TERREMOTO DELL’AQUILA: INDAGATA LA PROTEZIONE CIVILE PER MANCATO ALLARME
Giugno 5th, 2010 Riccardo FucileAVREBBERO SOTTOVALUTATO GLI ALLARMI PRECEDENTI: ACCUSATI DI OMICIDIO COLPOSO I VERTICI DELLA PROTEZIONE CIVILE, SISMOLOGI E TECNICI DEL DIPARTIMENTO….PER LA PROCURA LA CITTA’ ANDAVA EVACUATA…LO STUDIO DI DUE DOCENTI A SUPPORTO
La Procura della Repubblica dell’Aquila ha notificato alcuni avvisi di garanzia relativi all’inchiesta sul mancato allarme per il terremoto. L’accusa rivolta ai membri della Commissione Grandi rischi, che il 31 marzo 2009, 6 giorni prima del terremoto che sconvolse L’Aquila, parteciparono alla riunione che si tenne nel capoluogo abruzzese, è di omicidio colposo.
Nel documento della Procura ci sarebbe scritto che la “protezione civile è venuta meno ai doveri di previsione e prevenzione”.
Perciò, la colpa consiste nella “negligenza, imprudenza e imperizia”.
Tra gli indagati, ci sarebbero alcuni funzionari ai vertici del Dipartimento della Protezione Civile e dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.
L’avviso di chiusura indagini sarebbe in corso di notifica al professor Franco Barberi, presidente vicario della Commissione, al professor Enzo Boschi, presidente dell’Ingv, al vice capo del settore tecnico-operativo della Protezione Civile Bernardo De Bernardinis, al direttore del Centro nazionale terremoti Giulio Selvaggi, al direttore della fondazione ‘Eucentre’ Gian Michele Calvi, all’ordinario di fisica terrestre dell’Università di Genova Claudio Eva, al direttore dell’ufficio rischio sismico del Dipartimento della Protezione Civile Mauro Dolce.
“Non si tratta di un mancato allarme, l’allarme era già venuto dalle scosse di terremoto. Si tratta del mancato avviso che bisognava andarsene dalle case”, ha spiegato il Procuratore della repubblica dell’Aquila, Alfredo Rossini,
Nel verbale del 31 marzo 2009 sono riportate le parole pronunciate da Franco Barberi, presidente vicario della Commissione Grandi Rischi della Protezione Civile: “Non c’è nessun motivo per cui si possa dire che una sequenza di scosse di bassa magnitudo possa essere considerata precursore di un forte evento”.
Nel verbale sono riportati i pareri degli esperti che sottolineavano che i terremoti sono molto difficili da prevedere, che non è possibile fare pronostici scientifici, e affermavano che era “improbabile” che si verificasse una scossa distruttiva: anzi, “non c’è motivo per dire che un sequenza di scosse di bassa magnitudo possa essere considerata precursore di un forte evento”.
Sei giorni più tardi una scossa di magnitudo 6.3 haa distrutto L’Aquila e molti paesi abruzzesi, causando più di 300 morti. Continua »