Luglio 20th, 2019 Riccardo Fucile
NELLA CENA TRA SALVINI E SAVOINI C’ERA ANCHE LUCA PICASSO, DIRETTORE NON SOLO DI CONFINDUSTRIA RUSSIA MA ANCHE DI UN’AGENZIA DI MODELLE CHE LAVORA CON OLIGARCHI RUSSI
Come racconta il Corriere della Sera, nella famosa cena segreta, con tanti avventurieri a tavola, c’era pure Luca Picasso.
Da un sommario esame di quel che fa in Russia, può fare quel che fa se ha buone relazioni con una qualche fila della nomenclatura di Mosca. Che non regala niente, è. disponibile se tu sei disposto a dare loro una mano. Ebbene, mister Picasso tra le altre cose ha in mano quello che da sempre è oro per i Servizi, nel gioco eterno dei dossier.
Picasso, infatti, ha anche creato un’ agenzia di modelle, la Moscow Starz. Il sito ieri, vedi caso, era fuori uso ma ancora lunedì lo indicava come fondatore.
L’ account Instagram dell’agenzia è invece attivo (ultimo post 26 febbraio scorso). Tra le foto di modelle ce n’è una del 30 giugno 2018 con la copertina di un magazine dedicata a Picasso.
Ma chi è questo Luca Picasso, un po’ uomo d’affari, un po’ procacciatore di modelle?
Picasso è di Milano, ha 48 anni, è laureato in Economia nell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Nel 2010 stava per essere eletto alla guida dei giovani di Assolombardia, ma la sua nomina viene ostacolata da tre probiviri per «l’evidenza di comportamenti personali e associativi ben lontani dal canone di rigorosa e sostanziale ineccepibilità richiesti dal codice etico», come riporta il Corriere della Sera.
Diventa vicepresidente di Tuvia Italia gruppo della Logistica. Nel 2012 ne fonda una filiale a Mosca. Nel 2014 fonda invece la Italian Companies for oil&gas (Icog).
Mentre per quanto riguarda la carriera in Confindustria Russia, sempre in quegli anni, diventa prima socio e poi direttore generale. Vive stabilmente a Mosca da almeno 5 anni anche se saltuariamente torna in Italia per promuovere degli incontri come quello nel 2017 il cui scopo era avvicinare le aziende italiane agli operatori russi nel settore dell’energia.
La parte più divertente però della carriera di Picasso è la sua agenzia per modelle: la Moscow Starz. Il sito è attualmente inaccessibile, mentre la pagina Instagram è ancora attiva. Il primo post risale ad ottobre 2017, l’ultimo allo scorso febbraio.
Il 30 giugno viene pubblicato un post: la copertina della rivista You are a model, in prima pagina l’intervista a Picasso che nella didascalia della foto viene indicato come «direttore generale dell’agenzia» . «Mi occupo di questo business perchè lo amo, lo trovo interessante, e può diventare redditizio quando si trova un certo numero di modelle disposte a trasferirsi all’estero», è riportato nel virgolettato.
(da Globalist)
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Luglio 20th, 2019 Riccardo Fucile
“NOI ESTRANEI A COMPORTAMENTI ILLECITI, MERANDA NON AVEVA ALCUN MANDATO DA PARTE NOSTRA”
Gira che ti rigira alla fine nessuno conosce nessuno. Nessuno sa, nessuno ha visto, Salvini non sapeva di Savoini, i soggetti nominati nella registrazione erano tutti estranei.
Ora che il bubbone è scoppiato c’è la corsa a minimizzare o negare.
Ma su questo ci penserà la procura.
Ora arriva l’ennesima smentita. “”EIB non è coinvolta in alcun presunto comportamento illecito che possa derivare dalle azioni che il signor Meranda può aver compiuto e se le circostanze lo richiederanno in futuro adirà le vie legali”
E’ quanto si legge in un comunicato firmato da Alexander v. Ungern-Sternberg, Ceo e fondatore della banca d’affari londinese Euro-Ib citata nell’affaire Metropol
EIB ribadisce inoltre che “nessuna transazione è stata mai conclusa attraverso il signor Meranda in nessun settore”
Nella sua nota la “EIB conferma di avere sottoscritto un accordo con Gianluca Meranda in veste di consulente per l’Italia il 12 ottobre 2016”. L’intesa “fu firmata con validità di 9 mesi a meno che non si decidesse di estenderla di comune accordo in forma scritta, il che non è mai accaduto”.
Quindi, “l’accordo cessò il 12 luglio del 2017”, precisa il ceo.
La banca spiega che nel corso della consulenza l’accordo “assegnava a Meranda il potere di ‘agire nell’interesse’ di EIB (ma non ‘per conto’ della stessa) nelle trattative con potenziali venditori di prodotti petroliferi, sulla base di istruzioni scritte. Tali istruzioni non vennero conferite”
Nel corso dell’accordo concluso il 12 luglio 2017, prosegue EIB, “nessuna transazione d’affari è mai stata avviata con il sostegno del signor Meranda”.
Da “free lance Meranda ci propose back to back con Rosneft” ma non fu “mai concluso”. Inoltre, “nessun compenso è mai stato pagato dalla EIB al signor Meranda o al suo studio legale”, perchè “le sue attività erano su base non esclusiva” e prevedevano un compenso in base al buon fine di eventuali trattative.
“EIb non ha mai conosciuto, incontrato o parlato con Gianluca Savoini”, continua la nota, “EIB non ha mai contattato l’Eni, nè altri trader, nè ricevuto quotazioni a seguito della nostra richiesta di dettagli dal fornitore Rosneft e meno che mai da Gazprom”.
(da agenzie)
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Luglio 20th, 2019 Riccardo Fucile
COME LA LEGA VUOLE DISGREGARE L’UNITA’ NAZIONALE, FAVORENDO LE REGIONI PIU’ RICCHE
Ancora una volta, siamo di fronte all’assalto di avventurieri che si improvvisano statisti e tentano di modificare, in modo pericoloso, le basi del nostro stesso sistema di convivenza, ignorando che la bussola di ogni navigazione civile è la nostra Costituzione, quell’insieme di garanzie e finalità che i cittadini italiani hanno già affermato e poi hanno ripetutamente difeso, con successo.
E oggi siamo di fronte a una vera secessione mascherata da autonomia, che non può essere accettata, dato che creerebbe un’insanabile frattura del vincolo di solidarietà nazionale, imprimendo una forza centrifuga tale da portare a una irreparabile lacerazione della comunità statale, violando in maniera evidente e irreparabile il fondamentale principio stabilito all’articolo 3, comma 1, della Costituzione, quello dell’eguaglianza formale dei cittadini dinanzi alla legge.
Questo principio fondamentale vieta qualunque discriminazione da parte dello Stato, il quale non può creare differenze ingiustificate tra i cittadini italiani. Il successivo comma 2 precisa che ”è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese”.
Rispettivamente base di partenza e programma. Quelle fondamentali statuizioni sono poste proprio per scongiurare quello che si realizzerebbe se venisse davvero approvato il progetto di “autonomia differenziata”, ossia di secessione (s)mascherata.
Il progetto di autonomia differenziata non è il solo elemento disgregante della comunità . La Flat tax, infatti, ha lo stesso effetto, in quanto avvantaggia molto di più i benestanti e sposta tutto il peso fiscale sul lavoro dipendente.
È necessario riaffermare che se la tassazione non si articola su diverse aliquote si causa evidentemente la sostanziale lesione del principio cardine della progressività , affermato dall’articolo 53 comma 2 della Costituzione: “Il sistema tributario è informato a criteri di progressività .”.
È quest’ultimo che impone una contribuzione giusta, secondo le possibilità del proprio reddito (comma 1 dello stesso articolo 53), garantendo le risorse per le esigenze vitali dello Stato, e quindi dei cittadini, quali, ad esempio, la Sanità e l’Istruzione, ma anche la Sicurezza e la Giustizia.
Non si tratta di questioni formali; i principi fondamentali affermati dalla Costituzione, infatti, (quali, tra gli altri, l’unitarietà dello Stato, la solidarietà , la progressività della tassazione), sono elementi essenziali del vivere civile e garantiscono la coesione sociale rispetto a quelle forze centrifughe che portano alla disgregazione, non lasciandosi inquadrare in una cornice comune, ma dando spazio a egoismi e privilegi inaccettabili.
Deve essere chiaro che, prima di consentire qualunque forma di differenziazione che favorisca coloro che già oggi ottengono di più dalle risorse pubbliche, in una situazione di privilegio di fatto, i diritti fondamentali – diritto alla salute, diritto all’istruzione, diritto alla sicurezza, personale e sociale e diritto alla giustizia – devono essere resi effettivi ed eguali dallo Stato e dalla Pubblica Amministrazione in ogni parte del Paese, cosa che oggi non è. Occorre quindi preventivamente incrementare i trasferimenti perequativi, adeguandoli alla finalità e commisurandoli ai parametri obiettivi.
I diritti fondamentali, inoltre, costituiscono l’elemento di resistenza di ciascuno e di tutti noi, al contempo, contro la prepotenza e l’arbitrio di chi detiene ora e domani il potere.
Tra i diritti fondamentali deve essere riaffermato quello relativo al diritto d’asilo, che è garantito dalla Costituzione.
Diritto d’asilo non è affatto il “dovere di accogliere tutti”, come alcuni insensati e altri mistificatori affermano, bensì è proprio l’accogliere in modo selettivo la singola persona che ne abbia diritto, per garantirgli il rispetto della dignità di uomo che non ottiene protezione nel Paese di origine. Esso significa anche, imporre a questa persona gli stessi obblighi e doveri che competono a ogni italiano.
Si è citato il diritto all’istruzione, che viene messo in discussione dal progetto di autonomia differenziata. Si deve sempre tener presente che l’istruzione è direttamente legata al livello di democrazia del Paese, poichè educa al pensiero critico e all’opportunità di alimentare il senso di appartenenza a una comunità , con la spontanea accettazione delle sue regole e dei diritti e dei doveri che ne discendono.
La bussola costituzionale è, dunque, necessaria garanzia del corretto orientamento della direzione assunta rispetto ai riferimenti cardinali, i valori assoluti. E allora, momento per momento, occorre controllare se qualche forza esterna non interferisca, provocando una deviazione non auspicabile al nostro cammino e in tal caso, come nel presente, occorre intervenire a correggere la direzione assunta, con scelte politiche e aggiustamenti coerenti.
In questo senso, la costituzione è un progetto a formazione progressiva di giustizia sociale e libertà dal bisogno, che trova attuazione attraverso lo strumento della democrazia rappresentativa.
Affermare, come fanno i partiti oggi al governo del Paese, che i valori e le ideologie non debbano più costituire la meta tendenziale verso cui far camminare la nostra società , significa rinunciare ai livelli di civiltà e di welfare raggiunti, muovendosi alla cieca, errando senza una visione complessiva, con un destino incerto e il concreto pericolo di perdersi.
Al contrario, la nostra Costituzione ci indica ancora oggi una direzione concreta nel tempo, fondandosi sulla lungimiranza dei padri e delle madri fondatrici della Repubblica parlamentare italiana.
Una Costituzione che non invecchia, perchè i valori fondamentali che la innervano sono universali ed essa deve essere sempre più attuata e non stravolta con iniziative evidentemente avventurose.
Gregorio De Falco
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Luglio 20th, 2019 Riccardo Fucile
LA RICERCA DI ALTO DATA ANALYTICS SU MILIONI DI INTERAZIONI E LE ANOMALIE PER ORIENTARE L’OPINIONE PUBBLICA
Di cosa discutono gli italiani sui social quando si parla di temi politici ed elettorali? Come si aggregano e interagiscono intorno agli argomenti di dibattito? Ci sono attività anomale che possono influenzare l’opinione pubblica?
A queste domande ha provato a rispondere una ricerca della società Alto Data Analytics – specializzata nell’analisi di big data – condotta in due fasi nelle scorse settimane e focalizzata sulla comunità italiana di Twitter (per circa il 75% dei contenuti analizzati) e Facebook (25%).
Un sistema di algoritmi ha scandagliato le diverse interazioni, creando gruppi omogenei per affinità politica e tipo di argomenti trattati.
Studi analoghi sono stati effettuati in altri paesi europei, nell’ambito di un progetto di monitoraggio legato alle imminenti elezioni europee.
“Il dibattito socio politico italiano – spiegano i ricercatori di Alto Analytics – per come emerge nella sfera digitale è dominato dai riferimenti a Matteo Salvini”.
In particolare lo studio, partito da un campione di 742 mila utenti, con 313 mila conversazioni e7,4 milioni di risultati complessivi, ha evidenziato nella prima parte (gennaio) come gruppo più attivo quello che ruota intorno alla Lega (1,3 milioni di risultati), seguito dal Movimento 5 Stelle (1,03 milioni) e dal Partito Democratico, molto staccato con 263 mila risultati).
Una proporzione simile si nota nell’analisi delle parole chiave: il partito che ha ricevuto il maggior numero di menzioni esplicite è la Lega (45%), davanti al M5S (36%) e al Pd (9%).
Analizzando i temi, al primo posto ci sono le questioni di politica nazionale e internazionale di cui si parla sui media, con un livello di discussione che combina alta frequenza e profondità .
Al secondo posto, le questioni legate a immigrazione e ONG, poi il reddito di cittadinanza (tema caldo durante il periodo in cui è stata svolta l’analisi) fino al decreto sicurezza e al pubblico impiego, argomenti che però si caratterizzano per un livello di discussione meno approfondito. Quanto alla vicinanza tra le diverse comunità , la fotografia dice che ci sono rapporti più contigui tra il gruppo di riferimento dei 5 Stelle e la destra anti immigrazione.
Nella seconda parte della ricerca – condotta tra febbraio e marzo – il focus è stato ristretto sugli utenti con maggiore attività social, profili con un livello di interazioni (tweet, retweet, menzioni, like) superiori alla media.
In questo caso le comunità sono state “rimodellate” sulla base dei temi di dibattito più attuali: la coincidenza delle primarie del Pd ha fatto sì che il gruppo intorno al Partito democratico risultasse il più attivo, che nella mappa elaborata dagli algoritmi di Alto Analytics si sviluppa accanto alla comunità anti Salvini e pro immigrati.
Anche in questo caso però, il periodo di rilevamento ha influito sui contenuti delle discussioni, perchè la vittoria di Mahmood al Festival di Sanremo ha polarizzato il dibattito. Dalla parte opposta, vicini tra loro, ci sono i gruppi di discussione affini al Movimento 5 Stelle e quelli anti-immigrazione.
Ma è nell’analisi dell’attività anomala degli utenti “ad alta frequenza” (circa 7 mila, con almeno 10 commenti al giorno) che emergono alcuni dati degni di attenzione.
Ci sono stati 240 account che da soli hanno prodotto oltre 700 mila interazioni. con una media di almeno 42 post al giorno. Si tratta di una tendenza che gli esperti di Alto Data Analytics hanno già evidenziato in ricerche simili: lo 0,1 degli utenti produce circa il 10 per cento dei contenuti.
Di questi super-utenti, quasi la metà (42%) appartiene all’area di estrema destra e ha prodotto il 44% dei commenti.
Al secondo posto c’è il Pd con il 34% di utenti e il 31% di commenti, al terzo posto il M5S con il 22% di utenti e il 23% di commenti.
In generale, il dibattito risulta molto polarizzato, con una serie di siti specializzati nella diffusione di contenuti non verificati (le cosiddette fake news) che vengono “spinti” da gruppi di utenti molto attivi, nel tentativo di influenzare l’opinione pubblica.
La ricerca individua quali sono le fonti (i domini) più condivise. E se per siti nazionali ad alta diffusione come Repubblica, Il Fatto Quotidiano, Ansa, Huffington Post, il Corriere, la presenza nelle posizioni alte della classifica è scontata, stupiscono invece le performance di siti come voxnews.info, imolaoggi, riscatto nazionale e il primato nazionale, tutti nelle posizioni alte della graduatoria.
Come già anticipato nei giorni scorsi da Repubblica, l’attività anomala di condivisione di contenuti da questi domini è legata alla propaganda anti immigrati, condotta spesso attraverso notizie false o gonfiate ad arte.
Si tratta di contenuti divulgati in massima parte da account riconducibili all’estrema destra e parzialmente al Movimento 5 Stelle.
Alcuni esempi? La falsa notizia che nel centro di Rocca di Papa – quello che aveva dato accoglienza ai migranti sbarcati dalle nave Diciotti – ci fossero 11 falsi minorenni; o quella – pubblicata e poi cancellata dal sito cronacapiù.it – che una coppia fosse stata picchiata da uno straniero a cui aveva dato ospitalità .
In ogni caso, sono comunque le notizie legate al fenomeno dei migranti nel Mediterraneo quelle che destano maggiore interesse, con picchi di interazioni per un articolo di Repubblica dedicato alla richiesta di processo per Salvini sul caso Diciotti e per un articolo di Libero sulle accuse di favoreggiamento dell’immigrazione illegale per il comandante della Sea Watch.
L’analisi non ha evidenziato l’uso di reti automatiche, i cosiddetti bot, per la diffusione di contenuti. Tuttavia sono stati rilevati alcuni “cluster”, tra le varie comunità , che fanno pensare all’esistenza di coordinamento tra gli account più attivi.
(da agenzie)
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Luglio 20th, 2019 Riccardo Fucile
FATTO RISTAMPARE IN TUTTA FRETTA DUE VOLTE DAL COMUNE DOVE LO SCRITTORE ERA NATO … LA SINDACA SCARICA SUL TIPOGRAFO CHE LA SMENTISCE: “HO SOLO STAMPATO IL TESTO CHE MI HA MANDATO IL COMUNE”
Lo guardi e pensi: «non può essere vero». Invece, con l’analisi degli elementi in gioco, qualche ricerca e un contatto di conferma, si viene smentiti.
Quella del manifesto per Andrea Camilleri fatto stampare dall’amministrazione locale del Movimento 5 Stelle con ben tre errori gravi di grammatica è una storia vera.
I manifesti funebri listati a lutto, che comunicano l’intenzione della città di dichiarare il lutto cittadino nel giorno dei funerali del maestro inventore del commissario Montalbano, avevano l’intenzione di omaggiare un figlio di quella terra. Andrea Camilleri, infatti, era nato a Porto Empedocle e, dopo 93 anni, aveva ancora un ricordo meraviglioso del luogo delle sue origini.
Tuttavia, il testo del manifesto — almeno nella sua prima versione — contiene ben tre errori gravi: «È partito, si e separato da suoi cari, dalla sua «Marina», ma lascia una grande Eredità : le sue grandi riflessioni sulla vita, ma anche sulla morte, i suoi romanzi, colmi di sicinialità , la sua instancabile voce; Eredità che i marinisi tramanderanno ai propri figli, perchè ne facciano tesoro e crescano fieri di vivere nella terra che fù di Nenè Camilleri. Firmato: il Sindaco e l’Amministrazione Comunale».
Ovviamente, manca un accento sulla e di si è separato, c’è un errore nella grafia di sicilianità e viene posto un accento in più sul passato remoto fu.
A quanto pare, dopo l’affissione di questa prima versione, il manifesto è stato rifatto altre due volte, con la frase corretta. Tuttavia, la prima versione è stata fotografata e sta circolando insistentemente sui social network.
«Sono indignata, è un’operazione per buttare fango su Porto Empedocle e in un momento tanto delicato di dolore per la mia città , per la nazione e l’umanità tutta — ha commentato il sindaco Ida Carmina — c’è una campagna denigratoria in atto ma non potrà scalfire l’immagine di Porto Empedocle e di quello che questa città è stata per Camilleri. Sono stati errori tipografici e mi dicono che il tipografo, fortemente turbato, non è riuscito a controllare la bozza del manifesto”
Del resto, il manifesto circolava in città . Tanto che è stato scelto anche per la fotografia con cui la sindaca Ida Carmina ha voluto omaggiare sui social network il maestro siciliano:
Tuttavia, il tipografo Bulone, autore della stampa — a cui era stata attribuità la responsabilità degli errori — rifiuta categoricamente la circostanza e in un’intervista al Corriere della Sera afferma: «Abbiamo semplicemente ribattuto la bozza inviataci dal funzionario comunale. Non solo. Prima di farli affiggere abbiamo inviato la nuova bozza tramite Whatsapp all’impiegata comunale che ci ha dato nuovamente l’ok, abbiamo i messaggi conservati sul telefono. Noi non abbiamo colpe. Avevo notato degli errori, ma mi sono sembrati insignificanti».
(da agenzie)
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Luglio 20th, 2019 Riccardo Fucile
OGGI 29 MIGRANTI CON UN BARCHINO, IERI 44 A LAMPEDUSA E 40 NELL’AGRIGENTINO, MA IN QUESTO CASO SALVINI NON LO DICE
Due sbarchi a Lampedusa nelle ultime 24 ore: sull’isola delle Pelagie arrivano oltre 70 migranti.
Sempre ieri a Siculiana (Ag) un altro sbarco ‘fantasma’: una cinquantina di persone arrivano in spiaggia con un peschereccio.
Non si fermano gli sbarchi a Lampedusa. Un’imbarcazione con 29 migranti, 15 uomini, 11 donne e 3 minori, è giunta a largo di Lampedusa ed è stata soccorsa dalla guardia costiera. Le persone sono state portate nel centro di accoglienza dell’isola.
È il secondo arrivo di migranti in 24 ore sull’isola delle Pelagie. Ieri un’imbarcazione con 44 migranti è stata soccorsa a largo di Lampedusa da una motovedetta della capitaneria di porto. Anche in questo caso le 44 persone che erano a bordo, la maggior parte tunisini, con donne e bambini, sono stati condotti nel centro di accoglienza dell’isola.
Ma non è finita qui. Una cinquantina di migranti a bordo di un peschereccio sono arrivati ieri sulla spiaggia di Pietre Cadute a Siculiana (Ag).
A notare il peschereccio mentre si avvicinava verso la costa, e a riprenderlo con il telefono cellulare, sono stati alcuni bagnanti che si trovavano in spiaggia. Pare che non appena approdati i migranti si siano diretti subito verso la strada statale 115. Alcuni dei presenti hanno fornito assistenza ad alcune persone sbarcate.
Dopo l’allarme i carabinieri e i finanzieri hanno fermato 27 persone nella zona. La barca è rimasta spiaggiata in quel tratto di costa.
(da agenzie)
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Luglio 20th, 2019 Riccardo Fucile
PADRE, MADRE E BIMBO LASCIATI SOTTO IL SOLE COCENTE: AVANTI CON LA FOGNA RAZZISTA
Un episodio di razzismo si è verificato a Ostuni, in provincia di Brinsidi.
La vicenda è è circolata sui social ma stando ai racconti degli utenti non si tratta di una storia isolata. Un autista di un pullman dei trasporti pubblici ha visto alla fermata una famigliola africana in attesa. Ma invece di fermare il mezzo per permettere loro di salire, avrebbe tirato dritto, impedendogli montare sul mezzo.
Il fatto è successo nei pressi dell’ex seminario.
Nonostante le alte temperature — erano le 12.30 — il conducente del mezzo non li ha voluti a bordo. E cosi padre, madre e figlioletto in braccio sono rimasti sul marciapiedi della strada statale 16. Dovevano andare a Carovigno. Il papà teneva regolarmente i biglietti ben in vista
Ma quando il bus dei trasporti pubblici è comparso sulla strada, con estrema sorpresa del gruppetto, l’autista prima ha rallentato, come se stesse per fermarsi. Poi, un istante prima di arrestare la propria corsa per far salire i passeggeri, ha premuto sull’acceleratore ed è andato via.
Alcuni testimoni che hanno assistito alla scena sono intenzionati a fare una segnalazione ufficiale all’azienda per chiedere che vengano presi provvedimenti.
(da agenzie)
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Luglio 20th, 2019 Riccardo Fucile
AL CENTRO DELLA VICENDA SEMPRE LO SCANDALO DELLA UTLIZZAZIONE DEL PATRIMONIO DEL SINDACATO… I PADRI FONDATORI DELLA GLORIOSA CISNAL SI RIVOLTANO NELLA TOMBA
Il caso Centrella-Polverini-Cetica è nelle mani dei giudici, ma l’Ugl non trova pace.
Ai vertici volano ancora gli stracci e le allusioni sul presunto uso improprio del denaro del sindacato.
L’ultima puntata riguarda l’ormai ex vicesegretario e responsabile dell’organizzazione dell’ente fresco di revoca delle deleghe.
Ora Giancarlo Favoccia è stato anche sospeso cautelativamente da ogni carica e attività sindacale e deferito al collegio dei probiviri dell’organizzazione di destra.
La segreteria confederale nei giorni scorsi ha ritenuto la mossa necessaria “per salvaguardare il buon nome e l’immagine dell’organizzazione e dei suoi vertici dalle comunicazioni diffuse da Favoccia” stesso.
Il riferimento è probabilmente allo scambio epistolare seguito alla revoca delle deleghe che l’ormai ex vice di Paolo Capone, in una lettera datata 11 luglio 2019 e indirizzata in pratica all’intera organizzazione sindacale, attribuisce al suo aver “chiesto conto di come sia utilizzato il patrimonio unitario dell’Ugl”. In particolare Favoccia punta il dito su forniture esterne, viaggi e spese legali, chiedendo conto della mancata richiesta di autorizzazione per le medesime alla segreteria.
Dall’entourage di Capone, che ben conosce la parabola dei suoi predecessori, le accuse di vengono bollate come pretestuose. Dal canto suo Favoccia respinge in toto i sospetti sollevati a suo carico da un’informativa della Guardia di Finanza di oltre 6 anni fa.
Nella quale si riferiva di una carta prepagata nella “esclusiva disponibilità ” del sindacalista all’epoca a capo della federazione Ugl Igiene Ambientale e di 330.000 euro prelevati fra Napoli, Panarea e Lipari su cui ancora non è stata fatta chiarezza.
“Non ho commesso nessun reato”, è la replica dell’interessato che rivendica di essere “nel giusto” e di “chieder trasparenza con la massima serenità ”.
E non non esclude di essersi fatto troppi nemici per la sua campagna al culmine del caso Centrella-Polverini-Cetica che portò all’uscita di scena di Centrella e Cetica.
Non è infatti ancora arrivata al capolinea l’onda lunga dell’inchiesta deflagrata nel 2014 sull’uso del denaro del sindacato da parte dei vertici, che ha portato alla sbarra gli ultimi tre ex segretari generali del sindacato di destra: Giovanni Centrella, Stefano Cetica e l’attuale deputata di Forza Italia, Renata Polverini.
Favoccia era ritornato sotto i riflettori qualche settimana fa proprio nell’ambito del processo Centrella. In quei giorni era ancora vicesegretario generale con delega all’organizzazione, numero due di Capone, a sua volta uomo di fiducia del sottosegretario leghista Claudio Durigon.
Tuttavia il sindacato aveva avviato un’inchiesta interna che, secondo fonti informali avrebbe portato “a prendere provvedimenti a prescindere dall’esito delle inchieste”. A margine dell’udienza del 23 maggio scorso del processo a Centrella — che ha visto il vicesegretario escusso come testimone della difesa dopo un lungo dibattito — Favoccia a ilfattoquotidiano.it aveva ribadito di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia.
“L’unica indagine di cui sono a conoscenza è quella relativa ai fatti de L’Aquila”, aveva spiegato il vicesegretario, riferendosi alla denuncia per diffamazione e minacce portata avanti dall’ex segretaria locale Giuliana Vespa, in seguito a una furiosa lite durante un’assemblea sindacale in Abruzzo.
Come ricordato da FqMillennium nel numero di giugno 2019, nel fascicolo delle indagini sull’uso improprio dei fondi del sindacato il cui filone principale è in capo da tempo al pm romano Stefano Pesce, c’è anche un’informativa della Guardia di Finanza che racconta di 330.000 euro passati da un conto corrente della Federazione nazionale Igiene Ambientale di cui Favoccia era segretario, a una carta prepagata intestata al sindacalista, soldi prelevati in larga parte al bancomat.
“Quasi sempre sono state eseguite operazioni da 250 euro l’una, nella stessa giornata e presso il medesimo sportello”, si legge nelle carte: 16 prelevamenti il 12.07.2011, 19 prelevamenti il 28.12.2011, 4 prelevamenti il 24.08.2012 a Panarea e 8 prelevamenti il 28.08.2012 a Lipari. Nell’informativa si legge anche che “essendo Giovanni Centrella il legale rappresentate del conto movimentato da Favoccia, non può escludersi allo stato un’eventuale correità delle ipotesi distrattive“.
Tradotto: l’ex segretario generale non era esente da responsabilità sull’utilizzo dei soldi del sindacato, seppure a livello periferico.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Luglio 20th, 2019 Riccardo Fucile
IL DIRETTORE ARTISTICO ACCUSATO DI APPROPRIAZIONE DEGI ARREDI DEL TEATRO PER UN VALORE DI 800.000 EURO
Altra bega giudiziaria per Luca Barbareschi.
Il direttore artistico del Teatro Eliseo è indagato per una violazione della legge fallimentare, per essersi appropriato di sipari, condizionatori, poltrone di marca Frau del valore di oltre 813mila euro appartenenti alla precedente gestione del Teatro Eliseo. L’indagine riguarda il fallimento di due società che avevano il controllo del teatro di via Nazionale, prima dell’arrivo di Barbareschi: la Nuova Teatro Eliseo e la Eliseo Teatri srl.
Un crac da oltre 10 milioni di euro che ha portato all’iscrizione per bancarotta fraudolenta di Vincenzo Monaci, Massimo Monaci e Gianni Bartoli. Barbareschi non è indagato per il fallimento delle due società (delle quali non faceva parte) ma per il reato di distrazione senza concorso col fallito, proprio per aver, in modo laterale, messo mano ai beni appartenenti al fallimento. I fatti risalgono al marzo 2016.
Il procuratore aggiunto Rodolfo Sabelli e il pubblico ministero Antonio Clemente hanno da poco chiuso l’indagine nei confronti degli indagati, atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio.
Barbareschi deve rispondere anche di un secondo capo d’accusa: falsa testimonianza. Secondo il pm, nel novembre 2018 il regista e attore davanti al giudice civile avrebbe affermato il falso, sostenendo di non essere presente all’interno del teatro al momento dell’esecuzione dello sfratto, (avvenuta nel novembre 2014) e quindi di conseguenza di essere inconsapevole di cosa ci fosse dentro.
(da agenzie)
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