UN PAESE IN BANCAROTTA MORALE
CRITICARE BERLUSCONI ORMAI E’ COME SPARARE CONTRO LA CROCE ROSSA, MA PARTE DEGLI ITALIANI GLI ASSOMIGLIANO… OCCORRE RIPORTARE IN POLITICA ETICA E DISINTERESSE, ATTRAVERSO UN CAMBIAMENTO DAL BASSO
L’Italia è un paese malato.
Non tanto economicamente, la crisi ha colpito tutti, quanto soprattutto a livello culturale e morale.
La classe politica che ci amministra è pessima, spesso anche corrotta, ma è solo il riflesso della società italiana.
Siamo il popolo masochista che vota e rivota gli stessi volti, come un consumatore che si ostina a ricomprare dal negoziante che l’ha truffato più volte.
Siamo il popolo che protesta solo se viene espulso qualcuno al Grande Fratello, fregandosene se il giornalismo viene imbavagliato.
Siamo un popolo di caste che protestano contro le liberalizzazioni, con ordini professionali che temono di confrontarsi con i giovani.
Siamo un popolo che a parole è contro vizi d’ogni sorta, ma nei fatti ogni giorno consuma alcool, droga e prostituzione come pochi altri al mondo.
Siamo il popolo dei cattolici che ricorrono spesso al divorzio e attuano il maggior tasso di violenza familiare, ricordandosi della religione solo la domenica mattina per poi dimenticarsene già lo stesso pomeriggio.
Siamo il popolo la cui omertà e collusione con la criminalità non ha pari nel mondo.
Berlusconi sarà pieno di difetti innegabili, criticarlo è come sparare sulla croce rossa, ma parte dell’elettorato (anche quello che mai l’ha votato) ha svariati scheletri nell’armadio e in quanto a vizi non è da meno.
Per risollevare l’Italia in modo duraturo non basta ritornare alla crescita economica, in attesa che il malgoverno successivo annulli i progressi, bisogna prima di tutto riportare un minimo di etica e serietà .
Bisogna cacciare quegli amministratori che commettono errori palesi.
Bisogna non ricandidare chi ha un processo in corso.
Bisogna avere il coraggio di dire no alle lobby.
Bisogna guardare in faccia le persone e spiegare perchè liberalizzare, fermando le caste, è l’unico modo per dare un futuro ai nostri figli.
Rimettere in carreggiata l’Italia è possibile, ma solo esaminando i veri problemi, quelli che vanno al di là della politica e riguardano tutti noi cittadini capendo che il cambiamento deve avvenire dal basso.
Altrimenti, se è vero che morto un Papa se ne fa un altro, tolto Berlusconi rischia di venirne un altro se possibile anche peggiore.
Luca Sanna
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