Giugno 16th, 2019 Riccardo Fucile
LA POLIZIA ORA PERMETTE ANCHE L’ISTIGAZIONE A DELINQUERE O PENSA DI DENUNCIARE QUESTO SOGGETTO?
La Sea Watch non demorde e rimane in pendola davanti a Lampedusa, mentre Salvini non può dire altro che il solito “porti chiusi”. Ma gli animi si stanno surriscaldando.
E allora, la cosa migliore da fare nell’attesa che si trovi una soluzione istituzionale – se la si vuole davvero trovare – è pungolare l’elettorato/fan-base, per vedere se succede qualcosa.
I fan del Capitano infatti in queste ore sono particolarmente attivi sui social network: non gli va giù che il loro eroe stia venendo preso per fesso in questo modo da questi quattro delinquenti della Sea Watch.
Si riempiono quindi la bocca delle parole di Salvini, ripetute a pappagallo (“sequestratori di persone”; “quei poveri migranti in ostaggio dei delinquenti” sbraitano) e su twitter nascono iniziative più o meno traballanti come quella di un utente che propone quanto segue:
“A TUTTI GLI UOMINI (E LE DONNE) DI BUONA VOLONTà€ Sono disposto a sborsare di tasca mia €2.000 per noleggiare, insieme ad altri, un’imbarcazione e andare a sabotare La Sea Watch. Chi mi segue? Se necessario fare anche il blocco navale”.
Ovviamente, grande oltraggio è stato lo sbarco dei dieci migranti, sette dei quali bisognosi di cure e altri tre per accompagnarli.
Ai sovranisti maniaci del complotto la cosa non è piaciuta e allora via di insinuazioni più o meno razziste. C’è qualcuno che addirittuta, rispolverando vecchi insulti di stampo leghista d’annata, li chiama ‘primati’.
(da Gobalist)
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Giugno 16th, 2019 Riccardo Fucile
AMPIA SOLIDARIETA’ ALLA GIORNALISTA DI SKY TG 24 “COLPEVOLE” SOLO DI AVER FATTO CADERE IL CASTELLO DI BALLE DI SALVINI
Si tratta di Monica Napoli: è lei la giornalista di Sky Tg 24 che nel pomeriggio di ieri ha replicato a Matteo Salvini che stava parlando della Sea Watch e della richiesta di approdo in Libia.
A lei, che aveva fatto notare al ministro dell’Interno che il Paese africano non può considerarsi un porto sicuro, Matteo Salvini aveva chiesto di non fare comizi: «Se vuole farli — aveva detto il leader della Lega — si candidi con la sinistra».
Nella giornata di oggi, Monica Napoli non ha voluto aggiungere altro a quanto accaduto: tuttavia, non ha fatto mancare il suo commento — diffuso anche attraverso i social network — alla vicenda.
«Fare domande è il nostro mestiere — ha detto -, replicare alle risposte errate è un dovere. Si chiama lavoro. Scene tratte da un sabato pomeriggio con Salvini».
Monica Napoli ha ottenuto la solidarietà di tanti colleghi, che hanno manifestato la loro vicinanza affermando che non si può negare ai giornalisti il diritto di fare delle domande.
Anche il Comitato di redazione della testata ha diffuso un comunicato di solidarietà ed è stata la stessa Monica Napoli a ringraziare per la vicinanza ricevuta dopo il contrasto con il ministro dell’Interno.
(da agenzie)
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Giugno 16th, 2019 Riccardo Fucile
“CRISTO NON SOPPORTA IPOCRISIE”
“Fede e religione non sono sinonimi, anche se tra loro connessi. La fede è un’esperienza esistenziale, una scelta radicale. La religione è la manifestazione esteriore. Agitare il Vangelo, ostentare il rosario, baciare il crocefisso non fa di te necessariamente un credente”.
Lo dice in un’intervista al Corriere della sera il cardinale Gianfranco Ravasi.
“Cristo condanna chi prende i primi posti in sinagoga, chi allunga i filattèri, le pergamene con i versetti della Torah. Cristo perdona tutte le colpe, ma non sopporta le ipocrisie. Non esiste l’autosalvezza. Non ci si salva con le manifestazioni esteriori, ma con la profonda adesione alle scelte morali ed esistenziali. Non è il gesto rituale che salva. Il sacramento è “opus operatum”, atto oggettivo segnato dalla presenza divina, ma anche “opus operantis”, atto soggettivo, scelta vitale e morale. Altrimenti è rito magico. Magia”, aggiunge.
(da agenzie)
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Giugno 16th, 2019 Riccardo Fucile
“SONO TERRORIZZATA DAGLI ITALIANI, PIU’ IL PAESE CORRE VERSO L’AUTODISTRUZIONE, PIU’ LORO ADORANO I PROPRI CARNEFICI”
Due anni fa, ci aveva detto: “Se vincono i 5 stelle, mi sparo”. Per fortuna, non è stata di parola: “Sono una vecchia strega casalinga. Ho scelto la sopravvivenza, fantasticando ogni genere di crudeltà contro Salvini e Di Maio”.
Per mesi, abbiamo molestato Natalia Aspesi — la più grande campionessa vivente del giornalismo italiano — per chiederle come è riuscita a superare, considerate le premesse, il trauma del governo Lega e 5 stelle.
Si è riparata dietro l’età (“ma che se ne fa dei pensieri di una decrepita come me?”), gli impegni asfissianti (“devo scrivere degli articoli difficilissimi, non posso”), le feste organizzate all’improvviso nel tardo pomeriggio (“ho invitato un sacco di gente a cena, mi spiace”), per cedere, infine, esausta: “Ma lei dà il tormento alle vecchie signore!”.
Abbiamo riso molto, entrambi. “Anzichè spararmi a causa loro, pian piano, ho maturato la fantasia di sparare a loro. Devo dire che la legge sulla legittima difesa mi è venuta incontro. Nessuno può più negarmi di imbracciare un kalashnikov. Sono vecchia. Sono sola. Sono gravemente turbata dalla condizione disperata degli italiani. Ho tutto il diritto di fare una strage”.
La assunsero al Giorno dopo le dimissioni di Adele Cambria, unica donna in una redazione di trecento maschi. Divenne immediatamente inviata. Scavalcando una lunga fila di uomini che aspettava la promozione da anni: “Ma mica perchè ero brava. Non volevano donne in redazione. Temevano gli scompigli ormonali”.
Prima, c’era stato il quotidiano La Notte, nel quale esordì con un articolo su una mostra di cani a Bellagio. Poi, solo e soltanto Repubblica, una fedeltà che dura ancora oggi che sta per compiere novanta anni (il 24 giugno): “Ma si sbrighi con queste domande. Devo correre a scrivere settanta righe sull’omosessualità negli anni cinquanta. Allora sì che si divertivano”. Adesso, invece, è uno strazio: “Sono terrorizzata dagli italiani. Più il paese corre verso l’autodistruzione, più loro adorano i propri carnefici. È come se si fossero trasformati in tanti piccoli lemuri che si precipitano entusiasti in fondo al burrone”.
Ma lei non può dire che vuole fare una strage, Aspesi!
Non sia noioso, la prego, mi faccia almeno sognare.
D’accordo.
Poi, sa: io ho una grande fortuna, ho i giorni contati. Fra un anno, un mese, un giorno, forse un minuto, sarò morta.
Allora perchè si preoccupa tanto?
Perchè io amo questo Paese, anche se non ci sarò più nel suo futuro.
Parla come Berlusconi, “l’Italia è il paese che amo”?
Berlusconi amava solo se stesso. È riuscito a travolgere gli italiani. Poi, però, gli italiani l’hanno abbandonato. Invece, Salvini e Di Maio sono indistruttibili. Finiranno solo quando saremo costretti a mendicare.
Rivaluta il berlusconismo?
Provo una specie di avvilente nostalgia per Berlusconi. Ci riflettevo. Berlusconi non è stato un fascista. Non ha riportato l’odio nel paese. Non ha alimentato il sospetto per i diversi. Nè il disprezzo per le donne, che sta crescendo in maniera pericolosa.
Anche questo è colpa di Salvini?
No, ma tutti questi nazistelli con la testa pelata sono diventati tali perchè hanno perso il controllo sulle donne. Non riescono a perdonargli la libertà che hanno. Credono che il fascismo sia il modo per recuperare il dominio su di loro.
Il sovranismo è solo una questione di maschi insicuri?
Lei vuole che dopo questa intervista mi ritrovi qualcuno sotto casa che mi manganelli?
Esagerata.
Le donne, ormai, scappano dai ciabattoni e sono disponibili a molte avventure, inclusa quella di Tinder. L’uomo, invece, sogna ancora la donnina che gli prepara la minestra.
Ma che c’entra con la politica?
C’entra, perchè gli uomini sono furibondi. E in Forza Nuova, oppure della Lega, il loro odio per queste donne diventa un ideale politico.
Accosta Forza Nuova e la Lega?
Non sono mica poi tanto diverse, sa? Certo, la Lega rappresenta anche degli interessi economici molto radicati. Mentre Forza Nuova è solo un esercito di cretini che serve chi oggi è al comando. Però.
Però molte donne votano Lega. E, anzi, Chiara Giannini, nel famoso libro intervista escluso da Torino, ha scritto “Matteo è l’uomo più desiderato dalle donne dello stivale”.
È vero, è così.
Mi prende in giro?
No, affatto. Gli uomini mangioni, pancioni, ridenti e violenti sono da sempre nel sogno femminile. Poi, magari, nella vita vera le donne amano un gracidino delizioso. Però, nel sogno, c’è spesso l’uomo potente, che domina, o ha tutta l’aria di poterlo fare.
Anche nel suo, di sogno?
Nel mio sogno, c’è George Clooney.
Conosce fascisti?
Le racconto una storia. Avevo in casa una ragazza italiana, una quarantenne, che mi aiutava nelle faccende domestiche. Un giorno viene da me e mi chiede: “Signora, cosa pensa di Hitler?”. Io rimasi stupefatta: “Scusi, cara, ma perchè mi chiede cosa penso di Hitler oggi?”.
Risposta?
“Perchè tutti i miei amici dicono che era una così brava persona e servirebbe uno come lui oggi”. “Un punto di vista molto originale, cara, perchè non me li fa conoscere?”.
Come andò?
Si rifiutarono d’incontrarmi.
Peccato. Però lei ha conosciuto l’originale, di fascismo.
Per me, il fascismo voleva dire che ogni sabato dovevo mettermi la divisa da piccola italiana e andare alla parata della scuola.
Era divertente?
No, per niente. Ogni volta mi sgridavano, oppure mi escludevano.
Per quale motivo?
Perchè mia madre, che era antifascista (mi ricordo che ascoltava Radio Londra nascosta con la testa sotto la coperta), mi aveva comprato le scarpe marroni. L’uniforme le prevedeva nere. Ma io avevo solo quelle. Ogni volta, una scenata.
Era tutta anti fascista, la sua famiglia?
No, avevo uno zio che era stato anche segretario di Claretta Petacci. Scrisse un libro di memorie, stampato in pochissime copie, che fece da riferimento a tutto quello che scrissero dopo su di lei. Mi spiace molto non averne una copia
Suo zio sarà stato inorridito da quello che le fecero, insieme a Mussolini, a Piazzale Loreto.
Certo, fu una gesto atroce. Però bisogna ricordarsi che non si arriva alla fine di una guerra con la mente normale. Io mangiai per mesi solo patate. Noi uomini siamo delle bestie. Non dico solo noi italiani. Dico noi essere umani.
Anche lei?
Io sono molto bestia. Le ho già detto delle crudeltà che immagino ogni giorno contro il governo. Non mi faccia essere ripetitiva.
Perchè due anni fa temeva i 5 stelle, e oggi è ossessionata da Salvini?
Perchè, alla fine, Grillo è rimasto quello che è realmente: un comico. Ha scelto Luigi Di Maio, un ragazzetto piuttosto incapace, perchè si voleva divertire. Non per governare l’Italia.
Salvini invece?
Nemmeno lui, in realtà , vuole governare. Ha una paura tremenda di diventare presidente del consiglio. A quel punto, dovrebbe smettere di andare in giro a mangiare polenta e mettersi a lavorare sul serio.
L’ipotesi spaventa anche lei?
Terribilmente. Io consiglio a tutti: “Comprate oro, prima che venga giù tutto”.
Lei l’ha fatto?
No, perchè purtroppo non ho soldi da parte.
Ma…
Senta, mi ha detto un quarto d’ora, siamo al telefono da quarantacinque minuti. Io devo pure lavorare, sa?
Cosa deve scrivere?
Ma insiste?
Solo l’ultima cosa.
Sentiamo.
Si farebbe pagare in Mini Bot?
Lei è pazzo? Io, se mi rifilano un Mini Bot, uccido! In questa situazione, accetto solo lingotti d’oro!
(da “Huffingtonpost”)
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Giugno 16th, 2019 Riccardo Fucile
CI SARANNO 5 MILIONI DI PENSIONATI IN PIU’ E 5 MILIONI DI LAVORATORI ATTIVI IN MENO… LA SPESA PENSIONISTICA RAPPRESENTERA’ IL 20% DEL PIL… A RISCHIO L’INTERO SISTEMA
La spesa per le pensioni è destinata a raddoppiare da qui al 2040, al netto degli effetti di Quota 100.
A fare i conti non è l’Europa ma l’INPS guidata da Pasquale Tridico, nominato dal M5S con l’avallo della Lega.
L’allarme, spiega oggi Il Sole 24 Ore, riguarda il fondo pensioni lavoratori dipendenti (Fpld), che rappresenta il 45% dell’intera spesa pensionistica.
Quest’anno paga 8,6 milioni di pensioni al valore nominale medio di 14.700 euro lordi l’anno, per un totale di quasi 143 miliardi.
Tra vent’anni, nel 2039, le pensioni in pagamento stimate nei bilanci prospettivi dell’Istituto salirebbero per il solo Fpld a poco meno di 9 milioni e 300mila (+7%). Saranno assegni del valore medio di 27mila euro lordi, per una spesa che in termini nominali arriverà a sfiorare i 297 miliardi.
Le stime dei bilanci tecnici, l’ultimo è del 2017 e proietta le spese fino al 2046, sono basate su ipotesi di carriere lavorative costanti e calcolano il pieno effetto del contributivo. Il reddito medio annuo sottostante, sempre in termini nominali, passerebbe da 24.200 euro a 44.950, mentre il tasso di sostituzione (ovvero il rapporto tra pensione e ultimo stipendio), resterebbe attorno a una media del 60%.
Le proiezioni (che non sono pubbliche ma Il Sole 24 Ore ha potuto vedere) non contengono naturalmente gli effetti di “quota 100” e delle altre forme di anticipo allargato; misure che entreranno nei calcoli che verranno aggiornati l’anno prossimo.
Ma fotografano quello che sta per accadere: il ritiro dal mercato del lavoro delle folte coorti dei baby boomers.
Un boomerang calcolato da tempo, che spingerà la spesa per le prossime due decadi e i cui effetti sono stati in parte attenuati dalle riforme adottate tra il 1992 e il 2011.
Quanto cambieranno quelle traiettorie con “quota 100” e, se arriverà , con “quota 41”, al momento, non è dato sapere.
In soldoni, la spesa pensionistica, da qui al 2040, scalerà una gobba che, a seconda delle stime, potrebbe variare tra il 16 e il 20% del Pil.
E tra vent’anni la transizione demografica ci dice che ci saranno 18,8 milioni di cittadini con 65 anni o più, secondo la proiezione centrale Istat, 5 milioni in più di oggi.
Mentre la popolazione in età da lavoro (15-64 anni) si sarà ridotta a sua volta di 5 milioni (a 33,7 milioni).
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 16th, 2019 Riccardo Fucile
L’ESPONENTE DELLA CDU IN ASSIA ERA STATO VITTIMA DI INSULTI E MINACCE PER LA SUA POLITICA PRO-MIGRANTI… ACCADE QUESTO QUANDO AI RAZZISTI E’ PERMESSO DI SEMINARE ODIO
A due settimane dall’omicidio dell’esponente della Cdu dell’Assia, Walter Luebcke, la polizia ha arrestato a Kassel un uomo di 45 anni.
Lo riferisce il Tegesspiegel citando fonti giudiziarie e di polizia, le quali hanno spiegato che l’uomo è stato incastrato con la prova del Dna.
Stando a quanto riportato dalla Bild e dal Frankfurter Allgemeine, il 45enne sarebbe legato agli ambienti dell’ultradestra locale.
Il politico, che ricopriva il ruolo di presidente del distretto di Kassel, in passato era stato insultato e minacciato di morte da ambienti di estrema destra dopo alcune sue prese di posizione a favore di migranti e profughi.
Anche dopo la sua morte Luebcke è stato oggetto di un’ondata di insulti in rete, il che ha provocato una vasta ondata di indignazione in Germania. Giovedì 13 giugno si erano celebrati i suoi funerali.
(da agenzie)
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Giugno 16th, 2019 Riccardo Fucile
ORMAI CERTI GRUPPI SOVRANISTI, SDOGANATI DALLA POLITICA DEL GOVERNO, PORTERANNO SOLO A UN RITORNO AGLI ANNI DI PIOMBO … SONO LE GUARDIE BIANCHE DEL SISTEMA: OBIETTIVO AUMENTARE LA REPRESSIONE DEL DISSENSO
La scorsa notte alle 4 circa del mattino quattro ragazzi ventenni sono stati aggrediti da una decina di individui di circa trent’anni all’urlo di “Hai la maglietta del Cinema America, sei antifascista, levati subito sta maglietta, te ne devi andare via da qua”.
I quattro aggrediti avevano passato la serata anche in piazza San Cosimato per seguire le proiezioni. Lo riferisce l’ufficio stampa del Cinema America, l’associazione che gestisce le proiezioni cinematografiche in alcune arene della capitale.
Bottigliate, pugni, insulti e testate con minacce affinchè i ragazzi levassero le magliette. A denunciare il tutto David Habib ricoverato d’urgenza al Fatebenefratelli, che indossava la maglietta bordeaux ora piena di sangue per via di una tumefazione e trauma con fattura scomposta alla piramide nasale.
Ad un altro degli aggrediti inoltre tre punti sul sopracciglio destro, anche lui medicato in ospedale nella notte.
“Eravamo a San Francesco a Ripa, all’inizio erano in due, hanno iniziato a insultarci – dichiara David Habib – e in pochi minuti da 2 sono diventati 4 e dopo una decina, non siamo riusciti ne a scappare ne a difenderci, non ci hanno lasciato liberi nemmeno di andare via. E’ stato un assalto pieno di violenza, che non riusciamo a comprendere, noi non abbiamo nemmeno risposto alle loro provocazioni. Io non ho acconsentito a togliere la maglietta e la conseguenza è stata una testata sul naso, che domani devo operare d’urgenza.
E’ evidente che avessero già deciso di aggredirci. Abbiamo avuto la sensazione che ci avessero seguito da Trilussa fino a piazza San Calisto. Trastevere è un punto di riferimento e luogo di aggregazione per tutti, dove molti ragazzi anche più giovani di noi passano le loro serate, anche in occasioni delle proiezioni del Cinema America. Non smetteremo di frequentare i territori di questa città liberamente e di rivendicare le nostre idee, come non smetteremo di partecipare alle proiezioni a San Cosimato e indossare la maglietta del Cinema America” conclude Habib.
“Un atto gravissimo in una città e paese allo sbando – dichiara Valerio Carocci, presidente del piccolo America – Dove la violenza non viene più condannata ma anzi viene difesa e sdoganata come strumento di giustizia da chi ci governa. Ci costituiremo parte civile e sosterremo le spese legali. Non smetteremo mai di indossare le nostre magliette e lanciamo un appello a tutti affinchè si indossi tutti insieme una maglia bordeaux”.
(da agenzie)
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Giugno 16th, 2019 Riccardo Fucile
IL FATTO E’ AVVENUTO ALL’INTERNO DEL TRIBUNALE DI NAPOLI … IL RACCONTO DI UN AVVOCATO: “SIAMO INTERVENUTI SOLTANTO IO E UNA MIA COLLEGA”… QUESTA E’ LA SICUREZZA CHE IL GOVERNO GARANTISCE PERSINO IN UN TRIBUNALE
Gennaro Ausiello, 43 anni, avvocato penalista, frequenta da quasi due decenni il tribunale di Napoli. «Mai visto o sentito prima un episodio simile», assicura.
Che cosa è accaduto?
«Erano intorno a mezzogiorno, ci trovavamo nella ‘Piazza coperta’, una zona centrale del Tribunale, l’atrio principale. Avevo finito da poco un’udienza. La mia attenzione è stata attratta da alcune grida. Ho visto una ragazza, una collega giovane, che urlava e afferrava per il braccio un ragazzo vestito con un completo scuro. All’inizio ho pensato a uno scherzo poi una mia collaboratrice di studio che aveva visto qualcosa in più mi ha spiegato che stava accadendo qualcosa di serio. Le ho lasciato la borsa, le ho chiesto di non avvicinarsi e sono andato».
È riuscito a bloccare l’uomo?
«Ho percorso i 20 metri circa che mi separavano dalla ragazza, ho afferrato per un braccio l’uomo per bloccarlo La collega mi ha raccontato di essere stata vittima di un’aggressione sessuale. L’uomo aveva iniziato a masturbarsi guardandola e poi si era avvicinato e l’aveva toccata. La donna piangeva, tremava, era sconvolta. Le ho detto di allontanarsi dall’uomo e di non preoccuparsi, avrei pensato io a tutto».
Da solo?
«C’erano tante persone intorno ma nessuno si fermava. Per fortuna l’uomo era tranquillo. Se avesse reagito sarei stato costretto a una colluttazione, non so come sarebbe andata a finire. L’unica ad avvicinarsi è stata la mia collaboratrice, ha iniziato a parlare con la collega vittima dell’aggressione mentre io provavo a parlare con il maniaco per mantenerlo calmo. Dopo un po’ di tempo è arrivato un carabiniere, saranno stati quasi dieci minuti, mi sono sembrati interminabili. Gli ho consegnato l’uomo e sono andato via. Ovviamente mi sono messo a disposizione per eventuali testimonianze».
È possibile che nessuno abbia capito che cosa stava accadendo?
«Ci trovavamo nel punto dove in genere noi avvocati ci intratteniamo. C’è il bar, la camera penale, è un luogo di transito per tutti quelli che frequentano il tribunale ed era l’ora di punta: ci saranno state centinaia di persone. Pensavo e speravo che sarebbe arrivato qualcuno a dare una mano. Sono passati anche alcuni colleghi che conosco. Dopo essersi informati, mi hanno detto: ‘Fatti i fatti tuoi, che ti importa?’
Una questione di donne, avranno pensato. E lei?
«Ero sconvolto. Mi ha fatto grande impressione lo stato psicologico della ragazza. Come avvocato penalista ho trattati tanti casi di violenza ma per la prima volta ho assistito quasi in diretta al dramma di una donna molestata sessualmente. Trovo incredibile che si possa vedere una donna in quello stato e non fermarsi per tranquillizzarla, per portarla un attimo al bar, per darle un senso di presenza».
C’è un problema di sicurezza a questo punto?
«Credo che sia una riflessione da porci. Ci sono intere zone del Tribunale di Napoli dove un maniaco non avrebbe grandi problemi ad aggredire una donna o dove chiunque di noi avvocati potrebbe avere problemi. Mi riferisco ad alcune scale che portano alle cancellerie e alle aule delle udienze civili oppure agli archivi, ai sotterranei dove noi avvocati andiamo abitualmente per prelevare di persona documenti che ci servono nel nostro lavoro».
In questi giorni ha sentito la donna vittima dell’aggressione?
«Sì, mi ha ringraziato ma io non ho fatto nulla di particolare. Per me era normale, non avevo dato alcun peso a questo gesto. Mi è sembrato ovvio intervenire: sono padre, pensare che in un tribunale si possa essere molestati sessualmente e pensare che un maniaco scelga il tribunale come una volta sceglieva il parco per aggredire una donna, deve far riflettere chi gestisce la sicurezza nei tribunali. C’è un evidente problema di sicurezza, noi avvocati lo percepiamo spesso, andrebbe fatta una riflessione più ampia su questo tema».
Attualmente l’uomo si trova agli arresti domiciliari in attesa di processo. La Procura indaga per violenza sessuale, articolo 609 bis codice penale. Intanto, in una nota, l’unione Giovane Penalisti con il suo presidente Gennaro Demetrio Paipais esprime «sgomento per la violenza sessuale subita dalla collega e solidarietà » e invita il «Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, al Comitato Pari Opportunità , alla Camera Penale di Napoli di valutare iniziative da prendere nel caso».
(da agenzie)
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Giugno 16th, 2019 Riccardo Fucile
QUESTI SONO I CRIMINALI RICERCATI DALLA GIUSTIZIA INTERNAZIONALE CHE IL GOVERNO ITALIANO ITALIANO FORAGGIA DIVENTANDO IL VERO FINANZIATORE DEI TRAFFICANTI
Ora ci sono anche le prove fotografiche. Le motovedette di Bija, il boss di Zawyah sospettato di crimini contro i diritti umani dalla Corte penale dell’Aja e sottoposto al blocco dei beni da parte dell’Onu, sono tornate a lavorare a pieno regime. Ufficialmente si occupano del traffico di migranti, in realtà sembrano coltivare gli interessi di sempre. Grazie anche al denaro sonante pagato da Italia e Ue.
Come mostrano alcune foto aeree ottenute da Avvenire, lo scorso mercoledì dopo che la Sea Watch aveva soccorso 53 migranti, i miliziani di Bija anzichè pensare ad affondare il gommone dei migranti, si sono dati da fare per recuperarne il motore.
Le immagini mostrano alcuni uomini armeggiare sulla poppa del gommone da cui poi sparisce il potente motore Yamaha montato dagli scafisti.
I “guardacoste”, tutti in jeans, magliette colorate, scarpe da spiaggia e nessuno che abbia addosso una divisa che lo renda identificabile, sono piombati sulla scena con la motovedetta “Talil 267”, a bordo della quale è stato più volte avvistato lo stesso Baija.
Il natante si riconosce anche per il vecchio mitragliatore di fabbricazione sovietica con cui Bija ha sparato in passato alle navi delle Ong.
Dall’aereo Colibrì di Pilotes Volontaires che pattughlia il Mediterraneo in coordinamento con Sea Watch, hanno potuto fotografare l’arrivo della motovedetta da Zawyah e le fasi successive.
Nell’ultimo rapporto che la procura presso la Corte penale internazionale dell’Aja ha depositato al Consiglio di sicurezza dell’Onu viene accusata proprio la gestione dei migranti a Zawyah, il feudo di Bija, dove con la complicità delle istituzioni libiche ai migranti viene inflitto un «trattamento crudele, inumano e degradante», si legge nel dossier consegnato al Palazzo di Vetro lo scorso 8 maggio.
Dunque tutte le potenze impegnate direttamente o indirettamente nel conflitto libico sono al corrente su quale sia la reale situazione sul campo e in che modo in Libia vengano realmente usati i fondi internazionali.
Accuse che si riferiscono sia agli abusi nei centri di detenzione «gestiti da autorità statali come il Dipartimento per la lotta alla migrazione illegale», sia ai lager «usati dai contrabbandieri e dai trafficanti per ospitare i migranti nelle diverse fasi del viaggio». Le investigazioni dell’Aja hanno permesso di accertare violazioni sistematiche specialmente «a Misurata, al-Zawiy7ah, Tripoli e Bani Walid»
Gli accordi tra Tripoli, Roma e Bruxelles prevedono che entro il 2023 vengano spesi 285 milioni di euro per la cosiddetta guardia costiera libica e il suo coordinamento. Due anni fa, il 20 marzo del 2017, il premier libico al-Sarraj aveva presentato al governo italiano la lista della spesa.
Un preventivo che anche l’attuale esecutivo non ha messo in discussione e che si avvia a venire riconfermato fin dai prossimi giorni con un nuovo voto in Parlamento.
La richiesta, a suo tempo, era di 10 navi per la ricerca di migranti, 10 motovedette, 4 elicotteri, 24 gommoni, 10 ambulanze, 30 jeep, 15 automobili, 30 telefoni satellitari, tute da sub, binocoli diurni e visori notturni, bombole per l’ossigeno e altro equipaggiamento per un valore non inferiore a 800 milioni di euro. Le consegne sono già cominciate.
Ma nessuno ha visto miglioramenti nella condizione dei diritti umani, nè una rivincità della legalità sulla criminalità politica che fa di Tripoli la migliore tortuga al mondo per i pirati di uomini.
La fortuna di gente come Bija che ha imparato a farsi pagare due volte: dai migranti per poter scappare, e dall’Europa che chiede a quelli come lui di poterli fermare.
(da “Avvenire”)
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