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SONDAGGIO CLAMOROSO IN GERMANIA: VERDI PRIMO PARTITO AL 27%, CDU 26%, SPD 12%

Giugno 1st, 2019 Riccardo Fucile

ALTRO CHE SOVRANISTI, LA NOVITA’ SONO LORO: A UNA SETTIMANA DALLE EUROPEE GUADAGNANO 9 PUNTI, CDU CALA DI DUE… PERDONO CONSENSI ANCHE   SOCIALISTI   E SOVRANISTI

Non si parla d’altro a Berlino: per la prima volta nella loro storia i Verdi hanno superato la Cdu/Csu di Angela Merkel in un sondaggio su base nazionale.
Stando alla rilevazione realizzata dall’istituto Forsa per Rtl/ntv, il partito ambientalista guidato da Robert Habeck e Annalena Baerbock avrebbe guadagnato ben 9 punti percentuali rispetto alle elezioni europee del 26 maggio, conquistando il 27% dei consensi e con ciò effettuando un clamoroso sorpasso del partito della cancelliera, che perde due punti fermandosi al 26%
La Spd precipita ulteriormente rispetto al 15,8% delle Europee – il peggior risultato della sua storia ultracentenaria – finendo al 12% dei consensi, ossia ad un solo punto dall’ultradestra dell’Afd, che perde a sua volta quasi due punti all′11%.
Seguono i liberali dell’Fdp fermi all′8% e la Linke, che lascia sul terreno un punto al 7%
Alle elezioni europee, i Verdi per la prima volta si erano piazzati ad un voto nazionale secondo partito su base nazionale con il 20,5%, con questo confermando un ampio sorpasso ai danni dei socialdemocratici anticipato dai precedenti sondaggi.

(da agenzie)

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“PRIMA CI HANNO FATTO VOTARE, POI CI HANNO RIPRESO I SOLDI”: LA RABBIA DEI PENSIONATI CONTRO LEGA E M5S

Giugno 1st, 2019 Riccardo Fucile

“STIAMO PAGANDO LE MARCHETTE DI SALVINI E DI MAIO SU QUOTA Q100 E REDDITO DI CITTADINANZA”… “MENO SOCIAL E PIU’ STATO SOCIALE”… SI VA VERSO UNO SCIOPERO GENERALE

“Salvini e Di Maio hanno fatto reddito di cittadinanza e quota 100, noi li stiamo pagando”. Pino Capone ha 41 anni di contributi, un cappellino rosso e un eloquente cartello bianco: “Si scrive conguaglio, si legge ‘vi abbiamo rubato i soldi’”.
Il riferimento, suo e di una piazza San Giovanni gremita di pensionati e sindacalisti di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, è al taglio alla rivalutazione degli assegni sopra i 1500 euro, varato dal governo gialloverde a fine 2018.
Una bomba a orologeria piazzata sotto l’albero mentre i pensionati erano distratti dal cenone e dalle luci natalizie.
E che ora esplode in un conguaglio da 3,6 miliardi in 3 anni, che le pantere grigie si vedranno addebitare sul prossimo assegno, in aggiunta al taglio già  scattato lo corso aprile.
In sostanza, l’esecutivo si riprenderà  quei soldi che in realtà  erano già  finiti nelle tasche dei pensionati tra gennaio e marzo, grazie all’accordo sulla rivalutazione firmato dal governo Gentiloni.
Un prelievo a scoppio ritardato che i gialloverdi potevano far scattare anche prima, ma che arriva soltanto oggi, a pochi giorni dalle europee.
“Fare il conguaglio prima del 26 maggio sarebbe stato impopolare – spiega ad Huffpost Elena Di Gregorio, segretaria della Spi Cgil Veneto – Prima ci hanno fatto votare, poi ci hanno ripreso i soldi. E’ una beffa, ci prendono veramente per dei fessi”.
Vicino a lei c’è Giuseppe Vinciguerra, uno dei tanti pensionati tacciati di avarizia dal premier Conte durante una conferenza stampa dello scorso 29 dicembre. “Per forza dobbiamo essere avari, non riusciamo ad arrivare alla fine del mese”.
L’uscita infelice del presidente del Consiglio non è andata giù neanche a Carmelo Barbagallo: “Il taglio alla rivalutazione vale 3 miliardi e 600 milioni in 3 anni, 20 in 7 anni. Altro che avaro di Molière. Si fa bancomat sui pensionati per dare soldi ai poveri – continua il segretario Uil – Questo dalle mie parti si chiama gioco delle tre carte, non ripresa economica del paese”.
‘Avari’ o meno, in piazza di pensionati ce ne sono a migliaia, come in un secondo primo maggio. Oltre al taglio della rivalutazione, contestano il flop delle pensioni di cittadinanza e di quota 100, il taglio delle pensioni d’oro, “l’immobilismo” del governo su sanità  e legge sulla non autosufficienza. Agitano bandiere e scandiscono slogan. Vogliono “meno stati sui social e più Stato sociale”.
Sul palco si alternano i rispettivi leader sindacali, passati e presenti. C’è, come detto, Carmelo Barbagallo. C’è Susanna Camusso. Ci sono Annamaria Furlan e Maurizio Landini, Nicola Zingaretti. Al microfono, invece, parla Ivan Pedretti. Il segretario di Spi Cgil si rivolge direttamente al governo: “I soldi prelevati ai pensionati li riprendano dai ricchi, dagli evasori, da quei malfattori che rubano 200 miliardi all’anno non pagando le tasse”. La richiesta, chiara, è di un confronto serio con l’esecutivo. In mancanza di risposte concrete, la strada sarà  una sola: “lo sciopero generale”.

(da “Huffingtonpost“)

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PRIMA NOTTE IN FABBRICA PER I DIPENDENTI WHIRLPOOL DI NAPOLI

Giugno 1st, 2019 Riccardo Fucile

LA PROTESTA PER DIFENDERE IL POSTO DI LAVORO DOPO L’ANNUNCIO DELLA CESSIONE DEL SITO

Prima notte di presidio allo stabilimento di via Argine di Napoli per i lavoratori di Whirlpool. Circa cinquanta operai sono rimasti nelle varie aree della struttura in segno di protesta contro la cessione dello stabilimento comunicata dai vertici della multinazionale al sindacato
I lavoratori hanno presidiato la sala auditorium, la portineria, il parcheggio e il piazzale antistante l’ingresso.
Alcuni di essi si sono sistemati in una tenda da campeggio attrezzata a pochi metri dal varco principale di accesso della fabbrica.
“Molti nostri compagni – afferma Donato Aiello, della Rsu Fiom – sono ancora sotto choc per questa decisione comunicata dall’azienda. Abbiamo passato la notte a discutere e ad organizzare la nostra mobilitazione”.
Lunedì mattina, all’interno dello stabilimento di via Argine, è in programma l’assemblea promossa dalle tre organizzazioni di categoria Fim Fiom e Uilm, alla quale interverranno i vertici nazionali delle tre sigle.
Il sindaco della città  è andato a portare la sua solidarietà  ai lavoratori: “Sono stato al presidio delle lavoratrici e dei lavoratori Whirlpool a via Argine. Centinaia di lavoratrici e lavoratori che stanno rischiando il proprio lavoro per colpa di accordi disattesi. La città , il sindaco e tutta l’amministrazione comunale lotteranno al loro fianco affinchè non sia toccato neanche un posto di lavoro. È una battaglia per la città , per un sito industriale produttivo che crea sviluppo, per contrastare degrado e crimine. È una lotta per il lavoro dignitoso e onesto. L’assistenzialismo non lo vogliamo. Napoli non vuole discriminazioni, siamo competitivi. Non molleremo fino a quando non vinceremo”, ha scritto su Facebook Luigi de Magistris.
Il consigliere Nino Simeone propone di svolgere nella fabbrica un consiglio comunale: “Non possiamo accettare la chiusura del sito Whirlpool di Napoli: metteremo in campo tutte le azioni necessarie a sostegno dei lavoratori e delle lavoratrici e chiederò alla conferenza dei capigruppo, di svolgere un Consiglio Comunale monotematico all’interno della fabbrica”.

(da “Huffingtonpost”)

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IL PROCURATORE CAPO DI GENOVA RIDICOLIZZA SALVINI: “PRIMA DI COMMENTARE I PROCESSI BISOGNEREBBE CONOSCERLI: RIXI CONDANNATO PER LE SCORRETTEZZE CERTIFICATE CHE HA COMPIUTO”

Giugno 1st, 2019 Riccardo Fucile

“I GIUDICI APPLICANO LA LEGGE, NON I CONTRATTI TRA PARTITI. SE POI DOBBIAMO SMETTERE DI INDAGARE SUI REATI, IL GOVERNO FACCIA UNA LEGGE IN MERITO. NOI NEL FRATTEMPO CONTINUEREMO A PERSEGUIRE ANCHE GLI SPACCIATORI, COME ABBIAMO SEMPRE FATTO”

Ora siamo arrivati al punto che la magistratura deve anche giustificarsi se condanna un politico: “Rixi ha compiuto scorrettezze e perciò è stato condannato. Le dimissioni sono una scelta loro, non c’era nessuna norma che obbligasse a prendere quella strada. E i giudici e i pm applicano le leggi, non i contratti tra partiti: se poi dobbiamo smettere d’indagare sui reati contro la pubblica amministrazione, vicepremier e parlamentari facciano una legge. Ai cittadini non gioverebbe”.
Così afferma in una intervista alla Stampa, il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi.
Riguardo le critiche fatte dal ministro Salvini, Cozzi spiega: “Il tribunale ha accolto il nostro impianto, frutto d’indagini approfondite e neutrali. Non esulto e aggiungo che il collegio era composto da magistrati di lungo corso e autorevoli. Mi pare che Salvini e il resto della Lega si siano detti tranquilli sull’innocenza di Rixi: bene, allora possono attendere tranquillamente i prossimi gradi di giudizio. Credo – aggiunge – che prima di commentare i processi bisognerebbe conoscerli. Noi intanto continuiamo a indagare anche sugli spacciatori, come abbiamo sempre fatto”.

(da “il Secolo XIX”)

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MICCICHE’ ATTACCA: “QUELLI DELLA LEGA SONO BUZZURRI CHE CI ODIANO, AMMAZZEREI QUELLI CHE LI HANNO VOTATI”

Giugno 1st, 2019 Riccardo Fucile

IL COMMISSARIO SICLIANO DI FORZA ITALIA DENUNCIA IL COMPORTAMENTO DELLA LEGA A FAVIGNANA: “PRENDONO PER IL CULO I SICILIANI”

Lo scontro, adesso, è a tutto campo. E apre un fronte vasto fra l’ala di Forza Italia che fa capo al presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè e la Lega: “Sono dei buzzurri che ci odiano”, dice senza giri di parole il commissario forzista in Sicilia.
Lo spunto è ancora una volta la chiusura della tonnara di Favignana, dove la Lega è stato il partito più votato alle Europee con il 29,1 per cento: “Pensare che i siciliani non capiscano che ci prendono per il c… e gli danno i voti – dice Miccichè – mi fa davvero impazzire. A Favignana ora arriva il ringraziamento immediato: chiusura della Tonnara”.
La polemica era esplosa già  giovedì. Il sottosegretario leghista Franco Manzato ha firmato un nuovo decreto per le quote tonno, abbassando a 14 tonnellate quella di Favignana: ieri mattina, così, l’azienda che l’aveva appena riaperta, la “Nino Castiglione”, ha annunciato l’intenzione di chiudere immediatamente i battenti. Così la polemica è diventata politica, con proteste che si sono sollevate da Forza Italia soprattutto, ma a cascata da tutti i partiti.
Ora il nuovo affondo di Miccichè, secondo il quale i leghisti sono “gente cattiva, che ci odia. Ho sempre ritenuto i siciliani un popolo intelligente e invece non capiscono che questi ci prendono in giro per ammazzarci, perchè ci vogliono morti. Gli hanno dato il 30 per cento – prosegue il presidente del Parlamento regionale siciliano – ammazzerei uno ad uno quelli che li hanno votati. Sto cominciando a vergognarmi di essere siciliano”.

(da agenzie)

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TARANTO, LA DENUNCIA DEI VERDI: “IL GOVERNO NASCONDE LA NOTIZIA DI 600 BIMBI NATI MALFORMATI DAL 2003 AL 2015”

Giugno 1st, 2019 Riccardo Fucile

“L’INDAGINE EPIDEMIOLOGICA SENTIERI DELL’ISTITUTO SUPERIORE DELLA SANITA’ NASCOSTI NEL CASSETTO PERRCHE’ C’ERANO LE ELEZIONI”

“La notizia che non fa notizia: 600 bambini nati con malformazioni congenite tra il 2002 e il 2015 a Taranto”.
A segnalare il dato contenuto in uno studio dell’Istituto superiore di sanità  è il coordinatore nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, che accusa: “E’ la storia che si ripete e come accaduto nel 2012 non si rendono pubblici i dati dell’indagine epidemiologica Sentieri dell’Istituto superiore di Sanità  su Taranto che analizza fino all’anno 2018”.
La notizia era stata lanciata da Alessandro Marescotti sul sito peacelink.it, e rilanciata su facebook, nei giorni scorsi che scriveva: “Il M5s doveva aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno. Adesso che sono al governo hanno tenuto nel cassetto il nuovo studio epidemiologico Sentieri. Uno studio già  pronto di cui era stata annunciata la presentazione ufficiale per maggio”.
Anche Bonelli punta il dito sul governo gialloverde: “Il dato di 600 bambini nati malformati è presente nella valutazione del danno sanitario dello stabilimento siderurgico Arcelor Mittal, perchè non è stata resa pubblica questa notizia considerato che il rapporto era stato presentato nel 2018?
Perchè 600 bambini nati malformati non diventano una notizia? Perchè i ministri dell’Ambiente, della Salute, e dello Sviluppo economico Costa, Grillo e Di Maio non hanno reso pubblica questa notizia, perchè hanno rinviato la presentazione dell’indagine epidemiologica?”
In uno stralcio dell’indagine su Taranto la cui foto è stata pubblicata da Peacelink si legge: “In riferimento ai nati da madri residenti nel periodo 2002-2015, sono stati osservati 600 casi con malformazione congenita (MC) con una prevalenza superiore all’atteso calcolato su base regionale”.
Bonelli dal canto suo aggiunge: “Il governo nazionale ha deciso di non presentare nel mese di maggio scorso l’indagine epidemiologica rinviando la presentazione al mese di luglio ovvero dopo le elezioni   europee, l’attuale governo pentastellato sta facendo esattamente la stessa cosa che fece il governo con ministro dell’Ambiente Clini quando attese sei mesi prima di presentare l’indagine aspettando la forma dell’autorizzazione aberrante all’Ilva”.
E poi entrando nell’esame della situazione nella città  jonica il leader dei Verdi aggiunge: “Da uno stralcio dell’indagine epidemiologica si legge che a Taranto si continua a morire e i rischi di morte legati all’inquinamento sono aumentati nonostante le rassicurazioni del governo che tutto va bene e le accuse di allarmismo fatte contro gli ambientalisti”.
Bonelli conclude: “Se ci trovassimo in un atro paese europeo questo sarebbe uno scandalo che porterebbe alle dimissioni di membri del governo e non solo. Ripeto ancora la domanda: perchè 600 bambini nati malformati non fanno notizia e il governo si trincera dietro un’indecente silenzio?”.

(da agenzie)

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CENTOMILA PENSIONATI IN PIAZZA CONTRO IL GOVERNO

Giugno 1st, 2019 Riccardo Fucile

LA MANIFESTAZIONE IN PIAZZA SAN GIOVANNI INDETTA DAI SINDACATI: “CI HANNO FREGATO 3,5 MILIARDI DI RIVAUTAZIONE”

I pensionati scendono in piazza a Roma e chiedono al governo di essere ascoltati.
Al centro delle mobilitazione, promossa con lo slogan “Dateci retta”, le insufficienti misure messe in campo dal governo a sostegno di una platea di oltre 16 milioni di italiani e il nuovo meccanismo di rivalutazione voluto dall’esecutivo, che – accusano le organizzazioni – sottrarrà  ai pensionati 3,5 miliardi di euro nei prossimi tre anni.
“Siamo qui in questa bellissima piazza in tanti ma se non ci saranno risposte, domani saremo ancora di più. Continueremo a mobilitarci, in tutte le città , nei comuni e nei quartieri. Se sarà  necessario chiederemo a Cgil, Cisl e Uil di bloccare il Paese utilizzando quel vecchio arnese del ‘900 che si chiama sciopero generale”, ha detto il segretario generale dello Spi-Cgil, Ivan Pedretti, nel suo intervento.
“Dateci retta, cambiate politica perchè così ci portate a sbattere. A questo governo chiediamo dove sia andato a finire il contratto di milioni di pensionati con lo stato. In quel contratto non c’era scritto di tagliare la rivalutazione delle pensioni. Voi quel contratto lo avete stracciato”, ha aggiunto Pedretti. “Non siamo noi gli avari- ha sottolineato- ma siete voi che state dilapidando risorse che non sono vostre, senza nemmeno domandare.
Dello stesso avviso la segretaria della Cisl Anna Maria Furlan: “Spero che dopo tante iniziative e manifestazioni che abbiamo fatto, il governo cambi linea: altrimenti, insieme a Cgil e Uil, valuteremo quali azioni portare avanti”, ha detto.
“Meno chiacchiere e meno annunci, più fatti per tutelare davvero le persone”, ha chiesto la leader Cisl parlando anche della lettera “misteriosa” all’Ue.
“La certezza oggi è che il Paese è a crescita zero, il tema vero è come si fa a crescere, con quali gli investimenti” evitando il rischio recessione. Dunque “meno risse e più contenuti: pensino davvero agli italiani e non solo ai loro equilibri interni”.
“È chiaro che se il governo non ci ascolta e va avanti a fare una legge di bilancio che va in un’altra direzione insieme a Cisl e Uil valuteremo tutte le iniziative necessarie senza escludere nulla. Il Governo deve decidere a giugno e non dopo se vuole confronto con le parti sociali e in base a questo valuteremo”, ha detto invece il segretario generale della Cgil Maurizio Landini.
“Basta togliere ai poveri per dare ai poveri: questo è un comportamento da Robin Hood geneticamente modificato”.È il messaggio del segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha espresso la protesta dei pensionati contro il blocco delle rivalutazioni. “Sedici milioni di pensionati vorrebbero che il governo dia loro retta – ha sottolineato Barbagallo, che ha concluso il comizio a piazza san Giovanni – ma se non ci risponde li manderemo alle liste d’attesa dell’otorino”.
Soddisfatto, al termine della manifestazione, Gigi Bonfanti, segretario generale della Fnp Cisl: “Abbiamo riconquistato dopo tanti anni piazza san Giovanni e l’abbiamo riempita. Ne siamo orgogliosi”, ha detto. “Questo rappresenta qualcosa di reale non è un tweet”.

(da agenzie)

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LA RIDICOLA FARSA DELLA LETTERA FARLOCCA DI TRIA

Giugno 1st, 2019 Riccardo Fucile

NELLA PRIMA VERSIONE RASSICURAVA POCO LA UE, NELLA SECONDA ANCOR MENO… FACILE FARE LA BELLA VITA CON I SOLDI DEGLI ALTRI: LA UE PRETENDEVA NUMERI E IMPEGNI PRECISI, NON TEORIE CAMPATE IN ARIA

La risposta di Giovanni Tria all’Unione Europea sul debito diventa una farsa. Ieri le agenzie di stampa e i siti di informazione hanno diffuso il testo della lettera di risposta alla commissione Ue che il ministro dell’Economia Giovanni Tria avrebbe firmato.
Il passaggio principale riguardava una previsione: «Sarà  possibile ridurre le proiezioni di spesa per le nuove politiche in materia di welfare nel periodo 2020-2022» e si sottolineava un ridotto ricorso a reddito di cittadinanza e quota 100.
ì è scoppiato un artefatto finimondo. E’ infatti notorio dall’epoca in cui Conte andò a Bruxelles per trattare sul deficit/PIL che le risorse eventualmente non spese per reddito e quota 100 sarebbero dovute tornare alla riduzione dello stesso.
Invece il MoVimento 5 Stelle è partito all’attacco accusando il ministro di aver violato i patti che reggono in piedi il governo. E così in tarda serata, dopo febbrili consultazioni a Palazzo Chigi, è stato reso noto il testo della lettera che è stata inviata a Bruxelles. Nella nuova versione sono stati eliminati i riferimenti al reddito di cittadinanza e a quota 100 e alla revisione del welfare.
Qui è utile il racconto contenuto nel retroscena del Messaggero:
Spiegazione di un economista del Carroccio: «Non è una scelta, è scritto nella legge di stabilità  che eventuali risparmi derivanti da una minore diffusione del Reddito e di “quota 100” vadano a ridurre il debito». Di Maio e la Castelli non possono non saperlo. Però decidono di andare ugualmente all’attacco contro Tria e Salvini. Il capo grillino alle sei di sera sollecita un «vertice immediato», sostenendo di «non aver ancora avuto il piacere di leggere la lettera». Poi, il leader 5 Stelle lancia gli strali contro«l’austerità ». Garantisce: «Non ci sarà  «alcun taglio al Reddito e a “quota 100».
Soprattutto conia slogan adatti a una nuova campagna elettorale: «La missiva preparata da Tria e Salvini non la conosco, però sicuramente noi non tagliamo le spese sociali».
Concetto arricchito da una nota pentastellata che suona come una sorta di programma elettorale poveri contro ricchi, tutela dei deboli a dispetto dei più forti: «Siamo sicuri che la Lega non voglia tagliare il welfare per finanziare la flat tax. Veniamo da anni di politiche di austerità  che hanno scaricato sulle fasce più deboli i costi della crisi tramite la riduzione dello Stato sociale. Quell’epoca per noi è chiusa e archiviata».
Qui è scattato lo psicodramma che ha poi portato ad ammorbidire i toni della lettera, dicendo le stesse cose. Ed è inutile pensare anche solo lontanamente che questa polemica sia questione seria: appartiene invece al cambio di tattica del MoVimento 5 Stelle che prevede di lasciare l’iniziativa politica alla Lega e poi contestarla come se si stesse all’opposizione.
Per questo Tria deve ridicolizzare l’istituzione che attualmente rappresenta smentendo una cosa vera. E poi deve operare dei cambiamenti formali pur lasciano la sostanza della missiva inalterata, come spiega oggi Il Sole 24 Ore:
Non cambiano invece, ed è ovvio, le analisi e tabelle del Rapporto. Numeri che riguardano prima di tutto i saldi 2018, su cui tecnicamente si concentrano le obiezioni di Bruxelles. Roma spiega che a portare il debito al 132,2% del Pil, cioè sopra i livelli concordati con la Ue, è stata prima di tutto la gelata congiunturale.
Nell’ottica del Governo la frenata del Pil incide anche sui calcoli della crescita potenziale, parametro base delle regole europee; ma l’output gap definito dalla Commissione, insiste l’Esecutivo italiano, resta «incoerente con le principali evidenze macroeconomiche». Con una crescita potenziale più bassa, chiude il Mef, gli obiettivi strutturali sarebbero stati pienamente rispettati.
La farsa prende contorni sempre più ridicoli quando arriva Giuseppe Conte a fare la faccia cattiva:   “La bozza di lettera da inviare alla commissione europea è stata da poco ricevuta da Conte, e la versione che è stata anticipata dagli organi di informazione non è quella in visione al presidente”fa sapere Palazzo Chigi. Ma il peggio viene dopo: “Il premier ha sentito telefonicamente Tria e ha concordato con lui di sollecitare tutte le verifiche, anche giudiziali, affinchè chi si è reso responsabile di tali fughe di notizie false sia chiamato alle sue responsabilità ”. Anche perchè “la diffusione di testi così delicati può avere ricadute sui mercati”, dice il presidente del Consiglio in un comunicato. Attendiamo le denunZieQuerele con una certa ilarità .
Infine va segnalato, come ricorda Repubblica, che la lettera, impostata alla maniera gialloverde, è un’operazione che non sta in piedi.
Per evitare la procedura, infatti, la Commissione pretendeva cifre messe nero su bianco sui risparmi del 2019 per abbattere il deficit. Non bastavano rassicurazioni generiche come quelle della prima versione diffusa ai media per placare l’Europa, a maggior ragione non saranno sufficienti quelle del testo finale annacquato da Di Maio.
Sarebbe servito piuttosto l’impegno ad evitare una flat tax in deficit e quello ad alzare l’Iva con la legge di stabilità  2020, o in alternativa a indicare fin da ora altre misure per ridurre un debito pubblico altrimenti proiettato oltre il 135%.
L’unico spiraglio è a pagina 18 del documento tecnico d’accompagnamento, in cui il Tesoro riconosce che il reddito di cittadinanza costerà  meno del previsto e quindi «il deficit sarà  dallo 0,2% più basso». Ecco il riferimento ai 3,5 miliardi di euro richiesti, troppo debole e generico però per convincere Bruxelles.
Quindi senza impegni concreti l’Unione Europea boccerà  i contenuti della missiva. E
ripartiremo dall’inizio.

(da “NextQuotidiano”)

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LA PROCURA DI AGRIGENTO DISSEQUESTRA LA SEA WATCH 3, ANCORA UNA VOLTA VINCE LA LEGALITA’, SCONFITTO SALVINI

Giugno 1st, 2019 Riccardo Fucile

CESSATE ESIGENZE PROBATORIE, LA NAVE E’ LIBERA…. A SEGUIRE CI SARA’ LA DECISIONE SUL COMANDANTE EROE

Il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, e il pubblico ministero Cecilia Baravelli hanno firmato il decreto di dissequestro della nave Sea Watch, al centro di un braccio di ferro fra magistratura e governo dopo lo sbarco, lo scorso 18 maggio a Lampedusa, di 47 migranti salvati in acque libiche.
Conclusi accertamenti e perquisizioni sull’imbarcazione della Ong, ferma in porto a Licata, i pm hanno ritenuto cessate le esigenze probatorie.
Il provvedimento, subito esecutivo, è stato notificato anche agli avvocati Leonardo Marino e Alessandro Gamberini, difensori dell’unico indagato, il comandante della nave Arturo Centore al quale si contesta il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Il 15 maggio la nave Sea Watch 3 ha soccorso 65 migranti in difficoltà  al largo della Libia. Poche ore dopo, Matteo Salvini, vicepremier leghista e ministro dell’Interno, ha emanato una diffida alla nave ad avvicinarsi alle acque territoriali italiane.
Il 17 maggio le autorità  italiane hanno autorizzato lo sbarco di 18 persone. Il giorno successivo, nonostante la diffida di Salvini, la nave è entrata in acque italiane ed è stata posta sotto sequestro dalla Procura di Agrigento
Nella serata del 19 maggio la Sea Watch 3 è sbarcata nel porto di Lampedusa, scatenando l’ira del vicepremier leghista.
Da quel momento, è stato anche interrogato il   capitano della Sea Watch 3, Arturo Centore, finora unico iscritto nel registro degli indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina dopo il soccorso prestato ad un gommone carico di migranti trasportato a Lampedusa.
Se archiviare o meno sarà  deciso nelle prossime settimane

(da Agrigento News)

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