Luglio 23rd, 2019 Riccardo Fucile
SCOPPIA IL CAOS NEL M5S, IL SEN. AIROLA SE NE VA… L’ENNESIMO TRADIMENTO DI UN PARTITO DOVE ORMAI CONTANO SOLO POLTRONE E STIPENDI
Scritta dal premier Giuseppe Conte ma con la firma in calce di Danilo Toninelli. Ammesso che il ministro dei Trasporti abbia intenzione di condividere la lettera che dirà “Sì” alla Tav.
E non è un caso infatti se in queste ore si incorrono voci su possibili dimissioni del titolare del Mit.
Venerdì l’Italia invierà all’Inea, l’Agenzia esecutiva per l’innovazione e le reti della Commissione Europea, la missiva decisiva sul futuro della Tav.
E infatti l’Alta velocità Torino-Lione, tra i 5Stelle, è già stata ribattezzata ironicamente la “Tav zero” per parafrasare l’ormai famoso “mandato zero”, cioè il primo mandato dei consiglieri comunali grillini che non sarà conteggiato. In sostanza, così come nelle ultime quarantotto ore è venuta meno la regola del doppio mandato, a breve cadrà anche il No alla Tav.
Il governo si appresta quindi a confermare i finanziamenti europei e comunicherà l’intenzione di rispettare gli impegni e le scadenze concordate con l’Europa sull’Alta velocità Torino-Lione.
Sul tavolo ci sono anche le ipotesi di accettare i fondi spiegando che il progetto sarà revisionato nella parte italiana e una parte dei fondi, formo restando la realizzazione dell’opera, sarà destina a altre infrastrutture.
In caso di risposta negativa l’Italia perderebbe invece non solo i fondi europei ma dovrebbe restituire anche quelli già ottenuti mettendo la parola fine all’Alta velocità . Nella dinamica internazionale il governo Conte non può permetterselo, ma anche sul fronte interno il premier Conte sa che la Lega non transige.
In cambio ha strappato un rallentamento della legge sull’Autonomia. “Con il sì all’Autonomia giovedì e il sì alla Tav venerdì saremmo scoppiati”, confessa un deputato grillino.
Il pallino è nelle mani del presidente del Consiglio, “la decisione ormai è politica”, viene spiegato. C’è però un cortocircuito.
La lettera la sta scrivendo Conte di suo pugno ma dovrà necessariamente essere firmata da Toninelli. Fonti del ministero dei Trasporti confermano che è un dossier interamente in mano al premier e con un “vediamo” il Mit attende di sapere cosa ci sarà scritto nella lettera.
Quindi tutto può succedere. “Vediamo cosa ci sarà scritto”, spiegano fonti dei Trasporti.
Il premier Conte dovrebbe chiedere la conferma dell’aumento dal 40% al 55% dei finanziamenti europei, un maggiore contributo da parte della Francia, ma quest’ultimo capitolo è tutto da negoziare e la negoziazione è in capo al ministero dei Trasporti. Infine dovrebbe mettere nero su bianco anche la richiesta di revisione dell’opera, in modo tale da far ingoiare il rospo a Toninelli.
Intanto però, nel Movimento 5 Stelle, cresce la tensione in vista di quello che nei fatti sarà un “sì” alla Tav.
Il capofila è proprio Toninelli, sotto attacco del vicepremier leghista ma colpito anche dal fuoco amico, non ultimo l’affondo di Max Bugani e il tweet sibillino di Stefano Buffagni, con tanto di plauso del viceministro leghista all’Economia Massimo Garavaglia.
Rumors interni alla squadra di governo – raccolti dall’Adnkronos – parlano di un possibile passo indietro del responsabile del Mit nel caso Conte dovesse dare il via libera alla Torino-Lione senza la richiesta di rivedere l’opera.
Per prendere il suo posto si starebbe già scaldando Mauro Coltorti, senatore M5S e ministro designato da Di Maio prima delle elezioni politiche.
C’è poi il fronte degli intransigenti guidato dal senatore Alberto Airola che si dimetterebbe in caso di Sì alla Tav.
Ma c’è anche quello che ormai ha preso atto che le reminiscenze del passato vanno abbandonate per lasciare spazio all’Alta velocità .
(da “Huffingtonpost“)
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Luglio 23rd, 2019 Riccardo Fucile
MOAVERO CHIEDE “RAPIDO RILASCIO”… MA PERCHE’ NON INTERVIENE CAPITAN NUTELLA CON UNA TELEFONATA AI SUOI AMICHETTI SEQUESTRATORI?
Il peschereccio italiano ‘Tramontana’ di Mazara del Vallo, è stato sequestrato da una
motovedetta libica nel golfo della Sirte mentre, secondo le prime informazioni, si trovava nell’area insieme ad altre imbarcazioni.
Secondo i racconti arrivati alle autorità , l’imbarcazione sarebbe stata abbordata da un’unità navale libica con degli uomini armati che sarebbero saliti a bordo, dirigendo il peschereccio verso il porto di Misurata in Libia.
A bordo ci sarebbero sette membri dell’equipaggio: cinque italiani e due tunisini. L’imbarcazione, di proprietà dell’armatore Giuseppe Pipitone, è stata bloccata nelle prime ore del pomeriggio. A lanciare l’allarme, l’equipaggio di un altro peschereccio che si trovava nella stessa zona dove era in corso una battuta di pesca.
La notizia del sequestro è stata annunciata da una nota della Farnesina nella quale si sottolinea che il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi ha dato “istruzioni all’ambasciatore d’Italia, Giuseppe Buccino, di adoperarsi prontamente con la massima efficacia al fine del corretto trattamento e di un rapido rilascio dei membri dell’equipaggio e dell’imbarcazione, costretta a dirigersi verso il porto di Misurata”.
“La Farnesina precisa che non sono ancora chiare le ragioni del sequestro, verosimilmente legate ad attività di pesca, in acque peraltro definite ad “alto rischio” e dunque sconsigliate da parte del Comitato Interministeriale per la Sicurezza dei Trasporti e delle Infrastrutture”.
C’erano altri 7 pescherecci nella zona in cui è stato sequestrato il peschereccio Tramontana della marineria di Mazara del Vallo.
L’abbordaggio è avvenuto a 60 miglia a nord est da Misurata. La segnalazione è giunta attorno alle 14.30 attraverso l’armatore dell’imbarcazione Giuseppe Pipitone che è a sua volta proprietario di un’altro peschereccio, il Grecale, che era in zona.
Uno dei 7 membri dell’equipaggio del Tramontana ha raccontato all’armatore quanto stava accadendo a bordo, parlando anche di alcune mitragliate in aria, per intimare l’alt.
Adesso è diretto verso il porto di Misurata, scortato da una motovedetta libica. Nella zona è presente una nave della Marina Militare che sta monitorando le procedure e ha rassicurato le autorità sulle condizioni dell’equipaggio del Tramontana.
“Ci giungono notizie che il capitano Nicolò Bono e gli altri sei componenti dell’equipaggio del motopesca Tramontana, fermato oggi pomeriggio da unità navali libiche a circa 60 miglia a est dal porto di Misurata, stanno bene”.
Lo dice il sindaco di Mazara del Vallo Salvatore Quinci. “Il motopesca starebbe proseguendo la navigazione verso un porto libico con militari libici a bordo – afferma il sindaco – Ci conforta che la Farnesina stia seguendo la vicenda con grande attenzione e confidiamo che l’azione diplomatica porti al rilascio del natante e dell’equipaggio. Siamo in contatto con la Capitaneria di porto e le autorità diplomatiche”.
(da agenzie)
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Luglio 23rd, 2019 Riccardo Fucile
ACCUSATO DI CONCUSSIONE, PECULATO E ABUSO D’UFFICIO
Usava l’auto del Comune per sè. Faceva lavorare un suo collaboratore in una ditta che aveva appaltato lavori del Municipio.
E ha installato a spese delle casse pubbliche un impianto di videosorveglianza nel suo ufficio dopo aver scoperto le cimici messe dai magistrati.
Accusato di concussione, peculato d’uso e abuso di ufficio, il sindaco di Apricena, in provincia di Foggia, Antonio Potenza, deve proprio essere stato scelto con cura dal suo referente politico Matteo Salvini, con cui esibiva la classica foto d’ordinanza.
La prima storia raccontata nell’ordinanza è quella dell’auto del municipio: “Questa è la macchina del Comune, guarda che mostro, sai a quanto va… quanto l’abbiamo pagata? Cento, centotrenta euro al mese paghiamo, tutte cose, tutto compreso tranne la nafta, ma questo solo la pubblica amministrazione può avere questi…”, diceva Potenza il 18 gennaio dello scorso anno.
La frase è estrapolata dall’intercettazione ambientale captata all’interno della Opel Mokka di una società in leasing utilizzata dal Comune di Apricena per le esigenze d’ufficio e da Antonio Potenza “per effettuare alcune commissioni di natura privata“. Nell’ordinanza, il Gip riporta due episodi in particolare valsi al primo cittadino — tra le altre — l’accusa di peculato d’uso. “Il 18 gennaio 2018 — si legge — Antonio Potenza utilizzava la vettura di servizio per recarsi al commissariato di P.S. di San Severo (…) Dopo aver terminato il servizio, il sindaco (e un’altra persona, ndr) risalivano in auto per recarsi a Foggia presso la nuova sede dell’Asl, sita in viale Fortore, per il disbrigo di una pratica curata dallo studio privato di ingegneria del Potenza, in ordine al rilascio di alcune autorizzazioni”.
Ma l’episodio più comico è la reazione del sindaco dopo aver scoperto che c’erano due cimici nel suo ufficio: Potenza ha “affidato direttamente un incarico pubblico a un tecnico sua persona di fiducia per realizzare l’impianto di videosorveglianza presso il Comune” in provincia di Foggia.
E’ quanto scrive il Gip motivando i gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di abuso d’ufficio. “Nell’immediatezza dei fatti — si legge nell’ordinanza — il sindaco Antonio Potenza commissionava al tecnico l’acquisto e il montaggio di un impianto di video sorveglianza da installare nel proprio ufficio e da addebitare successivamente alle casse comunali, mediante l’emanazione di Determina Dirigenziale a parte del dirigente del III settore — Lavori Pubblici e Patrimonio del Comune di Apricena”.
Il fine, secondo il giudice, era quello di “’bonificare’ i luoghi all’interno dei quali svolgeva sia le proprie attività istituzionali sia quelle professionali/private per rinvenire eventuali microspie. “Potenza — si legge ancora nell’ordinanza — ha commissionato (senza averne alcuna competenza) al tecnico l’installazione di un sistema di videosorveglianza presso la sede del Comune di Apricena, in assenza d qualsivoglia atto amministrativo da parte del Dirigente competente”.
Nell’inchiesta sul presunto sistema di condizionamento delle gare pubbliche nel Comune di Apricena, in cui per altri episodi sono coinvolti anche il sindaco Antonio Potenza, un assessore e un imprenditore edile, tutti e tre arrestati, rientrano anche i lavori di miglioramento sismico della caserma dei carabinieri della cittadina in provincia di Foggia, finanziati, oltre che dall’ente locale, anche dalla Regione Puglia e oggetto di procedura negoziata di gara pubblica.
Secondo gli investigatori della Guardia di Finanza, che hanno condotto le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica, sarebbero stati inficiati da responsabilità di natura penale.
Gli elementi di prova raccolti hanno infatti consentito di accertare che il direttore dei lavori del Comune di Apricena, il responsabile del Settore III — Lavori Pubblici e Patrimonio dell’Ente ed il rappresentante legale della società aggiudicataria dei lavori avrebbero formato atti ideologicamente falsi relativi alla data di inizio dei lavori, inducendo in tal modo in errore la Regione Puglia e procurando alla società aggiudicataria un ingiusto profitto patrimoniale.
Infine, quando era ancora esponente di Forza Italia, avrebbe contattato un “collaboratore” insieme a Matteo Bianchi (anche lui ai domiciliari) nel corso dell’anno 2012, prima delle elezioni, affinchè desse una mano per la campagna elettorale in suo favore per la carica di sindaco di Apricena in cambio di un posto di lavoro “quale corrispettivo — scrive il Gip nell’ordinanza — dell’ausilio fornito per ‘portare voti’ al Potenza”.
Quando lo stesso collaboratore, al quale Potenza aveva già dato 1300 euro in contanti a titolo di compenso per l’aiuto nella campagna elettorale, chiede al neo sindaco di far lavorare tre piccoli artigiani muratori del posto per la ristrutturazione dei loculi cimiteriali comunali, “Potenza manifestava il proprio diniego, motivato sul presupposto che i lavori erano già stati promessi a un consigliere comunale (…) Il sindaco Antonio Potenza, per ‘dare un contentino’ al collaboratore, lo faceva lavorare in qualità di muratore per sette/otto giorni presso la ditta” alla quale aveva assegnato l’appalto.
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 23rd, 2019 Riccardo Fucile
LA SOLITA PASSERELLA INUTILE VISTO CHE LA MAGISTRATURA HA GIA’ FATTO CHIAREZZA… L’UNICA COSA CHE NON FA E’ QUELLO PER CUI SALVINI E’ STATO ELETTO: IL MINISTRO DEGLI INTERNI
E alla fine a Bibbiano ci andrà pure il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il vicepremier
lo ha annunciato sui suoi social, sarà a Bibbiano «per confermare il mio impegno, da papà e da ministro, in difesa di chi non si può difendere: giù le mani dai bambini!».
Una passerella completamente inutile visto che chi secondo i magistrati doveva essere sottoposto a misure di custodia cautelare è già stato fermato e chi doveva essere indagato è già stato indagato.
Che ci va a fare quindi Salvini in provincia di Reggio Emilia? Farà un video come hanno fatto i suoi alleati del M5S, che per l’occasione hanno “intervistato” madri e padri che dicevano di essere vittime del “sistema Bibbiano”?
Andrà a raccontare dei bambini sottoposti ad “elettroshock” che non erano tali e vittime di presunti “lavaggi del cervello?
Oppure se la prenderà con le lobby gay che attaccano la famiglia naturale?
Quello che è certo è che il ministro dell’Interno non ha alcun bisogno di andare a Bibbiano per confermare il suo impegno a difesa dei bambini (quelli italiani e quelli che annegano in mare).
Non soltanto perchè in Italia vige la separazione dei poteri, e quindi il titolare del Viminale non ha il compito nè di condurre le indagini nè quello di giudicare indagati ed eventuali imputati in un processo che deve ancora iniziare ma che ormai sui social è stato ampiamente celebrato.
Salvini va a Bibbiano perchè sa che è lì che lo vogliono i suoi elettori. Ma la sua presenza in questo piccolo comune dell’Emilia-Romagna è perfettamente inutile
Ma perchè Salvini non va a lavorare invece che andare a Bibbiano?
Ma Salvini, si sa, è attirato dalle tragedie o da tragici fatti di cronaca. Se ha deciso di andare a Bibbiano evidentemente si è fatto i suoi conti e ha visto che dal punto di vista dei consensi gli conviene mettere in scena l’ennesimo spettacolo anche se sicuramentei i buonisti, i sinistri o gli amici dei migranti lo criticheranno.
Lui non mancherà di mandare loro bacioni e abbraccioni, loro invece gli diranno che è uno “sciacallo” o un “avvoltoio”.
Salvini si sentirà minacciato, offeso, insultato e dirà che chi lo insulta non ha a cuore la sorte dei bambini italiani ma pensa solo ai migranti stranieri.
Naturalmente Salvini è liberissimo di andare a Bibbiano. Così come è libero di non andare ad Apricena dove un sindaco della Lega è stato arrestato e posto ai domiciliari nell’ambito di una indagine della procura di Foggia su presunte irregolarità nelle gare per l’aggiudicazione di commesse pubbliche.
Salvini è libero di battibeccare con Toninelli a proposito dell’incendio di una una cabina elettrica ieri a Rovezzano (Firenze) che ha tagliato in due il Paese. In fondo lui è il ministro della sicurezza, ma non quello dei trasporti (tranne quando bisogna dare ordine di chiudere i porti).
Salvini può liberamente decidere di non andare in Aula a riferire sul caso Savoini, sui presunti finanziamenti russi alla Lega e su Moscopoli.
Così come è libero di far finta che ieri non sia stata pubblicata l’intercettazione dove Arata parla dei 30mila euro da dare al suo fedelissimo Armando Siri.
Intercettazioni dove, tu guarda, si fa pure il nome di Salvini.
Il ministro dell’Interno può liberamente disinteressarsi del fatto che la proposta di legge sull’affido condiviso è basata sulle teorie di uno che diceva che la pedofilia e gli abusi sono “una cosa normale”.
E può pure ignorare il fatto che anche il DDL Pillon preveda la possibilità di togliere i figli alle madri o ai padri e di affidarli a comunità dove saranno “rieducati” alla bigenitorialità .
Salvini può fare davvero tutto in Italia. L’unica cosa che non fa è quello per cui è stato eletto: governare, fare il ministro dell’Interno, assumersi le sue responsabilità .
Lasciate che Salvini faccia Salvini, perchè evidentemente di dire dove sono i soldi per la Flat Tax o quelli per evitare l’aumento dell’Iva non è in grado di farlo.
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 23rd, 2019 Riccardo Fucile
“UN CICLO SI E’ CONCLUSO”… ESULTANO I SOVRANISTI, VIA LIBERA ALLA CORRUZIONE CON LA SCUSA DELLA “RAPIDITA'”
Raffaele Cantone lascia l’Anac. Dopo oltre cinque anni alla presidenza dell’Anticorruzione, lo annuncia lui stesso in una lettera sul sito dell’Autorità .
“Sento che un ciclo – si legge nel testo – si è definitivamente concluso, anche per il manifestarsi di un diverso approccio culturale nei confronti dell’Anac e del suo ruolo”. Cantone ha fatto richiesta per rientrare in magistratura, “che ho sempre considerato la mia casa”.
“Non posso più restare spettatore
La magistratura vive una fase “difficile”, che “mi impedisce di restare spettatore passivo”, aggiunge Cantone nella lettera in cui annuncia che lascia l’Anac e rientra in magistratura, ufficializzando una decisione di cui aveva informato nei giorni scorsi “il presidente della Repubblica, il presidente del Consiglio e vari esponenti del governo”.
“È una decisione meditata e sofferta” ma “credo sia giusto rientrare in ruolo in un momento così difficile per la vita della magistratura”.
“Tornerò all’Ufficio del massimario presso la Cassazione”, annuncia nella lettera, in cui ricorda come nei mesi scorsi avesse già presentato al Csm la candidatura per un incarico direttivo presso tre uffici giudiziari. Ma “nelle ultime settimane le dolorose vicende da cui il Csm è stato investito hanno comportato una dilazione dei tempi tale da rendere non più procrastinabile una decisione”. Per questo, annuncia, stamattina, “con alcuni mesi di anticipo, ho avanzato formale richiesta di rientrare nei ruoli della magistratura: un atto che implica la conclusione del mio mandato di presidente dell’Anac, che diverrà effettiva appena l’istanza sarà ratificata dal plenum”.
“L’Anac è un modello, ma non apprezzato come dovrebbe”
Quanto all’Autorità anticorruzione, scrive il magistrato, “istituita sull’onda di scandali ed emergenze, rappresenta oggi un patrimonio del Paese. Sono circostanze che dovrebbero rappresentare motivo di orgoglio per l’Italia, invece sono spesso poco riconosciute come meriterebbero”.
E conclude spiegando che lascia la presidenza “con la consapevolezza che dal 2014 il nostro Paese ha fatto grandi passi avanti nella prevenzione della corruzione, tanto da essere divenuta un modello di riferimento all’estero”.
“Naturalmente – rimarca Cantone – la corruzione è tutt’altro che debellata ma sarebbe ingeneroso non prendere atto dei progressi, evidenziati anche dagli innumerevoli riconoscimenti ricevuti in questi anni dalle organizzazioni internazionali (Commissione europea, Consiglio d’Europa, Ocse, Osce, Fondo monetario) e dal miglioramento nelle classifiche di settore”.
Zingaretti e De Micheli: “Preoccupati, il governo non smantelli l’Anac”
“Sono dispiaciuta e preoccupata” per le dimissioni di Cantone, dice Paola De Micheli, vicesegretaria dem ed ex commissaria per il sisma in centro Italia, che ringrazia il magistrato per “la dedizione e la professionalità di questi anni” ma rileva che le parole di Cantone sul “diverso approccio nei confronti dell’Anac” sono allarmanti.
E aggiunge: “La lotta alla corruzione ha bisogno non solo di sistemi efficienti ma anche della forza propulsiva dei governi verso le pratiche quotidiane della legalità . Cosa che questo governo non fa e temiamo continuerà a non fare”.
Sulla stessa linea il segretario del Pd, Nicola Zingaretti: “Mi unisco alle preoccupazioni di chi teme che questo governo voglia liquidare rapidamente l’esperienza di Cantone, il Pd si opporrà a questo disegno pericoloso e che riporterebbe indietro il Paese. Da amministratore e presidente di Regione, ho conosciuto il grande lavoro che ha portato avanti per fare dell’Anac un presidio di legalità . La corruzione è il primo nemico di chi ama l’Italia”.
Bongiorno: Anac importante ma non si può bloccare tutto
Sul ruolo svolto dall’Autorità in questi anni interviene la ministra della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno: “L’Anac ha evidenziato che la prevenzione è importante quanto la repressione. Ma, detto questo, alcune linee guida e regolamenti dell’Anac non riuscivano a coniugare l’esigenza della trasparenza con quelle dell’efficienza e della rapidità “.
Più velocità . meno controlli, più corruzione.
(da agenzie)
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Luglio 23rd, 2019 Riccardo Fucile
IL VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE AVEVA SCRITTO “AMMAZZATELI TUTTI QUESTE LESBICHE E GAY”
“E questi schifosi continuano imperterriti. Ammazzateli tutti ste lesbiche, gay e pedofili”,
la frase scritta su Facebook da Cannata che, dopo le polemiche per le sue parole, si è autosospeso dal gruppo di Fratelli d’Italia.
.L’avviso di garanzia è già stato notificato a Cannata, nei confronti del quale è stata eseguita anche una perquisizione, personale e informatica.
L’attività — precisa la Procura di Vercelli — ha consentito di attribuire “inequivocabilmente” a Cannata la responsabilità del post incriminato. In altre occasioni ha definito «feccia d’Italia» lesbiche e gay.
Oppure ha definito “questi schifosi comunisti” le persone che hanno partecipato alle sfilate del Pride condividendo un post che parlava dei cortei come del sintomo di una società malata di esibizionismo e di volgarità .
Mitica la risposta di Giorgia Meloni — che forse teme che si parli di FdI come del “partito di Cannata” — scarica brutalmente il vicesindaco dicendo in sostanza che non è mai stato uno dei suoi (mentre in realtà è stato eletto nelle liste di Fdi)
(da agenzie)
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Luglio 23rd, 2019 Riccardo Fucile
FORSE DOPO ALTRI DIECI EPISODI LE FORZE DELL’ORDINE RIUSCIRANNO A INDIVIDUARE I CRIMINALI RAZZISTI
Tre giovani migranti che stavano andando al lavoro nelle campagne del Foggiano questa mattina all’alba sono stati feriti da pietre lanciate da sconosciuti da un’auto in corsa.
Un episodio analogo si era verificato nella stessa zona il 15 luglio scorso contro altri due braccianti.
Il primo dei tre feriti, un giovane gambiano di 22 anni, è stato soccorso dalla polizia, intervenuta dopo una segnalazione, lungo la strada statale 89 all’altezza del bivio per San Marco in Lamis: il giovane era riverso a terra con una ferita alla testa. E’ stato colpito mentre andava al lavoro in bicicletta.
E’ stato medicato in ospedale dove la ferita è stata giudicata guaribile in una settimana. Al pronto soccorso i poliziotti hanno individuato altri due extracomunitari di 20 e 30 anni feriti da pietre lanciate sempre da un’auto in corsa nella stessa zona.
Ora gli investigatori dovranno accertare se il ferimento dei braccianti sia avvenuto contestualmente.
Con comodo, mi raccomando.
Le priorità sono difendere i confini
(da agenzie)
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Luglio 23rd, 2019 Riccardo Fucile
E AI SOVRANISTI COLLUSI CON GLI INQUINATORI: “SIAMO SOLO RAGAZZINI, NON AVETE IL DOVERE DI ASCOLTARCI. INVECE AVETE IL DOVERE DI ASCOLTARE GLI SCIENZIATI, E’ QUELLO CHE VI CHIEDIAMO”
L’attivista ambientalista Greta Thunberg ha preso la parola oggi a Parigi, nel quadro di
una riunione parlamentare sul clima. Il suo intervento è stato criticato da molti deputati della destra e dai sovranisti, che hanno invitato a boicottarlo.
«Ho delle buone e delle cattive notizie sul clima», ha detto Greta, aprendo il suo discorso, «inizio dalla buona: il mondo non finirà nei prossimi 11 anni, come ha detto qualcuno. La cattiva notizia è che da qui al 2030, se non facciamo niente, non saremo più in grado di tornare indietro sul cambiamento climatico».
«Alcune persone — ha detto Thunberg — hanno scelto di non partecipare a questa riunione oggi, alcune persone hanno scelto di non ascoltarci. Non è grave, dopotutto siamo solo ragazzini, non avete il dovere di ascoltarci. Invece, avete il dovere di ascoltare gli scienziati, ed è tutto quello che vi chiediamo».
Nel suo discorso, la sedicenne ha risposto agli attacchi che le sono stati rivolti. «Dicono che noi ragazzi esageriamo, che siamo degli allarmisti. Leggete l’ultimo rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, ci troverete tutte quelle che per voi sono “le nostre opinioni”».
Per limitare il riscaldamento climatico dobbiamo limitare le emissioni di CO2, ha detto Greta: «420 gigatonnellate di CO2» è tutto ciò che ci resta se vogliamo raggiungere l’obiettivo di un grado e mezzo di aumento della temperatura mondiale».Greta se la prende con la classe politica e con le grandi aziende: «Il più grande pericolo non è essere inattivi. Il più grande pericolo è quando i politici o le imprese fanno finta di agire».
Poi si chiede: «Come possiamo agire senza sembrare allarmisti? È la domanda che dobbiamo porci e che dobbiamo porre alle persone che hanno ruoli di responsabilità . Perchè i fatti scientifici sono chiari. E noi ragazzi non facciamo altro che comunicare dati scientifici».
(da Open)
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Luglio 23rd, 2019 Riccardo Fucile
ANTONIO POTENZA AVEVA OTTENUTO IL 70% ALLE ELEZIONI COMUNALI
Avrebbe favorito un imprenditore nell’aggiudicazione delle gare pubbliche.
Con queste accuse i militari della Guardia di Finanza di Foggia hanno arrestato e posto ai domiciliari il sindaco di Apricena, Antonio Potenza.
Ai domiciliari sono finiti anche un amministratore e un noto imprenditore impegnato – secondo indiscrezioni – nel settore marmifero. Invece per altre 12 persone, tra pubblici ufficiali e professionisti, sono scattate le misure interdittive.
Tutti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di reati contro la pubblica amministrazione, la “par condicio imprenditoriale”, la fede pubblica ed il patrimonio. Una inchiesta molto complessa, iniziata alcuni mesi fa, svolta attraverso intercettazioni ambientali, intercettazioni telefoniche e pedinamenti.
Secondo gli investigatori il sindaco Potenza avrebbe favorito nell’aggiudicazione delle gare pubbliche l’imprenditore nonchè suo amico.
Nel corso delle indagini sono stati accertati reati di natura fiscale, fatturazione per operazioni inesistenti, false dichiarazioni di redditi.
I militari avrebbero anche accertato un episodio di concussione.
Antonio Porenza è il primo sindaco leghista in Puglia.
ultime elezioni amministrative ha ottenuto il 71% delle preferenze battendo l’esponente del partito democratico Michele Lacci.
(da agenzie)
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