Giugno 7th, 2010 Riccardo Fucile
I DIPENDENTI DELLA AGENZIA DELLE ENTRATE NON POTRANNO PIU’ USARE LE AUTO PROPRIE: NIENTE PIU’ RIMBORSO BENZINA….LE VERIFICHE SI FARANNO USANDO TRAM E MEZZI PUBBLICI O ANDANDO A PIEDI…”USIAMO LA NOSTRA AUTO E IL GOVERNO CI RINGRAZIA TAGLIANDOCI GLI STIPENDI E FACENDOCI PURE PERDERE TEMPO SUI MEZZI PUBBLICI”
I tagli indiscriminati previsti dalla manovra del governo penalizzano l’Amministrazione finanziaria in maniera contraddittoria: da un lato si dovrebbero recuperare, in 3 anni, 70 miliardi di euro, dall’altro si congelano gli stipendi, si bloccano turn over e concorsi, si limita la strumentazione per eseguire all’esterno verifiche e accessi fiscali.
E ora si scopre che, per fare gli accertamenti, i funzionari dovranno attaccarsi pure al tram, nel termine esatto del concetto.
Il decreto 78/2010 dice infatti che “per le verifiche fiscali, i dipendenti della Agenzia dell Entrate non potranno più utilizzare il mezzo proprio, ma dovranno limitarsi ad andare coi mezzi pubblici, a piedi o con le auto di servizio” (queste ultime però sono in dotazione esclusiva dei dirigenti).
La manovra ha infatti tagliato anche le spese inerenti l’uso, per il personale contrattualizzato, del proprio mezzo di trasporto.
Si legge infatti che “la norma è rivolta a sopprimere l’utilizzo del mezzo proprio di trasporto per il personale che, nei casi espressamenti autorizzati, dimostrava la necessità di ricorrere al mezzo proprio, attesa l’impossibilità di utilizzo dei mezzi pubblici”.
E’ stata cosi soppressa improvvisamente la misura dell’indennità chilometrica, rapportata a un quinto del prezzo di un litro di benzina super. Continua »
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Giugno 7th, 2010 Riccardo Fucile
UN TERZO DELLA SPESA DELLE 109 PROVINCE RIGUARDA IL PERSONALE, MA CONSULENZE, INDENNITA’, CONVEGNI PESANO PER 2 MILIARDI…ALTRI 2,4 MILIARDI DI SPESE DI SERVIZIO E 500 MILIONI IN AFFITTI E MANUTENZIONE IMMOBILI
La domanda che si pone il comune cittadino è la seguente: se domani mattina le province dovessero scomparire, quanto si risparmierebbe in concreto?
Secondo la relazione dei Corte dei Conti, le Province costano in spese 9 miliardi di euro l’anno.
Ovvio che non è che cancellando 109 province possiamo far sparire di colpo l’esercito di dipendenti che vi lavorano: al massimo, accorpando uffici e funzioni, si può pensare a una progressiva diminuzione del personale, attraverso un graduale blocco del tour over.
E’ altrettanto vero che andata la soppressione a regime, nell’arco degli anni il risparmio diventerà sempre più rilevante.
Quanto costa il personale a tempo indeterminato?
Attualmente costa 1.410.530.000, a cui vanno aggiunte le indennità accessorie, le collaborazioni, i precari, i rimborsi spese, i buoni pasto, le missioni.
In pratica la cifra si raddoppia e si arriva a 2,5 miliardi, poco meno di un terzo dell’intero budget, ma con possibilità evidenti di limare nel tempo.
Che bilancio hanno le province?
Attualmente hanno un indebitamento di 1,2 miliardi sui quali pagano 524 milioni di euro l’anno di interessi passivi, cifra quindi recuperabile una volta sanato l’arretrato e chiusi i battenti.
Le spese in servizi ammontano a 2,4 miliardi: riguardano scuole, strade e rifiuti. Ma soprattutto il trasporto provinciale (assorbe circa 1 miliardo). Continua »
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Giugno 7th, 2010 Riccardo Fucile
DALLA GESTIONE DELLA COSA PUBBLICA ALLA GESTIONE DI UNA CASA DI APPUNTAMENTO: CESARE BIASIN LE IMMIGRATE NON LE CACCIAVA, MA LE SFRUTTAVA…SI FACEVA CONSEGNARE 2.400 EURO AL MESE E PROCURAVA LORO ANCHE CLIENTI…A PONTIDA UNA MEDAGLIA AI PAPPONI PADANI?
Cesare Biasin è ora accusato di sfruttamento.
Secondo gli inquirenti, il politico leghista gestiva due lucciole rumene in via Dell’Olmo e intascava 600 euro a settimana.
Pubblicizzava le loro prestazioni su riviste e sui siti specializzati.
Ex sindaco, ex imprenditore. Tra tanti «ex» ruoli, uno nuovo: sfruttatore di prostitute.
Cesare Biasin, ex sindaco leghista (e attuale consigliere comunale) di Silea, deve far fronte ad accuse pesantissime: favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Secondo gli investigatori, Biasin “gestiva” un appartamento a Treviso, in zona Stiore, abitato da due prostitute.
«Gestiva» nel senso che l’appartamento non è suo.
Lui si era ritagliato un altro ruolo, molto più remunerativo: trovava una sistemazione alle prostitute, quattro mura dentro le quali poter lavorare tranquillamente.
Non solo: Biasin pubblicizzava le loro prestazioni su riviste e sui siti specializzati.
In cambio si intascava trecento euro a settimana per ciascuna ragazza.
Sono due, al momento, quelle trovate all’interno dell’appartamento di via Dell’Olmo, in zona Stiore: romene, di 34 e 32 anni.
Ma il giro, secondo gli investigatori, potrebbe essere più ampio.
Quella palazzina di via Dell’Olmo era diventata un vero crocevia per i viandanti del sesso a pagamento.
Non c’era solo l’appartamento che ha messo Biasin nei guai: altre due porte nascondevano prestazioni a luci rosse. In uno, di proprietà di una moglianese e sub-affittato da una padovana (denunciata, quest’ultima, per favoreggiamento), si prostituiva una ecuadoregna di quarant’anni.
In un terzo appartamento, invece, “lavorava” una giovane romena, però in questo caso del tutto imprenditrice di se stessa: il contratto d’affitto è regolarmente intestato a lei.
Sull’ appartamento all’interno numero 22 ora ci sono i sigilli della polizia.
E’ quello che Biasin aveva messo a disposizione delle due romene.
L’ ex sindaco leghista di Silea lo aveva intestato a una sua conoscente, ma ci sarebbero utenze (bollette) e movimenti bancari che dimostrano il suo ruolo attivo.
Gli uomini della questura, allertati dalle segnalazioni di alcuni residenti, hanno passato al setaccio quella palazzina, ricostruendo i legami tra prostitute e sfruttatori. Continua »
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