UNA CAPITANERIA CHE NON APPLICA LE NORME, UNA MAGISTRATURA CHE, DI FRONTE ALLA REITERAZIONE DEL REATO, NON SPICCA UN MANDATO DI ARRESTO PER SALVINI
LA SEA WATCH NON POTEVA ANDARE A TUNISI PERCHE’ LA TUNISIA NON HA MAI RISPOSTO ALLA RICHIESTA DI ATTRACCO, ALTRO CHE LE STRONZATE DEL GOVERNO… LA GUARDIA DI FINANZA MANDATELA A CERCARE I 49 MILIONI CHE SI E’ FOTTUTA LA LEGA, NON AD INDAGARE PER NON FAR FINIRE IN GALERA UN SEQUESTRATORE DI PERSONE
La palla, insomma, adesso passa alla magistratura. La sensazione è che senza un intervento della magistratura difficilmente l’impasse della Sea Watch, ormai al decimo giorno in mare, si sbloccherà .
Fino a ieri il procuratore della Repubblica di Siracusa Fabio Scavone ha detto che non c’erano gli estremi per un suo intervento.
Ma oggi il capo della Procura di Siracusa dovrà valutare altri due aspetti: da una parte l’informativa della Guardia di finanza che (sollecitata dal governo) riferirà sulla condotta della nave accusata di aver deliberatamente puntato verso l’Italia in una situazione meteo proibitva invece di riparare verso il porto tunisino più vicino.
La Sea watch ha già spiegato che la Tunisia non ha mai risposto alla richiesta del governo olandese di poter fare riparare la nave nel porto di Zarzis dal quale peraltro la sea watch era stata rifiutata in una precedente occasione. Per questo motivo il comandante ha deciso di puntare verso nord.
Dall’altra la relazione della capitaneria di porto ( che però non è ancora salita a bordo) sulle condizioni sanitarie ma anche di sicurezza della nave che – come ha sottolineato ieri la rappresentante di Sea Watch in Italia Giorgia Linardi – ha a bordo 69 persone (47 migranti e 22 persone di equipaggio) pur potendone portare solo 22.
Una situazione questa che impedirebbe persino una ripresa della navigazione se il comandante dovesse decidere di mollare gli ormeggi e puntare altrove.
La legge prevede infatti che sia la Capitaneria di porto a dover dare l’autorizzazione a salpare solo se l’imbarcazione rispetta tutte le norme di sicurezza.
L’obiettivo dichiarato de governo è quello di riuscire in qualche modo a ottenere dalla magistratura un provvedimento di sequestro della nave e, a questo punto, di far sbarcare i migranti.
Ma resterebbe poi il problema della loro accoglienza di cui l’Olanda, paese di cui Sea Watch batte bandiera, non vuol sentire parlare.
Ma c’è un altro aspetto che il procuratore Scavone dovrà valutare ed è se, come nel caso della Diciotti, il diniego allo sbarco dei migranti rappresenti (così come stabilito dal tribunale dei ministri di Catania) la reiterazione del reato di sequestro di persona a carico del ministro dell’Interno.
E, in presenza di un reato, dovrebbe intervenire sequestrando il mezzo con cui è commesso, quindi la nave, e ordinando lo sbarco immediato delle persone.
Sarebbe conseguenziale, in un Paese civile, quindi non in Italia, la richiesta di arresto per Salvini per reiterazione del reato.
(da agenzie)
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