Destra di Popolo.net

“SALVINI? SI METTA IN FILA, NON HO TEMPO PER LUI, DEVO OCCUPARMI DI 60 PERSONE”

Giugno 28th, 2019 Riccardo Fucile

LA CAPITANA NON MOLLA E RISPONDE A TONO AGLI INSULTI DI CAPITAN NUTELLA… IL GARANTE PER L’INFANZIA METTE IN MORA LA CAPITANERIA: “SBARCATE I MINORI”… E LA PROCURA INDAGA A TUTTO CAMPO, COMPRESO IL GOVERNO

Come conferma anche la Farnesina: Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo e altri stati membri dell’Ue hanno dato la loro disponibilità . Ma gli “sforzi di solidarietà ” che la Commissione sta “cercando di coordinare”, ha detto la portavoce del commissario all’immigrazione Dimitri Avramopoulos, possono essere attuati “solo se e quando ci sarà  lo sbarco”.
Intanto la capitana Carola Rackete, che due giorni fa ha deciso di non rispettare l’ordine del governo e di entrare nelle acque territoriali italiane, è stata iscritta nel registro degli indagati dalla Procura di Agrigento per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per rifiuto di obbedienza a nave da guerra, secondo quanto previsto dal codice della navigazione. La nave, però, su intimazione della Guardia di Finanza ha deciso di allontanarsi dalla costa: al momento si trova a tre miglia dall’isola.
Nel pomeriggio una motovedetta delle Fiamme Gialle ha raggiunto la nave. I finanzieri sono saliti a bordo su disposizione dei pm di Agrigento per notificare al comandante anche l’iscrizione nel registro degli indagati.
“Non ho letto i suoi commenti, non ho tempo. Ho 40 persone, più 20 di equipaggio, quindi 60 persone di cui occuparmi. Mi tengono occupata giorno e notte. Salvini si metta in fila“. Così la capitana della Sea Watch3, Carola Rackete ha risposto durante una diretta Skype con la sala stampa estera a chi le faceva notare che il ministro dell’Interno Matteo Salvini la considera la ‘nemica numero uno”.
A Lampedusa è inoltre in arrivo il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella che domani interrogherà  la comandante. “Stiamo valutando il sequestro probatorio della Sea watch…”, ha spiegato il procuratore, che ha aggiunto: “Stiamo studiando le carte, noi facciamo il nostro lavoro”.
Matteo Salvini ad Agorà , su Rai3, ha dichiarato che se ci sono Paesi disposti ad accogliere le persone a bordo della nave, lui è disposto a farli sbarcare: “Mi dicano dove vanno e me lo firmano. Faccio come San Tommaso, vedere per credere, visto che per troppe volte hanno fatto promesse che non hanno mantenuto”.
La Guardia di finanza ha consegnato l’informativa sulla nave Sea Watch alla Procura di Agrigento, che secondo quanto prevede il decreto sicurezza bis, dovrà  sanzionare l’imbarcazione e procedere eventualmente al suo sequestro.
In base a quanto filtra dagli ambienti della Procura, non dovrebbero essere fatti nè arresti, nè tanto meno il sequestro della nave, battente bandiera olandese.
L’Autorità  garante per l’infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano, ha scritto al comandante generale della Guardia costiera, ammiraglio Giovanni Pettorino, per verificare se è confermata la presenza di quattro minorenni non accompagnati a bordo della Sea Watch 3. “In caso affermativo, ha ricordato l’Autorità  garante, va applicato quanto previsto dall’3 della legge 47/2017, il quale stabilisce che: ‘In nessun caso può disporsi il respingimento alla frontiera di minori stranieri non accompagnatì — si legge in una nota dell’Autorità  garante -. Ciò implica anche un’adeguata accoglienza, vale a dire vanno garantiti i diritti delle persone di minore età  attraverso lo sbarco e le procedure previste dall’art. 5 della legge 47/2017 (identificazione, ascolto, nomina del tutore, ricongiungimento, affidamento e inclusione)”.

(da agenzie)

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“SI FACCINO VEDERE”: UN CAPITANO E LA SUA CIURMA FANTOZZIANA

Giugno 28th, 2019 Riccardo Fucile

I SOVRANISTI ANALFABETI INTERLOCUTORI PERFETTI PER SUPPORTARE L’ODIO RAZZISTA

Abbasso la capitana Carola! Così la parola d’ordine in voga nel brogliaccio sovranista. Passato temporaneamente in second’ordine l’astio populista per “la Boldrini”, i nostri impagabili sovrani analfabeti assenti per sport a ogni suggestione civile, e proprio in forza di questo privilegiati da Salvini come interlocutori suoi perfetti, appositamente selezionati tra officina d’elettrauto, punto-scommesse e compro oro, se ne stanno lì, tra sdraio e suggestioni da fantacalcio, a supportarlo in ogni sua dichiarazione, fosse anche la più platealmente ottusa e, appunto, razzista.
In questo esatto momento, forte dei suoi Totti o CR7, i preferiti, i beniamini, lì in effigie a campeggiare accanto a Padre Pio nel bocchettone dei propri profili social, scaduto l’astio verso il precedente bersaglio, la controparte, i radical chic, questo ideale eppure assai concreto dirimpettaio ha finalmente un nuovo obiettivo contro cui lanciare le freccette del sentire reazionario, la capitana della nave Sea Watch, insieme al suo carico di migranti, Carola Rackete, laureata in conservazione ambientale alla Edge Hill University nel Lancashire, addirittura con una tesi sugli albatros…
E già  qui, il salviniano medio, posto che ignori ciò che di filosofico su quel nostro volatile ha detto Baudelaire, prende subito a storcere la bocca, e ancor di più forse compie scoprendo che la capitana, prim’ancora di conquistare i gradi, è stata al timone di una nave rompighiaccio nel Polo Nord per un istituto oceanografico tedesco, ufficiale di navigazione dell’Alfred Wegener Institute, presso il quale ha lavorato dal 2011 al 2013.
Che poi chi si storce, è forse lo stesso che ha magari apprezzato il filantropo ecologista Checco Zalone alle prese con gli orsi nei medesimi ghiacci, o anche Verdone appassionato di versi di poiane e cuculi con Sordi; su tutto alla fine resta un meglio di no, “lassamo perde, nun me fa’ di’!”
“La collaborazione con Sea Watch inizia con un mese di volontariato nel maggio 2016. Una esperienza che la segna e la spinge nel 2017 a intensificare la collaborazione volontaria con l’Ong specializzata in aiuto umanitario e soccorso in caso di calamità …”, e anche di fronte a questo curriculum il medio salviniano (e, perchè no, l’alleato grillino) trova un nuovo “… anvedi ‘sta str…!”.
Aggiungete che la nave batte bandiera olandese, dunque, sempre secondo quell’altro, il Capitano, “dovrebbe andare in Olanda”. L’intento umanitario, unito alle ottime referenze sociali, in questo caso appaiono un’aggravante, certamente agli occhi di un orizzonte culturale che non si sporge oltre le saghe di “Fantozzi” e “Amici miei”, anche in questo supportati dall’onnipresente Salvini che, sarà  forse un caso, proprio ieri sera, ospite di Paolo Del Debbio su Rete4, riferendosi proprio a chi dovesse obiettare circa la condotta del governo sui migranti, ha pronunciato convintamente un “Si faccino vedere” (sic), ottima prosa da troll che implica una sosta ospedaliera, ben lo sa chi abbia provato a indicare la complessità  delle cose, sentendosi rispondere di andare a farsi appunto visitare “da uno bravo”.
Riassumendo, costoro imputano alla capitana Carola d’essere “ricca”, di giungere alla cronaca politica da un contesto socialmente affluente, agiata dunque assente alle vere priorità , quei “lavori donneschi”, così come sulle pagelle del secolo scorso venivano indicati il taglio il cucito e forse anche d’orlo rapido al pantalone del maschio.
Vuoi vedere invece che, al contrario, lo si è già  detto, nel loro orizzonte da pomeriggio trascorso dall’elettrauto, arde al momento unicamente Salvini, innalzato come unico spinterogeno capace di innescare la doverosa scintilla di un razzismo finalmente legittimato in nome dell’amor proprio, per sentimento nazionale, rionale, da guardiola, di più, sottoscala: perchè le coste sono nostre, e allora se ne andassero a fanculo in Olanda.
Un istante ancora, ed ecco che dagli oblò di Twitter e Facebook c’è modo di trovare affacciato il corrispettivo femminile antitetico alla capitana Carola, turpi facce da troniste, modellate nel glamour tatuato del “Chiudiamo i porti!”, cui seguono i meme di scherno verso i soliti “sinistri”, “comunisti con Rolex”, così all’ombra di tragici orecchini che arredano facce di supplici di De Filippi e D’Urso, anche queste campionesse pronte a reggere la sdraio gestatoria del Capitano
Una foto che risponde al piccino laboratorio lombrosiano da social sovranista che ama indicare tutti gli altri, la controparte, come una razza di mangiapane a tradimento, posto che, dimenticavo di dirlo, il cavaliere e l’amazzone che dovessero apprezzare Salvini trovano irrilevante ogni possibile corruzione che sfiori la Lega, niente domande al loro Matteo su dove siano finiti quei 49 milioni, conta piuttosto che, ministro degli Interni in testa, la condotta poliziesca e repressiva diventi pratica permanente, e se dovesse servire, se sarà  il caso, scenderanno anche loro a prendere a calci in culo i “parassiti”, quelli che vorrebbero l’Italia invasa dagli stranieri
E intanto che Salvini, con la solita cantilena da Orso Yoghi offerta nei video, insiste a dire che “chi sbaglia paga, non solo questa sbruffoncella della comandante che fa politica sulla pelle degli immigrati”, ecco che pure la Meloni è lì a pretendere una ribalta nell’occupazione della fascia destra, invocando testualmente l’affondamento della Sea Watch, così i un gioco al rilancio della piccineria razzista mostrata invece in forma di vero sentire nazionale, perchè non vorrai forse tollerare che Salvini strappi a Fratelli d’Italia la ciliegia che proprio Giorgia ritiene propria di diritto ereditario?
Nell’odierno Mercante in fiera degli orrori politici, giusto per non farsi mancare nulla, tra gli sputi incrociati ai migranti colpevoli d’essere poveri, meglio, di avere come unico passaporto la propria miseria, occorre altresì constatare l’arrivo di alcuni aspiranti comprimari, in veste di servi di scena del copione salviniano, redivivi, rigenerati, pronti a mostrare, a partire dalla propria prossemica, cioè invadendo lo spazio dei talk, la propria dialettica a favore della voce del nuovo padrone, davvero invidiabili nella loro duttilità  attitudinale.
Sullo sfondo tragico di una compagine di incapaci che maschera ogni proprio limite aizzando la plebe in nome di un nuovo razzismo antropologico, si evidenzia, perfino lessicalmente, l’assenza dell’opposizione, posto che Zingaretti, assente ingiustificato a Lampedusa diversamente dai nostri nuovi eroi distesi inermi sotto coperta, interpellato sullo stato generale delle cose, ha trovato appena queste parole: “Dal governo solo pannicelli caldi”.
Si può mai ribattere con il nulla a chi nel frattempo è lì a orinarti in testa dalla veranda? Dimenticavo, dalla veranda abusiva. Si potrà  mai consentire ai concessionari di una così brutta umanità  di provare a dare lezioni di morale?

(da “Huffingtonpost”)

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SEA WATCH, LA PROCURA DI ROMA INDAGA SUL GOVERNO: IPOTESI DI SEQUESTRO DI PERSONE

Giugno 28th, 2019 Riccardo Fucile

IL PRECEDENTE SEMPRE DELLA SEA WATCH A SIRACUSA, TRASMESSO POI ALLA PROCURA DI CATANIA

Sul caso Sea Watch 3 adesso indaga anche la Procura di Roma. Ma se in Sicilia i fari sono puntati sul comportamento della Ong tedesca, nella Capitale la situazione è diversa e i protagonisti potrebbero essere altri: l’inchiesta è mirata a capire se sia stato commesso un reato impedendo, per 15 giorni, lo sbarco a 42 migranti.
Scrive oggi Il Fatto Quotidiano in un articolo a firma di Valeria Pacelli:
Il fascicolo romano — affidato al sostituto procuratore Sergio Colaiocco e per ora senza indagati nè reati —è stato aperto dopo il deposito dell’esposto del Garante nazionale dei diritti dei detenuti, Mauro Palma, il quale ha chiesto di valutare “la situazione” che definisce “conseguenza” sia delle scelte della Ong battente bandiera olandese “sia delle azioni fin qui compiute dall’Autorità  del nostro Paese”.
I magistrati quindi dovranno decidere se e per quali reati procedere
In fascicoli su casi analoghi, è stato configurato in passato il sequestro di persona.
È successo per esempio nel marzo scorso quando a Roma è stata aperta un’indagine su una vicenda simile: era gennaio e sempre la Sea Watch 3 ha dovuto attendere 12 giorni davanti al porto di Siracusa prima dell’autorizzazione allo sbarco.
In questo caso, i pm capitolini hanno iscritto per sequestro di persona (senza però indagare nessuno) e poi trasmesso gli atti alla Procura di Siracusa, che a sua volta, li ha immediatamente consegnati ai colleghi di Catania, dove ha sede il Tribunale dei ministri.
I motivi che hanno spinto i magistrati di Catania ad archiviare adesso però diventano fondamentali per analizzare questo nuovo caso Sea Watch.
La Procura di Roma ha infatti chiesto nei giorni scorsi copia delle motivazioni e solo dopo averle lette il pm Colaiocco —facendo un’attenta valutazione anche delle conseguenze del decreto Sicurezza bis — prenderà  una decisione anche sul fascicolo appena aperto.

(da “NextQuotidiano”)

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MOAVERO: “FRANCIA, GERMANIA, PORTOGALLO, LUSSEMBURGO E FINLANDIA DISPONIBILI AD ACCOGLIERE I 40 PROFUGHI DELLA SEA WATCH”

Giugno 28th, 2019 Riccardo Fucile

LA UE: “ORA FATELI SBARCARE”… POTEVANO SBARCARE 15 GIORNI FA, MA QUALCUNO DOVEVA ACCONTENTARE I SUOI FANS, I “BUONI PADRI E MADRI DI FAMIGLIA”

Fonti della Farnesina hanno fatto sapere che a seguito del lavoro svolto – su istruzioni del ministro Enzo Moavero Milanesi, in stretta correlazione con la Commissione europea – Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo e Finlandia sono disponibili ad accogliere migranti imbarcati sulla nave Sea Watch.
La portavoce della Commissione europea, Natasha Bertaud, ha però dichiarato che lo “sforzo solidarietà ” con la ridistribuzione dei migranti a bordo tra gli Stati membri Ue “può essere messo in atto solo se e quando lo sbarco sarà  permesso”.
Quello che si sarebbe potuto fare 15 giorni fa se qualcuno non avesse dovuto istigare all’odio i “buoni padri di famiglia”, solo per fare la guerra a chi aiuta i disperati invece che finanziare i trafficanti della Guardia Costiera libica con i nostri soldi.

(da agenzie)

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SALVINI RISCHIA DI FARE LA FIGURA DEL FESSO SULLA SEA WATCH

Giugno 28th, 2019 Riccardo Fucile

SE IL PREFETTO FORZA LA LEGGE NE RISPONDE DI PERSONA, INSIEME A TUTTA LA CATENA DI COMANDO … I PRECEDENTI GIURIDICI E LE LEGGI DANNO RAGIONE A CAROLA

La capitana della Sea Watch Carola Rackete è stata iscritta nel registro degli indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violazione dell’articolo 1099 del codice della navigazione contestato al comandante che non obbedisca all’ordine di una nave da guerra nazionale.
Dalla procura sottolineano che è un atto dovuto dopo l’informativa della Guardia di finanza trasmessa agli uffici giudiziari di Agrigento.
In realtà  però ci sono buone probabilità  che le due contestazioni non portino a nulla. L’avvocato Giorgio Bisagna, esperto di diritto dell’immigrazione. difese il presidente dell’associazione umanitaria Elias Bierdel e il comandante della nave Cap Anamur, Stefan Schmidt che, nel 2004, dopo aver soccorso un gruppo di migranti in mare, disobbedì al divieto di ingresso in acque italiane e attraccò a Porto Empedocle.
I due vennero arrestati e processati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, insieme al primo ufficiale Vladimir Dachkevitce, ma furono assolti. “La legge italiana — ha ricordato Bisagna — e le norme internazionali impongono l’obbligo di prestare soccorso a chi si trova in pericolo in mare“.
In realtà , come ha spiegato Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, Salvini avrebbe voluto far scattare subito il sequestro della nave e quando si è capito che la magistratura non avrebbe disposto alcun provvedimento, si è deciso di approfondire la possibilità  di arrivare al «fermo amministrativo». Una misura che potrebbe essere firmata anche oggi:
Secondo il decreto sicurezza «in caso di violazione del divieto di ingresso, transito o sosta in acque territoriali italiane, notificato al comandante» scatta la multa da 10 mila a 50mila euro ed è quello che Sea Watch dovrà  pagare per non aver rispettato l’intimazione a rimanere nelle acque territoriali dopo che l’Italia aveva negato il rilascio del Pos (il permesso a entrare nel porto sicuro).
Lo stesso provvedimento prevede però che «in caso di reiterazione commessa con l’utilizzo della medesima nave, si applica la sanzione accessoria della confisca della nave, procedendo immediatamente a sequestro cautelare».
Alcuni giuristi ritengono che la «reiterazione» si riferisca ad episodi diversi, mentre al Viminale si pensa sia sufficiente quanto accaduto ieri pomeriggio, quando la nave – dopo essere rimasta per ore alla fonda davanti al porto di Lampedusa – ha acceso i motori e si è ulteriormente avvicinata.
«In questo modo ha ulteriormente forzato il blocco», dicono. Proprio su questo potrebbe essere consegnata al prefetto di Agrigento anche una relazione di servizio della Guardia di Finanza che è salita a bordo proprio per convincere la comandante a desistere, paventando la possibilità  di una soluzione imminente.
Nell’informativa verrebbe confermato il tentativo di ingresso creando così le condizioni per mettere i sigilli.
Alessandra Ziniti su Repubblica oggi disegna invece un altro scenario che comprende l’utilizzo del decreto sicurezza bis, che sarebbe però un’arma spuntata:
Salvini ha infatti compreso che, diversamente da quanto ha dichiarato, il pallino non è nelle mani della magistratura ma del prefetto, sua diretta emanazione.
E infatti la Procura di Agrigento sta a guardare. Di più: il decreto sicurezza-bis ha paradossalmente alleggerito le pene per le navi Ong che dovessero violare i divieti di ingresso
La condotta che prima era sanzionata penalmente adesso viene punita solo con una multa e con la confisca della nave, ma solo in caso di reiterazione del reato (e qui siamo alla sua prima applicazione).
Dunque Carola Rackete potrebbe sbarcare i migranti, beccarsi la multa e portarsi via la nave.
Intanto Sea Watch attende una soluzione. “La nave deve entrare, ma non vogliamo farlo senza collaborazione, coordinamento e supporto delle autorita’.
La nave è grande e la struttura portuale di Lampedusa è piccola, c’è molto traffico”, dice Giorgia Linardi, portavoce Sea Watch, in collegamento video da Lampedusa dalla Stampa Estera.
“Finchè non arrivano a compiere atti disperati o a sentirsi veramente male — spiega Linardi- non hanno il diritto di toccare terra. Abbiamo il dovere di portare queste persone a terra” .

(da “NextQuotidiano”)

argomento: Giustizia | Commenta »

A BORDO DELLA SEA WATCH: “SONO A UN PASSO DALLA PAZZIA COLLETTIVA, FATELI SCENDERE”

Giugno 28th, 2019 Riccardo Fucile

“IL CALDO E’ ATROCE, FA USCIRE DI SENNO”: LA DENUNCIA DEI TESTIMONI A BORDO

Sotto il sole cocente di Lampedusa, protetti solo da un tendalino che nulla può contro il caldo atroce che annebbia la vista.
Accampati sul pontile, i quaranta migranti che da più di due settimane vivono sulla Sea Watch non capiscono perchè non li facciano sbarcare. Sono avviliti: vedono di fronte a loro Lampedusa, quasi possono afferrarla con la mano.
L’incomprensione alimenta la disperazione, che aumenta ogni minuto che passa. L’unica idea, chiara, che si fa largo a bordo è che per poter scendere devi stare male. E più stai male più sono le chance di toccare terra. Come il ragazzo trasportato stanotte a Lampedusa per i dolori insopportabili all’addome, “forse è una peritonite o anche peggio”, girava voce sulla Sea Watch.
“Qui gli attimi di normalità  si alternano a scoppi di angoscia, la paura è che da un momento all’altro qualcuno si butti in acqua e inizi a nuotare verso il porto”. Matteo Orfini è uno dei cinque parlamentari italiani che hanno trascorso la notte a bordo della nave dell’Ong tedesca: “Questa imbarcazione non è fatta per ospitare persone, è fatta per salvarle e basta. I servizi igienici non bastano per tutti, il caldo è insopportabile, si vedono situazioni davvero critiche. Stress fisico, ma soprattutto psicologico che porta le persone, un attimo prima tranquille, a esplodere in momenti di disperazione straziante”, racconta ad HuffPost.
Ai parlamentari il servizio d’ordine della nave ha chiesto di fare la guardia per controllare che nessuno compia atti estremi: come gettarsi oltre il parapetto o procurarsi lesioni gravi pur di convincere le autorità  a farli sbarcare.
A un passo dalla pazzia collettiva: “Il caldo fa uscire di senno, il porto è qui di fronte, lo vedo mentre ti parlo. Le persone a bordo non capiscono perchè. E questo incrementa lo stress psicologico”. Una situazione pronta a esplodere, senza nemmeno un motivo specifico se non l’inerzia di una condizione che va peggiorando.
Negli stessi minuti arriva a bordo la notizia che la capitana della Sea Watch Carola Rackete è indagata dalla procura di Agrigento per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. “Non c’è particolare sconforto per il momento, era una notizia attesa d’altronde”, continua Orfini. Quello che conta ora è che i migranti scendano al più presto.
“Quello che sulla terraferma non si percepisce è che la nave non è attrezzata per tutte queste persone, non ci sono posti per farli dormire, non ci sono bagni a sufficienza, non c’è riparo, se non una tenda, dal sole che fa perdere la lucidità . La situazione è ingestibile”.
“Dopo il caso di stanotte del ragazzo fatto scendere con il fratello per i dolori, sempre più persone si stanno convincendo che l’unico modo per arrivare a terra è stare male”, dice ad HP Riccardo Magi, anche lui membro della delegazione parlamentare a bordo della Sea Watch. “Questo spiega bene lo stato di necessità  che ha portato la capitana Carola a forzare il divieto di entrare in acque italiane. Col tempo sarà  appurato che la Sea Watch non ha violato il diritto internazionale, ma ora conta solo portare le persone al sicuro. E qui non lo sono”.
Sulla nave si è tornato a sperare in una soluzione dopo che una manciata di Paesi europei si è fatta avanti per la distribuzione delle persone a bordo. “Non possono più stare qui, devono scendere al più presto”, dice ancora Magi. La distribuzione però avverrà  solo dopo lo sbarco, fanno sapere da Bruxelles. Una condizione che al ministro dell’Interno Matteo Salvini forse non piacerà : pretende impegni chiari e precisi da parte degli altri Stati Ue prima di autorizzare la nave a entrare nel porto. Nel frattempo i quaranta migranti restano a fissare da lontano Lampedusa, accampati alla meglio sul pontile. Sanno cosa stanno aspettando da 15 giorni: il permesso di scendere. Quello che non sanno è perchè.

(da “Huffingtonpost”)

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GERMANIA, NEONAZISTI SI PREPARAVANO AD UCCIDERE: LISTA DI POLITICI DA ELIMINARE, AVEVANO AQUISTATO I SACCHI PER TRASPORTARE I CADAVERI

Giugno 28th, 2019 Riccardo Fucile

RAPPORTO DEI SERVIZI: 12.000 PRONTI ALLA VIOLENZA, TRA LORO ANCHE POLIZIOTTI E MILITARI

Avevano persino ordinato 200 body-bag, cioè sacchi sigillati che servono ad accogliere i cadaveri. E la calce viva, con tutta probabilità  per cancellare le prove.
Un gruppuscolo di neonazisti del nord Germania, radicato in Brandeburgo e in Meclemburgo-Pomerania anteriore, aveva intenzioni pericolose: secondo fonti dell’Ufficio per la difesa della Costituzione (BfV, i servizi di sicurezza interni della Repubblica federale), i militanti della “Croce del Nord” avevano anche compilato una lista di 25mila nomi, con politici della Spd, dei Verdi, della Sinistra ma anche della Cdu, considerati “amici degli immigranti” per l’impegno politico svolto.
L’elemento più preoccupante è la partecipazione di personale della polizia, o di militari della Bundeswehr, che secondo gli inquirenti hanno utilizzato i computer e le informazioni di servizio per compilare la “lista nera”, e hanno accesso alle armi d’ordinanza. Un militante è ancora membro attivo del corpo speciale della polizia.
Il gruppo comunicava con chat criptate sul network Telegram: secondo l’agenzia Rnd, il nucleo centrale dell’organizzazione era composto da una trentina di esperti di survival che si preparavano al “giorno X”, quando l’ordine pubblico fosse crollato per l’arrivo di un’ondata di profughi o per attacchi di matrice islamica.
Per il momento, l’impegno maggiore dei neonazi era quello di ampliare l’organizzazione, cercando persone di ideologia simile in tutto il nord Germania.
Le indiscrezioni sull’indagine della “Croce del Nord” compaiono proprio nelle stesse ore in cui il BfV pubblica il suo rapporto annuale sulle minacce allo Stato: secondo il documento, in Germania sono presenti 24.100 estremisti di destra, di cui 12.700 “orientati alla violenza”, contro 32mila estremisti di sinistra (novemila pronti alla violenza), 30mila stranieri di ideologia estremista e quasi 27mila islamisti radicali.
Dopo la pubblicazione del rapporto, il ministro degli Interni Horst Seehofer ha sottolineato la necessità  di usare criteri molto severi con i nostalgici.
Ma in questi giorni il dibattito è forte: l’assassinio del politico dell’Assia Walter Là¼bcke, considerato “amico degli immigrati” ad opera di un neonazista apparentemente in azione da solo, ha rinnovato l’allarme.

(da agenzie)

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CAPITAN NUTELLA VUOLE CHE ARRESTINO ANCHE I PARLAMENTARI A BORDO DELLA SEA WATCH, MAGI RISPONDE: “QUESTO E’ UN FOLLE”

Giugno 28th, 2019 Riccardo Fucile

“MI DENUNCI PURE, IO AL PROCESSO CI VADO, NON SCAPPO COME LUI”… RETROMARCIA DI SALVINI: “NON L’HO MAI DETTO”, MA IL TWEET E’ IL SUO

Un tweet di Salvini, che attacca i politici saliti a bordo della Sea Watch (“vanno arrestati”), scatena la reazione del deputato di +Europa Riccardo Magi.
Scrive Magi su Twitter: “Siamo ormai alla follia. Mi denunci pure se vuole. Io al processo ci vado, non scappo come lui”.
“Impossibile ragionare su comuni basi di civiltà  giuridica con quel tizio: ha portato disgustosamente il livello del dibattito alla brutale rissa da piazza di paese, tra il compiacimento dei suoi elettori. Non se ne esce. Che schifo infinito” scrive Esedra.
Salvini ha successivamente rettificato:”Non l’ho mai detto. Gli auguro buona gita”.
Peccato che il tweet lo abbia davvero scritto, ecco il testo:
“Solo in Italia ci sono politici che vanno a bordo di una nave che se ne è fregata delle leggi. Vanno arrestati. Ho scritto al mio collega olandese, non mi ha risposto. Non voglio fare la figura del fesso”

(da agenzie)

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LA MIA PRIMA NOTTE SULLA SEA WATCH

Giugno 28th, 2019 Riccardo Fucile

CRONACA DALLA NAVE BLOCCATA DAVANTI A LAMPEDUSA DAL MINISTRO DELL’ODIO

Alle 4,30 Riccardo Magi mi sveglia. È il mio turno. Stanotte la nostra breve crociera sulla Sea Wacht3 prevede una rotazione per dare una mano all’equipaggio nella guardia sul ponte.
Ieri sera la Capitana Carola ci ha chiesto di farlo. Dopo la nuova evacuazione medica necessaria per fornire cure adeguate ad un ragazzo affetto da una probabile ernia inguinale, c’è qualche preoccupazione in più a bordo. Non è difficile intuirne i motivi.
La motovedetta si allontana con il malato e col fratello minore intorno a mezzanotte. Gli altri naufraghi vedono terra, lì vicino. In mare tra l’altro, le distanze sembrano sempre più corte di quanto non sia in realtà . E dopo oltre 15 giorni dal salvataggio, stress e fatica possono diventare un impasto difficile da gestire.
La paura è che qualcuno, esasperato possa lanciarsi in mare, per forzare i tempi. Per cercare di arrivare a terra in qualche modo. Magari recuperato da una delle motovedette che girano costantemente intorno a noi. La giornata di ieri è passata aspettando, ancora una volta, qualche segnale di ragionevolezza.
Quando la nave si è avvicinata alla costa e l’equipaggio ha cominciato a preparare i gommoni per essere pronto a sbarcare i migranti la guardia costiera e la guardia di finanza sono salite a bordo. Hanno chiesto alla capitana di non forzare ulteriormente la mano. Di aspettare. C’è una soluzione in arrivo le hanno detto.
Oggi vedremo. Certo che questa vicenda non può essere trascinata a lungo. In questi giorni a Lampedusa sono arrivate più di cento persone. Migranti che entrano in porto a bordo di barchini di fortuna. Arrivano spesso nella notte o alle prime luci dell’alba. Oltre cento persone sbarcate mentre le 42 persone che da ieri notte sono rimaste in 40 restano bloccate.
Una situazione surreale che non ha nulla a che vedere con la gestione dei flussi migratori. Nè con la retorica falsa e mistificatoria dell’invasione. I migranti della Sea Wacht3 non sbarcano perchè sono un materiale prezioso. Sono la prima formidabile incarnazione del decreto sicurezza bis. Per il ministro del disordine valgono moltissimo.
Qui si sperimenta per la prima volta questo nuovo stadio della brutalità  legislativa. Qui la guerra senza quartiere contro chi organizza e pratica solidarietà , compie un altro formidabile passo in avanti. E così in questo impressionante rovesciamento di senso la propaganda fiorisce sempre di più. Dopo i deliri di Giorgia Meloni che da una terrazza di Montecitorio chiedeva l’affondamento della nave pirata, adesso Salvini chiede di arrestare questa ciurma di canaglie.
Manette. Occorre esibire lo scalpo. In fondo perchè stupirsi. Non vorrete mica pensare che ci si debba preoccupare se a Piacenza arrestano il presidente di un consiglio comunale perchè accusato di essere in odor di ‘Ndrangheta. O se un sottosegretario è costretto a dimettersi dopo un lungo tira e molla per una inchiesta in cui c’è un po’ di tutto, tra corruzione e interessi di altri settori della criminalità  organizzata.
O, se un intreccio un po’ fetido tra settori della magistratura e della politica scuote alcune tra le più importanti istituzioni del paese. Dell’evasione poi nemmeno a parlarne. Quei 100 e più miliardi l’anno cosa volete che siano. Cosa è tutto questo di fronte al più infame e terribile dei reati. La solidarietà . Tutte le forze e le risorse siano mobilitate. Combattere questa colpa. Estirparne le radici.
Casomai a qualcuno venisse in mente di provarci ancora. Guerra quindi alle terribili ong. Sea Wacht, Open Arms, la “nostra” Mediterranea. Favoreggiatori di umanità . Finisco di scrivere con l’alba. In attesa che arrivino i delfini a dare a tutte e tutti un buongiorno giusto.
Gli altri parlamentari stanno dormendo dopo aver fatto i loro turni. La notte la abbiamo passata sul ponte. Su tre comodi materassi messi uno accanto all’altro. Abbiamo fatto una specie di “campo largo”. Una di quelle figure mitologiche del dibattito politico e spesso un po’ politicista che occupa la scena italiana a sinistra.
Questo accampamento in ogni caso serve a qualcosa. Ora magari proviamo a dargli un senso. La prossima settimana si vota la proroga delle missioni. Basta con la missione in Libia. Basta con i regali di motovedette e con la collaborazione con la cosiddetta guardia costiera libica. In fondo non serve molto a capire che non si può affidare il salvataggio di chi fugge dall’orrore a chi quell’orrore lo organizza e lo gestisce.
In fondo anche questa storia nasce un po’ da lì.

Nicola Fratoianni
(da “Huffingtonpost”)

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