Giugno 12th, 2010 Riccardo Fucile
PROGETTO “NIRVA” PER IL RIMPATRIO VOLONTARIO ASSISTITO, COORDINATO DAI COMUNI ITALIANI E DA ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI…SETTEMILA FINO AD OGGI: DEVONO ESSERE PERSONE CON REGOLARE PERMESSO DI SOGGIORNO E NON COMUNITARI…POSSONO IN FUTURO RIENTRARE IN ITALIA
Il rientro in patria deve essere visto come una fase del processo migratorio: su queste basi è nato il progetto Nirva, Networking Italiano per il Rimpatrio Volontario Assistito, che viene presentato in varie città italiane, nell’ambito di una campagna informativa coordinata dall’Aiccre (Associazione italiana per il Consiglio dei Comuni e Regioni d’Europa) e rivolto alle organizzazioni pubbliche e private, nel contesto del Consiglio Territoriale per l’Immigrazione. In pratica si tratta di un progetto co-finanziato dal Fondo Europeo per il rimpatrio e consiste nella possibilità del migrante di ritornare in maniera volontaria nel Paese di origine, attraverso un aiuto logistico e finanziario per il viaggio e la reintegrazione.
Alla partenza vengono consegnati 400 euro come indennità di prima sistemazione, più il biglietto pagato e un ulteriore supporto finanziario di 1.110 euro da erogare in patria.
Il nostro Paese attua questi programmi già dal 1991: gli immigrati che ne hanno beneficiato finora sono circa settemila, con il nuovo finanziamento si conta di portare i rientri a 200 l’anno.
Vengono privilegiate solitamente le richieste delle vittime di tratta e grave sfruttamento, ma nell’ultimo periodo sono aumentati i casi di migranti con altre difficoltà : donne sole, in stato di gravidanza, nuclei con minori in difficoltà , persone anziane.
Chi può aderire al progetto?
Non tutti: devono essere persone con regolare permesso di soggiorno ed essere cittadini non comunitari. Continua »
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Giugno 12th, 2010 Riccardo Fucile
NON SERVE DEPISTARE CON LA POLEMICA A DIFESA DELLA PROTEZIONE CIVILE…LA PRESTIGIACOMO TRE MESI FA AVEVA GARANTITO IL RITIRO DELLE MACERIE: SONO ANCORA LI’… IL COMUNE DA SOLO PRIMA NE AVEVA RITIRATO 70.000 TONN., ORA IN TRE MESI APPENA 10.000: NE RESTANO 4,5 MILIONI DI TONN…E’ TUTTO BLOCCATO E A LUGLIO GLI AQUILANI DOVRANNO PAGARE LE TASSE SOSPESE
Il governo, quando è in difficoltà , tira fuori dalla vecchia polveriera, le datate e ormai riconoscibili “armi di distrazione di massa”.
In tal senso va interpretata la sparata del premier contro la magistratura abruzzese, rea di aver indagato i vertici della Protezione civile per aver sottovalutato il rischio sisma all’Aquila e non aver fatto evacuare la popolazione dalle case dopo la scossa di magnitudo 4.2, di poco precedente a quella fatale.
Al di là del merito della vicenda e ai precedenti (vedi Garfagnana) dove si era in effetti agito in senso opposto, pensiamo sia legittimo che la magistratura faccia chiarezza, anche perchè sollecitata in tal senso da famiglie abruzzesi che hanno dovuto raccogliere le spoglie dei propri cari.
Invitare la Protezione civile, fin che tali accuse persisteranno, a non mettere più piede all’Aquila a molti è apparsa una “caduta di stile” o una solita boutade di Berlusconi, per quanto di cattivo gusto.
In realtà rappresenta una premessa “scientifica” e studiata di alibi mediatico e disimpegno pratico.
Qualsiasi accusa potrà essere formulata per il mancato ritiro delle macerie e i ritardi nella ricostruzione, la colpa sarà dei “giudici politicizzati” che hanno osato mettere in dubbio il comportamento dello staff della Commisione Grandi Rischi.
Premesso, tanto per la cronaca, che solo una piccola parte dei terremotati ha trovato alloggio tra progetto C.a.s.e. e casette di legno (circa 18.000), mentre oltre 30.000 si sono dovuti arrangiare da soli presso parenti o cercando in affitto, e che qualche altro migliaio di sfollati vive sempre negli alberghi della costa, parliamo delle promesse del governo in merito alla rimozione delle macerie. Ricordate le iniziative del popolo delle carriole?
Per evitare brutte figure in Tv, intervenne la Prestigiacomo che promise che entro pochi mesi i 4,5 milioni di tonn di macerie sarebbero state rimosse. Continua »
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