Ottobre 13th, 2009 Riccardo Fucile
I MEDIA STRANIERI, SIA DI DESTRA CHE DI SINISTRA, RIDICOLIZZANO IL PREMIER… NON SPUTTANEREBBERO IL NOSTRO PAESE SE QUALCUNO NON NE AVESSE CREATO LE PREMESSE CON COMPORTAMENTI RIDICOLI… IL CONTROLLO DEI NERVI E’ PIU’ IMPORTANTE DI QUELLO DEL POTERE… MANCA AL CENTRODESTRA UNA CLASSE DIRIGENTE ADEGUATA
Diciamo la verità : purtroppo nel centrodestra ci sono dei folli che, invece che porgere
una camomilla a Silvio Berlusconi, alimentano certi suoi comportamenti nocivi alla coalizione ( leggi ad personam, ossessione complottista, “comunisti” ovunque, guerra perenne a tutti, da Napolitano a Fini, dal parlamento alla magistratura, dalla stampa nazionale a quella estera, dai poteri forti al Vaticano).
Riteniamo più ridicoli che folli quelli ad esempio che in 20.000 hanno sottoscritto su apposito sito internet la proposta di candidare Berlusconi per il premio Nobel della Pace 2010, motivandolo con la sua mediazione tra Georgia e Russia che avrebbe evitato l’entrata dei carri armati a Tsiblisi, con lo “storico trattato” con Gheddafi (quello che ci costa 5 miliardi di euro) e con l’intervento umanitario in Abruzzo ( dove 7.000 terremotati sono ancora in tenda e la prontezza delle case prefabbricate è stata ora spostata a fine gennaio 2010).
C’è ormai una rincorsa tra chi lancia proclami quotidiani e chi vive nel culto del capo.
Quando il premier se la prende con i media stranieri non dice alcune verità : possibile che Washington Post, New York Times, Los Angeles Times, Wall Street Journal, Cnn, Cbs, Nbc, Bloomberg, Fox News, tanto per limitarci agli Usa, siano tutti diretti da “comunisti”?
O non sono invece alcuni dichiaratamente vicini alla destra repubblicana? Continua »
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Ottobre 12th, 2009 Riccardo Fucile
GRADUATORIE DEI PRECARI DA RIFARE, OTTOMILA DOCENTI REVOCABILI, NOMINA DI CENTOMILA SUPPLENTI A RISCHIO, SCUOLA NEL CAOS…TUTTO PER L’ARROGANZA DI NON VOLER RISPETTARE I PUNTEGGI ACQUISITI E FAVORIRE I DOCENTI DEL NORD…E CONTINUA A FARE INCIUCI COI SINDACATI: ANDREBBE CITATA PER DANNI
Lo avevamo scritto qualche settimana fa, in tempi non sospetti: la norma introdotta dalla Gelmini per mettere in coda, nelle graduatorie provinciali, i docenti provenienti da altre regioni era politicamente odiosa e razzista e giuridicamente incostituzionale.
Sull’onda degli slogan leghisti “non vogliamo insegnanti meridionali” al nord, la Gelmini, tipico frutto di quella classe dirigente di Forza Italia, incapace di competere alla deriva razzista con idee proprie, invece che rispondere con le “camicie di forza” alle camicie verdi, ha pensato bene di accordarsi al becerismo.
E come tutti coloro che interpretano la politica come fare marchette per i più forti, sperando di trarne benefici, invece che vivere di idee proprie ( che poi bisognerebbe pur averne, e costa fatica), ecco che la Gelmini sforna ad aprile il decreto per l’aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento per il biennio 2009-2011.
Che contiene questa novità : graduatorie bloccate per due anni e possibilità di inserimento soltanto in coda, in tre province oltre a quella di appartenenza.
Nessuno ha il coraggio di dirlo chiaramente, ma la norma tutela i supplenti del nord, quasi sempre con punteggi inferiori rispetto ai loro colleghi del meridione.
Qualche esempio per chiarire meglio: a Milano il primo in graduatoria nella scuola primaria ha 132 punti, il primo della “coda” ( che deve quindi attendere l’esaurimento della prima parte della classifica dei “nordisti”, per poi sperare in un posto) ne ha 185 ( e viene da Vibo Valentia).
Senza sbarramenti artificiali insomma, sarebbe stato il primo. In quasi tutte le città del nord il discorso è lo stesso.
Di fronte al ricorso al Tar del Lazio di ben 7.500 precari, avevamo previsto come sarebbe andata a finire: avrebbe vinto la legge e il buon senso e sarebbero stati giustamente riconosciuti i punteggi acquisiti in lunghi anni di supplenza ( e di sacrifici).
E il governo avrebbe rimediato una figura di merda. Continua »
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Ottobre 12th, 2009 Riccardo Fucile
I DATI ISTAT PER IL 2008 PORTANO LA PRESENZA STRANIERA A 3.891.295 PERSONE… LA POLITICA FASULLA DI MARONI: I NUOVI IMMIGRATI PROVENGONO QUASI TUTTI DAI PAESI DELL’EST, POI DALLA CINA E ULTIMI DAL MAROCCO… SONO IL 6,5% DELLA POPOLAZIONE, 519.000 SONO NATI IN ITALIA… SERVE UNA POLITICA DI INTEGRAZIONE CON DIRITTI E DOVERI
Sono stati diffusi gli ultimi dati Istat che fotografano la presenza di immigrati in
Italia: nel corso del 2008, il numero degli immigrati è aumentato del 13,4%, rispetto all’anno precedente, per un totale, a gennaio 2009, di 3.891.295 stranieri.
L’aumento non è stato certo dovuto ai barconi arrivati in Sicilia, prima dei respingimenti maroniani, bensì, come da noi più volte sottolineato, all’immigrazione da Paesi che hanno recentemente aderito all’Unione Europea ( + 24,5%), tra cui, al primo posto, si colloca la Romania: la comunità romena in Italia è la più numerosa, 796.000 persone, pari al 20,5% del totale.
Segue l’aumento degli immigrati provenienti da paesi dell’Est europeo, non facenti parte della Ue (+12%).
Diamo un’occhiata ai residenti: è sempre l’Est a farla da padrone.
La metà dei cittadini non italiani proviene proprio dall’Europa dell’Est, alla faccia di tanti discorsi del ministro degli Interni che parlava di diminuzione degli sbarchi in Sicilia, come se tutti i clandestini provenissero dall’Africa e, bloccati quelli, il problema sicurezza fosse risolto.
Per uno che “respingi” a Sud, ne entrano cento dai paesi dell’Est, ma si fa finta di non saperlo.
Al secondo posto, come aumento, ci sono quelli provenienti dai paesi asiatici ( + 18,6%) come Cina, India e Bangladesh, chiude il Marocco con un + 10,3%.
Secondo l’Istat, gli immigrati rappresentano oggi il 6,5% della popolazione residente, contro il 5,8% dell’anno precedente.
Su tutti i residenti, quasi 519.000 sono nati in Italia, ovvero il 13,3% degli stranieri presenti nel nostro Paese.
I nuovi nati figli di immigrati sono stati 72.472.
Oltre il 60% degli immigrati risiede nel Nord Italia, il 25% si trova al Centro e il 12,8% vive al Sud. E’in crescita anche il numero degli immigrati che acquistano la cittadinanza italiana ( +18%), nel 2008 ne sono state concesse 53.696, soprattutto a seguito di matrimoni di donne straniere con uomini italiani. Continua »
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Ottobre 12th, 2009 Riccardo Fucile
DOPO LA BOCCIATURA DEL “LODO ALFANO” DA PARTE DELLA SUPREMA CORTE, IL PREMIER IN SEGRETO CORRE AI RIPARI… GHEDINI E ALFANO STANNO PREDISPONENDO UN DISEGNO DI LEGGE CHE RIDURRA’ I TEMPI DI PRESCRIZIONE, DARA’ MAGGIORE POTERE ALLA DIFESA, RENDERA’ PIU’ FACILI LE RICUSAZIONI
Mentre apparentemente Silvio Berlusconi continua a sparare sui giudici che “sovvertono il voto” e modestamente si dichiara “il più grande perseguitato della Storia” (stavolta non si è limitato agli ultimi 150 anni, ma è andato oltre, dopo un approfondimento storico-culturale con Gasparri, forse), dietro le quinte il premier ha messo in moto un altro disegno, per evitare di finire sotto giudizio nei quattro casi giudiziari che lo vedono a tutt’oggi imputato.
Nonostante l’insuccesso che ha creato loro non poche critiche interne allo staff del Cavaliere, sono ancora Ghedini e Alfano gli incaricati a redigere una leggina che spunti le armi della procura di Milano.
Ecco così che si sta in queste ore lavorando a un disegno di legge, tagliato su misura per condurre Berlusconi fuori dai guai giudiziari, di pochi articoli, con una corsia preferenziale sia alla Camera che al Senato, da approvare entro febbraio e quindi di chiudere il processo più pericoloso per il premier, il processo Mills che, con le attuali regole, andrebbe in prescrizione a metà del 2010. Scartata l’ipotesi del decreto per evitare di entrare in rotta di collisione con Napolitano, che ben difficilmente avrebbe compreso le “ragioni di urgenza e necessità ” per cambiare certe regole, si preferisce una strada privilegiata ma soft.
Cosa prevede questa leggina?
In primo luogo, nuovi limiti della prescrizione, vincolandola a scadenze precise e costringendo i giudici ad ancorarla in modo meccanico.
Esempio concreto: nel caso Mills, per i giudici di Milano la prescrizione decorre da febbraio 2000, quando Mills entrò in possesso dei 600.000 dollari ricevuti dal premier. Continua »
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Ottobre 11th, 2009 Riccardo Fucile
ANCHE IL PROCURATORE DI TORINO CASELLI SOLLEVA IL CASO DAVANTI ALLA SUPREMA CORTE… VIOLEREBBE GLI ART. 2, 3 E 25 DELLA COSTITUZIONE… NON ERA QUESTA LA VIA DA SEGUIRE PER PERSEGUIRE I CLANDESTINI
Ormai è sempre più lungo l’elenco delle Procure italiane che hanno contestato la legge sul
reato di clandestinità , in vigore dall’8 agosto scorso: per il governo molti magistrati starebbero attuando un vero e proprio boicottaggio della legge, per altri era un fatto prevedibile in quanto la norma aveva in sè i caratteri evidenti dell’incostituzionalità e si è voluto forzare la mano per fare uno spot elettorale.
Indubbiamente la legge, alla prova delle aule di tribunale, sta dimostrando che non funziona, nessuno viene espulso in quanto nessuno viene arrestato, e nessuno quindi è presente al processo. La legge fa acqua da tutte le parti, è inapplicabile e, quando viene contestata a qualcuno, è giusto al poveraccio, non certo a chi delinque abitualmente.
E’ evidente a tutti che nessuno pagherà mai i 5.000 euro di ammenda, così come è chiaro che nessuno lascerà il territorio italiano.
Il governo è riuscito, andando dietro alle elucubrazioni maroniane, non solo a emanare una norma inefficace, ma pure a lasciarsi dietro una valanga di ricorsi per incostituzionalità che alla fine mineranno la credibilità dell’intero pacco sicurezza.
Dopo Pesaro, Bologna, Siracusa e Reggio, per citarne solo alcune, è toccato anche alla procura di Torino di sollevare la questione di costituzionalità della legge.
Il reato di immigrazione clandestina punisce l’ingresso e il soggiorno illegale nel territorio dello Stato.
Non è previsto l’arresto ma un’ammenda dai 5.000 ai 10.000 euro, convertibile in espulsione. Secondo il procuratore di Torino, Giancarlo Caselli, la legge contrasta con alcuni articoli della nostra Costituzione, in particolare con il principio di uguaglianza (art. 3), la violazione dei diritti fondamentali dell’essere umano (art.2) e il principio di legalità sotto il profilo della punibilità di condotte materiali ascrivibili alla volontà di un soggetto (art. 25). Continua »
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Ottobre 11th, 2009 Riccardo Fucile
LE IPOCRITE MANOVRE DI CHI, INVECE CHE SCIOGLIERE UN COMUNE INQUINATO DA INFILTRAZIONI MAFIOSE, PREFERISCE ATTENDERE PER UN ANNO LE DIMISSIONI DEI CONSIGLIERI….ORA COSI’ POSSONO RIPRESENTARSI…I PADRINI DELL’OPERAZIONE
Sulla vicenda delle collusioni mafiosi al Comune di Fondi, pubblichiamo un contributo degli amici de lavocelibera.it che, operando nella provincia di Latina, hanno seguito l’iter dello scandalo.
Anche se era tutto prevedibile, la non-decisione del Consiglio dei Ministri, relativa allo scioglimento per mafia del comune di Fondi, resta comunque scandalosa e destabilizzante per la credibilità delle Istituzioni.
Smentendo le articolate motivazioni del Prefetto Bruno Frattasi, accolte solo in teoria dal ministro degli Interni Roberto Maroni, l’organo presieduto dal primo ministro Silvio Berlusconi ha escogitato una soluzione pilatesca.
Dopo avere spinto il sindaco di Fondi, Luigi Parisella, alle dimissioni, insieme ai consiglieri comunali che lo appoggiavano (su suggerimento del senatore PDL, Claudio Fazzone), si è scelto di far ritenere “inutile” lo scioglimento dell’ente comunale per infiltrazioni malavitose.
Appare quanto mai evidente come tutta la situazione rappresenti una forzatura.
Se Parisella avesse rassegnato le dimissioni insieme ai suoi nel pieno dello scandalo, perchè travolto da eventi più grandi di lui, avrebbe avuto un minimo di credibilità .
Il tutto invece è avvenuto dopo mesi di tira e molla, di teatrini, dopo continui rinvii della discussione da parte dello stesso Consiglio dei Ministri.
Appare evidente, ora, come la manovra sia stata studiata a tavolino. In tal modo l’ex sindaco fondano, i componenti della sua maggioranza, assessori compresi, sono ricandidabili.
Un puntuale rompete le righe, ordinato subito dopo le richieste del Prefetto, avrebbe non solo impedito questo, ma anche la candidatura di Parisella alle elezioni provinciali, che, sponsorizzata da Fazzone, c’è stata ed ha visto il candidato arrivare al seggio di Via Costa. Continua »
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Ottobre 10th, 2009 Riccardo Fucile
COLLUSIONI CON LA MAFIA: DA OLTRE UN ANNO UNA RELAZIONE DEL PREFETTO CHIEDEVA LO SCIOGLIMENTO DEL COMUNE DI FONDI… ALLA FINE VIENE SOLO COMMISSARIATO, COSI’ TUTTI POTRANNO RIPRESENTARSI ALLE PROSSIME ELEZIONI… CHIESTE LE DIMISSIONI DI MARONI
E’ trascorso un anno e un mese dalla richiesta di scioglimento da parte del prefetto di
Latina per infiltrazioni mafiose (mai accolto dal Consiglio dei Ministri): alla fine la maggioranza di centrodestra, allargata all’Udc, di Fondi, comune del sud Pontino, ha rassegnato le dimissioni. Poichè il governo non lo aveva mai sciolto, ora sarà nominato un commissario che indirà nuove elezioni per il prossimo marzo.
Il paradosso è che tutta la giunta potrà nuovamente presentarsi e farsi teoricamente rieleggere, tanto è vero che l’Italia dei Valori ha colto l’occasione, fornitagli su un piatto d’argento dal centrodestra, per accusare la maggioranza di collusione con la mafia e di chiedere le dimissioni del ministro degli Interni Maroni.
La richiesta di sciogliere il comune in provincia di Latina era sul tavolo di Maroni da un anno: oltre 500 pagine redatte da un’apposita commissione composta dalla Prefettura di Latina e da rappresentanti delle forze dell’ordine che avevano documentato la contiguità con la ndrangheta calabrese, assunzioni sospette, speculazioni edilizie, voto di scambio, riciclaggio di denaro mafioso in cantieri e negozi. Corredate dalla testimonianza di un assessore che aveva vuotato il sacco.
Di fronte a questo materiale documentale però il governo ha sempre esitato a prendere i provvedimenti del caso perchè, disse lo scorso agosto lo stesso Berlusconi, “alcuni ministri erano contrari” ( Meloni, Brunetta e Sacconi), e nessun politico era destinatario di un avviso di garanzia. Da qui le feroci critiche da parte delle opposizioni secondo le quali “quando si tratta di passare dalle parole ai fatti, il governo si tira indietro” . Continua »
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Ottobre 10th, 2009 Riccardo Fucile
QUATTRO I PROCEDIMENTI IN CORSO: CASO MILLS, DIRITTI TV, MEDIATRADE E COMPRAVENDITA DEI SENATORI… IN REALTA’ RISCHIA BEN POCO, FINIRANNO TUTTI IN PRESCRIZIONE…
Al di là della decisione della Consulta, gli italiani si stanno chiedendo cosa in concreto il presidente del Consiglio rischierà nei quattro processi ancora in corso e che lo vedono imputato a vario titolo. Guardando un pochino a fondo nell’intersecarsi dei vari procedimenti, cause congelate e scongelate, dichiarazioni di guerra e intrighi, la risposta degli addetti ai lavori è una sola: rischia ben poco, allo stato attuale.
Il primo processo riguarda il caso Mills: secondo l’accusa, Berlusconi avrebbe versato a favore di Mills 600.000 dollari come ricompensa per non aver rivelato nei processi All Iberian e “corruzione della Guardia di Finanza” nel ’97, le informazioni su due società off-shore, usate da Mediaset per creare fondi neri.
I giudici, a causa del lodo Alfano, avevano stralciato la posizione di Berlusconi e Mills è stato condannato a 4 anni e sei mesi. Ora cosa succederà ?
Il processo a carico del premier ripartirà da zero, dato che il collegio giudicante, avendo emesso una sentenza sul coimputato, è divenuto per legge incompatibile a giudicare Berlusconi.
Per fissare l’udienza quindi ci vorrà del tempo e per utilizzare il materiale probatorio fino alla sospensione del processo sarà necessario il consenso della difesa ( che non ci sarà ). Continua »
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Ottobre 10th, 2009 Riccardo Fucile
ANCHE PRODI ERA STATO ELETTO DAL POPOLO, ANCHE SILVIO HA AVUTO IL CONSENSO E POI GLI E’ STATO TOLTO IN PASSATO… IN POLITICA ANCHE CHI RACCOGLIE L’1% DEI VOTI MERITA RISPETTO, RAPPRESENTA UNA PARTE DEL POPOLO… SONO GLI ITALIANI TUTTI CHE MERITANO RISPETTO DAI POLITICI
Mentre il “Financial Times” ieri titolava: “L’Italia sarebbe sicuramente meglio senza
di lui” e invitava gli alleati di governo a “considerare l’ipotesi di scaricarlo”, Silvio Berlusconi ritornava sulla bocciatura dell’immunità votata dalla Corte Costituzionale, sostenendo due tesi poco conciliabili.
Se da un lato, con la modestia che gli è propria, invocava un “esigo rispetto, sono eletto dal popolo”, dall’altro sottolineava che “nessuno in Italia è super partes”, riferendosi alla Corte e al Capo dello Stato.
Iniziamo dall’affermazione finale, perchè se è vero che nessuno è super partes, non si comprende perchè allora il premier, secondo la difesa del lodo Alfano pronunciata da Ghedini, debba essere “primus super partes”.
Puoi invitare gli altri a “ridimensionarsi” se tu per primo sai dimostrare umiltà , ma se ci si rincorre nella corsa alla presunzione e alla ricerca dei privilegi, vale il principio cristiano “chi è senza peccato scagli la prima pietra”.
E non ci sembra che l’ambiente sia formato da molti “puri”.
Ritornando poi alla prima esternazione, riteniamo che uno il rispetto se lo debba conquistare sul campo, in politica come nella vita, non arriva per grazia elettorale ricevuta.
Anche Prodi era stato eletto con il consenso popolare e poi ha fatto la fine che ha fatto, così come Berlusconi in passato, prima votato e poi abbandonato dagli elettori. Continua »
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