Luglio 7th, 2019 Riccardo Fucile
“L’OSPITALITA’ VERSO IL FORESTIERO NON E’ UN DOVERE, E’ UN VALORE SACRO”
Non poteva che usare queste parole. Don Franco, il cardinale Montenegro: arcivescovo di Agrigento, nella prima domenica di festeggiamenti in onore di San Calogero – compatrono di Agrigento – è stato chiaro nell’evidenziare la contraddizione di molti agrigentini: “Siamo fieri del nostro santo nero, ma aumenta il numero di coloro che rifiutano e disprezzano quanti arrivano da altre terre. Senza conoscerli, li definiscono tutti delinquenti e terroristi; molti di loro sono cristiani come noi, allora, mi domando, non potrebbe sbarcare anche qualche santo? Un altro San Calogero, insomma!”.
Il cardinale, nel giorno dedicato a San Calogero, non ha nascosto il suo stupore “per il fatto che oggi, solo perchè non si condivide il pensiero di alcuni, si diventa oggetto di insulti pesanti. Povera democrazia! Continuando di questo passo si tornerà al Far West, e i segnali ci sono, quando il prepotente decideva la sorte degli altri. La chiesa ha il diritto di intervenire sul comportamento dei cattolici? Perchè deve tacere sull’argomento? Deve insegnare solo preghiere o, come chiede il Vangelo, deve difendere la dignità delle persone? Gesù l’ha sempre fatto!” – ha detto l’arcivescovo di Agrigento nella sua omelia – .
Don Franco ha parlato anche della “pericolosa direzione che sta prendendo la nostra nazione e l’Europa, contemporaneamente riaffermano il senso della fede. La chiesa non può non intervenire sui fatti che offendono la vita e la dignità dell’uomo, soprattutto oggi in cui tanta è la confusione sull’immigrazione, sulla famiglia, sulla povertà , sulla cultura, sul sociale. La fede deve incidere, altrimenti potrebbe non essere fede, – ha tuonato don Franco – sul modo di vivere dei credenti riguardo al rispetto di sè e degli altri, alla famiglia, alla procreazione, agli atteggiamenti sociali verso la collettività (stranieri, tasse, finanza, volontariato, pace…). In altre parole, è necessario avere chiaro ‘il pacchetto’ che fa di un battezzato un autentico cristiano. Non si possono scegliere gli aspetti della fede che ci piacciono e non tener conto di altri. Non sono possibili sconti sullo stile di vita del cristiano. Farlo svilirebbe e inquinerebbe il cristianesimo. La nostra identità cristiana — convinciamoci — si fonda sugli atteggiamenti concreti di vita. ‘Non chi dice Padre, Padre, ma chi fa la sua volontà …’ – ha ricordato il cardinale – . Su questi gesti saremo giudicati: saranno un pezzo di pane, un bicchiere d’acqua, un vestito, un’accoglienza data o rifiutata, a farci giocare l’eternità . Se vogliamo vivere da cristiani, dobbiamo scegliere tra la strada del Maestro e quella proposta dai sedicenti profeti di oggi. È impossibile seguirle tutte e due! San Calogero ci insegna – ha ricordato agli agrigentini, don Franco, cos’è il coraggio dell’amore. Lui l’ha vissuto con gli appestati. È un percorso quello dell’amore che si fa solo se si è uomini di speranza, speranza di un futuro diverso. Certo, in un mondo come il nostro, appiattito sul presente, la speranza non è facile, anzi è un bene sempre più raro e fragile che sembra vada offuscandosi sempre più”.“
L’ospitalità del forestiero più che una cortesia o un dovere è un valore sacro. È il gesto che trasforma l’ostilità in accoglienza, la diffidenza in condivisione, i problemi in opportunità , il lontano in vicino. C’è da pregare tanto perchè la convivialità e l’accoglienza diventino cultura e buona politica”.
(da Agrigentonotizie)
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Luglio 7th, 2019 Riccardo Fucile
“QUA ARRIVANO BARCHINI IN CONTINUAZIONE MA NESSUNO NE PARLA”… “NELL’HOTSPOT DOPO 48 ORE DOVREBBERO ESSERE TRASFERITI IN ALTRE STRUTTURE MA QUESTA NORMA VIENE VIOLATA”
Lontano dalle telecamere e dagli psicodrammi di Matteo Salvini, a Lampedusa i migranti
continuano ad arrivare.
La maggior parte, infatti, arriva su piccole imbarcazioni che riescono a compiere la traversata e poichè non ci sono le odiate Ong di mezzo nessuno se ne cura.
Ma l’isola ha un solo hotspot, che in teoria dovrebbe accogliere i migranti in arrivo per 24-48 ore ma che in pratica è sovraffollato e abbandonato a sè stesso, come ha denunciato il sindaco di Lampedusa Totò Martello.
“Ricordo che il nostro Comune non ha alcuna competenza in merito, sono altre le istituzioni che devono far si che i migranti, una volta giunti sull’isola, restino nell’hotspot non oltre il tempo previsto, che è di 24-48 ore, e quindi vengano trasferiti in strutture adeguate. Invece cosa succede? Si continua a ripetere che ‘il porto di Lampedusa è chiuso’ quando invece gli sbarchi non si sono mai fermati: la maggior parte dei migranti raggiunge l’isola a bordo di piccole imbarcazioni che approdano lontano dalle telecamere, mentre si gioca una battaglia politica senza scrupoli sulla pelle delle persone che sono a bordo di navi delle Ong” ha dichiarato il sindaco.
Martello aggiunge: “Questa situazione sta esasperando il clima, sta portando ad una mistificazione della realtà . Io l’ho sempre detto e lo ripeto: Lampedusa è un’isola che, per sua stessa collocazione geografica, ha una ‘vocazione naturale all’accoglienza’. E da parte nostra non si negherà mai un aiuto a chi è in difficoltà ed ha bisogno di soccorso. Ma parallelamente a tutto questo non si può abbandonare l’isola a se stessa, non si può giocare con i lampedusani e non si può, e non si deve in alcun modo, continuare a sfruttare il disagio dei nostri concittadini per puro calcolo politico o elettorale.
(da agenzie)
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Luglio 7th, 2019 Riccardo Fucile
NEL FINE SETTIMANA IN TOTALE SIAMO A 81 SOLO NELLE VICINANZE DI LAMPEDUSA
Sono probabilmente di nazionalità tunisina le dieci persone sbarcate oggi con un’imbarcazione, recuperata dalle forze dell’ordine, nell’isola di Lampedusa, a Cala Galera, nel day after dell’arrivo dei migranti salvati dal veliero Alex della ong Mediterranea Saving Humans.
Mentre al molo Favaloro, dove la Alex è ormeggiata e sotto sequestro, sono tante le telecamere, qui a Cala Galera — come da copione negli sbarchi fantasma — non ci sono quasi giornalisti.
Le persone arrivate sostengono di essere in dieci: sei vengono portate via verso l’hotspot di Lampedusa, mentre le altre quattro non si trovano. Verranno incrociate sulla strada che costeggia il mare pochi minuti dopo dai Carabinieri di Lampedusa.
«Sono 30 anni che arrivano. E ne arrivano tanti. E non ne parla nessuno», racconta un uomo mentre pota le piante nella sua proprietà a due passi dalla cala. «Per me sono dei poveretti, e bisogna aiutarli».
Nel fine settimana, dal 5 luglio a oggi, 7 luglio, sono arrivate in Italia, lontano dai riflettori, 55 persone nelle vicinanze di Lampedusa, 16 direttamente a Lampedusa, 6 in Puglia, a Leuca, e 83 a Taranto. E dieci, ora, di nuovo a Lampedusa.
(da Open)
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Luglio 7th, 2019 Riccardo Fucile
RESPINTO A GENOVA IL MANDATO DI CATTURA PER UN ARCHITETTO DEL DAGHESTAN PERCHE’ IN RUSSIA: “VENGONO VIOLATI I DIRITTI FONDAMENTALI DELL’UOMO”… E’ IL MODELLO CHE PIACE TANTO AI SOVRANISTI
Mentre il presidente Putin incontrava papa Francesco e il premier Conte, ricevendo da
entrambi strette di mano, sorrisi, doni e impegni per futuri accordi, tre giudici genovesi assestavano al nuovo zar l’ennesimo schiaffo diplomatico.
La Corte di Appello ha infatti respinto la richiesta di estradizione della Russia contro un architetto 44enne della repubblica caucasica del Daghestan, Rasul Makhmudov Murtazaliyevich. Le ragioni del no riguardano anche questa volta la scarsissima affidabilità dal punto di vista dei diritti umani della Federazione Russa.
Come si legge in sentenza, la Corte ha accolto l’impostazione dei difensori, gli avvocati Andrea Rovere e Mario Iavicoli – ma anche quella del sostituto procuratore generale Enrico Zucca, che si è opposto all’estradizione – secondo i quali con la consegna alla Russia esiste la ” possibilità dell’uso strumentale del procedimento penale nei confronti degli oppositori politici e, soprattutto, nelle Repubbliche del Caucaso settentrionale ed in particolare in quella del Daghestan sono riscontrabili situazioni emblematiche di diffusa violazione dei diritti fondamentali”.
I giudici citano, fra gli altri, il rapporto dello scorso agosto della “Commissione delle nazioni unite contro la Tortura”
Fra gli altri report fatti propri dai giudici anche le dichiarazioni rese dalla giornalista russa Svetova Zoya — più volte sottoposta ad intimidazioni poliziesche – che l’avvocato Rovere con la collega Sabrina Franzone avevano già contattato in occasione della difesa di un altro dissidente russo Mikhail Nekrich ( anche per lui la Corte d’Appello di Genova, nel marzo scorso, aveva negato l’estradizione).
Soggetti come Makhmudov, esponente di un’associazione in favore del rispetto dei diritti umani delle repubbliche del Caucaso “in caso di ritorno nel loro paese sono esposti al pericolo reale di pene o trattamenti inumani”.
L’architetto Makhmudov da ieri è un uomo libero.
Era stato arrestato a febbraio a Bordighera sulla base di un ordine di cattura dell’interpol. Sanremo, l’estremo ponente ligure e la vicina Montecarlo sono zone molto frequentate sia dai russi fedeli a Putin che da quelli che appartengono al vasto e variegato mondo dei suoi oppositori. Makhmudov ha chiesto asilo alla Francia dopo che in Russia era stato minacciato di morte , come ha raccontato lui stesso, da uomini armati
L’architetto e immobiliarista è al centro dell’ennesimo intreccio giudiziario affaristico dai contorni non sempre chiari. Polizia e magistratura russa lo accusano di istigazione e soprattutto di estorsione ai danni di un ricco imprenditore, Belikov
Le conclusioni del pg però, nonostante i dubbi, non sfociano in una censura del quadro accusatorio formulato dalle autorità russe.
Il punto centrale è, invece, l’assenza di garanzie che fornisce la Federazione Russa ad una persona come Makhmudov che non è solo un oppositore di Putin ma anche un finanziatore delle iniziative di Aleksey Navalny, attivista politico e blogger nonchè vera spina nel fianco del presidente russo.
Sempre nella sentenza dei giudici Vincenzo Papillo, Mauro Amisano e Vito Ferraro ci sono altri passaggi che inchiodano la Russia a pesanti responsabilità sul fronte dei diritti.
Un dossier del marzo di quest’anno del Comitato europeo per la prevenzione della tortura citato dal pg Zucca segnala inoltre che, nel Daghestan e nelle altre repubbliche del nord Caucaso, ” il ricorso alla tortura o altre forme di maltrattamenti risulta essere una ordinaria eventualità … dirette ad ottenere confessioni…violenze e minacce nei confronti dei famigliari di soggetti detenuti o arrestati…”
Il Comitato contro la tortura aveva sollecitato alle autorità russe anche interventi a fronte dei ” numerosi casi di molestie, rapimenti, detenzioni arbitrarie, maltrattamenti ed anche omicidi di difensori di diritti umani, avvocati giornalisti. Tutti casi in cui le denunce di azioni nei confronti di tali persone non sono state adeguatamente investigate consentendo l’impunità agli autori”.
(da agenzie)
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Luglio 7th, 2019 Riccardo Fucile
E LA UE COME RICONOSCIMENTO PER LA COLLABORAZIONE NE PRENDE IN CARICO ALTRI 30 IN PIU’ TRA QUELLI DI UNO SBARCO PRECEDENTE
Via libera dal governo di Malta allo sbarco dei 65 migranti a bordo della Alan Kurdi, la nave di
Sea Eye. Saranno poi tutti ricollocati in altri Paesi europei, fa sapere il premier Joseph Muscat.
Tre dei migranti a bordo sono collassati per il caldo e sono stati sottoposti a cure mediche acute”, aveva fatto sapere la ong Sea Eye, che aggiungeva: “Abbiamo urgentemente bisogno di assistenza medica e di un porto sicuro per tutti quelli a bordo (sono 65, ndr) in modo da prevenire il peggio”.
A seguito di trattative con la Commissione europea e con il Governo tedesco, spiega Muscat, le autorità di Malta trasferiranno i 65 migranti su una nave militare che entrerà poi in un porto dell’isola.
“Tutti – assicura il premier – saranno poi immediatamente trasferiti verso altri Stati europei. Nessuno rimarrà a Malta, dato che questo caso non si è verificato sotto la responsabilità delle delle autorità maltesi”.
Le tre persone che erano collassate per il caldo e che hanno bisogno di urgenti cure mediche, fa sapere ancora Muscat, saranno immediatamente evacuate.
“Come segno di riconoscimento per la buona volontà del Governo maltese – prosegue il presidente – Stati Ue accoglieranno anche metà dei 58 migranti soccorsi in un altro intervento dalle forze armate maltesi, caso avvenuto sotto la responsabilità delle autorità dell’isola”.
(da agenzie)
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Luglio 7th, 2019 Riccardo Fucile
LA SOLUZIONE PIU’ INTELLIGENTE: SBARCATI E POI REDISTRIBUITI IN EUROPA GRAZIE ALL’INTERVENTO DEL GOVERNO TEDESCO E ALLA COLLABORAZIONE DI MALTA
Via libera dal governo di Malta allo sbarco dei 65 migranti a bordo della Alan Kurdi, la nave di Sea Eye. Saranno poi tutti ricollocati in altri Paesi europei, fa sapere il premier Joseph Muscat.
In un primo momento Malta aveva deciso di negare alla nave Alan Kurdi dell’ong tedesca Sea Eye, con 65 migranti a bordo, l’accesso alle acque territoriali.
Tre dei migranti a bordo sono collassati per il caldo e sono stati sottoposti a cure mediche acute”, aveva fatto sapere la ong Sea Eye, che aggiungeva: “Abbiamo urgentemente bisogno di assistenza medica e di un porto sicuro per tutti quelli a bordo (sono 65, ndr) in modo da prevenire il peggio”
A differenza del sequestratore di persone italiano, Malta ha dimostrato umanità e buon senso, giungendo a una soluzione con il governo tedesco che ha mediato con altri Paesi europei.
C’è chi dialoga e chi tiene in ostaggio i disperati .
(da agenzie)
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Luglio 7th, 2019 Riccardo Fucile
SOLDINI GLI SCRIVE: “SONO CON TE”… “SE AVESSERO POTUTO, TANTI UOMINI DELLE MOTOVEDETTE AVREBBERO VOLUTO ESSERE CON ME”
«Cosa mi mancherà di questi giorni? Sicuramente il sorriso di Jasmine, la bambina di due
anni della Costa d’Avorio che continuava a venire a giocare con noi, nel quadrato di comando».
Tommaso Stella, comandante del veliero Alex della Ong Mediterranea Saving Humans, ha portato sulle rive di Lampedusa 56 migranti soccorsi a largo della Tunisia il 4 luglio. Ora è indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
E non dimenticherà «quando una delle donne incinta è stata visitata dai medici e ha visto dall’ecografo che il feto era vivo».
In un’intervista al Corriere della Sera e a La Repubblica, racconta le ore vissute sul veliero insieme all’equipaggio e ai naufraghi. Skipper di mestiere, ha lavorato con il velista Giovanni Soldini. Che in questi giorni gli ha scritto: «Sono con te».
Stella fa parte del gruppo di skipper che gestiscono la Alex, la barca a vela d’emergenza che Mediterranea usa ora che la sua Mare Jonio è ferma al porto sotto sequestro.
«Gli ultimi due giorni sono stati molto complessi», ha spiegato. «È proprio come quando uno fa l’esame di maturità , prima di presentarti davanti ai professori ti fai tutte le paranoie del mondo, ma al momento buono ti senti stranamente sereno».
La solidarietà delle forze dell’ordine
Un’altra cosa che Stella si ricorderà di questi giorni in mare è «lo sguardo straordinario, densissimo di tutti gli uomini di mare che ho incrociato a bordo delle motovedette delle forze dell’ordine».
Secondo il capitano della Alex, l’equipaggio della Ong e le forze dell’ordine non appartenevano a due fazioni diverse. «Non penso proprio che le cose si possano ridurre a questo (a stare da due parti diverse della barricata, ndr)», ha spiegato. «Anzi. Devo dire che mi sono riconosciuto moltissimo in quasi tutti quelli che ho incontrato. Alla fine sono certo che tutti loro — o quasi — avrebbero voluto essere con me».
«Uno si è anche messo a piangere mentre controllava i nostri documenti», ha detto Stella. «Un altro mi ha ringraziato, di nascosto. Credo che se avessero potuto sarebbero rimasti a bordo con me, a fare esattamente quello che stavo facendo io».
(da Open)
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Luglio 7th, 2019 Riccardo Fucile
SCONTRO SUI SOCCORSI AI MIGRANTI “SE VUOI FARE DA SOLO POI NON DARE LA COLPA DELLE BRUTTE FIGURE AGLI ALTRI”… IL BLOG DELLE STELLE: “CONTINUANO AD ARRIVARNE CENTINAIA”
Un botta e risposta che va avanti a colpi di dichiarazioni attribuite a “fonti del Viminale” e “fonti della Difesa”, ma anche a suon di post su Facebook e articoli sul Blog delle Stelle. Lo scontro tra Lega e M5S è tornato a esplodere sull’immigrazione. In particolare dopo l’attacco di Salvini alla ministra della Difesa.
Tra Matteo Salvini e Elisabetta Trenta i rapporti non sono mai stati facili ma da ieri sera lo scontro è andato in scena in modo plateale. Proprio nelle ore decisive per il veliero Alex, inizialmente bloccato in porto prima del via libera allo sbarco nella notte.
Stamattina il duello è ripreso con il Viminale che risponde all’accusa del ministero guidato da Trenta di aver rifiutato la collaborazione, cioè l’offerta di consentire a navi militari di portare i naufraghi fino a Malta. Ma dal fronte M5S arriva la controffensiva. Prima il Blog delle Stelle pubblica un articolo dal titolo emblematico “Il Truman show dei migranti” in cui si ricorda che, mentre i riflettori sono puntati sulle Ong, centinaia di persone continuano a sbarcare sulla coste italiane e nessuno ne parla.
Ma l’attacco più duro a Salvini arriva su Facebook da Manlio Di Stefano, viceministro degli Esteri ed esponente di punta dei 5Stelle: “Il problema è sempre lo stesso – scrive – se vuoi fare tutto da solo e non passi mai la palla, se tieni lo sguardo fisso a terra senza accorgerti mai dei tuoi compagni, in porta non ci arrivi mai. Se ti senti Maradona e poi giochi come un Higuain fuori forma, è un serio problema, perchè di mezzo c’è il Paese. Non si può dire che è sempre colpa degli altri”.
(da agenzie)
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Luglio 7th, 2019 Riccardo Fucile
“DIROTTARCI A MALTA ERA PURA PROPAGANDA POLITICA”… “SIAMO TRANQUILLISSIMI, E’ TUTTO FILMATO E DOCUMENTATO, PRESTO RIPARTIAMO”… “LA PROCURA VALUTERA’ ANCHE IL SEQUESTRO DI PERSONA DA PARTE DI SALVINI”
Alessandra Sciurba, portavoce della Mediterranea, e il capo missione Erasmo Palazzotto,
parlano in conferenza stampa a Lampedusa e attaccano Salvini: “Voleva il nostro scalpo”.
I due ribattono a tutte le accuse del Viminale sulla vicenda Alex: “C’è stata una chiara volontà politica di non darci altra possibilità . La decisione di dirottarci a Malta era pura propaganda politica che voleva trattare le persone come sacchi di patate”.
Sciurba non ci sta: “Chi dice che quel gommone non era in difficoltà , dovrebbe venire a vedere con i suoi occhi: come si fa a essere così cinici?”.
“Vorrei che vi trovaste davanti a un gommone con 50 persone con bambini, alcuni piccolissimi, e dire ‘Non ci sono problemi’. Quando dovremmo intervenire? Come si può essere così cinici e crudeli pur di fare propaganda politica?”.
La portavoce aggiunge: “Il problema era dimostrare quanto si era forti: siamo stati lasciati tante ore sotto i miasmi, è stata una vera vessazione. Ci siamo chiesti se siamo ancora in un Stato di diritto. Abbiamo violato un decreto incostituzionale e lo abbiamo fatto per stato di necessità . Ci sono governi che non si danno più un limite nella legittimità dei valori costituzionali”.
“Le persone scese erano numerate come merce – ha aggiunto la portavoce della Ong – un ragazzo era stato due anni in un campo libico e il fratello era stato ucciso sotto i suoi occhi. Non abbiamo nulla da nascondere, abbiamo tutto da dichiarare; non siamo noi a doverci preoccupare di violazioni”.
Sciurba conclude: “Noi dobbiamo tornare in mare immediatamente. Non abbiamo alcuna intenzione di fermarci. Le persone che abbiamo salvato ci hanno chiesto cosa ci succederà , ma noi non abbiamo paura. Vogliamo continuare a denunciare che i trafficanti vengono pagati due volte, direttamente dai migranti e indirettamente dal governo italiano con le sue politiche”.
Palazzotto parla della gestione del trasbordo dei migranti sulle motovedette italiane o maltesi: “Ci è stato risposto che 7 di loro dovevano restare a bordo della nostra imbarcazione e che prima di entrare in acque territoriali maltesi sarebbe stato effettuato nuovamente il trasbordo di tutti i migranti sulla Alex, una barca che può navigare con un numero massimo di 18 persone costretta ad averne 70 in spregio a qualunque norma di sicurezza. Ci sono le telefonate e le mail con Mrcc di Malta e Roma che testimoniano tutto ciò. La verità è che siamo stati messi nelle condizioni di potere dire solo no”.
La decisione di entrare in porto, spiega il capo missione, è avvenuta quando ormai a bordo vi era una “emergenza sanitaria” e la situazione era diventata insostenibile dal punto di vista igienico, con gli unici due bagni fuori uso.
Palazzotto è stato iscritto nel registro degli indagati. Il suo nome va ad aggiungersi a quello del comandante del veliero Tommaso Stella che è indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per gli articoli 1099 e 1100 del codice della navigazione, rispettivamente rifiuto di obbedienza a nave da guerra e resistenza o violenza contro nave da guerra. Per la Procura di Agrigento si tratta di “un atto dovuto”.
(da agenzie)
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