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MANOVRA DA TRENTA MILIARDI DI EURO: TUTTI I PROVVEDIMENTI PUNTO PER PUNTO

Dicembre 4th, 2011 Riccardo Fucile

DALL’IVA ALL’IMPOSTA PRIMA CASA FINO ALLA STRETTA SULLE PENSIONI… COSA CONTIENE IL DECRETO MONTI

Arriva la manovra firmata Mario Monti.
Il cdm l’ha approvata al termine di una lunga giornata di incontri con le parti sociali e i rappresentanti delle autonomie locali.
Vale 24 mld, 20 al netto della delega fiscale, con una correzione lorda di 30 mld, considerando gli interventi di spesa a favore della crescita, del sistema produttivo e del lavoro per oltre 10 miliardi.
Il provvedimento prevede un nutrito pacchetto fiscale, la stretta sulle pensioni, i tagli alla spesa, con 5 mld di sacrifici chiesti agli enti locali.
Ma anche il taglio all’irap sul costo del lavoro per le imprese.
Ecco le principali novità .
Manovra da 20 miliardi netti
La manovra è di 20 miliardi al netto e di 30 al lordo . Lo ha detto il viceministro Vittorio Grilli, aggiungendo che tale entità  risponde in pieno alle richieste della Ue: “Se prendiamo un anno medio di dati – ha detto Grilli – di riduzione di spesa, ci sono circa 12-13 miliardi di riduzione di spese e il resto fino ad arrivare a 30 miliardi di aumento delle entrate”.
Irpef, non cambiano aliquote
A sorpresa, è stato escluso l’intervento sull’Irpef. Nelle prime bozze c’erano un ritocco dell’aliquota al 41% per i redditi superiori ai 55mila euro, poi tramontato; e uno di 3 punti per i redditi superiori ai 75mila euro: dal 43% al 46%.
Anche questo è stato accantonato nella bozza finale. La rinuncia al ritocco è compensata con un leggero aumento dell’addizionale Irpef (con corrispondente diminuzione dei trasferimenti alle regioni).
Secondo fonti delle Regioni, l’addizionale verrebbe ritoccata dello 0,33%, dallo 0,9 all’1,23%.
Tassa per scudo fiscale
E’ previsto un “bollo” una tantum dell’1,5% sui capitali rientrati tramite l’ultimo scudo fiscale. Le somme, ha detto il premier Mario Monti, serviranno a coprire l’inflazione per le pensioni fino a 960 euro.
Casa
L’imposta municipale unica sostituisce la vecchia Ici e si pagherà  anche sulla prima casa con un’aliquota dello 0,4% rispetto allo 0,76% dell’aliquota ordinaria. E’ prevista anche la rivalutazione del 5% degli estimi.
Nuove pensioni
Estensione del metodo contributivo per tutti. Sarà  flessibile la scelta delle pensioni nel settore privato da un’età  minima di 62 anni a 70 calibrata su incentivi per chi resta e disincentivi per chi va via prima.
Per le donne la fascia andrà  da 62 a 70 anni, per gli uomini da 66 a 70. Le fasce entrano in vigore nel 2012 ed è prevista la convergenza tra l’età  di uomini e donne nel 2018, a 66 anni.
Saranno abolite le finestre di uscita. Inoltre è previsto l’aumento delle aliquote dei lavoratori autonomi ed un contributo di solidarietà  per regimi speciali.
Iva
E’ previsto un aumento dell’imposta sul valore aggiunto: sarà  del 2% (dal 21 al 23%) dal primo settembre 2012.
Sarà  a copertura della clausola di salvaguardia e da attuare “solo nel caso in cui sia necessario”.
L’aumento è a copertura della delega fiscale del precedente governo che ha previsto risparmi di 4 miliardi nel 2012 tagliando sgravi e agevolazioni.
Le somme recuperate, ha detto il sottosegretario Giarda, andranno “a favore delle famiglie, delle famiglie giovani e delle donne”.
Enti previdenziali
La manovra prevede la soppressione degli enti previdenziali Inpdad ed Enpals, le cui funzioni saranno passate all’Inps.
Limiti al contante
La soglia della tracciabilità  viene abbassata a mille euro. Al di sopra di questo tetto non saranno possibili operazioni in contanti. La soglia è abbassata a 500 euro per i pagamenti effettuati da pubbliche amministrazioni per stipendi e prestazioni d’opera.
Autorities ridotte o sopresse
Il governo prevede la riduzione dei componenti delle varie Authority operanti in Italia, dalla Consob al Garante per la concorrenza ecc. ecc. E’ prevista inoltre la soppressione dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, dell’agenzia per il terzo settore, dell’agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione, dell’ente nazionale per il microcredito e dell’autorità  garante per l’infanzia e l’adolescenza.
Fondo garanzia per imprese
La manovra prevede un potenziamento del fondo di Garanzia con almeno 20 miliardi di credito a disposizione delle piccole e medie imprese, ma anche la ricostituzione dell’Istituto per il commercio estero e la creazione di un’autorità  nei trasporti per accompagnare il processo di liberalizzazioni.
Irap
Le imprese potranno dedurre dall’Ires e dall’Irpef la quota di Irap “relativa alla quota imponibile delle spese per il personale dipendente e assimilato”.
L’Irap alle imprese “verrà  sgravata” anche “per chi prevede” l’assunzione di “donne e giovani”. La misura in questione “va a ridurre il gettito dell’Irap per le Regioni e sarà  perciò compensato con un aumento dei trasferimenti statali”.
Addio lire
La bozza prevede anche la prescrizione anticipata delle lire in circolazione. Le banconote, i biglietti e le monete in lire ancora in circolazione si prescrivono a favore dell’Erario con decorrenza immediata per essere riassegnate al Fondo ammortamento dei titoli di Stato.
Tagli a enti locali
Per le Regioni si prevedono ulteriori tagli per 3,1 miliardi a decorrere dal 2012. Le Regioni a statuto ordinario concorrono per per 2,1 miliardi, mentre le Regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano per 1,035 miliardi. Per i Comuni oltre i 5mila abitanti previsti tagli per 1,450 miliardi nel 2012; della stessa entità , ma dal 2013, i tagli ai Comuni con popolazione superiore ai 1.000 abitanti. Per le Province, la riduzione dei trasferimenti sarà  di 415 milioni a partire dal 2012.
Farmaci liberalizzati
Via libera alla liberalizzazione dei farmaci di fascia c, quelli a pagamento, che potranno essere venduti anche nelle parafarmacie, ma “nell’ambito di un apposito reparto delimitato, rispetto al resto dell’area commerciale, da strutture in grado di garantire l’inaccessibilità  ai farmaci da parte del pubblico e del personale non addetto, negli orari sia di apertura al pubblico che di chiusura”.
Tassa su elicotteri e aerei privati
La bozza prevede un’imposta erariale annuale sugli aeromobili privati immatricolati nel registro aeronautico nazionale. La tassa è calcolata in base al peso ed è raddoppiata per gli elicotteri privati.
Tassa su auto di lusso
La tassa sul lusso è prevista anche per le auto più potenti: “A decorrere dai pagamenti dovuti dal 1° gennaio 2012 – si legge nella bozza – per le autovetture è dovuta un’addizionale erariale della tassa automobilistica, pari a 20 euro per ogni chilowatt di potenza del veicolo superiore a 170 chilowatt (231 hp), da versare alle entrate del bilancio dello Stato”.
Aumento su accise
La bozza di manovra prevede un aumento delle accise sui carburanti a partire dal primo gennaio 2012. La misura dovrebbe assicurare nuovi introiti per un miliardo di euro che potrebbe essere reinvestito nel trasporto locale.

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LE LIBERALIZZAZIONI SONO UN FLOP: I PREZZI AI MASSIMI DA META’ ANNI ‘90

Dicembre 4th, 2011 Riccardo Fucile

LA CGIA DI MESTRE RIVELA: RC AUTO AUMENTATE DEL 184%, COSTI BANCARI DEL 109%… SONO CALATE SOLO LE TARIFFE DEI MEDICINALI E QUELLE TELEFONICHE

Per la Cgia di Mestre le liberalizzazioni hanno portato pochi vantaggi nelle tasche dei consumatori italiani.
Nella stragrande maggioranza dei casi, rileva l’organizzazione artigianale mestrina, si è registrata una vera   e propria impennata dei prezzi o delle tariffe.
Tra l’anno di liberalizzazione ed il 2011, solo i medicinali e le tariffe dei servizi telefonici hanno subito una diminuzione del costo.
Per tutte le altre voci del paniere preso in esame, invece, è successo il contrario.
“I prezzi o le tariffe sono cresciute   con buona pace di chi sosteneva che un mercato più concorrenziale avrebbe favorito il consumatore finale – denuncia il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi, che con il suo Ufficio studi ha preso in esame l’andamento delle tariffe o dei prezzi di 11 beni e servizi che sono stati liberalizzati negli ultimi 20 anni -. Purtroppo, in molti settori si è passati da una situazione di monopolio pubblico a vere e proprie oligarchie controllate dai privati”.
Il flop più clamoroso è avvenuto per le assicurazioni sui mezzi di trasporto (Rc auto) che dal 1994 ad oggi sono aumentate del +184,1%, contro un incremento dell’inflazione del +43,3% (in pratica le assicurazioni sono cresciute 4,2 volte in più rispetto al costo della vita).
Male anche i servizi bancari/finanziari (costo dei conti correnti, dei bancomat, commissioni varie).
Sempre tra il 1994 ed il 2011 i costi sono aumentati mediamente del +109,2%, mentre l’incremento dell’inflazione è stato pari al +43,3% (in questo caso i costi finanziari sono aumentati 2,5 volte   in più dell’inflazione).
Anche i trasporti ferroviari hanno registrato un incremento dei prezzi molto consistente: tra il 2000 ed il 2011, sono aumentati del +53,2%, contro un aumento del costo della vita pari al +27,1%.
Se per i servizi postali l’aumento del costo delle tariffe è stato del +30,6%, pressochè pari all’incremento dell’inflazione avvenuto tra il 1999 ed il 2011 (+30,3%), per l’energia elettrica la variazione delle tariffe ha subito un aumento più contenuto (+1,8%) rispetto alla crescita dell’inflazione (che tra il 2007 ed i 2011 è stata del +8,4%).
Solo per i medicinali e i servizi telefonici le liberalizzazioni hanno portato dei vantaggi economici ai consumatori.
Nel primo caso, tra il 1995 ed oggi i prezzi sono diminuiti del 10,9%, a fronte di un aumento del costo della vita del +43,3%.
Nel secondo caso, tra il 1998 ed il 2011 le tariffe sono diminuite del 15,7%, mentre l’inflazione è aumentata del 32,5%.
“Alla luce del risultato emerso in questa analisi – conclude Giuseppe Bortolussi – invitiamo il nuovo Governo Monti a monitorare con   molta attenzione quei settori che saranno prossimamente interessati da processi di deregolamentazione”.

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MANOVRA: BRACCIO DI FERRO SU PATRIMONIALE E ICI

Dicembre 4th, 2011 Riccardo Fucile

IL PDL, DOPO AVER SFASCIATO INSIEME ALLA LEGA I CONTI DEL PAESE, ORA SI OPPONE ALLA REINTRODUZIONE DELL’ICI E ALLA TASSAZIONE DEI GRANDI PATRIMONI

La prima casa potrebbe essere salva. E la patrimoniale è in bilico.
Nella manovra in preparazione, che avrà  un’entità  intorno ai 25 miliardi di euro (5 di delega fiscale), è in corso un braccio di ferro pesante tra Monti e le forze politiche dell’ex maggioranza.
Se la Lega ha già  ribadito la sua più ferma contrarietà  alla modifica del regime pensionistico sul fronte dell’anzianità , nel colloquio con Angelino Alfano di questo pomeriggio il premier Monti si sarebbe sentito ribadire la netta chiusura del Pdl all’introduzione della patrimoniale sui capitali anche oltre il milione di euro.
Nelle parole di Alfano, che subito dopo ha pubblicamente invocato “equità  e attenzione alle famiglie”, non si può non leggere il tentativo estremo degli uomini di Silvio Berlusconi di tutelare non solo il proprio elettorato di riferimento ma, soprattutto, il Cavaliere stesso.
Certo, difficilmente il Pdl si prenderà  la responsabilità  di bocciare la manovra Monti, ma il segnale politico potrebbe arrivare anche da un’astensione, in modo da far passare la manovra solo con i voti dell’ex opposizione.
Le voci che circolano in queste ore parlano anche della possibilità  che Monti, vista la situazione, possa anche chiedere la prima fiducia del suo esecutivo sull’intero pacchetto, in modo da costringere il Pdl a uscire allo scoperto e fare una netta scelta di campo, ma sulla questione si sta trattando.
La manovra, così come l’ha presentata Monti ad Alfano, non piace proprio al partito azzurro.
L’incontro si è infatti protratto per oltre due ore.
Anche sull’aumento dell’Irpef Alfano si sarebbe mostrato perplesso ma pure su questo, come poi sottolineato dall’avvocato Paniz, “la cosa non ci piace ma possiamo digerirla comunque”.
La patrimoniale, però, è un’altra faccenda, colpirebbe il cuore dell’elettorato azzurro.
A poco sarebbero servite le motivazioni di Mario Monti, che avrebbe parlato di una serie di misure mirate, tali da costituire comunque nel complesso una tassa sul patrimonio, ma calibrate a seconda dell’effettiva sostanza posseduta, sia in termini mobiliari ma, soprattutto, immobiliari (la tassa di stazionamento delle imbarcazioni sarebbe solo un aspetto del problema e non la sua sostanza principale).
Nel mirino di questa manovra, infatti, pare esserci soprattutto un fattore: il mattone.
Monti vuole reintrodurre l’Ici, ma anche in questo caso non in modo indiscriminato, bensì attraverso un aumento delle rendite catastali e solo successivamente con l’introduzione graduale della tassa tolta da Berlusconi.
La prima casa, allo stato attuale della trattativa in corso, possa dirsi parzialmente in salvo.
La reintroduzione dell’Ici, infatti, dovrebbe riguardare soprattutto il possesso di altre case (la seconda, la terza e cosi’ via).
La prima casa dovrebbe evitare il prelievo perchè si pensa di garantire un franchigia sulla rendita catastale al di sotto della quale consentire una fascia di esenzione.
Ad esempio, per i possessori di prima casa, l’Ici non è dovuta fino a una rendita catastale di 50 mila euro.
Mentre invece, nelle seconde e terze case, l’aliquota della nuova Ici sarà  progressiva e salirà .
La rivalutazione delle rendite catastali che sta studiando il governo dovrebbe aggirarsi attorno al 15%.
C’è da dire, comunque, che il tetto dei 50 mila euro come base di esenzione è piuttosto basso mentre l’aumento delle rendite catastali è in grado di garantite un gettito immediato di svariati milioni di euro provenienti soprattutto dai centri storici della grandi città  dove le aliquote catastali non sono state riviste da almeno vent’anni.
La trattativa con Monti prosegue, ma all’orizzonte non si staglia il sereno, specie sul fronte della maggioranza che dovrà  accogliere le misure in Parlamento già  lunedì mattina.
C’è aria di burrasca soprattutto nella maggioranza e in zona Di Pietro, dove soprattutto le voci Irpef e pensioni hanno riportato l’ex pm di Mani Pulite sull’Aventino: “Se ancora una volta — ha detto Antonio Di Pietro — l’aumento delle tasse sarà  per tutti, allora la persona onesta finirà  per essere ‘cornuta e mazziata’ e in questo caso non c’era bisogno di un governo Monti, lo sapeva fare pure Berlusconi”.
Al momento non è ancora chiaro se Monti riuscirà  ad anticipare a stasera il consiglio dei ministri in modo di trovarsi con le misure già  approvate all’apertura dei mercati di lunedì mattina.
Ma questo è l’intento del premier tecnico.

(da “Il Fatto Quotidiano”)

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