Giugno 28th, 2019 Riccardo Fucile
NE DERIVA CHE SALVINI, INDICANDO TRIPOLI COME DESTINAZIONE ALLA SEA WATCH, HA COMMESSO UN REATO: ORA LA MAGISTRATURA AGISCA DI CONSEGUENZA (SE TROVA UNA CAROLA CON LE PALLE) E ARRESTI SALVINI
Una svolta politica arriva dal ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, che oggi rispondendo a una domanda ha detto chiarmente che la Libia non è un porto sicuro: “La definizione di porto sicuro – ha detto il ministro – viene dalle convenzioni internazionali, queste condizioni per la Libia non ci sono. Non siamo noi a dirlo. So che da questo nascono varie precisazioni di carattere mediatico su convergenze di posizioni o meno, ma è un dato di fatto del diritto internazionale”.
Quindi il punto fermo è fissato (anche se risaputo): respingere i naufraghi in Libia è un reato.
Secondo punto fermo: la Sea Watch ha disobbedito a una direttiva illegale intimata da un catena di comando che sapeva di commettere un reato.
A capo di quella catena di comando c’era il ministro Salvini a cui va contestato il reato unitamente agli ufficiali e ai funzionari da indentificare.
Vista la reiteraziuone del reato che avrebbe indotto a un atto criminale con relative vittime innocenti va spiccato ordine di arresto per i responsabili, affinchè non ripetano lo stesso crimine.
Questo dice la legge.
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Giugno 28th, 2019 Riccardo Fucile
LA NAVE DELLA ONG SPAGNOLA DIRETTA VERSO LA LIBIA
Il dramma della Sea Watch è ancora in corso ma già all’orizzonte si vede il prossimo capitolo della propaganda estiva, ancora una volta sulla pelle dei disperati.
La Ong spagnola Proactiva Open Arms ha infatti twittato che la nave ha lasciato il porto di Napoli ed è diretta a sud.
“La Open Arms – spiega la Ong in un comunicato – ha lasciato le acque di fronte a Napoli diretta a Lampedusa, nel Mediterraneo Centrale. Vista la totale assenza di organizzazioni nella zona che possano documentare quello che sta accadendo e garantire un intervento rapido in caso di necessità , la nostra missione sarà quella di proteggere con la nostra presenza le persone in pericolo di vita, fin quando le autorità preposte non ci sostituiranno”
“Difenderemo i diritti umani in acque internazionali, solleciteremo chi avrebbe il compito di proteggere la vita e saremo pronti a intervenire in caso di necessità – prosegue la nota – . Soccorrere chi è in pericolo è un obbligo non un obiettivo. Abbiamo un impegno e un dovere morale, per questo navighiamo verso la frontiera più letale del pianeta”.
(da agenzie)
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Giugno 28th, 2019 Riccardo Fucile
“CHI GUIDA UN PARTITO CHE HA RUBATO 49 MILIONI AGLI ITALIANI NON SI PERMETTA DI DIFFAMARCI, ABBIAMO CREATO LEGALMENTE MIGLIAIA DI POSTI DI LAVORI, NON SIAMO SPIANTATI”
Gessica Berti, titolare di un Grow shop di Budrio, ha denunciato il ministro dell’Interno Salvini per diffamazione dopo le sue frasi sui negozi che vendono derivati dalla canapa. “Non siamo degli spiantati o degli spacciatori, siamo degli imprenditori. Io sono una mamma, ho due lauree, ho vissuto e lavorato all’estero e sono tornata in Italia perchè credo in questo mercato e credo nel mio paese. Non vorrei dovermi ricredere”, ha spiegato a Fanpage.it.
“Come può permettersi un ministro che fa parte di un partito che ha rubato negli anni passati 49 milioni di euro, a diffamare una categoria che legalmente esiste, paga le tasse e ha garantito un introito di milioni di euro che si sono tradotti in tasse, economia e migliaia di posti di lavoro?”
E’ la domanda che mi fa a un certo punto della conversazione Gessica Berti, titolare di un grow shop di Budrio, che non è riuscita a mandare giù le esternazioni del ministro dell’Interno Salvini sulle attività commerciali che vendono prodotti derivati dalla canapa e lo ha querelato per diffamazione.
E il motivo non è nemmeno quello di avere un eventuale risarcimento, ma è una ragione politica: “Vogliamo avere l’attenzione dei media per poter spiegare che non siamo criminali, ma onesti commercianti e che le persone capiscano che cos’è veramente questa pianta. Poi, se riusciamo a costituirci come parte civile e saremo un po’ di persone, ben venga”
Il riferimento è al fatto che, dopo la denuncia, altri negozianti sono usciti allo scoperto e stanno denunciando il ministro a loro volta.
“Ho già i dati di altri negozianti che mi hanno inviato le copie delle querele che hanno fatto: in una mattina me ne sono arrivate 15, e ho iniziato a cercare dei referenti regionali per raccogliere tutti quelli che stanno procedendo in questa direzione”.
Tutto parte dal fatto che Salvini, in campagna elettorale per le elezioni europee, si era accanito contro i canapa shop dicendo che: “Stiamo lavorando per andare a verificare la giungla di cannabis e canapa shop che hanno aperto come funghi e che in un caso su due, in caso di controlli, si rivelano centri dello spaccio”, arrivando nei giorni successivi a dire che avrebbe fatto chiudere “uno a uno tutti negozi di canapa legale”, paragonandoli a luoghi di “diseducazione di massa”.
Affermazioni gravi e non supportate da nessun dato statistico reale che hanno portato Gessica Berti, che non solo ha ottenuto tutti i documenti per aprire la propria attività , a partire dalla Scia, ma paga anche tasse e Iva sui prodotti completamente legali che vende nel negozio Weedoteca, a reagire.
Più che la minaccia in sè, sono rimasta colpita dal fatto che un ministro della Repubblica italiana sia andato in televisione a dire che i canapa shop, dai quali lo Stato che lui rappresenta sta regolarmente prendendo le tasse, e che lo stesso stato ha regolarmente fatto aprire, vendono droga.
Come non si può dire che questo tipo di negozi fomentino l’uso di stupefacenti, al massimo è il contrario: facciamo anche prevenzione, nei confronti di ragazzini che entrano in negozio raccontando che fanno uso di eroina, cocaina, psicofarmaci dei genitori, senza nemmeno sapere ciò che stanno assumendo”.
Anche perchè da un recente studio pubblicato da ricercatori italiani che collaborano con l’Università di York e con l’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro, è emerso che i negozi di cannabis light hanno fatto calare lo spaccio nelle zone in cui sono nati. Secondo la ricerca infatti la cannabis light avrebbe portato ad una riduzione dei sequestri del 14%, arrivando a far calare gli introiti per la criminalità che gestisce il fenomeno di una cifra compresa tra i 90 e i 170 milioni di euro l’anno. Quindi, a rigor di logica, se Salvini avesse voluto contrastare lo spaccio, avrebbe dovuto favorire l’aperture di questo genere di attività , non dichiarare di volerle chiudere.
Chi ha aperto un negozio di questo genere, l’ha fatto anteponendo la canapa al business”, sottolinea Gessica.
E a tutte le persone che sputano giudizi senza nemmeno essere mai entrati in un negozio di questo tipo spiega che: “Siamo un esercizio commerciale dove si trovano prodotti legali derivati dalla lavorazione della canapa industriale, dalle infiorescenze, passando per prodotti alimentari, cosmetica, tessile etc…”
Per Gessica questa denuncia: “Non è un atto di coraggio, ma un atto di coscienza, che è una cosa ben diversa. Dobbiamo far capire che non siamo degli spiantati o degli spacciatori, siamo degli imprenditori. Io sono una mamma, ho due lauree, ho vissuto e lavorato all’estero e sono tornata in Italia perchè credo in questo mercato e credo nel mio paese. Non vorrei dovermi ricredere”.
“Voglio che la gente, invece che pensare alla canapa con i vecchi dogmi che ci sono stati inculcati, inizi ad informarsi senza essere in balia della disinformazione. Il nostro è un grido di protesta, siamo qui per mano tutti uniti e nessuno può permettersi di diffamarci e passarla liscia”.
(da TPI)
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Giugno 28th, 2019 Riccardo Fucile
PARLANO DI CASTA E POI SI NASCONDONO DIETRO I PRIVILEGI
Alla fine ce l’ha fatta Barbara Lezzi. La ministra del Sud eviterà il processo per diffamazione grazie all’immunità per i parlamentari.
Il 25 giugno il giudice di pace della sezione penale di Bari, Matilde Tanzi ha accolto la richiesta dei legali della Lezzi che avevano rilevato l’insindacabilità parlamentare per alcune frasi pronunciate dall’allora senatrice pentastellata durante un incontro (nel 2016) con gli attivisti pugliesi all’indirizzo di Massimo Potenza.
Una volta venuto a conoscenza delle dichiarazioni della parlamentare pentastellata Potenza, che è un ex attivista del M5S, aveva sporto querela per diffamazione.
Ma il processo non era mai iniziato perchè la ministra Lezzi non si è mai presentata in udienza, giustificandosi con il legittimo impedimento.
Alla fine i legali della ministra avevano chiesto il non luogo a procedere in applicazione dell’articolo 68 della Costituzione che prevede appunto che «i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni».
Secondo gli avvocati della Lezzi le possibilità erano due: il proscioglimento dell’imputata perchè il fatto non costituisce reato o in alternativa il rinvio della decisione alla Giunta per le Autorizzazioni a Procedere del Senato.
A questo punto la parola passa ai legali del querelante.
Potenza su Facebook fa sapere che valuterà «se fare appello anche se mi basta aver fatto capire che aria tira nel 5stalle e chi sono i soggetti che per anni hanno tramato, attraverso giochi poco democratici (per usare un eufemismo), per tagliare le gambe agli attivisti che potevano contrastarli in quello che oggi è evidente a tutti».
Quello che è certo è che per ora la Lezzi è riuscita a scappare da un processo per un accusa non certo grave ricorrendo ad uno dei tanto odiati e contestati privilegi della Casta e facendosi scudo con l’immunità .
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 28th, 2019 Riccardo Fucile
INVECE CHE ANDARSENE LUI, DI MAIO CACCIA CHI NON MAI SVENDUTO I VALORI DEL M5S AI RAZZISTI PER UNA POLTRONA
“Oggi il capogruppo del MoVimento 5 Stelle Stefano Patuanelli ha comunicato al presidente del Senato e alla diretta interessata l’espulsione di Paola Nugnes dal gruppo parlamentare del M5S al Senato. Nugnes, che ha rilasciato una intervista in cui affermava il suo intendimento di lasciare il M5S per passare al Gruppo Misto, a nostro avviso dovrebbe dimettersi e liberare il posto.
Lo annuncia il blog delle Stelle.
“La decisione è stata presa, sentito il Direttivo, prendendo atto delle sue dichiarazioni e delle reiterate violazioni dello Statuto e del regolamento del gruppo parlamentare poste in essere da Paola Nugnes. Ad esempio il fatto di aver votato in contrasto al gruppo 131 volte, per le quali era aperta da tempo una procedura disciplinare nei suoi confronti”
“Nasco prima del M5S, sento di essere portavoce di tante persone, non ho intenzione di uscire dal Parlamento, devo continuare la mia battaglia”. Lo dice in un’intervista all’Adnkronos la senatrice Paola Nugnes, commentando il post sul Blog delle Stelle che annuncia la sua espulsione dal gruppo parlamentare al Senato.
Giorni fa Nugnes aveva già anticipato la sua intenzione di lasciare il gruppo grillino a Palazzo Madama.
Sulla questione interviene il presidente della Camera, Roberto Fico: “Paola Nugnes sarà sempre Movimento perchè il Movimento è un sentire e niente può cancellare 12 anni di lavoro, progetti, coraggio vissuti insieme. Dodici anni di strada percorsa fianco a fianco. Se il Movimento è qui oggi lo si deve anche al tassello messo da Paola e non si può far finta di non vederlo”.
(da “Huffingtonpost”)
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Giugno 28th, 2019 Riccardo Fucile
INTERVIENE LA POLIZIA POSTALE PER DENUNCIARLI O IL VIMINALE ASPETTA CHE QUALCUNO LI VADA A CERCARE A CASA?
Tra le contumelie più terribili rivolte a Carola Rackete c’è l’augurio di essere stuprata. I commenti che circolano e che le augurano di essere violentata sono orribili e carichi d’odio come si conviene agli psicopatici razzisti.
L’odio orchestrato che si riversa su di lei sta raggiungendo vette di orrore difficilmente viste in altre occasioni.
Nei giorni scorsi si è scatenata una marea di insulti sessisti nei confronti di Carola Rackete, aizzata politicamente da ministri del governo
Frasi sessiste con insinuazioni su Carola Rackete sono presenti in tutti i thread in cui si parla lei.
Anche il social media manager di Salvini, Luca Morisi, ha chiamato in causa le donne dell’equipaggio della Sea Watch 3. Chissà se tutto questo odio e questo livore non nasconda la paura che alla fine Carola riesca a far fesso Salvini.
A Carola Rackete viene augurato di essere stuprata. Di essere un tro*a, di essersi scopata con gusto tutti i ne*ri della nave.
Persino la richiesta di arresto, in topic trend, sembra una banalità in confronto all’odio che in queste ore si sta scagliando contro questa ragazza.
Colpevole di aver studiato, di non essersi rubata 49 milioni di euro, di parlare 5 lingue, di aver lavorato duro tutta la vita, di aver pensato agli altri e non a sè stessa.
Carola, cioè la donna che sovverte tutti gli schemi. Perchè l’idolo dei conigli bagnati da tastiera, in fondo, è solo un poveretto che strepita e che al primo pericolo – il processo – si è fatto salvare dai suoi amici perchè gli sono tremate le gambe.
E lei, al contrario, tira dritto. Per gli altri, non per sè, come il Ministro dell’Inferno.
Odiano le donne, odiano l’umanità , perchè sono piccoli vigliacchi incapaci di stare al mondo.
Loro e quelli che li rappresentano, che alimentano questo schifo senza batter ciglio. E chi oggi li asseconda per restare attaccato alle poltrone, fa schifo quanto loro.
O si sta di qua o si sta di là , il tempo è scaduto
(da agenzie)
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Giugno 28th, 2019 Riccardo Fucile
LA LETTERA A MATTARELLA DELL’UNIONE CAMERE PENALI: “LEI E’ GARANTE DELLA COSTITUZIONE, LA FACCIA RISPETTARE: CAROLA NON HA COMMESSO ALCUN CRIMINE, I CRIMINI SEMMAI SONO COMMESSI CONTRO I DIRITTI DEI PROFUGHI IN VIOLAZIONI DELLE LEGGI”
Gli avvocati penalisti milanesi si offrono per difendere la capitana della Sea Watch Carola Rackete, indagata da ieri dalla Procura di Agrigento – per favoreggiamento dell’ immigrazione clandestina e violazione dell’art. 1099 del codice della navigazione che punisce il comandante che non obbedisce all’ordine di una nave da guerra – e scrivono una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella come “garante della Costituzione” chiedendo un suo intervento “nel momento in cui vengono a gran voce reclamati interventi che violano principi fondamentali, norme positive e non solo…”
Secondo i penalisti il fatto che la capitana sia stata indagata e il ministro degli Interni chieda che venga perseguita, è una decisione che va contro ogni regola: “Non c’è alcun crimine da perseguire – scrivono nella lettera al Presidente- anzi vi sono crimini contro i diritti degli ultimi e il buon senso da scongiurare”.
Il Presidente della Repubblica, secondo i penalisti milanesi, “può invitare tutti alla stretta osservanza della Costituzione” con particolare riferimento all’articolo 2, che riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo.
Per il direttivo della Camera Penale, la comandante della Sea Watch, “ha fatto solo ciò che ogni comandante di naviglio deve fare seguendo le regole del diritto internazionale e quelle del mare, scritte e non: ha prestato soccorso a dei naufraghi allo stremo delle forze e in balia del destino oltre che delle onde”.
Le “vite di 42 esseri umani sono più importanti di qualsiasi gioco politico perchè quelle esistenze in vita sono da noi tutelate attraverso un insuperabile parametro costituzionale e non è, pertanto, immaginabile che vi sia una legge superiore che consenta di sacrificarle o metterle ulteriormente a repentaglio”.
Secondo i legali, “se pure dovessero rilevarsi dei profili di illeicità nella condotta della Rackete, la capitana “risulterebbe scriminata dallo stato di necessità e finchè il nostro sarà uno stato di Diritto, noi, in quanto avvocati – anzi, difensori – non potremmo che invocare il rispetto e la corretta applicazione della legge”.
(da “La Stampa”)
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Giugno 28th, 2019 Riccardo Fucile
L’ALLIEVO DI PAOLO BORSELLINO NON SI PIEGA ALL’ILLEGALITA’ SOVRANISTA
Alla Procura di Agrigento continuano ad arrivare delle lettere anonime colme di minacce contro il pm Patronaggio, sempre in riferimento ai migranti e agli sbarchi. L’ultima oggi, una lettera intercettata dai carabinieri e scritta con il normografo, per non lasciare indizi sulla calligrafia.
Niente proiettili, questa volta, come era già accasuto in passato. Ma comunque offese e minacce per il pm di Agrigento che fanno seguito a quella già arrivata lo scorso 10 giugno (stavolta con un proiettile calibro 6,35) e che recitava: “Questo è un avvertimento, la prossima volta, se continuerai a far sbarcare gli immigrati, passiamo ai fatti. Contro di te e i tuoi tre figli”.
Poi ancora, lo scorso settembre, un’altra busta, altre minacce e un altro proiettile. In quel caso si faceva esplicito riferimento al caso Diciotti.
(da agenzie)
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Giugno 28th, 2019 Riccardo Fucile
SHOW DEL FOTOGRAFO A RADIO24: “SALVINI IN 45 ANNI NON HA FATTO UN CAZZO, SOLO ROMPERE I COGLIONI. LA LEGA E’ DIARREA”
“Salvini? E’ vergognoso, passerà alla storia. Chi non lascia entrare una nave passerà alla storia veramente come un mentecatto”.
E’ il commento pronunciato ai microfoni de La Zanzara (Radio24) dal fotografo Oliviero Toscani sul caso Sea Watch, rendendosi protagonista anche di un pepato battibecco con uno dei conduttori, Giuseppe Cruciani.
Oliviero Toscani: “Salvini con la figlia di Verdini? Se fosse mia figlia mi incazzerei e direi che è venuta su male”
E aggiunge: ” Dove c’è la civiltà , c’è la migrazione. Dove c’è migrazione c’è civiltà , cultura e ricchezza. Chi chiude le frontiere è cretino. Rimane povero.
Salvini? Non vorrei essere suo figlio, non lo invidio proprio. Sicuramente il figlio di Salvini, se è un ragazzo intelligente, a scuola si vergogna. Il punto è che questo non è un Paese normale. Non è normale un Paese che fa una roba del genere. Quando c’è una nave con persone disperate, esistono delle regole umanitarie”.
Cruciani incalza Toscani sottolineando che la ong ignora le leggi dello Stato italiano. E il fotografo risponde: “Non è vero che se ne stanno fottendo. E in ogni caso me ne fotterei anche io. Sarei già entrato. La Meloni dice che la nave va affondata? E’ tipico della Meloni, è logico. Solo la Meloni può dire una stupidaggine simile. Peccato, però, che su quella nave non ci sia lei con tutti i suoi di Fratelli d’Italia. Dovrebbe esserci lei lì, su quella nave che affonda.
Toscani replica anche alla provocazione di Cruciani (“Perchè non accogli i 40 migranti a casa tua?”): “Ma che ragionamento è? E’ un ragionamento da coglione. Non è che vengono qui per essere accolti a casa mia, ma perchè vogliono andare in un Paese civile. La democrazia è la dittatura della maggioranza. In questo momento, abbiamo una maggioranza imbecille e una democrazia imbecille. Abbiamo, dunque, sicuramente una maggioranza di imbecilli. Salvini definisce Carola Rackete ‘sbruffoncella’? Pensa un po’ chi parla, mamma mia. Ma vogliamo confrontare la capitana della Sea Watch con Salvini? — chiosa — Lei ha un altro livello di qualità culturale e umana. Salvini ha 45 anni, ma cosa ha fatto? Un cazzo. Niente, non ha nessun talento. Se non quello per rompere i coglioni. E poi la Lega non è un partito, ma diarrea”.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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