Giugno 15th, 2010 Riccardo Fucile
“NON C’ENTRA NULLA CON LO SPIRITO ANTI-AUSTRIACO, HANNO SCELTO L’OPERA SBAGLIATA PER L’ORGOGLIO LOMBARDO”… “FARNE UN INNO E’ UN AUTOGOL, SI PARLA DEGLI EBREI CHE PIANGONO LA LORO SCONFITTA”… RISPECCHIA UN POPOLO ESULE, SCHIAVO E PERDENTE: LA SOLITA PATACCA LEGHISTA
La famosa cancellazione dell’inno nazionale nel corso della cerimonia di inaugurazione della scuola in Veneto, sostituito dal verdiano “Va’ pensiero”, non ha dato luogo solo a polemiche politiche e a pesanti considerazioni sull’operato del leghista Zaia, ma, grazie a una intervista rilasciata al quotidiano Repubblica, a qualche riflessione sul testo stesso, da parte del grande direttore d’orchestra Riccardo Muti, spirito libero e fuori dagli schemi, oltre che orgoglio italiano nel mondo.
Il maestro ha subito precisato: “Il Va’ pensiero di Verdi innanzi tutto non può essere un inno, lo dissi a suo tempo anche a Bossi: avete scelto l’opera sbagliata per il vostro orgoglio lombardo. Il Va’ pensiero è un canto dei perdenti, forse i leghisti non hanno ascoltato bene le parole e sono caduti in un grosso equivoco”.
Spiega Muti che “per il Nabucco, da cui è tratto, Verdi si ispirà alla Bibbia, a un episodio carico di dramma in cui gli ebrei piangono la loro sconfitta. Non pensò certo a fomentare lo spirito rivoluzionario che serpeggiava nel nord Italia contro gli Austriaci: era il canto accorato di un popolo esule, schiavo e perdente”.
Il maestro va oltre nell’analisi e spiega : “Di Verdi, allora, meglio scegliere “l’Attila”, “La battaglia di Legnano”, “L’Aroldo”, che hanno un chiaro messaggio politico, o “I Lombardi alla prima crociata” che parla di prati e ruscelletti lombardi”. Continua »
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Giugno 15th, 2010 Riccardo Fucile
DEBITO ALLE STELLE, IN AUTUNNO ALTRI 5 MILIARDI DI TAGLI…. MENTRE RADIO PADAGNA ESULTA PER IL GOOL DEL PARAGUAY E IL PREMIER PENSA SOLO A COME EVITARE CHE POSSANO USCIRE INTERCETTAZIONI COMPROMETTENTI PER IL GOVERNO, IN SARDEGNA IL PDL PERDE LE ENNESIME ELEZIONI
Il debito pubblico italiano ha raggiunto il record di 1.812 miliardi di euro: l’allarme è stato lanciato ieri dalla Banca d’Italia che ha diffuso il dato di aprile del debito, in crescita di quasi il 3% rispetto alla fine del 2009.
La manovra economica di 25 miliardi, prevista da Tremonti, potrebbe quindi non essere sufficiente: a breve si porrà il problema di aggiungere altri sacchetti di sabbia a protezione dei conti pubblici perchè il debito è salito alle stelle e gli incassi del fisco segnano il passo.
Nei primi quattro mesi del 2010, infatti, le entrate sono diminuite dell’1,8% rispetto all’anno precedente: il prelievo sui lavoratori dipendenti è al solito l’unica certezza, cresciuto del 2,7%.
Negli ultimi tempi il debito cresce al ritmo di 7,1 miliardi al mese e pesa ormai per oltre 82.000 euro sulle spalle di ogni famiglia italiana: Bankitalia non esclude per settembre un nuovo intervento correttivo.
Se le cose non cambieranno si parla di altri 5 miliardi (lo 0,3% del Pil) per riportare il deficit 2012 al 3%: in pratica la manovra finirà per arrivare a 30 miliardi di euro di tagli.
Alla luce di tale situazione, è evidente a tutti la priorità che la manovra e i suoi eventuali e auspicabili aggiustamenti costituiscano la priorità dei lavori parlamentari.
Il fatto che Fini abbia ritenuto ieri secondaria la legge sulle intercettazioni rispetto alla manovra ha però suscitato le ire e le preoccupazioni dei notabili del Pdl.
Per i quali senza la “legge bavaglio” gli italiani non potrebbero vivere, quando è invece evidente che non solo al popolo italiano di tale legge non frega nulla, ma che la ritiene a stragrande maggioranza una legge fatta apposta per tutelare gli intrallazzi dei potenti.
Che un premier abbia una urgenza pazzesca per far passare una legge del genere si spiega solo col timore che dall’inchiesta sula cricca dei lavori del G8 stiano per uscire altre intercettazioni compromettenti.
Ma non ci risulta che gli elettori del centrodestra abbiano dato mandato al governo di Silvio Berlsconi di impedire che i cittadini conoscano la verità sugli intrallazzi della Casta.
Altrimenti sarebbe stato scritto sul programma, vero Gasparri?
E l’ennesima minaccia rivolta ieri contro Fini, reo di chiedere un ulteriore approfondimento sulla decreto intercettazioni, così come lo chiedono i cittadini, la magistratura e le forze dell’ordine, in modo da non rischiare che in seguito venga dichiarato incostituzionale, e di voler “allungare i tempi” dell’esame alla Camera, fa riflettere. Continua »
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Giugno 15th, 2010 Riccardo Fucile
“GIURO CHE FARO’ IL PIANO CASA, CHE RENDERO’ EFFICIENTE LA SANITA’, CHE DIMEZZERO’ LE LISTE DI ATTESA, CHE AUMENTERO’ I SERVIZI, CHE DIMINUIRO’ LE TASSE”… DA FORMIGONI ALLA POLVERINI ORA UNA VOCE SOLA: “CON QUESTA MANOVRA METTEREMO LE MANI NELLE TASCHE DEGLI ITALIANI”
Si inasprisce lo scontro tra governo ed Enti locali.
Niente autobus nuovi, stop alle metropolitane, meno soldi per le imprese, cantieri fermi: sono solo talune delle conseguenze della manovra anticrisi che ha portato a 10 miliardi i tagli delle Regioni.
Oggi si riunirà in via straordinaria la Conferenza delle Regioni per dimostrare, dati alla mano, come il giro di vite imposto da Tremonti si tradurrà per il cittadino in meno servizi, meno trasporto pubblico, meno strade, meno edilizia residenziale, meno personale.
Con conseguenze anche per le imprese che dovranno fare i conti con la stretta, perchè incentivi e lavori saranno erogati col contagocce.
Nella Sanità la riduzione drastica del 50% dei lavoratori precari pubblici farà saltare gli equilibri dei Pronto Soccorsi e avrà anche conseguenze sulla spesa sanitaria: o si tagliano i posti letto o si aumentano le tasse.
Altri 3 miliardi sono i tagli ai Comuni che non possono neanche aprire un cantiere per il Patto di stabilità interno.
Anche i sindaci protesteranno giovedi a Roma e l’impressione è che si vada allo scontro, difficili le mediazioni in corso.
Le stesse Regioni accusano il governo di aver tagliato la metà dei loro fondi, ma di aver ridotto le spese ministeriali del solo 10%.
Regioni come Lombardia, Lazio e Piemonte rischiano di perdere molti soldi: Formigoni dovrà rinunciare a 600 milioni di euro solo di trasporto pubblico, tanto che il governatore è sbottato: “questa manovra è squilibrata e spazza via il federalismo fiscale”. Continua »
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