Giugno 18th, 2010 Riccardo Fucile
PER DISTOGLIERE L’ATTENZIONE DALLA CRISI, DAGLI SCANDALI E DALLE INTERCETTAZIONI, IL GOVERNO SI INVENTA UNA MODIFICA DELA COSTITUZIONE NON NECESSARIA PER POTER APRIRE UNA SEMPLICE ATTIVITA’…SI FACEVA PRIMA AD ELIMINARE LE NORME OBSOLETE E VESSATORIE DELLA BUROCRAZIA…IL PERICOLO SUI VINCOLI URBANISTICI
Oggi arriva all’esame del governo la “rivoluzione liberale” per le imprese: per aprire un’attività basterà la “responsabilià personale”.
E’ quanto prevede il primo dei quattro commi in cui si articola il ddl costituzionale portato in Consiglio dei Ministri in pompa magna.
“Bisogna superare le troppe regole e scaricare una parte della zavorra”, si legge nella presentazione del testo.
Per evitare le lungaggini burocratiche, in pratica, prima uno potrà aprire una attività e solo in seguito verrà sottoposto ai controlli previsti delle “carte un regole”.
Per fare questo, il governo ritiene necessario dover modificare gli articoli 41 e 118 della Costituzione.
In pratica la proposta avrà la forma di due testi distinti: un disegno di legge ordinario sulla segnalazione di inizio attività , e un disegno di legge costituzionale.
Si tratta ovviamente dell’inizio dell’iter di un progetto che non sta dietro l’angolo, per capirci.
Fa discutere poi il risvolto urbanistico previsto: “lo Stato e gli Enti locali avranno sei mesi di tempo per adeguare le normative, in modo che le restrizioni del diritto di iniziativa economica siano limitate allo stretto necessario”, concetto vago che fa però venire i brividi a chi si occupa di tutela del paesaggio e che teme un colpo di mano mascherato ai vincoli urbanistici.
Partiamo dalla condivisione concettuale dello spirito dell’iniziativa: è cosa nota, risaputa e denunciata che, rispetto alle norme vigenti all’estero, avviare in Italia un’iniziativa economica è impresa defatigante per la quantità di ostacoli burocratici, lacci e laccioli che la legislazione ordinaria ha sedimentato nel tempo.
Ma emergono diverse domande. Continua »
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Giugno 18th, 2010 Riccardo Fucile
STRAORDINARI BLOCCATI PER TRE ANNI: LAVORERANNO GRATIS…A MILANO SU 60 VOLANTI NE CIRCOLANO SOLO 15, IN LOMBARDIA LA STRADALE DISPONE DI SOLE 96 AUTO SULLE 270 IN DOTAZIONE… ABOLITI I RIMBORSI CHILOMETRICI PER CHI ERA COSTRETTO A USARE PER SERVIZIO LA PROPRIA AUTO…A PALERMO SONO FINITE PURE LE CIMICI PER LE INTERCETTAZIONI
La manovra del governo che ha imposto tagli lineari e indistinti del 10% alle spese per la sicurezza, sta determinando l’ennesimo protesta delle forze dell’ordine, colpite dal presunto “fuoco amico”.
Un governo di centrodestra che aveva posto in primo piano, nel suo programma, un adeguato riconoscimento e impulso alla politica della sicurezza, si sta di fatto contraddistinguendo per misure opposte.
Prima i tagli ai 3 miliardi previsti di investimenti nel setttore, poi il mancato rinnovo di un contratto scaduto da tempo, ora un ulteriore taglio di 600 milioni in 3 anni che colpirà polizia, carabinieri, Gdf, polizia ferroviaria e forestali.
Uno strano modo di coniugare il concetto di legalità , se poi si considerano le proteste degli uomini in divisa nei confronti del decreto sulle intercettazioni, all’esame del Parlamento.
Cornuti e mazziati, come dicono al sud.
Da un lato il governo parla di lotta ai clandestini, dall’altro taglia i soldi per le missioni all’estero delle forze di polizia che di fatto renderà impossibili i viaggi per riaccompagnare in patria gli immigrati irregolari.
Le intercettazioni ambientali non piacciono al governo? Tranquilli, tra poco non se ne faranno più: alla questura di Palermo sono rimaste solo dieci cimici: finite quelle, via libera ai delinquenti. Continua »
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Giugno 18th, 2010 Riccardo Fucile
DICE DI AVER PRESO PRESO L’APPARTAMENTO DI VIA GIULIA IN PRESTITO DALLA “PROPAGANDA FIDE” CHE PERO’ DA 20 ANNI NON NE ERA PIU’ PROPRIETARIA… DI AVER PAGATO LE BOLLETTE LE CUI RICEVUTE PERO’ NON CI SONO…IL PROPRIETARIO: “MA SE NON PAGAVA NEANCHE QUELLE”… E MOSTRA LE LETTERE DI SOLLECITO
Se la linea difensiva scelta è quella seguita due giorni fa, davanti ai magistrati di Perugia, più che alla Protezione civile, Guido Bertolaso farebbe bene a rivolgersi a quella divina.
Forse per questo ha fatto il nome del cardinal Sepe come suo referente e come suo agente immobiliare.
Il racconto di Bertolaso, dicono le agenzie, non ha convinto i giudici.
Sarebbe stato difficile l’opposto in effetti, viste le argomentazione addotte per giustificare il fatto di aver alloggiato nel 2003 nel famoso appartamentino di via Giulia a spese, secondo l’accusa, di Anemone.
Secondo Bertolaso, a inizio 2003, a causa di una crisi familiare, decide di andarsene dalla famiglia, cose che capitano.
Ci si aspetterebbe che uno che guadagna 10.000 euro al mese si paghi un affitto senza problemi, non gli mancherebbero certo le referenze.
Che fa invece Bertolaso, secondo la sua ricostruzione?
Non si rivolge a una agenzia immobiliare, ma al cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, che gli troverebbe posto in un seminario.
Dopo poco però, a causa degli “orari incompatibili” con quelli del padre guardiano, Bertolaso richiama il cardinale per avere una nuova, più adeguata sistemazione.
Questa volta Sepe lo indirizza dal prof. Francesco Silvano che gli metterebbe a disposizione un appartamento della “Propaganda Fide”, quello di via Giulia. Siamo nel 2003, quell’appartamento non è più della congregazione religiosa dal 1990, in quanto venduto in quella data a tale Alberto Rota e da questi negli anni successivi a Raffaele Curi.
In pratica il prof. Silvano lo avrebbe sistemato gratis in una casa di cui non aveva più la proprietà da 12 anni.
Andiamo avanti: Bertolaso ammette di non aver mai pagato l’affitto, ma di aver sempre onorato le bollette delle utenze, nel periodo in cui ne ha usufruito.
Le ricevute delle bollette però non sarebbe stato in grado neanche di esibirle ( come sottolinea “Libero”). Continua »
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