Giugno 17th, 2010 Riccardo Fucile
IL DJ VENETO SE LA PRENDE CON LE PREVISIONI DEL TEMPO: TENGONO LONTANI I TURISTI DALLE SPIAGGIE VENETE A CAUSA DI PREVISIONI ERRATE…”SE NON SANNO FARE DI MEGLIO, LASCINO IL CIELO SERENO SULLA NOSTRA ZONA”… CHE SIA UN COMPLOTTO DI ROMA LADRONA?
Per la serie le comiche finali: “Chi fa le previsioni del tempo in televisione e mette il dito sul Veneto, pensi dieci volte prima di dire che piove”.
Che il dj e attuale governatore del Veneto sia abituato a spararle grosse è cosa nota, ma che arrivi quasi alle minacce agli addetti alle previsioni meteo rappresenta una novità .
Anche perchè di diti medi lui se ne intende, e non altro per la frequentazione col raffinato senatur che ama esporli nei pubblici comizi.
L’occasione che ha dato a Zaia la possibilità di “aprirsi a nuovi orizzonti” è stata una visita a Gardaland sotto una insistente pioggia.
Posato l’ombrello, il dandy della bassa trevigiana ha reso edotti i giornalisti al seguito di questa sua profonda analisi: dato che con un fatturato di 12 miliardi di euro l’anno, l’industria turistica è la prima in Veneto e sulle sue spiagge posano i glutei 32 milioni di vacanzieri, tenerli lontani a causa di previsioni del tempo errate è un lusso che non ci si può permettere.
In pratica se uno sente dire in Tv dalla Rai che nel Veneto si prevede pioggia, magari non viene in ferie e su perdono soldi.
Zaia ha poi approfondito: la Tv pubblica è superficiale e le previsioni sono poco attendibili.
Quale potrebbe essere mai la soluzione a tanta approssimazione? Ovviamente il federalismo metereologico, ovvero forse previsioni rilevate, studiate ed elaborate da casa sua, da vaccari di fiducia.
Il governatore ha concluso, non a caso nel contesto di un parco divertimenti, che “se proprio i metereologi non sanno far di meglio, lascino pure il cielo sereno sulla nostra zona”.
Sembra un comunicato del ministero del turismo della vecchia Unione Sovietica: in Veneto splende sempre (e ancora) il sol dell’avvenire, insomma. In verità non è la prima volta che qualche ente locale se la prende con previsioni errate: è già successo in Liguria e in Versilia, ma mai con tale enfasi condita da minacce di fulmini e saette.
Ma in concreto, chi sarebbero i sabotatori di Zaia? Continua »
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Giugno 17th, 2010 Riccardo Fucile
LE NORME SAREBBERO STATE INCOSTITUZIONALI, FINI HA SALVATO IL GOVERNO DA UNA BRUTTA FIGURA, IL RINVIO A SETTEMBRE PERMETTERA’ LE MODIFICHE NECESSARIE…. BATTUTI I FALCHI DEL PDL, ORA FINI PUNTA ALLA DEMOCRATIZZAZIONE INTERNA DEL PARTITO… LA LEGA IN DIFFICOLTA’
Alla fine Berlusconi ha ceduto al pressing finiano: fino al giorno prima aveva minacciato persino le elezioni anticipate, nel caso che “Gianfranco non si mettesse un riga”, facendo approvare con urgenza il decreto intercettazioni senza alcuna modifica alla Camera.
In 24 ore la situazione è mutata, dopo una serie di incontri informali di Gianni Letta che ha dovuto riferire al premier quanto segue: in primo luogo Napolitano non avrebbe firmato quel testo, in secondo luogo la Consulta lo avrebbe bocciato, in terzo luogo in Commissione Giustizia alla Camera i finiano son ben 5 e avrebbero potuto stravolgere completamente la legge. Dulcis in fundo, in un colloquio personale con Fini, Letta aveva capito che il presidente della Camera questa volta non avrebbe fatto alcun passo indietro.
A questo punto a Berlusconi non rimaneva che la ritirata e prendere atto che se ne riparlerà a settembre.
Non solo: i finiani hanno fissato quattro paletti per la modifica del decreto. Concedere proroghe con lassi di tempo più ampi, dare la possibilità di utilizzare microspie in spazi interni, abbassare la multa agli editori e inserire tra i reati per cui è possibile intercettare anche il traffico di rifiuti, l’usura, l’estorsione e il riciclaggio.
Parole di Bocchino: “L’unico modo per evitare il rischio di una bocciatura da parte della Consulta, è migliorare il testo”.
Fini ha poi posto precise condizioni per arrivare alla fine della legislatura: un comitato di garanzia che affianchi la dirigenza del partito, in pratica un commissariamento dell’attuale triumvirato, fino al congresso, preceduto da assise provinciali e regionali, che porti a una reale democratizzazione interna e a un riequilibrio dei rapporti di forza.
Un accordo che se andasse in porto farebbe saltare molte teste, in primis quelle dei colonnelli ex An che infatti sono i più falchi tra i cortigiani. Continua »
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Giugno 17th, 2010 Riccardo Fucile
LA “NUOVA ALLEANZA FIAMMINGA” CHE HA VINTO AL NORD DEL PAESE RESPINGE I COMPLIMENTI DI BORGHEZIO E SALVINI: “NON SIAMO UNA DESTRA SEPARATISTA, RAZZISTA E XENOFOBA, SIAMO PIU’ VICINI A DI PIETRO…” “L’IMMIGRAZIONE VA FERMATA, MA CHI E’ DENTRO IL PAESE DEVE AVERE GLI STESSI DIRITTI”
Cercano sempre di appropriarsi delle vittorie altrui, ponendole ad esempio della validità delle proprie tesi e a testimonianza di quanto esse stiano facendo breccia in Europa, ma anche questa volta gli è andata male.
Appena gli autonomisti del N-VA hanno vinto le elezioni al nord del Belgio, abitato dai fiamminghi, la intellighentia leghista, composta da Borghezio, Salvini e Speroni, si era precipitata a congratularsi, cercando di mettere il cappello sulla vittoria.
La risposta del leader della “Nuova Alleanza Fiamminga”, Bart de Wever, non si è fatta attendere: “Quelli della Lega sono dei fannulloni, noi siamo dei moderati, con la Lega non abbiamo nulla a che fare, loro sono legati agli estremisti del Vlaams Belang”.
L’N-VA non è la destra razzista, separatista e xenofoba che pur esiste nelle Fiandre, ma che è stata sconfitta alle elezioni.
In realtà le elezioni in Belgio le hanno vinte gli autonomisti al Nord e i socialisti al Sud.
Il nord è il piccolo regno federale dove abitano i fiamminghi che hanno una lingua, una storia, una cultura diversa dai valloni che abitano al sud.
Da una parte chi parla francese, dall’altra una lingua simile all’olandese.
In Belgio non esistono partiti nazionali, ma solo regionali, come sono tali anche le televisioni, le scuole, i giornali.
Gli autonomisti della “Nuova Alleanza Fiamminga” non hanno nulla a che fare con la Lega italiana, mentre i socialisti valloni sono dei normali socialisti europei. Non a caso al Parlamento europeo la Nuova Alleanza e la Lega non sono neanche nello stesso gruppo parlamentare. Continua »
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