Dicembre 13th, 2011 Riccardo Fucile
COME NEL 2006, AI TEMPI DELLE LENZUOLATE DI BERSANI, I TITOLARI DI FARMACIA CI RIPROVANO A MINACCIARE LA SERRATA PER TUTELARE UN MONOPOLIO ANACRONISTICO… I PROTETTORI SONO IN PARLAMENTO: LORO UOMO DI PUNTA E’ IL SEN. LETTIERI, PRESIDENTE DELL’ORDINE DEI FARMACISTI DI BARI
Lo avevano già fatto nel 2006 ai tempi delle lenzuolate di Pier Luigi Bersani: una serrata dei punti vendita per protestare contro il piano di parziale liberalizzazione del settore.
E anche questa volta la lobby dei titolari di farmacia ci riprova, per scongiurare le intenzioni del governo Monti in materia di farmaci di fascia C (con ricetta del medico e costo a carico dell’utente).
Il tentativo di distribuire con maggiore semplicità certi prodotti, con conseguente aumento di posti di lavoro e calo di prezzi, viene bocciato dalla lobby con la spiegazione che i cittadini non sarebbero adeguatamente tutelati, che nelle farmacie 18mila attuali dipendenti potrebbero perdere il lavoro e che molte farmacie tradizionali verrebbero messe in difficoltà fino alla chiusura nei piccoli comuni.
La serrata è stata minacciata per impedire che altri farmacisti, attivi nelle parafarmacie e nei corner degli ipermercati, possano vendere prodotti finora monopolio delle farmacie tradizionali.
Per queste ultime la lobby è formata dalla Fofi (Federazione degli ordini dei farmacisti italiani), che in teoria dovrebbe muoversi a nome di tutti gli iscritti all’albo (circa 80mila) e non solo dei circa 17 mila titolari di punti vendita, e dal sindacato Federfarma.
La prima è guidata dal brianzolo Andrea Mandelli, ex candidato parlamentare con Forza Italia, la seconda dalla milanese Annarosa Racca, ora scatenata contro la manovra del premier Mario Monti.
E’ Federfarma che a inizio dicembre ha fatto pubblicare a tutta pagina sui principali quotidiani inserzioni a pagamento per respingere le intenzioni del governo, ed è ancora Federfarma che adesso ha ipotizzato di organizzare la serrata.
Secondo le principali associazioni dei parafarmacisti, come Il Movimento nazionale liberi farmacisti (Mnlf) e l’Associazione nazionale parafarmacie italiane (Anpi), le accuse per impedire la vendita diffusa dei farmaci di facia C sono «menzogne», al punto di aver incaricato alcuni avvocati per valutare gli estremi di «procurato allarme, falso ideologico e diffamazione».
La lobby ordinistica e sindacale dei titolari di farmacia (spesso figli o parenti di altri titolari) conta da sempre rappresentanti in Parlamento.
Oggi la punta ha il nome del senatore pdl Luigi D’Ambrosio Lettieri, contemporaneamente presidente dell’Ordine dei farmacisti di Bari e vicepresidente della Fofi.
Negli ultimi anni, come segretario della commissione Igiene e sanità al Senato, D’Ambrosio Lettieri ha gestito il percorso politico del progetto di legge Gasparri-Tomassini il cui (vano) obiettivo è stato quello di ridimensionare la portata della lenzuolata di Bersani, ovvero il poter vendere farmaci da banco (senza ricetta) anche fuori dalle farmacie tradizionali.
Durante l’ultimo governo Berlusconi, sono stati vari i tentativi parlamentari a favore del ritorno dello status quo inseguito dalla lobby: un bersaglio mancato solo per poco.
Con l’avvento di Monti, per Fofi e Federfarma è tornato l’incubo.
A fronte di un primo testo di decreto in cui il governo tecnico ha aperto il mercato dei farmaci di fascia C, la lobby ha fatto sentire il proprio peso. Subito, diversi sono stati (una trentina) gli emendamenti di parlamentari di vari partiti.
In cinque casi si tratta di interventi soppressivi (addio libera vendita di farmaci), in 24 casi di interventi correttivi.
Per esempio cercando di modificare i parametri demografici di riferimento per poter aprire una farmacia: un punto vendita non più ogni 5 mila abitanti ma ogni 3.500 (nei comuni fino a 12 mila residenti), in modo da sottrarre spazio alle parafarmacie; oppure chiedendo di predisporre degli elenchi di fascia C esclusi dalla liberalizzazione, anche qui riducendo il business dei nuovi entranti.
A favore dei camici bianchi tradizionali si è schierato il Pdl, sia pure con alcune eccezioni contrarie (come nel caso di Enrico Costa, favorevole a una liberalizzazione ancor più spinta).
Quindi è stata la volta di Lega e del Fli (con l’eccezione di Angela Napoli), compatti nel voler dare ascolto alla lobby dei farmacisti.
Sul fronte opposto, a sostegno della spinta del governo Monti, si sono esposti esponenti di Udc e Pd.
Ma la situazione appare comunque incerta, ed ecco la serrata.
Le ricostruzioni contenute in questo articolo sono tratte dal libro I veri intoccabili, di Franco Stefanoni (edizioni Chiarelettere)
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Dicembre 13th, 2011 Riccardo Fucile
MODIFICHE DA 2 MILIARDI PER MITIGARE LE MISURE SU PENSIONI E IMU…IMPOSTA SUI CAPITALI SCUDATI (PIU’ PRELIEVO AL 2%), CASE E ATTIVITA’ ALL’ESTERO…PENSIONI D’ORO, CONTRIBUTO SOLIDARIETA’ AL 15%
Aumento dall’1,5 al 2% del prelievo sui patrimoni «scudati», contributo di solidarietà del 15% sulle pensioni d’oro (superiori ai 200mila euro annuali), sconto sull’Ici per le famiglie, avvio immediato delle liberalizzazioni e un «giallo» a proposito del bollo sui conti correnti.
Sono molte le novità in arrivo con gli emendamenti del governo alla manovra. I nuovi «balzelli» (case e attività all’estero, capitali scudati) servono a raggiungere il saldo finale «invariato» compensando quello che si concede sul lato «sociale», in particolare alzando a 1400 euro (per un solo anno, però) la soglia delle pensioni che beneficeranno della rivalutazione e ampliando il «bonus» sull’Imu (ex Ici) per le famiglie con figli sotto i 26 anni.
Le modifiche dovrebbero valere, complessivamente, introiti per 2 miliardi di euro.
La manovra mercoledì mattina dovrebbe approdare alla Camera.
Il condizionale è d’obbligo perchè i lavori nelle commissioni procedono a rilento, tanto da rendere con tutta probabilità necessaria una maratona notturna.
Ma il presidente della Camera, Fini, ha escluso ritardi: «Non ho alcuna intenzione di differire. La manovra domani mattina sarà in Aula». Il Consiglio dei Ministri ha autorizzato il ministro competente a porre la fiducia sulla manovra economica, ove necessario.
LE PRINCIPALI NOVITà€ IN DISCUSSIONE
Imposta conti correnti: esenzioni e aumenti
L’affannosa ricerca delle novità in «tempo reale» ha prodotto un equivoco. Sembrava fosse in arrivo un «nuovo bollo da 34,20 euro sui conti correnti (in realtà tecnicamente applicato sull’estratto conto cartaceo obbligatorio) .
In realtà , quell’imposta, per le persone fisiche c’è già ed è in vigore da anni. «La novità – spiega in serata sottosegretario al Tesoro, Vieri Ceriani- è che viene eliminato questo bollo sui conti correnti e sui libretti fino a 5 mila euro». Il sottosegretario spiega il perchè di questa misura: «Se facciamo la lotta al contante e chiediamo alle banche di non far pagare ai piccoli correntisti certe spese, allora dobbiamo togliere anche questo bollo. È uno sgravio a favore delle persone che verrà compensato dall’aumento del bollo fino a 100 euro per i conti correnti delle imprese e delle persone giuridiche».
Capitali scudati: prelievo più alto e imposta
Aumento dall’1,5% (che dava un gettito di due miliardi) al 2% del prelievo sui capitali scudati. In più è prevista una imposta di bollo annuale (che resterà sempre, fino a eventuale abolizione) al 4 per mille per il 2011, che avrà un’eccezione (in peggio) nel 2012 e 2013 con una aliquota che salirà , per i prossimi due anni, al 10 per mille (tornando poi al 4 per mille nel 2014).
Si tratta, secondo il governo, di un «prelievo sull’anonimato» per i contribuenti che hanno aderito agli «scudi».
Le novità sui capitali scudati garantiranno un maggior gettito di 366 milioni nel 2012 e 2013 e di 559 milioni a regime dal 2014.
Prelievo su pensioni d’oro
Contributo di solidarietà sulle «pensioni d’oro» del 15%. Il contributo sarà applicato per l’importo eccedente i 200 mila euro.
Imu (Ici): sconto famiglie
Sconto sull’Imu per le famiglie con figli. Si parte dalla detrazione, che rimane, di 200 euro per tutti, che «è maggiorata di euro 50 per ciascun figlio di età non superiore a 26 anni, purchè dimorante abitualmente e residente anagraficamente nell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale. L’importo complessivo della maggiorazione, al netto della detrazione di base, non può superare un massimo di 400 euro».
In sostanza, lo sconto massimo che il Fisco concede sull’abitazione principale sarà pari a 600 euro: 200 euro della detrazione di base e 400 per il numero dei figli a carico.
Imposta su case all’estero
Tassa dello 0,76% per gli immobili detenuti all’estero «a qualsiasi uso destinati, delle persone fisiche residenti nel territorio dello Stato».
L’imposta «è dovuta proporzionalmente alla quota di possesso e ai mesi dell’anno nei quali si è protratto il possesso».
La tassa dello 0,76% sul valore degli immobili «è costituito dal costo risultante dall’atto di acquisto o dai contratti e, in mancanza, secondo il valore di mercato rilevabile nel luogo in cui è computato l’immobile».
L’imposta dovrebbe portare 98,4 milioni l’anno dal 2012.
Imposta su attività finanziarie all’estero
E’ istituita un’imposta sulle attività finanziarie detenute all’estero da persone fisiche residenti in Italia.
L’imposta è dello 0,1 per cento annuo del valore delle attività finanziarie per il biennio 2011-2012 e dello 0,15% a partire dal 2013.
Dall’imposta si deduce, fino a concorrenza del suo ammontare, un credito d’imposta pari all’ammontare dell’eventuale imposta patrimoniale versato nello Stato in cui sono detenuti i prodotti e gli strumenti finanziari.
L’imposta dovrebbe garantire un gettito di 8,9 milioni nel 2012 e 2013 e 13,4 milioni dal 2014.
Pensioni: rivalutate fino a 1400 euro
La rivalutazione automatica delle pensioni è riconosciuta «per l’anno 2012 esclusivamente ai trattamenti pensionistici di importo complessivo fino a 3 volte il trattamento minimo» (ovvero finao a circa 1400 euro).
Per il 2013 invece la soglia sarà a più bassa; rivalutazione solo per le pensioni oltre 2 volte il minimo (quindi fino a circa 900 euro).
Età di pensionamento: eccezioni
«In via eccezionale» sarà possibile per «i lavoratori che abbiano maturato un’anzianità contributiva di almeno 35 anni entro il 31 dicembre 2012 i quali avrebbero maturato, prima dell’entrata in vigore del decreto, i requisiti per il trattamento pensionistico entro il 31 dicembre 2012» andare in «pensione anticipata al compimento di un’età anagrafica non inferiore a 64 anni». Sempre nelle modifiche è previsto che chi andrà in pensione prima dei 62 anni avrà una riduzione delle quote di trattamento pari a 1 % e non più 2% come previsto in precedenza.
Tetto stipendi manager
Arriva il tetto massimo per gli stipendi dei dipendenti pubblici e quindi dei manager. Il valore è pari al trattamento economico del primo presidente della Corte di Cassazione, circa 300mila euro lordi all’anno.
Contributi: aumento autonomi fino a 24%
Aumentano i contributi pensionistici per gli autonomi fino ad arrivare nel 2018 al 24%. L’aumento è dell’1,3% dal 2012 e dopo di 0,45 punti ogni anno fino appunto a raggiungere il 24% a regime. Il testo iniziale prevedeva un’aliquota del 22% a regime.
Liberalizzazioni subito: protesta delle farmacie
Le liberalizzazioni delle attività economiche scatteranno dal primo gennaio del 2012, come inizialmente previsto dalla manovra.
Le commissioni Bilancio e Finanze della Camera hanno infatti corretto l’emendamento dei relatori che prorogava il termine dell’avvio delle liberalizzazioni al 31 dicembre 2012.
Si ritorna quindi al testo originario che prevede l’avvio del pacchetto subito per tutte le attività economiche.
Dalle liberalizzazioni resta confermata l’esclusione per i taxi.
Nessun dietrofront, invece, per le farmacie che hanno mal digerito la decisione del governo di liberalizzare la vendita dei farmaci di fascia C distribuiti con ricetta medica anche nelle parafarmacie e nei supermercati. Forse già lunedì potrebbe scattare la serrata dei punti vendita tradizionali. Mentre dai parafarmicisti stanno arrivando in queste ore migliaia di fax a Palazzo Chigi con la richiesta a Monti di «non cedere alla pressione delle lobby».
Dilazioni per i pagamenti a Equitalia
Tra le altre novità in campo delle liberalizzazioni dovrebbe esserci lo slittamento dal 2012 al 2013 di tutte le norme relative, con l’eccezione appunto di quella delle farmacie.
Vale a dire l’imposizione di distanze minime per l’apertura di esercizi e il divieto di aprirli in più sedi; la limitazione dell’esercizio di una attività economica ad alcune categorie o il divieto, nei confronti di alcune categorie, di commercializzazione di alcuni prodotti.
Un aiuto arriva però per le aziende in crisi: via libera ad un emendamento che allunga di 72 mesi la possibilità di pagare le rate a Equitalia.
Province, scadenza naturale
Cambia, infine, la norma sulle province: Con un sub-emendamento approvato dalle Commissione Bilancio della Camera si stabilisce che, in vista della riforma delle Province, gli organi in carica decadranno a scadenza naturale e non più entro il 31 marzo 2013 come prevedeva una proposta dell’esecutivo. Non ci sarà quindi nessun anticipo della scadenza.
(da “Corriere della Sera“)
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Dicembre 13th, 2011 Riccardo Fucile
SALE DAL 15 al 25% IL CONTRIBUTO DI SOLIDARIETA’ SULLE PENSIONI D’ORO…PATRIMONI SCUDATI DALL’1,5% al 2%…PENSIONI INDICIZZATE FINO A 1400 EURO….SCONTO ICI DI 50 EURO PER FIGLIO A CARICO
Aumento dall’1,5 al 2% del prelievo sui patrimoni «scudati», solo per il 2012 pensioni indicizzate fino 1.400 euro, contributo di solidarietà del 25% sulle pensioni d’oro, sconto sull’Ici per le famiglie, stangata sui conti correnti.
Sono queste le principali novità in arrivo con gli emendamenti del governo alla manovra che mercoledì mattina dovrebbe approdare alla Camera.
Il condizionale è d’obbligo perchè i lavori nelle commissioni procedono a rilento, tanto da rendere con tutta probabilità necessaria una maratona notturna.
34 EURO, IMPOSTA SUI CONTI CORRENTI
Dal primo gennaio 2012 gli estratti conto annuali dei conti correnti bancari, di quelli postali e dei libretti di risparmio saranno gravati da un’imposta di 34,20 euro, se il cliente è persona fisica. Negli altri casi l’imposta è di 100 euro. Questa una delle novità previste dall’emendamento del governo alla manovra.
CAPITALI SCUDATI
Si profila un aumento dall’1,5% (che dava un gettito di due miliardi) al 2% del prelievo sui capitali scudati a copertura parziale degli emendamenti di modifica dell’Imu e delle pensioni che Governo e gruppi parlamentari stanno concordando.
PRELIEVO SULLE PENSIONI D’ORO
Passa dal 10 al 25% il contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro. Il contributo sarà applicato per l’importo eccedente i 200 mila euro. Il contributo di solidarietà erà già previsto dalla manovra estiva.
INDICIZZAZIONE
La rivalutazione automatica delle pensioni è riconosciuta «per l’anno 2012 esclusivamente ai trattamenti pensionistici di importo complessivo fino a 3 volte il trattamento minimo» prevede l’emendamento del governo nel quale si precisa che per il 2013 si torna al blocco della rivalutazione per le pensioni oltre 2 volte il minimo. Per la classe dei nati nel 1952, la più penalizzata dalla riforma, dovrebbero essere introdotti elementi di riequilibrio.
IMU/ICI, DETRAZIONE PER I FIGLI
Sconto sull’Imu per le famiglie con figli. Nell’emendamento del governo si legge che la detrazione «è maggiorata di euro 50 per ciascun figlio di età non superiore a 26 anni, purchè dimorante abitualmente e residente anagraficamente nell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale.
L’importo complessivo della maggiorazione, al netto della detrazione di base, non può superare un massimo di euro 400. In sostanza, lo sconto massimo che il Fisco concede sull’abitazione principale sarà pari a 600 euro: 200 euro della detrazione di base e 400 per il numero dei figli a carico.
LA SERRATA DELLE FARMACIE
L’ulteriore apertura del mercato dei taxi almeno per ora è stata congelata. Nessun dietrofront, invece, per le farmacie che hanno mal digerito la decisione del governo di liberalizzare la vendita dei farmaci di fascia C distribuiti con ricetta medica anche nelle parafarmacie e nei supermercati .
Forse già lunedì potrebbe scattare la serrata dei punti vendita tradizionali. Mentre dai parafarmicisti stanno arrivando in queste ore migliaia di fax a Palazzo Chigi con la richiesta a Monti di «non cedere alla pressione delle lobby».
PIU’ TEMPO PER LE RATE A EQUITALIA
Tra le altre novità in campo delle liberalizzazioni dovrebbe esserci lo slittamento dal 2012 al 2013 di tutte le norme relative, con l’eccezione appunto di quella delle farmacie. Vale a dire l’imposizione di distanze minime per l’apertura di esercizi e il divieto di aprirli in più sedi; la limitazione dell’esercizio di una attività economica ad alcune categorie o il divieto, nei confronti di alcune categorie, di commercializzazione di alcuni prodotti. Un aiuto arriva però per le aziende in crisi: via libera ad un emendamento che allunga di 72 mesi la possibilità di pagare le rate a Equitalia.
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Dicembre 13th, 2011 Riccardo Fucile
LA MANOVRA IN PARLAMENTO, SI RISCHIA UN ALTRO RINVIO… AL RALENTY GLI EMENDAMENTI, LAVORI A OLTRANZA IN NOTTURNA
Monta la polemica sulle liberalizzazioni e avanzano al rallenty gli emendamenti del governo alla manovra, tanto che la discussione alla Camera, prevista per mercoledì mattina alle 10, potrebbe subire un nuovo rinvio.
«È ovvio a tutti che non è possibile rispettare questo calendario – ha detto il presidente della commissione Finanze, Gianfranco Conte – e sono stati avviati contatti informali con il presidente della Camera Gianfranco Fini per prorogare l’avvio della discussione generale».
Da parte sua Fini ha escluso nuovi ritardi: «Non ho alcuna intenzione di differire ulteriormente – ha detto – La manovra doveva andare oggi, è stata differita ma domani mattina sarà in Aula».
E mentre la Commissione Bilancio si prepara a proseguire i lavori in notturna, è slittata di un paio d’ore l’audizione di Monti.
Tra le novità più attese, le modifiche sulla riforma pensionistica, quelle relative ai costi della politica e quelle sulle liberalizzazioni.
L’ulteriore apertura del mercato dei taxi almeno per ora è stata congelata. Nessun dietrofront, invece, per le farmacie che non hanno gradito la decisione del governo di liberalizzare la vendita dei farmaci di fascia C distribuiti con ricetta medica anche nelle parafarmacie e nei supermercati.
Forse già lunedì, ha annunciato FederFarma potrebbe scattare la serrata dei punti vendita tradizionali.
Mentre dai parafarmicisti stanno arrivando in queste ore migliaia di fax a Palazzo Chigi con la richiesta a Monti di «non cedere alla pressione delle lobby».
Tra le altre novità in campo delle liberalizzazioni dovrebbe esserci lo slittamento dal 2012 al 2013 di tutte le norme relative, con l’eccezione appunto di quella delle farmacie.
Vale a dire l’imposizione di distanze minime per l’apertura di esercizi e il divieto di aprirli in più sedi; la limitazione dell’esercizio di una attività economica ad alcune categorie o il divieto, nei confronti di alcune categorie, di commercializzazione di alcuni prodotti.
Un aiuto arriva però per le aziende in crisi: via libera ad un emendamento che allunga di 72 mesi la possibilità di pagare le rate a Equitalia.
Intanto alcune modifiche, molte di natura fiscale, passano il vaglio: portato a 1.000 euro il limite per il pagamento cash, risolvendo così il problema dei pensionati che viceversa sarebbero stati costretti a dotarsi di carta elettronica.
E sempre sui pagamenti emendamento porta ad un massimo dell’1,5% la commissione che le banche possono chiedere ai commercianti in caso di pagamento elettronico.
Si modifica la norma sul massimo scoperto e si affida direttamente al proprietario (e non ad Equitalia) la vendita degli immobili su cui grava un’ipoteca.
L’incasso va ad Equitalia che storna la parte maggiore rispetto al debito allo stesso proprietario. Aiuti arrivano anche per le aziende in crisi di liquidità che potranno contare su un’ulteriore proroga di 72 mesi per i pagamenti a Equitalia.
Infine non passa la dicitura «quoziente familiare» nella definizione della nuova Isee previsto nella manovra, ma l’indicatore terrà comunque conto dei figli, specie dal terzo in poi e delle persone disabili presenti in famiglia.
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Dicembre 13th, 2011 Riccardo Fucile
MANOVRA: DOPO LE POLEMICHE PER LA MINACCIA ALL’AUTONOMIA DEL PARLAMENTO, IL GOVERNO AFFIDA L’ADEGUAMENTO ALLE AULE DEL SENATO E DI MONTECITORIO
Il governo sta presentando in queste ore alle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera i suoi emendamenti alla manovra economica.
Tra i più attesi quelli su pensioni e tassazione degli immobili, che non sono però ancora stati depositati.
Ecco invece le modifiche già presentate.
Stipendi onorevoli.
Sarà il Parlamento a provvedere al taglio degli stipendi di deputati e senatori adeguandoli alla media europea.
E’ quanto prevede l’emendamento del governo alla manovra.
Il testo del decreto approvato dal Consiglio dei ministri stabiliva che dovesse essere il governo, con un decreto, ad adeguare gli stipendi dei parlamentari in base ai risultati della commissione Giovannini, al lavoro da settembre per individuare la media dei trattamenti economici dei parlamentari europei.
Poichè questa norma ha creato polemiche sul rischio sul rischio che potesse essere intaccata l’autonomia delle camere, l’emendamento del governo ora prevede che “il Parlamento e il governo, ciascuno nell’ambito delle proprie attribuzioni, assumono immediate iniziative idonee a conseguire gli obiettivi”.
La nuova norma non fissa però un termine preciso.
Abolizione province.
Altro emendamento presentato oggi dal governo pervede che gli organi in carica delle province decadranno il 31 marzo 2013 mentre slitta dal 30 aprile al 31 dicembre 2012 il termine entro il quale le funzioni delle province dovranno essere trasferite ai Comuni o alle Regioni.
Il testo stabilisce una disciplina transitoria per gli enti in scadenza anticipata, facendo doverosa salvezza delle prerogative delle province autonome.
La manovra rinviava a legge statale, senza riferimenti temporali, la determinazione del termine decorso il quale gli organi in carica delle Province decadono.
Niente liberalizzazione dei taxi.
“Il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea” viene escluso “dall’ambito di applicazione” dalle misure di liberalizzazione delle attività economiche previste dall’articolo 34 della manovra. Lo prevede un altro emendamento del governo.
Estesa mobilità sottoposta all’Autorità .
Anche la “mobilità urbana collegata a stazioni, aeroporti e porti” nonchè le infrastrutture e reti “stradali e autostradali” vengono sottoposti alla vigilanza dell’Autorità .
E’ quanto prevede un emendamento del governo che cambia la norma della manovra che limitava i compiti dell’Autorità a “garantire condizioni di accesso eque e non discriminatorie alle infrastrutture e alle reti ferroviarie, aeroportuali e portuali”.
Non erano comprese nè le autostrade nè i servizi da a per stazioni e aeroporti.
Salvi i compensi dei consigieri di circoscrizione.
I Consiglieri delle Circoscrizioni o quelli delle Comunità montane oggi in carica manterranno il loro gettone sino a fine mandato.
Il decreto stabilisce la gratuità delle cariche negli enti territoriali non previsti dalla Costituzione.
Tale norma, quindi, entra in vigore solo con il rinnovo delle cariche.
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Dicembre 13th, 2011 Riccardo Fucile
RESTA ALTO IL CONSENSO VERSO IL PREMIER (58%), APPENA SCALFITO DALL’ANNUNCIO DI SACRIFICI LA CUI RESPONSABILITA’ VIENE FATTA RICADERE SUL GOVERNO BERLUSCONI…ALTA LA FIDUCIA NELLA FORNERO
Un mese di Monti.
Gli italiani sono preoccupati, ma sembrano avere comunque fiducia nell’azione del premier.
La manovra pesa, e non potrebbe essere diversamente.
L’annuncio dei sacrifici richiesti, però, intacca non di molto il consenso che il presidente Monti raccoglieva nei giorni precedenti la manovra, portandolo al 58%, decisamente altissimo in un frangente simile e superiore a quello di cui il “professor Monti” poteva godere un mese fa, all’affidamento dell’incarico da parte di Napolitano.
Ma andiamo con ordine.
Il livello di fiducia del premier si attesta, ad oggi, al 58% del campione sondato da Ipr Marketing .
Un livello altissimo, dicevamo. E di poco inferiore al massimo toccato da Berlusconi nel momento del suo maggior consenso: quel 62% che lo stesso Monti ha già raggiunto – secondo le rilevazioni di Ipr – il primo dicembre scorso nei giorni precedenti la manovra.
Ed è proprio la contenuta variazione dell’atteggiamento degli italiani che colpisce di più.
Il consenso nell’arco del primo, durissimo mese a Palazzo Chigi è in crescita.
Era al 50% il 13 novembre scorso, quando il professore varcò il portone del Quirinale per ricevere l’incarico.
Da allora una ascesa veloce: 55% tre giorni dopo, alla formazione del governo, altri cinque punti più su dopo una settimana, fino al 62% dell’inizio di questo mese alla vigilia della manovra.
Quindi l’annuncio del pacchetto di misure “salva Italia”.
Le prime polemiche, la presa d’atto dei sacrifici, le critiche sulle riforme proposte.
Ma – si può dedurre dal sondaggio – anche la presa d’atto del passaggio stretto in cui l’Italia e il suo governo si sono trovati.
La maggioranza degli intervistati, infatti, addebita la responsabilità delle misure all’azione del governo precedente: il 37% del campione pensa che “responsabile delle nuove tasse” è Berlusconi.
Seguito da un 30% che addebita la durezza della manovra alla situazione internazionale.
Solo il 26% indica direttamente Monti.
Di minore rilevanza, in questo caso, l’opinione sulla compagine governativa, con la maggioranza dei ministri non ancora ben conosciuti.
Anche se va notato il 58% di fiducia (lo stesso livello del premier) che va a Elsa Fornero, ministro del Lavoro alle prese con la riforma delle pensioni, senza dubbio uno dei provvedimenti che più colpiscono la sensibilità dei cittadini.
L’apertura di fiducia, un mese dopo, resta.
Rilevata proprio nel giorno dello sciopero generale. Da domani inizia il difficile passaggio della manovra nelle aule parlamentari.
Angelo Melone
(da “La Repubblica”)
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