UN PLEBISCITO CONTRO BIGON: NON E’ PIU’ VICE SEGRETARIA DEL PD A VERONA DOPO IL SUO “NO” SUL FINE VITA
L’ESPONENTE DEM CON LA SUA ASTENSIONE HA FATTO NAUFRAGARE IL PROGETTO DI LEGGE IN REGIONE
Anna Maria Bigon, la consigliera regionale del Partito democratico che con la sua astensione ha fatto naufragare il progetto di legge sul fine vita in Consiglio regionale del Veneto, non è più vice segretaria del Pd di Verona.
Una mozione approvata con un solo voto contrario dalla direzione scaligera ha di fatto confermato il provvedimento deciso dal segretario veronese Franco Bonfante. Un provvedimento che venne subito criticato sia dalla segreteria regionale che da quella nazionale Elly Schlein che si è detta “rattristata”.
Il 16 gennaio scorso il consiglio regionale del Veneto aveva voluto esprimersi – su volontà anche del presidente Zaia- sulla proposta di legge dell’associazione Coscioni che riprende la sentenza della Corte costituzionale in tema di fine vita. Si trattava di dare una cornice medico assistenziale a una prestazione sanitaria che già viene erogata, fissando quindi tempi certi e procedure precise.
Il governatore Luca Zaia e una buona parte della Lega che fa riferimento alla sua corrente hanno votato a favore, mentre Fratelli d’Italia e Forza Italia si sono espressi contro. Decisivo è stato il voto di Anna Maria Bigon del Pd, che era stata invitata dai suoi a uscire per abbassare il quorum e far quindi passare per un solo voto la legge.
Dopo una decina di giorni da quel voto il segretario veronese del Pd Franco Bonfante ha portato nel consiglio del direttivo la sua decisione. «Non credo nelle sanzioni disciplinari, anche perché si trattava di scelte politiche» aveva detto Bonfanti nella sua relazione aggiungendo che non si trattava di contrapposizioni tra laici e cattolici. La direzione del Pd veronese di lunedì sera era stata convocata per mettere ai voti le due posizioni contrapposte. Il risultato (46 voti a favore, 2 astenuti e 1 contrario) è stato un plebiscito per Bonfante e quindi per la revoca del mandato a Bigon. Nella sua relazione Bonfanti premette che divorzio e aborto e unioni civili sono conquiste sociali «di cui dobbiamo essere orgogliosi» e sottolinea l’importanza del suicidio assistito, la cosiddetta “buona morte”. Poi parla di un’occasioen persa poiché la proposta regionale affossata in consiglio veneto «era unpasso avanti rispetto al vuoto attuale». C’erano anche opportunità politiche, secondo Bonfanti: «il calcio di rigore a porta vuota a nostro favore si è tramutato in un autogoal, che credo non abbia precedenti nella storia legislativa veneta del Pd».
(da agenzie)
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