Luglio 14th, 2019 Riccardo Fucile
SCONFESSATO DA CONTE SU SAVOINI E PRESSATO DA DI MAIO E PD, CONTINUA A EVITARE DI RIFERIRE IN PARLAMENTO
Se prima stava cedendo, la linea difensiva di Salvini ora inizia a franare. E la richiesta dell’alleato Luigi Di Maio di chiarire in Parlamento la vicenda Savoini ne è solo la diretta conseguenza.
Lui però continua a ostentare tranquillità , istruendo i suoi a non cedere alle provocazioni che arrivano da giorni dal Pd, e da oggi anche dal Movimento 5 Stelle. Palazzo Chigi ha preso le distanze dal ‘caso Savoini’ che coinvolge la Lega. E in una nota ha fatto “un doveroso chiarimento” sulla cena a Villa Madama organizzata in occasione della visita a Roma, lo scorso 4 luglio, del presidente russo Vladimir Putin. Con la premessa che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, “non conosce personalmente” Gianluca Savoini, presidente dell’Associazione Lombardia-Italia, palazzo Chigi ricostruisce i fatti e precisa che “l’invito del sig. Savoini al Forum è stato sollecitato dal sig. Claudio D’Amico, consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale del vicepresidente Salvini, il quale, tramite l’Ufficio di vicepresidenza, ha giustificato l’invito in virtù del ruolo dell’invitato di presidente dell’Associazione Lombardia-Russia e ha chiesto ai funzionari del presidente del Consiglio di inoltrarla agli organizzatori del Forum. L’invito alla cena del sig. Savoini è poi stata una conseguenza automatica della sua partecipazione al Forum”. Su questo punto ieri lo staff del vice premier aveva dato una diversa versione sostenendo che Savoini “non era nella delegazione ufficiale”.
Anche l’alleato di governo, Luigi Di Maio, si chiama fuori e, anzi, invita – anche se in maniera indiretta e non esplicita – l’altro vicepremier a presentarsi in Parlamento per riferire.
“Quando il Parlamento chiama, il politico risponde, perchè il Parlamento è sovrano e lo dice la nostra Costituzione. Peraltro, quando si ha la certezza di essere strumentalizzati, l’Aula diventa anche un’occasione per dire la propria, difendersi e rispondere per le rime alle accuse, se considerate ingiuste”, scrive il capo politico del Movimento 5 stelle sui social.
Le opposizioni annusano il momento di difficoltà del Carroccio e preparano interrogazioni parlamentari ma già si pensa a una mozione di sfiducia. il primo a trarre conclusioni dal comunicato della presidenza del consiglio è stato Paolo Gentiloni, che ha chiesto le dimissioni di Salvini: “Chi dice falsità per coprire truffe e truffatori non può fare il ministro dell’Interno di un grande Paese democratico”.
Il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha chiamato in mattinata i presidenti di Camera e Senato per chiedere di convocare il ministro Salvini a riferire in aula. Ora toccherà ai presidenti dei due rami del Parlamento inoltrare la richiesta all’esecutivo, per prassi ‘investendo’ della questione il ministro per i rapporti con il Parlamento e un eventuale intervento del governo in Aula sarà poi calendarizzato in sede di conferenza dei capigruppo.
Intanto la Lega tace, nessuna replica alle accuse nè, tantomeno, alle richieste di dimissioni o di intervenire in Parlamento. Non cedere alle provocazioni, è la linea.
Continua quindi a twittare degli argomenti più disparati, lanciando qualche messaggio a chi si occupa di “fantasie” mentre lui “di problemi concreti”.
Nel frattempo l’inchiesta della Procura di Milano accelera.
Da domani infatti i pm Gaetano Ruta e Sergio Spadaro che insieme al procuratore aggiunto Fabio De Pasquale coordinano le indagini affidate al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza, hanno in programma una fitta attività istruttoria.
Da quanto è trapelato dovrebbero interrogare già lunedì Savoini il principale protagonista della vicenda, rivelata da un audio agli atti del fascicolo, che con altri due italiani e tre russi avrebbe tentato l’affare: un presunto accordo sulla vendita a una società intermediaria di circa 3 milioni di tonnellate di petrolio scontato del 6%. Petrolio poi rivenduto a prezzo pieno in Italia, in modo da ottenere che una parte dello sconto spuntato, il 4%, si trasformasse, questa è l’ipotesi, in una ‘retrocessione’ per il movimento e il resto, almeno il 2%, andasse sotto forma di ‘stecca’ a funzionari russi. Ricostruzione fatta dal sito internet Buzzfeed nei giorni scorsi facendo scoppiare il caso.
Ma oltre a Savoini, inquirenti e investigatori, che stanno pensando pure a una rogatoria e ad accertamenti sui flussi di denaro Russia-Italia, dopo le opportune verifiche e procedure di identificazione, di certo convocheranno, o come persona informata sui fatti o come indagato, colui che ha affermato di essere il banchiere Luca” di cui si parla nella registrazione e cioè il secondo italiano presente al Metropol.
Si tratta di Gianluca Meranda, avvocato con simpatie per Matteo Salvini, che dice di aver incontrato “in occasioni pubbliche” e di aver visto più volte Savoini.
Ma nella lista delle persone da ascoltare non è escluso possa esserci pure Claudio D’Amico. Otre a questi e agli interrogatori di altre persone, all’identificazione degli altri partecipanti alla trattativa, prossimamente la Gdf potrebbe fare pure acquisizioni.
(da “Huffingtonpost“)
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Luglio 14th, 2019 Riccardo Fucile
BORGHEZIO: “SAVOINI E’ APPREZZATO NELLA LEGA, INUTILE PRENDERNE ORA LE DISTANZE, E’ UN NOSTRO SOLDATO”
«È un soldato della Lega, delle nostre idee»: Mario Borghezio, che con Matteo Salvini è piuttosto arrabbiato da quando il Capitano non l’ha ricandidato all’Europarlamento, a colloquio con il Corriere della Sera oggi spiega che Gianluca Savoini è un nome conosciuto e apprezzato nel Carroccio, sottintendendo che quindi non è più il caso per il segretario di fare il finto tonto.
Non è l’unico. Mentre il Cazzaro Verde (si può chiamare così, Travaglio ha vinto una causa su questo) è impegnato nella circonvenzione di elettore incapace scappando dall’argomento o rispondendo a pene di segugio, Palmarino Zoccatelli, veronese, presidente dell’Associazione “Veneto-Russia” — in pratica l’omologo a Nordest di Savoini — dice che Gianluca Savoini è «una brava persona», ben nota negli ambienti leghisti.
Aggiunge anche che tutta questa vicenda è un attacco a Salvini, ma intanto conferma le frequentazioni che ieri il Carroccio ha provato a negare finchè non è spuntata la mail che il consigliere di Salvini ha fatto mandare per accreditare proprio Savoini alla cena con Putin di Villa Madama.
Ma il più esplicito è Borghezio:
Savoini è un mestatore?
«No, si era guadagnato la stima della Russia. Lo consideravano un amico, interlocutore affidabile. Ma la prova assoluta che tutto fosse alla luce del sole è che in questa stagione le casse della Lega sono vuote».
Perchè allora Salvini scarica Savoini?
«Sul perchè preferirei non dichiarare. Ma si può capire una certa prudenza davanti a un’inchiesta che sembra una spy story».
Petrolio e rubli dalla Russia per finanziare la Lega alle Europee?
«Della questione affari nulla so e nulla voglio sapere. Ma la linea ufficiale della Lega, “non sappiamo nulla”, è comprensibile. Prudenza doverosa da parte di chi ha responsabilità nel governo, visto il tentativo pesante di montatura indirizzata a colpire Salvini attraverso una persona facilmente identificabile come a lui vicina».
Intanto Salvini, che ufficialmente è “tranquillissimo”, continua a essere in realtà piuttosto nervoso.
Palazzo Chigi ieri ha scaricato su Salvini la presenza di Savoini alla cena a villa Madama per la visita di Stato di Putin: una nota precisa che «l’invito è stato sollecitato da Claudio D’Amico, consigliere per le attività strategiche del vicepresidente Salvini, il quale ha giustificato l’invito in virtù del ruolo di Savoini di Presidente dell’Associazione Lombardia-Russia».
Di certo Salvini ha il vizietto di scaricare chi è in difficoltà .
E’ successo di recente con Paolo Arata, che disse di non conoscere fino a quando non uscì la sua partecipazione agli stati generali della Lega come esperto di energia; intanto, racconta il Messaggero, dal M5S in queste ore iniziano a insinuare dubbi anche su Giancarlo Giorgetti, il potente sottosegretario alla presidenza, nonchè numero due della Lega.
Come nel caso del figlio di Paolo Arata, Federico, c’è un’altra assunzione in carico a Giorgetti finita nel mirino: si tratta di Michele Sciscioli, capo del dipartimento Sport a Palazzo Chigi,la delega ricoperta appunto dal big del Carroccio.
Sciscioli, 40 anni e un master in Affari internazionali, per lungo tempo ha avuto rapporti economici e professionali con la Russia, lavorando per anni al palazzo della Sogin (la società dello Stato responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani) a Mosca.
Prima di ritornare con Giorgetti, con il quale aveva collaborato ai tempi del governo Berlusconi. «Vedete? Si ripete lo stesso schema di Arata: rapporti poco specchiati, trame: bisogna indagare su certi profili».
La Lega risponde come può. In queste ore è gettonatissimo il complotto degli USA per spiegare il rublogate.
Sempre nel Carroccio c’è chi ricorda anche un altro particolare: lo scorso 20 giugno, due giorni dopo il ritorno di Salvini dal viaggio a Washington, uscì un rapporto molto duro di Mike Pompeo, segretario di Stato americano, sulla lotta al traffico di immigrati. Un dossier che portò Roma a essere «declassata a livello 2».
Una frustata che spiazzò Salvini in quel momento, proprio perchè arrivata aridosso dell’incontro con Mike Pence e Mike Pompeo. Un messaggio che ora nella Lega leggono «in tanti modi».
Tanti modi, tutti disperati. Perchè intanto le cronache raccontano di altri strani giri di denaro con protagonista un elettricista — Francesco Barachetti — e con soldi che fanno lunghi giri e poi ritornano, come nel caso della barista.
Intanto Gianluca Meranda, di cui oggi il Fatto ha segnalato l’appartenenza alla massoneria, verrà sentito dai pm di Milano.
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 14th, 2019 Riccardo Fucile
SEGNALATO DALLA BANCA D’ITALIA PER RICICLAGGIO…PASSAGGI DI DENARO TRA LA SUA AZIENDA, SOCIETA’ RUSSE E LA LEGA
Francesco Barachetti, ex consigliere del comune di Casnigo nel Bergamasco, 43 anni, è titolare di una società (Barachetti Service srl) che si occupa di impiantistica elettrica e idraulica, lattonerie, cartongessi e ristrutturazioni edili: ne possiede il 95 per cento, il resto è in capo alla moglie, la russa Tatiana Andreeva.
La sua attività , racconta oggi Repubblica in un articolo a firma di Marco Mensurati e Fabio Tonacci, è finita in un report consegnato alle procure di Genova e Milano dagli investigatori antiriciclaggio della Banca d’Italia.
Il passaggio di danaro dai conti della Lega a quelli di Barachetti, e da lì alla Russia, è stato segnalato come anomalo e meritevole di approfondimento dalla squadra di financial intelligence di Bankitalia, quella che si occupa di antiriciclaggio, nell’ambito di un’indagine sullo Studio Dea Consulting di Bergamo del commercialista della Lega Alberto Di Rubba, sulle sue controllate e su alcune aziende coinvolte nella stessa operatività finanziaria. Tra queste, appunto, la Barachetti Service.
“La società — si legge infatti nel report, citato in un’inchiesta dell’Espresso di qualche mese fa — risulta essere controparte di numerose transazioni finanziarie con il partito della Lega Nord e altri soggetti collegati, nonchè con lo Studio Dea”.
Dunque, dal 2015 al 2019 la Pontida Fin, la finanziaria della Lega, ha girato su uno dei conti di Barachetti nove bonifici per altrettante fatture per un totale di 539.000 euro. Parte di questo denaro, incrocia la pista russa.
In prossimità delle date di accredito, infatti, ci sono 48.800 euro che ritornano a Bergamo allo Studio Cld, mentr Barachetti acquista valuta russa per circa di 45.000 euro. Qualche settimana dopo l’equivalente di 3.1 milioni di rubli viene trasferito su un conto della Banca Sberbank di Mosca, di cui è beneficiaria la OOO Sozidanier Oblast di San Pietroburgo, società di ingegneria e architettura. Causale: “Acquisto proprietà ”.
Sempre sullo stesso conto, appaiono tre bonifici per complessivi 300.000 euro che, secondo gli investigatori della Uif, provengono da Lombardia Film Commission, una fondazione partecipata dalla Regione Lombardia:
Il 3 settembre del 2018 (tre giorni prima della sentenza del Tribunale del Riesame di Genova che conferma il sequestro dei famosi 49 milioni) la Lega Salvini Premier paga a Barachetti 311.000 euro.
“A fronte di tale accredito — scrivono i tecnici di Bankitalia — non si rinvengono operazioni che consentano di identificare un utilizzo specifico, anche parziale, dei relativi fondi”.
Su un altro conto corrente, aperto presso il Banco Popolare di Milano, arriva a Barachetti altro denaro dal partito di Salvini: quattro bonifici da Lega Nord per 269.160 euro e 14 bonifici da Pontida Fin per 446.416 euro, sempre per pagamento fatture.
L’aspetto sottolineato dal report, però, è che quei soldi — non si capisce perchè — tornano indietro: 35.218 euro al commercialista Alberto Di Rubba, 5.344 euro al tesoriere della Lega Giulio Centemero, 22.500 allo studio Dea spa, 39.644 euro allo Studio C.l.d.
C’è poi un terzo, e ultimo, conto corrente di Barachetti, aperto presso Intesa Sanpaolo, su cui riceve 30.000 da Radio Padania, per poi girarne tre giorni dopo 22.500 ancora allo studio di Di Rubba.
La storia è molto simile a quella della Vadolive, società di una barista a cui la Lega diede 480mila euro.
(da “NextQuotidiano“)
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Luglio 14th, 2019 Riccardo Fucile
“LE TRATTATIVE DEGLI UOMINI DI SALVINI CON LA RUSSIA SONO UN TRADIMENTO DELL’ITALIA”
“Le trattative degli uomini di Salvini con la Russia di Putin rappresentano un tradimento dell’Italia ideale, un’infedeltà alla collocazione occidentale del nostro paese e un’asservimento al progetto russo di distruzione dell’Unione Europa: una cannonata contro l’orizzonte comunitario”. Sul palcoscenico del giallo russo-leghista, Roberta De Monticelli scorge il fantasma della questione morale: “Questa storia — dice— dimostra che i partiti politici sono diventati delle macchine d’affari senza confini”.
Filosofa, docente all’università San Raffale di Milano, per definire l’era politica che viviamo, De Monticelli pesca dalle pagine de La Repubblica di Platone il modello della khakistocrazia: “Così il pensatore greco definiva governo dei peggiori, e noi siamo di fronte all’internazionalizzazione di questo schema. Mi riferisco anche a Donald Trump. Ma nel caso di Putin il richiamo al governo dei peggiori è spaventoso.La sua ideologia illiberale è riuscita a fondere i residui del bolscevismocon le venature naziste del suo patriottismo esasperato.Un miscuglio ignobile, che pure hatrovato uno spazio notevole nel dibattito politico globale”.
Tutto è cominciato una trentina d’anni fa: “Quando le democrazie liberali occidentali sono entrate in un circolo vizioso che ha alimentato la sfiducia verso le istituzioni. Specialmente, in Italia. Il governo dei peggiori — che è sempre una possibilità della democrazia — ha pian piano preso il sopravvento. Il vero problema è che già Platone considerava questo stadio come l’ultimo gradino prima dell’avvento della tirannia. E purtroppo il Novecento ha dimostrato che la sua analisi ha ancora una corrispondenza con la realtà ”.
È una torsione inevitabile?
No, non è inevitabile. Però il rischio c’è: forte, consistente e sostanziale.
C’è anche un rimedio?
Già negli anni Quaranta Altiero Spinelli aveva previsto che gli stati nazionali non sarebbero stati più in grado di alimentare il circolo virtuoso della democrazia, perchè troppo schiavi degli interessi particolari. Il rimedio è dunque una sovranità europea realmente sovranazionale, l’unica cosa che potrebbe riaprire la partita.
Il populismo non si nutre proprio delle lacune europee?
Lei di quale Europa sta parlando?
Dell’Europa che c’è.
Ce ne sono almeno due. C’è l’Unione Europea embrionale, ossia l’Europa delle istituzioni veramente comuni, che ha limitato le grandi multinazionali, ha approvato delle norme ambientali decenti, ha investito moltissimo sulla ricerca; e poi c’è l’Europa degli stati, che solitamente si occupa di disfare quel tanto di buono che la commissione e il parlamento sono riusciti a concludere.
Salvini confonde le due cose?
Salvini alimenta il più orribile equivoco, perchè definisce europee delle scelte che sono in realtà dei singoli stati, come, per esempio, le politiche sull’immigrazione di Macron.
Sull’immigrazione il vero antagonista di Salvini è il Papa?
Le parole di Francesco dimostrano una grande fedeltà alla tradizione cattolica. L’invito a salvare le persone disperate non è solo un appello a proteggere la vita dalla morte. È un richiamo a portare in salvo la fioritura di ogni singola persona, la felicità che ogni essere è chiamato a realizzare su questa terra.
Eppure, alcuni sondaggi certificano che molti cattolici condividono le idee di Salvini.
Dal punto di vista della teologia cristiana, l’idea delle radici, dei confini, delle patrie fisiche, è una dissacrazione del vero concetto di sacralità .
Perchè?
Sono andata per anni, da laica, alla ricerca della spiritualità cristiana, quella che è rimasta sepolta nei conventi, ignorata persino dalla gerarchia ecclesiastica. Ho incontrato Cristina Campo e Margherita Pieracci Harwell, due grandi interpreti di Simone Weil. Mi hanno insegnato che la vera esperienza spirituale è apertura agli infiniti orizzonti dell’anima, inclusi gli abissi che ci attraversano. Basta leggere un trattato spirituale. È un percorso infernale, altro che quiete contemplativa. È un viaggio nella vastità del nostro mondo interiore, che ha le sue estasi e i suoi traumi, le sue esaltazioni e i suoi precipizi. Può offrire tutto, fuorchè protezione, riparo, sicurezza.
Ma le persone non hanno diritto anche a questo?
Certo che ne hanno diritto, ma indurli a barattare la libertà con la tranquillità è diabolico. La gran parte delle persone nemmeno conosce tutte le possibilità che offre la vita umana. E non c’è nulla di più criminale che tenere gli uomini lontani da questa conoscenza, offrendogli come riparo una prigione.
L’esperienza spirituale che ha descritto è davvero possibile a tutti?
Sì, lo è. Anzi, è proprio questo il punto in cui si incontrano la grande tradizione umanistica da cui nasce la democrazia e il cristianesimo: la vocazione al risveglio delle coscienze, il richiamo a vivere l’esperienza morale in prima persona, con tutto il proprio cuore.
Perchè allora lei ha creduto nei 5 stelle, che sono protagonisti dell’oscurità che denuncia?
Non lo nego, ho nutrito simpatia per i 5 stelle. Credevo che avrebbero potuto immettere nel circuito della politica corrente una spinta all’idealità , diventando un antidoto alla crisi di rappresentanza della democrazia liberale.
Quando si è accorta che sbagliava?
L’allarme è suonato quando ho visto che molti parlamentari erano incapaci di contestare la decisioni che venivano calate dall’alto, ai tempi in cui ancora Grillo impartiva ordini a destra e a sinistra. Quando poi è stato siglato l’accordo con la Lega, sono rimasta semplicemente esterrefatta. La delusione più cocente l’ho provata quando hanno votato sì a uno dei più grandi condoni che siano mai stai fatti, quello di Ischia. Lì le anime belle si sono rivelate per quello che veramente erano: delle anime brutte.
Non crede che si potesse capire già ieri ciò che le è così chiaro oggi?
Forse sì, un occhio politico più attento del mio avrebbe potuto capirlo. Per questo, nella vita, io mi occupo di filosofia.
E però si è spesa molto per un governo Pd-5 stelle.
Direi che mi sono spesa disperatamente per evitare la guerra tra due forze che avevano molti più valori in comune di quelli che erano disposti ad accettare.
Sarebbe ancora possibile, quell’accordo, dopo il governo 5 stelle-Lega?
I valori conservano sempre una trascendenza rispetto alla realtà concreta. Ecco perchè la rigenerazione e la rinascita sono sempre possibili. Anche per i 5 stelle, dopo questa tremenda esperienza. Ma l’altro interlocutore, il PD, dove sarebbe?
È lì, con un nuovo segretario.
Le confesso che non ho ancora capito che idee abbia, Nicola Zingaretti.
Per questo non rifarebbe quell’appello?
Il punto non è questo o quell’accordo. Il punto è che tutte le persone hanno un’anima e un corpo, e sono pronte a seguire il meglio, oppure il peggio, a seconda di ciò che gli si offre. Se non gli si prospetta mai niente per cui valga la pensa esaltarsi, è logico che il populismo sarà più difficile da battere. E sarà un male.
Anche Salvini è il male?
Salvini non è il male in assoluto. Però funziona esattamente al contrario di ciò che suggerirebbe l’ideale. Comunica senza articolare un pensiero. Usa le più basse tecniche di comunicazione. Incarna perfettamente la degenerazione della democrazia in atto.
Perchè allora ha così tanto consenso
Questo non deve chiederlo a me.
Però se lo sarà chiesto, immagino.
Sì, certo, che me lo sono chiesto.
E che risposta si è data?
Che quando il circolo virtuoso di una democrazia si inverte, i molti, i più, smettono di accedere alla maturità morale — che è il fine del welfare e dell’istruzione. Ma una democrazia muore senza cittadini maturi, che capiscano cosa sono i valori universali. Gli umani vengono prima degli italiani.
(da “Huffingtonpost”)
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Luglio 14th, 2019 Riccardo Fucile
E LUI CHE PER CONTO DI SALVINI HA FATTO INVITARE SAVOINI ALLA CENA CON PUTIN
Claudio D’Amico – ex parlamentare leghista, assessore alla Sicurezza a Sesto San Giovanni, nonchè consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale del vicepremier Matteo Salvini, l’uomo che fece invitare Gianluca Savoini alla cena che si è tenuta il 4 luglio a Roma, a Villa Madama, in onore del presidente Putin – non è soltanto un habituè dell’ex Unione Sovietica dove va spesso per viaggi, incontri e ospitate alla tv di Stato e al network Russia Today, fungendo da ufficiale di collegamento tra il Carroccio ed esponenti del governo russo.
D’Amico ha anche una passione spiccata per gli extraterrestri. Alla cui esistenza crede al punto da aver dichiarato, alla vigilia delle europee 2014 (dove fu candidato ma non eletto), di voler aprire gli archivi sugli Ufo in quanto “i cittadini europei hanno diritto di sapere se gli alieni visitano il nostro pianeta”.
Promettendo che, in caso di vittoria, avrebbe pubblicato gli archivi dei 28 Paesi dell’Unione su Internet.
(da agenzie)
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Luglio 14th, 2019 Riccardo Fucile
LA RICHIESTA FIRMATA DA CLAUDIO D’AMICO, CONSIGLIERE DI SALVINI PER LE ATTIVITA’ STRATEGICHE DI RILIEVO INTERNAZIONALE
Matteo Salvini, per carità , non l’ha mai sentito nominare questo Gianluca Savoini. Ieri il ministro dell’Interno in un comizio a Ferrara ha parlato per ore senza mai nominare la storia della Russia e dei rubli, secondo la tattica del fumo negli occhi che con i suoi supporter sta funzionando benissimo.
Sarà per questo che oggi Ilario Lombardo sulla Stampa pubblica le richieste di Claudio D’Amico, consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale del vicepremier Matteo Salvini.
«Bpomeriggio Andrea, come d’accordo ti chiedo se gentilmente può essere inserito, per il prossimo Foro di dialogo italo-russo, in programma giovedì 4 luglio al Maeci, anche il dottor Gianluca Savoini, presidente dell’Associazione culturale Lombardia-Russia, come richiestomi dall’onorevole Claudio D’Amico, consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale (del vicepremier Matteo Salvini, ndr)».
In questa mail, inviata l’1 luglio alle 17.32, firmata da “Barbara” e che la Stampa ha potuto leggere, c’è l’impronta digitale, chiara e indelebile, di chi ha invitato Savoini a brindare all’amico Vladimir Putin il 4 luglio a Villa Madama, a Roma.
Savoini vaga come un fantasma che aleggia sul destino della Lega, scaricato dal suo leader.
Ebbene: l’uomo che dieci giorni fa lo ha portato a Villa Madama e che dunque fa crollare la versione di Salvini è Claudio D’Amico, che nella corrispondenza ufficiale di Palazzo Chigi si fa chiamare ancora onorevole anche se non lo è più dal dicembre 2012.
In un’altra mail inviata a Serena, dell’Ispi, l’Istituto di politica internazionale che in questo caso svolge il ruolo organizzativo di segretariato per il Foro, è Raffaella Di Carlo, del diplomatico di Chigi, «su richiesta dell’On. D’Amico» a chiedere di inserire Savoini tra i partecipanti assieme a altri nominativi tra cui il cosmonauta Walter Villadei.
Il quotidiano piemontese aggiunge ulteriori dettagli.
“D’Amico e Savoini sono i due filoputiniani della Lega, gli uomini che hanno tessuto la rete dei contatti di Salvini con il Cremlino e gli oligarchi di Mosca. Di casa nella capitale russa, dove sono stati decine di volte, e quasi sempre a fianco del leader del Carroccio”.
(da agenzie)
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Luglio 14th, 2019 Riccardo Fucile
L’ITALIA SESTA PER NUMERO DI NUOVI IRREGOLARI SCOPERTI NEL NOSTRO TERRITORIO: 26.780
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha chiesto di rendere “più incisiva l’iniziativa in materia di rimpatri”. Il vicepremier, Matteo Salvini, ha scritto alla Tunisia per chiedere più collaborazioni e ha promesso anche l’impiego di navi di linea.
E i numeri mostrano in effetti che sul tema il nostro Paese ha non poche difficoltà . Secondo i dati Eurostat sono stati 5.615 i rimpatri di migranti irregolari che l’Italia ha effettuato nel 2018, di cui appena 435 volontari.
Un numero che ci colloca anche dietro la piccola Grecia, che condivide con noi il problema del gran numero di migranti che arrivano sulle sue coste.
Secondo l’ufficio statistico comunitario lo scorso anno nell’Ue ci sono stati 113.630 rimpatri, di cui più della metà volontari (57.545).
Gli Stati che ne hanno effettuato il maggior numero sono la Spagna (11.730), la Francia (10.820) e la Grecia (7.760).
I singoli dati per Germania, Cipro, Lituania, Olanda, Finlandia e Regno Unito non sono disponibili.
Il numero di cittadini non europei a cui è stato ordinato di lasciare il nostro Paese è calato del 25,3% tra il 2017 e il 2018, passando da 36.240 a 27.070 unità .
In termini assoluti, l’Italia è al sesto posto per ordini di espulsione dietro alla Francia (105.560), la Spagna (59.255), la Grecia (58.325), la Germania (52.930) e la Polonia (29.375).
Complessivamente gli ordini di lasciare il territorio nell’Unione europea sono stati 478.155 nel 2018, con un calo del 7,4% rispetto all’anno precedente. Il calo più marcato è stato registrato nel Regno Unito (-60,9%). La Spagna ha invece registrato un aumento del 116,7% con 59.255 ordini di lasciare il territorio nel 2018 contro i 27.340 del 2017.
In generale nonostante l’afflusso di immigrati irregolari sia ormai percepito in Italia come una vera e propria invasione i numeri raccontano una realtà differente e mostrano come le cifre siano ormai lontane da quelle della fase più acuta della crisi tra il 2015 e il 2017. Complessivamente nei 28 Stati membri dell’Ue lo scorso anno 602mila persone sono state individuate dalle forze dell’ordine in situazione di presenza illegale, con un calo del 2,8% rispetto al 2017 e del 72,1% rispetto al 2015 quando è stata registrata la cifra record.
E se guardiamo alle cifre degli altri Stati vediamo che noi siamo solo sesti nella classifica di coloro che scoprono sul proprio territorio persone entrate in maniera irregolare.
Nel 2018 gli Stati membri in cui sono stati individuati il maggior numero di cittadini non-Ue presenti illegalmente sono la Germania (134.100), la Francia (105.900), la Grecia (93.400) e la Spagna (78.300). In termini di migranti irregolari individuati, l’Italia è superata anche da Polonia (31.245) e Regno Unito (27.830).
(da agenzie)
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Luglio 14th, 2019 Riccardo Fucile
UN ALTRO BARCHINO CON SETTE MIGRANTI INTERCETTATO SOLO A POCHE MIGLIA DAL PORTO, NEL POMERIGGIO NE ARRIVA UN ALTRO CON 14 NAUFRAGHI
Proseguono a Lampedusa i cosiddetti “mini sbarchi“: in nottata un barchino con sette persone a bordo è stato intercettato a poche miglia dall’isola da una motovedetta della Guardia Costiera che lo ha rimorchiato in porto.
Poco fa un’altra imbarcazione con 14 naufraghi è approdata nel molo Favaloro. Tutti i migranti, che sarebbero partiti dalla coste tunisine direttamente o a bordo di “navi madre”, sono stati trasferiti nell’Hot spot dell’isola.
Alarm Phone ha poi segnalato la presenza di un barchino “con 12-14 persone a bordo” alla deriva vicino a Lampedusa. “Ieri alle 20.53 un parente ci ha segnalato una barca in difficoltà che ha lasciato la Tunisia la sera prima con a bordo 12-14 persone, inclusi una donna e vari minorenni. Erano gia’ vicini a Lampedusa ma non erano in grado di mandare la posizione Gps”, scrive su Twitter il servizio che raccoglie le segnalazioni delle imbarcazioni in difficolta’ nel Mediterraneo.
“Alle 21.30 — aggiunge — siamo riusciti a contattare la barca per la prima volta. Le persone a bordo riuscivano a vedere Lampedusa ma non riuscivano a procedere oltre per mancanza di carburante. Alle 22.35, dopo aver verificato dei dettagli importanti, abbiamo allertato la Guardia costiera”.
In un terzo tweet l’ong ha scritto che “alle 23.50 la Guardia costiera ha confermato di essere in contatto con la barca e che li avrebbero cercati, ma le persone sono rimaste in mare tutta la notte. Ultimo contatto con la barca alle 7.29 di stamattina: erano ansiosi ed esausti, ancora alla deriva vicino a Lampedusa”.
“Alle 12.16 un parente delle persone a bordo ci ha riferito che la barca in difficoltà è stata portata in salvo in Italia e che le persone a bordo sono a Lampedusa. La guardiacostiera ha confermato che stanno tutti bene. Benvenuti in Europa!”.
A renderlo noto, attraverso Twitter, Alarm Phon sulla situazione di una barca partita dalla Tunisia con a bordo 12-14 persone e rimasta alla deriva vicino Lampedusa.
(da agenzie)
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Luglio 14th, 2019 Riccardo Fucile
STABILE SEQUESTRATO SU ORDINE DELLA MAGISTRATURA, NESSUNO AL VIMINALE SE N’ERA ACCORTO
L’edificio che ospita il commissariato di Polizia di Vittoria è stato sequestrato dalla Guardia di Finanza nell’ambito del sequestro dei beni della famiglia Luca di Gela.
La proprietà per una quota parte del 50% è di Rocco Luca, figlio di Salvatore, finito in carcere assieme allo zio con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. L’affitto che il Ministero dell’Interno ogni anno paga ai proprietari dell’immobile è di 105 mila euro. La notizia arriva mentre il paese del Ragusano è sotto shock per la morte di Alessio e Simone, i due cuginetti uccisi da un suv con a bordo i rampolli dei boss.
I Luca, a cui fa capo il gruppo Lucauto di Gela, sarebbero subentrati al 50% nella proprietà dello stabile dopo che lo stesso era stato messo all’asta dal Tribunale di Ragusa nel 2012.
La rimanente parte dell’edificio è di un commerciante di Vittoria.
“Da mesi stiamo cercando un’altra sede per ragioni funzionali. Abbiamo avviato un’interlocuzione prima con l’amministrazione del Comune di Vittoria, poi sciolta per mafia, poi con i commissari straordinari. Adesso, con la notizia del sequestro, è chiaro che questo percorso ha subito un’accelerazione”, dice il questore di Ragusa, Salvatore La Rosa.
Il commissariato dovrebbe andare nei locali dell’ex tribunale di Vittoria. “E’ chiaro che servirà prima una delibera e poi dei lavori di adeguamento”, continua La Rosa.
Per il questore “l’importante è distinguere la proprietà del bene, con la nostra attività . Siamo due mondi lontanissimi”.
Il commissariato è lì dal ’95-’96, Luca è subentrato nel 2012, ma nessuno al Viminale se n’è accorto?
(da agenzie)
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