SONDAGGIO “SOLE 24 ORE”; PDL AL 28,6%, PD INCALZA AL 27,8%, TERZO POLO DIVENTA DETERMINANTE E SALE AL 14,7%
LA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA SALE AL 44%, QUELLA DI CENTRODESTRA E’ AL 41%, IL TERZO POLO INTORNO AL 15%… AL SENATO SAREBBE DETERMINANTE IL TERZO POLO: SENZA IL SUO APPORTO NON GOVERNA NESSUNO
Un centrodestra indebolito.
Un centrosinistra solo apparentemente tonico.
Un terzo polo che per ora non sfonda ma ha i numeri per essere l’ago della bilancia al Senato.
Questo è il quadro sintetico degli orientamenti politici rilevati dal sondaggio Cise-Sole 24 Ore.
Il Pdl e il centrodestra
Il Pdl non è in buone condizioni. Il suo crollo è evidente.
La stima del 28,6% di questo sondaggio è lontana dal 37,4% dei voti ottenuti nelle politiche del 2008.
Eppure, nonostante tutto quello che è successo da allora (crisi economica, scandali, scissione di Fli), è ancora, seppur per poco, il primo partito del paese.
In questa fase tutti i sondaggi ci danno dei dati “freddi”, destinati a cambiare nel momento in cui si surriscalda la campagna elettorale.
La Lega Nord è stabilmente sopra il 10%, inferiore però a quel 13% di cui era accreditata qualche mese fa e la sua forza non compensa la debolezza del Pdl.
Per questo la coalizione soffre.
Tra elettorato leghista e elettorato del Pdl esiste un interscambio di voti ma è solo parziale perchè la Lega non è presente dovunque.
Una quota di elettori del Pdl stanno “tra color che son sospesi”.
Delusi dal Cavaliere ma ancora in cerca di “asilo politico”.
Sono i potenziali astenuti.
Il Pd e il centrosinistra
Il Pd è in convalescenza.
Sia il Pd che il Pdl hanno toccato il loro massimo nel 2008.
Poi sono scesi entrambi.
Il Pd ha registrato il livello più basso di consensi nelle europee del 2009 con il 26,1%. Poi ha cominciato una lenta risalita che viene confermata da questo sondaggio che lo dà al 27,8 %.
È un dato di fatto che al declino del maggior partito di governo non corrisponde una crescita significativa del maggior partito di opposizione.
ll Pd ha molti problemi.
Uno è quello di avere due concorrenti agguerriti all’interno del suo bacino elettorale: la Sel e l’Idv.
Anche questo sondaggio conferma il buon stato di salute di questi due partiti. In particolare va sottolineata la performance della Sel.
Vendola in poco tempo è riuscito a dar corpo ad un partito che oggi è al quarto posto tra i partiti italiani in termini di consensi elettorali.
Mai nella storia del paese il maggior partito della sinistra (Pci, Pds, Ds, Pd) ha dovuto fare i conti con una formazione così forte alla sua sinistra.
Il risultato della Sel e dell’Idv, sommato a quello di altre formazioni minori, spiega il sorpasso di questo schieramento su quello di Berlusconi emerso già in altre rilevazioni.
Il centrosinistra sembra aver conquistato stabilmente “quota 40”.
Questa è la condizione necessaria per vincere alla Camera.
Ma non è sufficiente perchè il dato è solo virtuale e può nascondere una grande illusione.
Il centrosinistra è ancora a una cosa vaga.
Non c’è una coalizione, non c’è un leader, non c’è un programma.
In più gli elettorati dei partiti del centrosinistra si sommano male.
Ci vorrebbe un forte collante ideologico o personale per tenerli insieme.
Nel 2006 i sondaggi stimavano un vantaggio di 7 punti a favore del centrosinistra ed è finita che Prodi ha vinto per 24.000 voti.
Nonostante il sorpasso il Pd è senza una strategia vincente.
Una alleanza di tutti contro Berlusconi non la vogliono i partiti di centro.
Una alleanza Pd-partiti di centro senza la sinistra non la vogliono gli elettori del Pd.
I dati di questo sondaggio dicono inequivocabilmente che una alleanza simile sarebbe un suicidio per il Pd.
Perderebbe tra il 30 e il 40% del suo elettorato a favore della Sel e dell’Idv.
Il Centro e il Senato
Il terzo polo sembra essersi stabilizzato sopra il 14% dei consensi.
Questo è il risultato di vari fattori.
La crescita dell’Udc. La presenza di Fli. L’esistenza di una area moderata di centro alla ricerca di una alternativa ai due poli maggiori.
Il partito di Casini ha recuperato i livelli di consenso che aveva prima del divorzio da Berlusconi nel 2008.
A dargli man forte è arrivato Fli di Fini.
Il suo attuale 4,6 % non è molto, ma sommato ai voti dell’Udc (e a quelli di Rutelli) consente al terzo polo di superare l’8% che è la soglia di sbarramento per avere seggi al Senato.
E se la tendenza venisse confermata dagli indecisi, il bacino di voti potenziali di Fini e Casini può arrivare anche oltre il 20-22%.
Ma c’è di più.
Nel voto alle coalizioni la percentuale del terzo polo è salita già al 14,7%.
Questa è la novità che occorre registrare.
Al momento con i dati a disposizione l’unica spiegazione plausibile è che una parte significativa dei delusi del centrodestra sta prendendo in considerazione il polo di centro come alternativa possibile.
Sono gli esuli in cerca di asilo politico.
Questo fenomeno apre uno scenario nuovo.
Con un terzo polo competitivo centrodestra o centrosinistra potranno vincere alla Camera ma non al Senato.
Quindi il polo di centro diventerà determinante per la formazione di qualunque governo.
I partiti di centro potranno presentarsi agli elettori come quelli che possono costringere Berlusconi a fare un passo indietro senza il rischio di favorire una vittoria dei “comunisti-giustizialisti”.
Questo è il loro obbiettivo di breve termine.
In questo scenario non c’è posto per una alleanza con il Pd.
Il solo rischio che corrono è quello di una riforma della legge elettorale del Senato che li privi del loro ruolo.
Berlusconi ci sta pensando, barando al gioco come suo costume.
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