Luglio 6th, 2019 Riccardo Fucile
ALLA FINE LA GDF DISPONE SOLO IL SEQUESTRO PROBATORIO DEL VELIERO E INDAGA PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE SOLO IL CAPITANO (LA SOLITA TRAFILA), MA CHI DECIDERA’ SE ESISTONO GLI ESTREMI E’ LA PROCURA DI AGRIGENTO CHE POTREBBE APRIRE UN FASCICOLO PER SEQUESTRO DI PERSONA DA PARTE DI SALVINI
La nave “Alex” della Ong Mediterranea è stata sequestrata. Non l’equipaggio della Ong Mediterranea ma solo il capitano è stato iscritto nel registro degli indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I migranti stanno sbarcando. . Il sequestro penale è stato disposto di iniziativa dalla Guardia di Finanza.
Nulla di più della solita prassi, come da precedenti, dove poi la Procura ha stabilito che non è stato commesso alcun reato.
Pochi minuti dopo, il capo missione di Mediterranea Erasmo Palazzotto commenta: “Ancora non ci è stato notificato nulla. Siamo assolutamente sereni perchè convinti di avere operato correttamente e perchè abbiamo già presentato un esposto alla magistratura. Diciamo che questa volta siamo arrivati prima della Guardia di Finanza”.
L’esposto a cui si riferisce è quello per sequetsro di persone da parte del ministro Salvini e della intera catena di comando.
La sconfitta di Salvini è clamorosa: nave attraccata a Lampedusa, profughi tutti sbarcati, nessun arresto.
E dalla Procura potrebbe arrivare la sorpresa…
(da agenzie)
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Luglio 6th, 2019 Riccardo Fucile
HA FATTO CAPIRE CHE SALVINI AGITA UNA PISTOLA A SALVE E HA RISVEGLIATO LA COSCIENZA DI UNA GROSSA FETTA DI ITALIANI
La verità è in quel nome mai pronunciato, ma apostrofato con l’ossessione che si riserva a una fobia.
In quel “me ne frego” che Matteo Salvini, il ministro che vuole chiudere il mare, rivolge “alla tizia tedesca che vuole denunciarmi”, alla “viziata che ha come passatempo quello di infrangere le leggi”, alla “signorina che non mi stupirei se venisse invitata a qualche festival della sinistra”. A lei, a quelli come lei, compresi i “giudici che non applicano la legge” e che hanno trasformato l’Italia in una “Repubblica giudiziaria”, revocandone l’arresto con una “sentenza politica”, invece di farla marcire in galera con processo affidato al tribunale del popolo e del populismo.
Perchè, poi, accade sempre così. C’è sempre un fatto che, col suo carico di emotività , cambia la storia. Le sue modalità , il posizionamento dei suoi attori, il punto di vista del racconto. Fissando un prima e un dopo.
L’effetto Carola, la Capitana che ha spezzato la narrazione machista dello sceriffo del mare, sta in questa torsione politica, di un conflitto diventato a somma zero. E anche, diciamolo, disumano.
Come la scena della nave Alex della Ong Mediterranea, battente bandiera italiana, approdata nel tardo pomeriggio al porto di Lampedusa, con una quarantina di poveri cristi, in condizioni igieniche ai limiti, senza acqua nè rifornimenti a 40 gradi all’ombra cui viene negato lo sbarco. E il ministro dell’Interno che, in polo nera come il volto, ringhia il suo “non mollo” in diretta facebook, contro i “complici degli scafisti”.
È la fotografia di una drammatico slittamento politico della vicenda.
E il Mediterraneo centrale diventa il terreno dove si gioca la “sfida” tra le Ong che mandano in mare le navi per salvare migranti e l’Italia sovranista, soprattutto dopo che la Capitana ha rotto un argine, dimostrando che il decreto sicurezza rispetto al primato del salvataggio delle vite umane è una pistola a salve, utile solo ad agitare lo scalpo sotto forma di sequestro delle navi, una formidabile arma di propaganda, ma inutile nell’ottica del governo del problema.
Eccolo, il senso di questa battaglia navale condotta da un ministro consapevolmente impegnato nell’alimentare una strategia della tensione comunicativa, perchè l’azione dimostrativa vale più del governo dei flussi, il tasso di xenofobia testosteronica da immettere nel corpo del paese più del governo, l’allarme più della soluzione.
Le ong hanno riconquistata credibilità proprio nel conflitto con Salvini, col volto di Carola in prima pagina sullo Spiegel e un impensabile grosso pezzo di opinione pubblica mobilitata al loro sostegno.
Mentre nel gran calderone della propaganda salviniana, viene artatamente confuso il senso famoso “patto con Malta”, secondo cui sarebbero stati “accolti” i 41 migranti della nave, in cambio di una cinquantina da far arrivare in Italia, tra quelli già a terra alla Valletta: una sorta di scambio di prigionieri nell’Europa dei carcerieri
Gli sbarchi, come evidente, non si fermano. Ed è difficile far finta di niente in attesa di tempi migliori.
(da “Huffingtonpost”)
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Luglio 6th, 2019 Riccardo Fucile
LA DENUNCIA INDIGNATA DELL’ASSOCIAZIONE RELIGIOSA SAN MARCELLINO… I LEGHISTI ODIANO I POVERI, PURE QUELLI ITALIANI
Duecento euro di multa a una persona senza dimora ritenuta “colpevole” di dormire in strada. Questa l’incredibile decisione di un agente della municipale del Comune di Genova che, in zelante applicazione del regolamento di polizia urbana ha ritenuto opportuno multare un senza tetto che, come può suggerire la sbrigativa definizione, non ha alternative a utilizzare come giaciglio per la notte un marciapiede.
Il fatto è avvenuto nella tarda serata di giovedì, ma solo venerdì sera la notizia è stata diffusa dalla ‘storica’ associazione San Marcellino, che fin dal Dopoguerra a Genova assiste le persone senza dimora che si trovano a vivere in strada, accompagnandole in percorsi di reinserimento sociale e proponendo momenti di riflessione e sensibilizzazione al disagio e alla marginalità aperti a tutta la città .
“L’ingiustizia sociale è una bestemmia” titolano gli operatori dell’organizzazione il cui presidente è il padre gesuita Nicola Gay nell’articolo pubblicato ieri sera sul sito ufficiale che dà notizia della multa al soggetto sorpreso a “bivaccare” sotto i portici di piazza Piccapietra.
Che una parte della giunta leghista di Genova non mostrasse particolare simpatia per i poveri era un sospetto più volte palesato dall’opposizione, dopo l’eliminazione del servizio di residenza anagrafica per le persone senza fissa dimora, la proposta di ‘schedare’ i mendicanti, l’ordinanza che prevede multe per chi rovista ‘disordinatamente’ nei cassonetti, la promessa di “calci in culo agli accattoni” pronunciata senza pudore dall’assessore alla sicurezza Stefano Garassino, tuttavia mai fino a oggi era stata davvero comminata un provvedimento come quello di ieri sera.
Chissà se il sindaco Marco Bucci, che qualche mese fa riuscì a intervenire tempestivamente per impedire che gli agenti della municipale seguitassero a notificare multe per divieto di sosta proprio sotto casa sua (c’erano i cartelli di divieto ma non erano ben visibili, disse spiegando il gesto molto apprezzato dai vicini di casa) riuscirà a fare quanto in suo potere per annullare l’ammenda, che il “trasgressore”, come recita la ricevuta della multa, ha chiarito di non avere la possibilità di pagare, qualora ce ne fosse stato bisogno.
(da agenzie)
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Luglio 6th, 2019 Riccardo Fucile
POI PARLA DI 500 MILA EURO VERSATI DA AUTOSTRADE MA SONO 500 MILIONI… E QUESTO SAREBBE UN VICEPREMIER
Un video a sorpresa, senza nessuna novità o apparente motivazione se non quella di assestare l’ennesimo colpo agli odiati nemici di Autostrade ed Atlantia
E’ questo il senso che traspare da un video di circa tre minuti che ha pubblicato sulla sua pagina Facebook il vice premier luigi Di Maio. Una sorta di rapida cronistoria sommaria con sottopancia suggestivi e musichetta di sottofondo. Il video non evidenzia autori ed è quindi lecito supporre sia frutto del M5s o dei collaboratori di Di Maio. La sequenza si chiude con un annuncio già più volte ripetuto e ribadito anche oggi “La risoluzione unilaterale della concessione ad Aspi è un dovere non solo politico, ma morale”
Poche ore dopo arrivano i comunicati di risposta di società Autostrade: “Il video non rappresenta la verità dei fatti”. I punti riguardano soprattutto le somme già anticipate da Autostrade e i soldi spesi in manutenzione.
Su questi ultimi aspetti sono in corso anche le indagini della procura nell’ambito dell’inchiesta sul crollo e sulle 43 vittime.
“Noi andiamo avanti, i Benetton non ci fanno paura dice Di Maio su Facebook. “Ponte Morandi. Questo video dice tutto. Guardatelo. Non c’è altro da aggiungere”, afferma nel suo post ripreso anche dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, che aggiunge: “I genovesi riavranno il ponte sul Polcevera nei tempi che abbiamo promesso, ma chi ha causato tutto questo deve pagare per gli errori commessi”.
Ma Autostrade ribatte: “E’ doveroso rettificare una serie di informazioni e di dati che risultano errati. Chiunque può consultare le informazioni che seguono, pubblicate da tempo nell’area ‘dati e fatti della nostra attività sulla homepage di autostrade per l’Italia”.
In primo luogo, “la società ha annunciato il 18 agosto di voler destinare complessivamente alla comunità di Genova circa 500 milioni di euro, non 500mila euro come indica il video. Ad oggi, la società ha messo a disposizione del commissario Bucci 439 milioni per finanziare integralmente la demolizione e la ricostruzione del Morandi”. Ha, inoltre, “risarcito oltre il 90% dei famigliari delle vittime – scegliendo di non attendere i tempi delle procedure assicurative – per un valore di 60 milioni di euro”
A questi importi, insiste il comunicato, “vanno aggiunti decine di milioni di euro che sono stati erogati dalla società per le prime necessità a famiglie, imprese, esercizi commerciali che hanno subito danni o disagi a causa del crollo”.
Per quanto riguarda le attività di manutenzione, “come già chiarito pubblicamente numerose volte, le spese effettuate da autostrade per l’Italia – pari a 5,2 miliardi di euro dalla privatizzazione – sono superiori a quanto previsto dagli obblighi della convenzione: lo attestano le relazioni annuali al parlamento da parte della direzione generale per la vigilanza sulle concessioni autostradali del ministero delle infrastrutture e dei trasporti”.
Il video di Di Maio contiene anche un clamorso fake. Per evidenziare la corrosione del viadotto Polcevera viene mostrata la foto di un pilone in condizioni critiche.
Peccato però che non si tratti del Morandi ma, come hanno scoperto i tecnici della pagina Facebook “Ingegneria e dintorni” del ponte di Ripafratta vicino a Pisa.
(da agenzie)
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Luglio 6th, 2019 Riccardo Fucile
IL PRIMO NEANCHE GLI RISPONDE, LA SECONDA LO GELO: “HAI RIFIUTATO IL NOSTRO SUPPORTO”
Parla in diretta Facebook all’ora di cena, Matteo Salvini. E le sue parole sono il chiaro segno di una divisione nel governo sull’immigrazione.
Tutto questo mentre va in scena l’ennesima sfida del ministro dell’Interno alle Ong che salvano migranti in mare, con il veliero Alex bloccato in porto a Lampedusa.
Senza che le persone a bordo, ormai sfinite, possano scendere. “Ogni tanto mi sento politicamente solo. Chiederò al ministro della Difesa e dell’Economia di aiutarci in questa battaglia di civiltà , di legalità “, dice Salvini davanti al popolo social.
Insomma, chiama in causa Tria e soprattutto Trenta.
E lo si capisce nel passaggio successivo. Salvini chiede ai vertici militari di difendere i confini: “Ragioneremo nelle prossime ore e nei prossimi giorni anche sulla presenza delle navi militari italiane nel Mediterraneo. Domando ai vertici della Marina militare, delle Forze armate italiane, della Guardia di Finanza se la difesa dei confini è un diritto-dovere da parte delle istituzioni italiane oppure se i confini italiane sono diventati improvvisamente un di più, un qualcosa che si può rispettare o non rispettare”.
La risposta del ministero guidato da Elisabetta Trenta – esponente M5S con cui Salvini ha una lunga consuetudine di scontri – arriva nel giro di pochi minuti: “Da giorni abbiamo offerto supporto al Viminale sulla situazione di queste ore e il Viminale lo ha respinto, in più di una occasione. Questi sono i fatti”.
Una replica secca, tranchant. Che però fa capire quanti contrasti siano emersi nelle ultime ore.
Come raccontato da Repubblica, la Difesa ha offerto l’aiuto della Marina già in zona per trasbordare i maufraghi e per condurli alla Valletta. C’era l’intesa tra i due gabinetti ma alla fine è arrivato lo stop del Viminale. Ma arriva la controreplica del Viminale: “In riferimento alle fonti della Difesa che sostengono di aver offerto supporto al Viminale, ottenendo risposta negativa, si segnala che il supporto è necessario per bloccare le navi che vogliono portare i clandestini in Italia e non per aiutarle nel trasporto”.
Il delirio razzista continua
(da agenzie)
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Luglio 6th, 2019 Riccardo Fucile
UNA SUORA ESCE DALLA CHIESA E PONE FINE AL RIDICOLO “ROSARIO DI RIPARAZIONE” CONTRO IL GAY PRIDE DEI TALEBANI CATTOLICI COSTRETTI A LASCIARE IL SAGRATO
Oltre agli elettori, anche le suore non vogliono Forza Nuova.
Ieri alcuni esponenti del partito hanno organizzato un presidio all’ingresso del monastero delle Monache Sacramentine a Monza per protestare contro il Brianza Pride. Ma le cose non sono andate bene.
Mentre il gruppetto iniziava la recita del rosario, una suora è uscita dal convento invitandoli a lasciare il sagrato.
Il neocostituito comitato Teodolinda (“fervente cattolica”, ricordano gli aderenti) mette assieme Forza Nuova, Militia Christi, Famiglie numerose cattoliche, il comitato Viva Cristo re e altre realtà dell’estrema destra e degli ultracattolici.
Un testimone scrive su Facebook: “Monza ore 19 e 10 o poco più. Forza Nuova recita il rosario con altre associazioni di ultra cattolici. Una sorta di riparazione per il gay pride di domani. Una strumentalizzazione politica dell’ultradestra. Il luogo non e scelto a caso. Il piazzale della chiesa delle suore Sacramentine. All’improvviso si apre il portone. Esce una suora e con cipiglio deciso allontana gli astanti dal sagrato. Alla combriccola non rimane che spostare striscioni e preghiere poco più in là . Nemmeno le suore li ascoltano”.
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 6th, 2019 Riccardo Fucile
IL SEGRETARIO DEL SILP, IL MAGGIORE SINDACATO DI POLIZIA: “I POLIZIOTTI NON SONO IL BRACCIO ARMATO E VIOLENTO DEL GOVERNO CONTRO I DIRITTI DI LIBERTA'”
E’ un durissimo attacco al decreto sicurezza e al suo artefice, il ministro Salvini, quello che arriva dal rappresentante di migliaia di poliziotti. Daniele Tissone, savonese e segretario nazionale del Silp è stato sentito per un parere come prevede la procedura dalle Commissioni riunite degli affari costituzionali e Giustizia della Camera dei deputati
Tissone non è stato tenero e ha affrontato molti temi e in particolare il moltiplicarsi di sanzioni e “costruzioni giuridiche che hanno come presupposto l’insicurezza, percepita e veicolata, in gran parte, da campagne propagandistiche che instillano le aure, mentre tutte le rilevazioni e i dati oggettivi indicano i vari fenomeni criminali in diminuzione o comunque, non rispondenti all’allarme sociale suscitato”.
Il segretario del Silp ha stigmatizzato intanto la scelta del decreto come strumento scorciatoia: “Con amarezza assistiamo a una falsa quanto sfuggente rappresentazione della realtà in cui, invocando motivazioni di necessità e urgenza inesistenti, al Parlamento viene impedito di affrontare tematiche delicate attraverso la dialettica democratica del procedimento legislativo”.
E più avanti rispetto all’introduzione di sequestri e confische nei confronti di navi con a bordo migranti “è evidente l’intento di non sottoporre al preventivo vaglio della magistratura, potere indipendente in uno stato di diritto, atti ablatori di rilevante portata ed aventi riflessi di natura internazionale e, a cascata, ripercussioni diplomatiche”
Secondo Tissone poi “Il proliferare di nuovi istituti sanzionatori e la dilatazione smisurata di quelli esistenti, comporta un indubbio aggravio di adempimenti per le Forze di Polizia, notoriamente gravate da carenze di organici che si sommano alla problematica dell’età anagrafica avanzata”
Quanto ai temi dell’immigrazione e del dissenso: “Si assiste a una escalation della criminalizzazione delle condotte che è iniziata dall’immigrazione, dalle frontiere, ed è giunta alle riunioni in luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero nelle piazze cuore del paese e luoghi dove i cittadini esprimono opinioni”.
Infine il timore principale: “Questo peggiorato clima di relazioni sociali, che vede nella sola repressione di condotte ritenute devianti o comunque difformi ed in contrasto con il pensiero e i desiderata di chi governa, rischia di portare alla strumentalizzazione delle forze dell’ordine, viste come braccio armato e violento dell’esecutivo del momento, quasi a voler far tornare indietro di quarant’anni la storia. Il Silp si oppone a questo snaturamento della funzione democratica di tutela di tutte le persone e della civile convivenza”
(da agenzie)
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Luglio 6th, 2019 Riccardo Fucile
“ALTRO CHE AIUTARLI A CASA LORO, LA SOLIDARIETA’ A PAROLE DEI GOVERNI SI FERMA AI CONFINI DEI RISPETTIVI ELETTORATI”
Davanti “alla povertà e alla disuguaglianza” non esiste nessun “limite delle acque territoriali o della zona Sar di competenza”.
Presa di posizione dell’Osservatore Romano che in un editoriale sulla questione migranti, dal titolo: “Restano solo il cielo e i barconi”, evidenzia come il tema sia “diventato un problema prima di tutto per colpa dell’Unione europea, incapace di dimostrarsi all’altezza dei valori sui quali è stata fondata e di modificare norme che lasciano nelle mani di pochi il cerino di questa responsabilità . Lo spettacolo dei negoziati che si aprono per ‘ricollocare’ 30 o 40 migranti è umiliante”.
I migranti “non ce la fanno più ad aspettare di essere aiutati ‘a casa loro’ da governi la cui capacità di solidarietà , sempre grande negli annunci, sembra poi fermarsi ai confini dei rispettivi elettorati”.
Papa Francesco ha scritto che esiste “un’economia dell’esclusione e dell’iniquità che, letteralmente, uccide”.
Conclude il giornale: “Proiettare su scala globale l’affermazione che questa economia uccide significa, senza equivoci, affermare che quando si tratta della povertà e della disuguaglianza non vale il limite delle acque territoriali o della zona Sar di competenza. Anche su questo, d’altronde, non riusciamo a metterci d’accordo, con il risultato che entrano inevitabilmente in campo i giudici. Si aprono così nuove polemiche e i toni sempre più aspri amplificano l’evidenza di un fallimento che è davvero di tutti. C’è un’ingiustizia che grida verso il cielo, mentre per gli ultimi la speranza di una via d’uscita è un posto su un barcone”
(da agenzie)
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Luglio 6th, 2019 Riccardo Fucile
MEDICI A BORDO, UN ALTRO RICOVERATO PER DISIDRATAZIONE… ITALIA SPUTTANATA IN TUTTO IL MONDO CIVILE PER TENERE A PIEDE LIBERO UN SEQUESTRATORE DI PERSONE … IL MINISTRO DEGLI INTERNI TEDESCO: “FATELI SCENDERE”… LA MINISTRA TRENTA SI DISSOCIA DA SALVINI
La nave Alex della ong Mediterranea con 41 migranti a bordo è entrata nel porto di Lampedusa attorno alle 17, scortata da motovedette della Guardia di finanza e della Guardia costiera, attraccando poco dopo nel molo dell’isola siciliana.
Dopo ore dall’attracco l’equipaggio e i migranti sono ancora a bordo: “Si configura il sequestro di persona. Se questo è ancora uno stato di diritto queste cose si discutono nei tribunali. Devono farci scendere”, ha affermato la portavoce di Mediterranea Alessandra Sciurba.
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha risposto: “Non autorizzo nessuno sbarco di chi se ne frega delle leggi italiane (illecite) e aiuta gli scafisti (altra querela in vista). Io denunciato per sequestro di persona? Siamo al ridicolo”.
La nave intanto è stata spostata dalla banchina al molo Favaloro per consentire alle persone a bordo di utilizzare i bagni del porto e per liberare il molo commerciale: un traghetto di linea Cossyra, partito da Porto Empedocle stamani, è bloccato a largo dell’isola e non può entrare in porto.
Intanto, dopo la richiesta del capo missione di avere un medico a bordo per controllare la situazione sanitaria, sulla Alex è salita una dottoressa della Asp che ha visitato i migranti che si trovano da due giorni sul ponte del veliero. Uno dei migranti a bordo, disidratato, è stato portato al poliambulatorio di Lampedusa per essere curato.
“Penso che per com’è la situazione dovrebbero farli sbarcare ma in questo il sindaco non ha alcun potere. Posso solo fare da spettatore”, ha detto il sindaco di Lampedusa Toto Martello dal porto dell’isola.
Il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti risponde invece alle dichiarazioni del Ministro dell’Interno: “Ricomincia lo show di Matteo Salvini — ha affermato -. Si facciano scendere i naufraghi della nave Alex, dove sarebbe in corso un’emergenza igienico-sanitaria, e poi si collabori con l’Europa per lo loro redistribuzione. Finisca questo surreale e macabro gioco sulla pelle di esseri umani. La verità è che l’Italia non ha politiche di governo sul tema immigrazione e ogni volta ci troviamo di fronte a situazioni drammatiche o surreali usate a scopi propagandistici. Invece di disertare i vertici europei ci si muova per cambiare le cose”.
Salvini chiede di difendere i confini italiani: “Domando ai vertici delle forze armate italiane se la difesa dei confini è un diritto-dovere da parte delle istituzioni o se i confini italiani sono diventati un ‘di più’”.
Fonti della Difesa, però, rispondono: “Da giorni abbiamo offerto supporto al Viminale sulla situazione di queste ore e il Viminale lo ha respinto, in più di una occasione”.
Poche ore prima di arrivare nelle acque di Lampedusa la ong aveva annunciato: “Di fronte alla intollerabile situazione igienico-sanitaria a bordo, Alex ha dichiarato lo stato di necessità e si sta dirigendo verso il porto di Lampedusa unico possibile porto sicuro di sbarco”.
Lo scontro Italia-Germania
Horst Seehofer oggi ha scritto a Matteo Salvini, chiedendo di rivedere la sua politica migratoria: “Ti chiedo urgentemente di riconsiderare la tua posizione sulla chiusura dei porti italiani. Le imbarcazioni che salvano i migranti non dovrebbero essere lasciate a vagare nel Mediterraneo, qualunque esse siano”.
Il riferimento è alle navi delle ong salvano i migranti in mare: oltre alla nave Alex è ancora in stallo la situazione della Alan Kurdi, imbarcazione della ong tedesca Sea Watch, bloccata in acque internazionali: “Non bisognerebbe fare distinzioni tra chi soccorre i profughi, tra le nazionalità degli equipaggi o tra le bandiere delle navi”, conclude il ministro tedesco.
La situazione della Alan Kurd
Resta in attesa di un porto sicuro — che l’equipaggio definisce “urgente” — la Alan Kurdi, bloccata in acque internazionali dal divieto di accesso in Italia notificato dalla Guardia di finanza. Lo stallo continua da oltre 24 ore. Alla nave della ong tedesca una motovedetta della Guardia di finanza ha notificato in mattinata il divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque territoriali italiane.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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