Giugno 21st, 2010 Riccardo Fucile
INCENDI DOLOSI E ATTENTATI A SANREMO: IL SOTTOSEGRETARIO LEGHISTA BELSITO ORGANIZZA UN SUMMIT TRA ISTITUZIONI, MA SI DIMENTICA DI INVITARE I CARABINIERI, DISAPPUNTO DEI VERTICI DELL’ARMA…FORSE IN FUTURO 17 UOMINI IN PIU’, MA GRANATA (PDL) E’ CRITICO: RISPOSTA INADEGUATA
Da tempo la Riviera di Levante è colpita da un’impressionante serie di incendi dolosi e attentati, segno evidente del riemergere dell’ombra della criminalità organizzata sulle attività economiche.
Venerdì è andato in fiamme il pub “Big Ben”, nel cuore della movida della città di Sanremo, con grande paura dei cittadini che abitano nei palazzi vicini. Sull’ennesimo caso stanno indagando i carabinieri.
Dopo tanti silenzi, Il Comune retto dal centrodestra ha pensato bene di indire un summit, organizzato per l’occasione dal sottosegretario leghista Francesco Belsito, cui hanno partecipato il sindaco, il prefetto, il questore, il presidente leghista del consiglio comunale e il suo vice.
Venerdì sera parte la convocazione dagli uffici del sottosegretario: “la presenza dell’autorità governativa e delle massime autorità responsabili della sicurezza e dell’ordine publico nella provincia di Imperia vogliono testimoniare alla cittadinanza l’attenzione e l’impegno a contrastrare il ripetersi dei fenomeni mafiosi”.
Bella la grancassa mediatica e i suoni di vuvuzela.
Ma quando si ritrovano intorno a un tavolo, qualcuno fa osservare la figura barbina (che finirà nella prima pagina del Secolo XIX): si sono dimenticati di convocare i carabinieri, quelli che tra l’altro stanno facendo le indagini.
Pur non esprimendosi in dichiarazioni ufficiali, i vertici provinciali dei carabinieri “hanno fatto trapelare il loro disappunto, e anche di più” (si legge sul Secolo XIX) per essere stati esclusi dal vertice, proprio nel momento in cui occorrerebbe uno sforzo corale contro l’ondata criminale.
Si è sfiorato l’incidente diplomatico, insomma, e la Lega ha rimediato la solita brutta figura.
Il summit nel frattempo si è dimostrato un incontro di facciata, non certo operativo, ma un semplice “incontro istituzionale”. Continua »
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Giugno 21st, 2010 Riccardo Fucile
PER RISANARE IL DEBITO DELLA CAPITALE SI COLPIRANNO TRASPORTI, ASILI, RIFIUTI, BAR, RISTORANTI, AEREI…TREMONTI TAGLIA DI 200 MILIONI I FONDI STANZIATI PER ROMA E L’EX SOCIALE ALEMANNO AUMENTA LE TARIFFE DEGLI ASILI NIDO DAL 15,6% AL 48%, LE MENSE SCOLASTICHE FINO AL 93,6%, L’IRPEF E IL PREZZO DEL BUS
La colpa non è certo solo di Alemanno: quando l’ex ministro ha salito le scale del Campidoglio, i conti della Capitale già non tornavano da tempo, ma ciò è di magra consolazione per i contribuenti romani che da anni sentono ripetere dagli esponenti del centrodestra che “non metteremo le mani nelle tasche degli italiani”.
Decenni di guasti e gestioni finanziarie dissennate hanno prodotto la bellezza di 9,8 miliardi di debito che ora va risanato, dopo anni di silenzi sia da parte dei governi di destra che di sinistra.
Berlusconi si era impegnato ad aiutare il neosindaco per consentire alla nuova giunta di rimettersi gradualmente in carreggiata, ma Tremonti ha ridotto di 200 milioni i fondi che aveva promesso.
Il ministro ha concesso (bontà sua) la possibilità per il Campidoglio di aumentare la addizionale Irpef comunale di un ulteriore 0,4% (Roma è già al tetto massimo dello 0,5%) e di fissare il balzello di 1 euro sui diritti d’imbarco per tutti i passaggeri in transito negli aeroporti romani.
Ma la vera stangata è quella prevista per ripianare il bilancio ordinario in rosso di ben 160 milioni.
Da qui una serie di soluzioni molto onerose.
Il canone per l’occupazione del suolo pubblico salirà dal 12% al 125% in base alle zone.
E’ evidente che il costo dei tavolini all’aperto di bar e ristoranti saranno rapidamente scaricati sui clienti, con buona pace di tutti.
La tassa sui rifiuti per le utenze non domestiche salirà del 12,5%.
Per gli asili nido le tariffe aumenteranno da un minimo del 15,6% a un massimo del 48%.
Per avere un’idea del peso di questa misura, basti sapere che può arrivare a 150 euro di incremento della rata mesile. Continua »
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Giugno 21st, 2010 Riccardo Fucile
STUDIO DEMOS: IN TRE ANNI CHI LI CONSIDERA UNA RISORSA SALE DAL 41,5% AL 51,3%, CHI UN PERICOLO PER LA SICUREZZA SCENDE DAL 43,2% AL 31%…IL 47,7% DEGLI ITALIANI HA AMICI IMMIGRATI….IL 77% DEGLI STRANIERI HA UN’OCCUPAZIONE REGOLARE… MA IL PDL CONTINUA A RINCORRERE I RAZZISTI
Che le relazioni tra italiani e immigrati regolari, negli ultimi anni, siano mutate era da tempo evidente a tutti coloro che usano la buona fede nelle proprie analisi.
E’ calato quel carattere di emergenza sociale e di diffidenza su cui ha fatto le proprie fortune elettorali un partito che, alimentando l’odio, ha incrementato giusto di un paio di punti i propri consensi, facendo però un pessimo servizio al Paese in prospettiva futura.
Una cosa è controllare e regolare, in un interscambio di doveri e di diritti, altra cosa è sfruttare la manodopera straniera, negando i più elementari diritti, discriminando e alimentando la cultura dell’odio e dell’isolamento.
Una destra moderna non ha paura di confrontarsi con la società che cambia, sa raccogliere le sfide del nuovo secolo, non si chiude nei cessi dell’intolleranza, speculando sulle paure.
In attesa che una destra di questo tipo si affermi anche nel nostro Paese, esaminiamo qualche dato che emerge dal rapporto dell’Osservatorio Demos. Quasi la metà degli italiani, intanto, ha amici tra gli immigrati (in tre anni si è passati dal 36,7% al 47,7%).
Per il 51,3% dei nostri connazionali, gli immigrati sono una risorsa per la nostra economia (dal 41,5% del 2007), per il 49,7% la loro presenza favorisce la nostra apertura culturale (dal 46,4%).
Solo il 31% li ritiene un pericolo per la nostra sicurezza (dal 43,2% del 2007) e il 25,6% una minaccia per l’occupazione (dal 34,3% del 2007).
E ancora: solo il 20,4% li considera un pericolo per la nostra cultura e identità (dal 34,6% del 2007) e appena il 12,5% vorrebbe i piccoli immigrati in classi separate (dal 18,3% del 2007).
Dato che il centrodestra governa da almeno due anni il nostro Paese (e da sette degli ultimi nove anni) si dovrebbe chiedere al premier come mai non ha mai chiesto ad Euromedia di “sondare” questo diverso atteggiamento degli italiani, invece che chiedere ogni 12 ore il livello della sua popolarità presunta. Perchè i casi sono due: o si tratta di ignoranza politica, nel caso la tendenza non fosse a sua conoscenza, o di malafede nel caso, conoscendola, l’aver perseguito una politica opposta, al guinzaglio di un partito minoritario che ha la sua unica ragione di esistenza grazie all’alimentazione di infondate paure e di meschini egoismi. Continua »
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