 3% di crescita; e un’interessante emersione di consensi, rivolti ad altre liste (il dato quasi raddoppia anche rispetto all’ultimo sondaggio).
In questo quadro, di relativa stabilità , vi sono tuttavia alcune tendenze che trovano una ulteriore significativa conferma: Forza Italia continua a crescere (per la settima volta di fila da ottobre), viceversa la Lega Nord progressivamente si stacca dal principale alleato; il Pd torna a riscendere avvicinandosi a quota 22%; Liberi e Uguali tende a collocarsi stabilmente sopra il 7%; M5S infine rimane fermo leggermente al di sotto del 28%.
Guardando a quelli che sono i principali temi che definiscono l’agenda dell’opinione pubblica, troviamo una nettissima conferma ‘qualitativa’ del primato odierno del centro-destra: sulla gran parte delle tematiche che costituiscono il dibattito pubblico, il centro-destra evidenzia un netto primato di ‘credibilità ‘; che si tratti di tasse, sviluppo, sicurezza o immigrazione il centro-destra sembra godere di una affidabilità nettamente superiore alle coalizioni avversarie, spesso con margini che vanno parecchio oltre ai consensi raccolti; solo sul ‘sostegno al reddito delle persone’, prevale il M5S; da non trascurare la percezione suscitata da Liberi e Uguali, curiosamente su tutte le issues vanno di 3 o 4 punti al di sopra del loro attuale bacino elettorale.
La proiezione in collegi Camera e Senato.
Anche in questo caso abbiamo una conferma rispetto al precedente dato rilevato in dicembre: il centro-destra, pur in presenza di una lievissima erosione percentuale, guadagna una ulteriore manciata di collegi, mostrando una uniformità territoriale che gli consente di competere al Nord, al Sud e in quelle che furono le regioni cosiddette Rosse.
Negli uninominali il Pd e alleati reggono solo nelle suddette regioni e sembrano scomparire al Sud.
L’M5S è fragilissimo al Nord, mostra segni di competitività al centro, insidia talvolta la coalizione di centro-destra al Sud in particolari regioni.
Rimane alto il numero di collegi cosiddetti contendibili (oltre il 35% dei totali), quelli cioè in cui la distanza fra il primo e il secondo candidato e inferiore ai 5 punti percentuali.
Per raggiungere la maggioranza assoluta il centro-destra ha bisogno di crescere ancora. Curiosamente tuttavia, il desiderio di chi auspica un governo del Presidente, una situazione di instabilità marcata o un governo di coalizione, deve augurarsi che il Movimento 5 Stelle cresca ancora di un paio di punti.
Se infatti — nel mezzogiorno — dovesse verificarsi un non improbabile ‘smottamento’ del Pd a favore del M5S, come è accaduto alle recenti elezioni siciliane, si aprirebbe probabilmente la strada ad un recupero forte dei grillini e a un arretramento del centro-destra.
Dunque la speranza di un governo che possa piacere a Moscovici — si fa per dire — passa per i ‘populisti di Grillo’.
Ultima nota: fra chi vota ‘altri’, sembra emergere con una certa consistenza Potere al Popolo. Ne daremo nota qualora superasse il 2 per cento.
(da “Huffingtonpost”)
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