Giugno 10th, 2015 Riccardo Fucile
LO STIPENDIO DI MARIA GRAZIA PATURZO LO AVREBBE STABILITO LEI STESSA
Un contratto di collaborazione tagliato su misura.
Talmente anomalo, che la stessa persona che ne beneficiava, avrebbe quantificato il compenso.
È di questo che si è convinto il pm di Milano Eugenio Fusco, nell’inchiesta che vede il governatore Roberto Maroni indagato per “induzione indebita” e “turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente”.
Gli assi in mano alla procura e agli investigatori del Noe, in parte vengono calati il 16 luglio dello scorso anno, quando a verbale viene ascoltata Maria Grazia Paturzo. Una delle due “beneficiate”, stando all’accusa, dell’assunzione privilegiata.
“Come nasce per lei l’opportunità di lavoro con Expo 2015?”, chiede alla teste il pm: “A fine estate in un incontro con il presidente Maroni mi era stato detto da lui di un’esigenza – sua – di avere una figura di raccordo con la Regione”.
I magistrati sono perplessi, e mostrano alla Paturzo la mail del 26 settembre 2013, inviata ad Andrea Gibelli (un altro esponente leghista indagato nell’inchiesta, all’epoca segretario generale della Regione).
E le chiedono: “Chi le ha detto di inserire la cifra di 65 mila euro nella mail inviata a Gibelli?”. La teste “non ricorda”.
Da quanto risulta dalle indagini, la retribuzione è stata stabilita “dalla stessa Paturzo”, che l’ha indicata a un altro funzionario Expo.
E a quel punto l’accusa affonda il colpo. “Con chi ha stabilito la cifra di 65 mila euro indicata nella mail a Gibelli e perchè la concorda con lui che è segretario in Regione, circa due mesi prima del colloquio in Expo?”.
A questo punto, Paturzo spiega come “già a luglio 2013, con Maroni si è parlato di un mio ruolo in Expo e in quelle occasioni, il presidente mi indicò una cifra approssimativa intorno ai 60/65 mila euro. Non so dirle per quale ragione il presidente mi disse questa cifra penso che la ritenesse adeguata al ruolo che andavo a ricoprire”.
Un’assunzione, quella della Paturzo – definita dai pm “legata affettivamente” al governatore lombardo -, che ha mandato su tutte le furie la responsabile della comunicazione del governatore.
La considerava “un errore”, Isabella Votino, ascoltata il 14 luglio scorso dai pm. “Perchè lui (Maroni, ndr), sapeva che la Paturzo era stata una mia collaboratrice e io mi ero trovata male con lei”.
Insiste nel suo ragionamento la Votino. “Una scorrettezza nei miei confronti e le spiego perchè. Glibdissi più o meno così: “Io ti ho avvisato e ti ho detto quello che penso, non capisco le ragioni per cui ti vuoi servire di lei”. Io potevo solo supporre, all’epoca, che ci fosse tra loro una relazione che peraltro Maroni mi ha sempre negato fino all’ultimo”.
Emilio Randacio
(da “La Repubblica”)
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Giugno 10th, 2015 Riccardo Fucile
INTERCETTAZIONI E SMS: CHE RUOLO DOVEVA AVERE LA PROTETTA?
Ieri pomeriggio Roberto Maroni è andato in Consiglio Regionale per commemorare i cent’anni del genocidio armeno.
Come successe all’ex presidente Roberto Formigoni, che aveva “dimenticato” le ricevute dei suoi viaggi a scrocco sugli yacht dei molto favoriti (da lui) faccendieri della sanità lombarda (Daccò e Simone), così oggi Roberto Maroni sembra dimenticare che i “maneggi” e le raccomandazioni, specie se fatti a telefono, lasciano tracce.
E le intercettazioni depositate nel fascicolo del procuratore aggiunto Eugenio Fusco, rivelano se non un metodo, forse una sindrome P, come Pirellone, come potere.
Maria Grazia Paturzo e Mara Carluccio hanno collaborato in passato con Roberto Maroni.
E lui vuole riaverle accanto, ma per fare che cosa esattamente?
“Io – dice Mara al commercialista – non posso fare il contratto con la Regione, l’approvo con una società che si chiama Eupolis, che è una società di ricerca Formazione, che è della Regione Lombardia”.
E l’altra giovane, Maria Grazia, spiega alla sorella Veronica: “Sto producendo sta relazione da inviare alla società (ridendo) Non ho fatto un cazzo, io non so che ci devo mettere dentro, incredibile (…) e la devono firmare e basta”.
Maria Grazia ha un contratto di consulenza per 5mila 417 euro mensili, e adesso, a scandalo scoppiato, è assistente di un assessore.
Mara incassava 29.500 euro l’anno, come suggerito dal commercialista.
Qualunque sia il contratto e il datore di lavoro, loro si occuperanno, parole di Maria Grazia, degli “eventi internazionali legati al presidente come ‘figure di supporto legate al presidente'”.
(da “La Repubblica“)
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Giugno 10th, 2015 Riccardo Fucile
GLI APPUNTAMENTI
Ci sono segnati il giorno del compleanno di Gianni Alemanno e la data della morte di Lucio Dalla. 
La febbre della figlia, il derby Roma-Lazio, quello della finale di Champions Bayern-Chelsea e gli appuntamenti al concessionario per la Porsche.
Salvatore Buzzi si appunta quando deve andare dal dentista, registra il giorno della morte di Giorgio Chinaglia e quello in cui «inizia il caldo» o il Ramadan.
Ma ci sono soprattutto note di soldi da dare, conti delle cooperative e appuntamenti con politici per pranzi, cene, riunioni.
Dettagli che i carabinieri del Ros stanno verificando ma che potrebbero trasformarsi in un uragano per i palazzi del potere.
Perchè, a giudicare dalla sua agendina, trovata durante una verifica fiscale nel novembre del 2012 (e non bastasse quello che raccontano le carte depositate dalla procura), Buzzi aveva davvero gli “agganci giusti”.
Aveva decine di appuntamenti al giorno, in un vortice di relazioni sociali e, probabilmente, professionali.
Si scopre così che il braccio destro di Carminati incontrava politici di qualsiasi partito. Il 19 gennaio, si legge sulla sua agendina, alle 10 del mattino incontra Massimo D’Alema e Enrico Gasbarra, eurodeputato ed ex presidente della Provincia di Roma, a piazza di Pietra, a due passi da Montecitorio.
Che il 2 marzo, invece, alle 15 vede l’attuale governatore Nicola Zingaretti, mentre una settimana dopo, viene annotato in agenda il nome Veltroni.
Il 13 giugno incontra il dirigente di polizia Maurizio Improta, all’epoca capo dell’ufficio immigrazione, proprio in via Patini insieme a Luca Odevaine
Ancora, accanto alle note personali quali ricoveri dei suoi familiari o le loro date delle vacanze, compaiono una serie di appuntamenti infiniti.
Il notaio e l’avvocato ma anche le udienze del Tar sui suoi ricorsi e i calcoli per stabilire il guadagno delle sue cooperative o dei suoi affari.
Ci sono le visite alla Fondazione Nuova Italia di Gianni Alemanno e le riunioni del consiglio comunale.
Le dimissioni di Renata Polverini e le cene con «Marroni » (Buzzi aveva rapporti, come mostrano le informative dei carabinieri, sia con il padre sia con il figlio, rispettivamente Angiolo e Umberto, deputato Pd).
Ancora, il 30 ottobre 2012, il ras delle cooperative incontra di nuovo l’ex presidente del Consiglio D’Alema, sempre stando agli appunti trovati sulla sia agenda
Le persone indagate e più spesso richiamate come suoi interlocutori dall’ordinanza, ci sono tutte, al gran completo.
Gli incontri con l’allora assessore capitolino all’Ambiente, Marco Visconti, con l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno e con l’ex amministratore di Ama, Franco Panzironi, tutti e tre indagati, sono quasi settimanali.
Così come quelli con Massimo Carminati («Massimo», si legge nelle note) che, secondo il procuratore aggiunto Michele Prestipino e i pubblici ministeri Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Luca Tescaroli, era il suo socio in affari, con Luca Gramazio e con il capo di gabinetto del primo cittadino, Antonio Lucarelli
E su tutto questo, ora, sono in corso gli accertamenti dei carabinieri del Ros. Anche se lui, Buzzi, l’11 marzo dal carcere di Nuoro ha scritto una lettera ai pubblici ministeri che hanno chiesto e ottenuto il suo arresto, in particolare a Paolo Ielo.
«Non riesco a capacitarmi – scrive – della violenza giudiziaria e di quella mediatica che ha fatto strame di quelle minime garanzie previste per l’indagato: sono già stato condannato a mezzo stampa e oggetto di un linciaggio mediatico senza precedenti ». Ancora, l’uomo che si assicurava ogni appalto, ha continuato: «Io credo fermamente che nè lei nè i suoi colleghi abbiate letto con cura le migliaia di pagine di intercettazioni e relazioni prodotte dai Ros, quindi siete stati fuorviati dalle tante inesattezze scritte e mi creda ce ne sono tante».
Infine un giudizio sull’inchiesta che lo tiene in carcere dal 2 dicembre scorso con l’accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso: «è colma di lacune, di imprecisioni, priva dei più elementari riscontri. Penso che molte carte non siano state lette o, peggio, lette e non capite».
(da “la Repubblica”)
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Giugno 10th, 2015 Riccardo Fucile
INCONTRO CON BERLUSCONI… CON LUI SE NE ANDREBBERO IN 13… BILANCIO DEL PARTITO IN ROSSO
Denis Verdini ha passato la serata di martedì 9 a Palazzo Grazioli per incontrare Silvio Berlusconi.
La gatta da pelare è quella delle riforme, tema che divide l’ex premier dal suo vecchio braccio destro.
Perchè se Verdini è intenzionato a sostenere la linea di Matteo Renzi al riguardo, Berlusconi non la pensa allo stesso modo. E durante il faccia a faccia dell’ora di cena, Verdini avrebbe spiegato la sua volontà di staccarsi da Forza Italia con la necessità di sostenere quanto contenuto nel patto del Nazareno in tema di riforme.
La separazione, almeno a sentire i più pessimisti dentro Forza Italia, è ormai questione di giorni. L’ex presidente del Consiglio, rientrato oggi a Roma, in precedenza aveva incontrato lo stato maggiore del partito.
Insomma: ne nascerebbe un gruppo autonomo che, con un governo in piena tempesta (tra l’inchiesta Mafia capitale che travolge il Pd romano, ma anche Ncd con il sottosegretario alfaniano Castiglione), potrebbe diventare un’insperata ciambella di salvataggio.
La linea del senatore azzurro sembra essere condivisa anche da Gianni Letta e Fedele Confalonieri.
Ma, se Verdini non è disposto a rivedere la sua posizione, anche Berlusconi non è da meno. Anzi, a sentire i suoi fedelissimi, dovrebbe evitare di fare aperture: non c’è niente da discutere, la linea è già decisa.
E Verdini, in caso di punto di non ritorno ha preparato il piano B: cioè la creazione di gruppi autonomi.
A Palazzo Madama l’ex coordinatore azzurro può contare su 13 senatori.
Da Forza Italia dovrebbe andar via anche Riccardo Mazzoni mentre è in forse Riccardo Conti (sono entrambi toscani).
A questi si dovrebbero aggiungere poi diversi esponenti del gruppo Gal (che raccoglie vari parlamentari eletti in diversi partiti di centrodestra).
E, oltre alla grana Verdini, ora Berlusconi deve fare i conti anche con le finanze di Forza Italia. Mariarosaria Rossi, tesoriera da un anno, ha presentato il bilancio 2014.
C’è stata una discussione prettamente tecnica, in cui i temi politici sono stati marginali.
Stando alla sua relazione, comunque, le casse del partito non sono messe proprio bene e difficilmente potranno essere riempite.
La tesoriera ha illustrato nei dettagli i tagli che è stata costretta a fare. Poi c’è la questione della cassa integrazione dei dipendenti, che sarebbe l’unica soluzione per evitare il licenziamento.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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