Luglio 22nd, 2019 Riccardo Fucile
SALVINI PERDE LA FACCIA: NON SOLO ERA ASSENTE, MA INVECE CHE ESSERE SODDISFATTO CHE I NUOVI ARRIVI VERRANNO RIDISTRIBUITI IN 14 STATI PARLA DI FLOP… AI SOVRANISTI I PROFUGHI PIACCIONO SOLO AFFOGATI
Attacca il ministro dell’Interno Matteo Salvini, assente “ingiustificato” alla riunione
informale di Parigi sui migranti e raccoglie l’adesione di 14 Stati Ue ad un “meccanismo di solidarietà ” per ripartire le persone salvate in mare, con un’indicazione indigesta per il titolare del Viminale: lo sbarco deve avvenire nel porto più vicino.
Il presidente francese Emmanuel Macron illustra la sua soluzione sul dossier migranti, aprendo ad un nuovo scontro con l’Italia.
La replica di Salvini? La riunione “è stata un flop” e “noi non prendiamo ordini da Macron”.
Le posizioni erano cristallizzate: da una parte l’asse Parigi-Berlino con una bozza di documento che apriva alla redistribuzione tra i Paesi europei dei migranti soccorsi, fermo restando che questi ultimi devono sbarcare nel “porto più vicino”.
Dall’altra Italia e Malta, i “porti più vicini” per eccellenza. Salvini ha inviato una delegazione tecnica del Viminale con il preciso mandato di affondare i tentativi di arrivare ad un documento condiviso.
Alla fine Macron deplora gli assenti (“non si guadagna ma nulla non partecipando”) e porta a casa l’accordo di 14 Stati “volontari”, pronti a ripartirsi in modo sistematico i migranti soccorsi in mare, senza dover avviare ogni volta complesse trattative dopo il salvataggio.
Resta però fermo, ha sottolineato il presidente, che “quando una nave lascia le acque della Libia e si trova in acque internazionali con rifugiati a bordo deve trovare rifugio nel porto più vicino. E’ una necessità giuridica e pratica. Non si possono far correre rischi a donne e uomini in situazioni di vulnerabilità ”.
Lo stabiliscono le leggi internazionali, piacciano o meno al sequestratore di persone.
(da “La Stampa”)
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Luglio 22nd, 2019 Riccardo Fucile
“SALVINI? UN HATER PROFESSIONALE AL VIMINALE”… “IN EUROPA L’ITALIA NON CONTA PIU’ NULLA, E’ VISTA SOLO COME UN PROBLEMA”
“È scandaloso che più partiti italiani, con la Lega in testa, abbiano scelto in modo dichiarato un rapporto privilegiato con Putin in funzione anti europea”.
Emma Bonino, la leader di +Europa e storica esponente radicale, parla di Moscopoli e del ruolo dell’Italia nella nuova commissione Ue. E su Salvini attacca: “È inconcepibile avere un hater professionale come ministro dell’Interno”.
Emma Bonino, lei è stata Commissaria Ue, ministra degli Esteri, ora senatrice, dopo l’elezione di Ursula Von der Leyen con il Governo giallo-verde italiano diviso, quale ruolo si è ritagliata l’Italia?
“Non si è ritagliata nessun ruolo, con un governo diviso, per metà ostile e per metà favorevole alla nuova presidente della Commissione. Il governo non ha preso una posizione sbagliata. Ha fatto di peggio, non ne ha presa nessuna, con l’illusione di ‘coprirle’ tutte, da quella con gli anti-Ue a quella a sostegno dell’asse Parigi-Berlino”.
A che livello è oggi la credibilità internazionale dell’Italia?
“Basso, tendente al nullo. L’Italia non è un interlocutore, ma un problema. Ed essendo un grande paese è un grosso problema. Le campagne contro la Commissione e la Germania, le felpe contro l’euro di Salvini, l’alleanza del M5S con il gilet gialli, il sarcasmo contro le letterine di Bruxelles sull’equilibrio di bilancio. E sul piano globale la pretesa di essere alleati insieme della Russia e degli Usa, in funzione anti Ue, quando è evidente che, a prescindere da Trump, non si può essere insieme a favore e contro le strategie globali dell’Alleanza Atlantica. L’Italia non procede in nessuna direzione, va a caso, senza bussola, guidata unicamente da strategie di consenso interno dei partiti di Governo. Il ‘mondo’ per questo esecutivo non esiste, è solo il campo di gioco di partite nazionali”.
Potremmo ambire a un portafoglio importante?
“È evidente che l’Italia ha il dovere di esigerlo, meno evidente che il governo sarà in grado di ottenerlo. Ovviamente dipenderà anche dall’affidabilità delle persone indicate per questa carica”.
L’Italia potrebbe puntare al commissario per l’Africa, se l’idea si concretizzasse.
“L’idea contenuta nel programma della presidenza finlandese , è gia stata archiviata. Ma rimane il fatto che l’Africa è un importantissimo dossier non per “fermare l’invasione”, non per o contro l’immigrazione, ma per lavorare su una grande partnership, una grande accordo per un’area di libero scambio Africa/Ue; una prospettiva strategica che metterebbe il Mediterraneo e l’Italia al centro di flussi di investimenti e di rapporti politico-commerciali – e non solo di migrazioni – che potrebbero trasformare il Sud da periferia a avanguardia di un’Europa protagonista della nuova fase della globalizzazione. Questo consentirebbe di stringere con i paesi africani anche accordi più efficaci contro l’immigrazione irregolare”.
Moavero, Trenta, Bongiorno: dopo che il leghista Giorgetti si è tirato indietro, sono i nomi che circolano. Lei su chi punterebbe?
“Sono invece molto favorevole alla promozione di figure femminili per una candidatura così prestigiosa. Ciò detto, mi pare complicato immaginare, al di là delle questioni di genere, che da un governo anti-europeo possa venire la candidatura migliore per la Commissione Ue.”
Dallo scandalo Moscopoli che sfiora Salvini cosa trova più inquietante?
“Lo scandalo a cui da anni ci si trova dinanzi, molto prima delle intercettazioni del Metropol, non è che da Mosca possano essere arrivati illegalmente fondi a un partito italiano, ma che più partiti italiani, con in testa la Lega, abbiano scelto in modo dichiarato un rapporto preferenziale con Putin in funzione anti-europea. “Mi trovo meglio a Mosca che nelle capitali europee”, diceva Salvini, eleggendo a modello un regime che teorizza la fine dei diritti liberali come nuova frontiera della civiltà politica, anche al netto dei giornalisti e oppositori ammazzati, dei dissidenti incarcerati, delle violazioni costanti del diritto internazionale, come con l’annessione della Crimea.
C’è un problema di ingerenza del Cremlino nella politica Ue?
“Temo che il termine ingerenza suoni abbastanza eufemistico. C’è una strategia scientifica e “ingegnerizzata” di inquinamento mediatico e digitale e di destabilizzazione del processo democratico in tutti i paesi che il Cremlino considera nemici”.
Nel Governo siamo ai penultimatum a giorni alterni di Salvini e Di Maio, quali sono le conseguenze e cosa dovrebbe fare l’opposizione
“Il consenso per il governo non sta diminuendo, ma non è ‘fisso’. Il ciclo di vita dei fenomeni politici apparentemente esplosivi e invincibili, compreso quello di Salvini, si accorcia sempre di più. Il vero problema è che la fine di un fenomeno non apre sempre la strada a un fenomeno di segno opposto. Infatti della crisi dei 5 Stelle ha beneficiato solo Salvini. Da un populismo a un altro. Il compito della minoranza oggi non è solo di fare opposizione a quello che il governo fa, ma di costruire una alternativa a quello che il governo è: un’alternativa liberal-democratica, progressiva, federalista. Al centro, deve esserci il concetto di sostenibilità , che è sinonimo di responsabilità : finanziaria, ambientale, demografica e strategica. Non possiamo ipotecare il futuro con debiti insostenibili, condizioni ambientali invivibili, rapporti generazionali squilibrati e alleanze internazionali subalterne con i nemici della democrazia”.
Ci vuole una mozione di sfiducia al ministro Salvini?
“Non voglio entrare nelle strategie del Pd ma è vero che con i rapporti di forza che ci sono sarebbe poco più che simbolica. A di là del caso Moscopoli, abbiamo superato il limite di guardia di volgarità e insulti inaccettabili. Quello scatenato sui social contro la deputata Maria Elena Boschi è da rabbrividire, così come il termine di “zecca tedesca” alla Rackete, semplice avversaria della sua policy. È inconcepibile avere un hater professionale come ministro dell’interno. Non solo il caso Metropol è grave, ma tutto è gravissimo. Questa maggioranza, in ogni caso, andrà avanti o si romperà unicamente per ragioni interne. Ora occorre vedere se nella prossima settimana Conte e Salvini continueranno a non dire niente di serio sul punto dei rapporti con il potere russo, o diranno qualcosa non dico di condivisibile, ma di responsabile”.
(da “La Repubblica”)
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Luglio 22nd, 2019 Riccardo Fucile
IL PRESSING DEL FACCENDIERE AFFINCHE’ IL FIGLIO DIVENTASSE VICE-MINISTRO DEGLI ESTERI DOVE DOVEVA ANDARE DI MAIO
“Ho sentito attraverso alcune notizie di stampa che c’è stato un momento, mentre si stava formando il governo, in cui qualcuno come Arata ha dichiarato, telefonicamente, di volermi controllare nominando un sottosegretario o uno nel mio gabinetto al ministero degli Esteri – perchè si diceva che Di Maio doveva andare a fare il ministro degli Esteri. Qualcuno ha provato a pilotare la mia nomina da ministro. Io credo che questo sia un fatto gravissimo”. Lo dice Luigi Di Maio in un video su Facebook.
“Se qualcuno esterno al governo ha provato in qualche modo a orientare e manipolare scelte di governo, su questo si deve fare la massima chiarezza. Chiederò alla magistratura la massima chiarezza anche se ci sono stati altri tentativi di intervento nei nostri riguardi”, rimarca il vicepremier M5S.
Di Maio si riferisce a un passaggio delle intercettazioni contenute nell”informativa della Dia depositata dai pm di Roma in vista di un incidente probatorio. L’ex consulente della Lega per l’energia Paolo Arata parla al telefono con il cardinale americano Raymond Leo Burke.
Nella conversazione, Arata chiedeva al cardinale di intervenire anche in favore del figlio Federico, per fargli ricoprire l’incarico di viceministro al ministero degli Esteri”. Arata parlando con Burke afferma: “Federico mi ha chiamato adesso da Dubai… di ricordarle se può fare quel famoso intervento su Giorgetti dagli Stati Uniti, ecco mi ricorda, ma lei non ha bisogno… di essere ricordato”.
E qui compare il nome di Di Maio. Perchè Arata replica:
“Ecco invece dagli Stati Uniti riesce, mi diceva Federico a far arrivare qualche messaggio… perchè se lui Federico andasse agli Esteri, come vice ministro… sarebbe una cosa importante per tutti… perchè rischia di andare agli esteri Di Maio… e ora capisce… e allora gli mettiamo a fianco Federico… beh è una bella garanzia… ecco per tutti…”.
Arata a Nicastri: “I Cinque Stelle rompono sempre i coglioni”
Incentivi sul mini-eolico e ostruzionismo del M5S: su questo vertono molte conversazioni fra gli Arata e i Nicastri, Vito, il ‘re’ dell’eolico, e suo figlio Manlio. “Ieri sera è venuto da me a cena Siri – riferisce Paolo Arata a Manlio Nicastri – l’incentivo…dissi che non c’è un provvedimento a cui agganciare il…non è che lo possiamo mettere così, in due son passati, uno non c’è passato per colpa dei Cinque Stelle, adesso siamo molto più forti quindi ce lo fanno passare, non è questo il problema, gli ho detto agganciamolo allo sblocca cantieri, però che senso ha […]”
“Questo emendamento doveva rientrare nel nuovo decreto, questo delle rinnovabili” interviene Nicastri. “Lì non c’è rientrato per colpa dei Cinque Stelle. Adesso c’è un rapporto di forza diverso, diciamo la verità . Ma io prima o poi lo faccio passare questo […] questi rompono sempre i coglioni, però ormai sono sulla via del declino totale”.
(da “Huffingtonpost”)
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Luglio 22nd, 2019 Riccardo Fucile
IL TENTATIVO DI RACCOMANDARE IN OGNI MODO SIRI ATTRAVERSO GIANNI LETTA E IL CARDINALE BURKE, VICINO AL SOVRANISTA BANNON
“Salvini non sa dove mettere Armando, poi io gli ho detto che deve fare il vice ministro con
la delega all’energia e lui lo ha chiesto a Salvini e Salvini ha chiamato anche casa nostra ieri”. A parlare così, in un’intercettazione del 23 maggio scorso, è il faccendiere Paolo Arata, all’epoca consulente di Salvini per l’energia. Arata sta parlando al telefono con il figlio Francesco, mentre l’Armando per cui si prodiga tanto è Armando Siri, l’ormai ex sottosegretario alle infrastrutture oggi indagato per corruzione.
Il figlio, incuriosito, chiede il perchè della chiamata di Salvini. E Arata risponde: “Perchè voleva sapere quale delega voleva, però… però i Cinque Stelle non volevano fare i vice ministri”. La Dia di Trapani precisa che non sono state “registrate interlocuzioni telefoniche fra Arata e Salvini”. Ma dalle intercettazioni depositate alle procure di Roma e Palermo emergono pesanti pressioni da parte di Arata per la nomina di Siri.
La nomina sarebbe stata sollecitata attraverso vari canali: da Gianni Letta al Quirinale, fino a puntare all’ambasciatore americano in italia tramite il cardinale Raymond Leo Burke.
“Armando l’ho fatto chiamare io da Berlusconi — si vanta Arata nelle intercettazioni – Devo dire che Letta è sempre un amico”. Arata e Gianni Letta si erano incontrati, il 15 maggio dell’anno scorso. Aveva partecipato pure il figlio di Arata, Federico. Il giorno dopo Marco Perini, stretto collaboratore di Siri, diceva ad Arata padre: “So che oggi Armando ha ricevuto una telefonata da Arcore”. E Arata commentava: “Quindi è stato utile l’intervento che abbiamo fatto”. Poi, raccontava l’incontro con Gianni Letta: “Mi ha detto, non l’ho ancora fatto, allora intervengo subito. Ci mancherebbe altro… è una persona che stimiamo molto. Addirittura mi ha detto: ma fui poi io a farmelo venire qua da noi, mi disse anche il nome con cui aveva fatto da traghettatore…”.
Ma non è tutto. Paolo e Federico Arata puntavano a sponsorizzare Armando Siri per un incarico nel Governo anche attraverso il Quirinale: “Nella serata del 17 maggio 2018 – si legge nell’informativa della Dia di Trapani – Federico Arata chiama il padre Paolo dicendogli senza mezzi termini che Armando Siri lo aveva chiamato poco prima chiedendogli di contattare l’ambasciatore americano in Italia (verosimilmente Lewis Michael Eisenberg) affinchè costui intervenisse sul presidente Mattarella per ‘sponsorizzarlo’ per un incarico governativo, poi aggiungeva che aveva provato a chiedere al cardinale Raymond Leo Burke di avvicinare il suddetto ambasciatore, senza ottenere l’effetto sperato, atteso che il cardinale gli aveva riferito di non avere rapporti con quel diplomatico”.
Nell’informativa della Dia sono contenute anche intercettazioni in cui Paolo Arata parla senza mezzi termini di tangenti: “Un po’ i politici li conosciamo ma i politici sono come le banche, li devi usare! E ogni volta che li usi, paghi, basta! Non è che c’è l’amico politico, non c’è l’amicizia in politica”, afferma il faccendiere indagato in un’intercettazione del settembre scorso (agli atti dell’inchiesta) parlando con un imprenditore. A proposito dell’intercettazione gli inquirenti scrivono che Arata “pur non facendo esplicito riferimento alla tangente ma recando riferimento a Siri, esternava l’eloquente considerazione”.
In un’altra conversazione del 17 maggio 2018 tra Paolo Arata e il figlio Francesco, l’imprenditore si dice “forte della provata disponibilità di Armando Siri, che gli aveva consentito di bloccare il cosiddetto ‘decreto Calenda’ e fiducioso nel fatto che lo stesso senatore avrebbe a breve ricoperto un rilevante incarico di governo”, sostenendo che avrebbero avuto “la possibilità di far inserire nel prossimo decreto sulle rinnovabili norme di favore rispetto ai loro investimenti siciliani in quel settore come detto condivisi con il noto Vito Nicastri”.
“Ci mettiamo mano al 100% al decreto sulle rinnovabili, l’ho fatto bloccare, quindi dobbiamo lavorarci un po’ bene anche sul fotovoltaico. Datemi qualche idea di cosa volete che venga messo dentro”, diceva Paolo Arata. “E facciamo mettere quello che vogliamo”. “Facciamo approvare subito nel giro di un mese e lo mandiamo via”, concludeva. Arata afferma anche di essersi prodigato nel maggio 2018, su richiesta dell’ex sottosegretario leghista Siri, “affinchè quest’ultimo ottenesse un incarico di Governo”.
(da “Huffingtonpost“)
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Luglio 22nd, 2019 Riccardo Fucile
L’EX CONSULENTE DEL MINISTRO DEGLI INTERNI SVELA NUOVI RETROSCENA DELLA FORMAZIONE DEL GOVERNO : EBBE UN RUOLO DETERMINANTE PER NOMINARLO SOTTOSEGRETARIO
Nei giorni cruciali per la formazione del governo, il faccendiere Francesco Paolo Arata, all’epoca consulente di Salvini per l’energia, ebbe un ruolo determinante per la nomina del sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri, oggi indagato per corruzione.
Si vantava di averne parlato direttamente con Salvini. Così diceva il 23 maggio 2018: “Salvini non sa dove mettere Armando — spiegava al figlio Francesco — poi io gli ho detto che deve fare il vice ministro con la delega all’energia e lui lo ha chiesto a Salvini e Salvini ha chiamato anche casa nostra ieri”.
E il figlio, incuriosito, chiedeva: “Perchè?”. Ecco la risposta di Arata: “Perchè voleva sapere quale delega voleva, però… però i Cinquestelle non volevano fare i vice ministri”.
Dalle intercettazioni depositate alle procure di Roma e Palermo emergono pesanti pressioni da parte di Arata per la nomina di Siri.
La nomina sarebbe stata sollecitata attraverso due canali: da una parte, Gianni Letta e Silvio Berlusconi, dall’altra il cardinale Raymond Burke.
“Armando l’ho fatto chiamare io da Berlusconi — si vantava Arata, intercettato dalla Dia di Trapani – devo dire che Letta è sempre un amico”.
Arata e Gianni Letta si erano incontrati, il 15 maggio dell’anno scorso. Aveva partecipato pure il figlio di Arata, Federico. Il giorno dopo Marco Perini, stretto collaboratore di Siri, diceva ad Arata padre: “So che oggi Armando ha ricevuto una telefonata da Arcore”. E Arata commentava: “Quindi è stato utile l’intervento che abbiamo fatto”.
Poi, raccontava l’incontro con Gianni Letta: “Mi ha detto, non l’ho ancora fatto, allora intervengo subito. Ci mancherebbe altro… è una persona che stimiamo molto. Addirittura mi ha detto: ma fui poi io a farmelo venire qua da noi, mi disse anche il nome con cui aveva fatto da traghettatore…”.
Ad Armando Siri non bastava. Il 17 maggio, Federico chiamò il padre per dirgli che Siri “gli aveva chiesto di contattare l’ambasciatore americano in Italia”, scrive la Dia. Ecco la frase intercettata: “Mi ha detto se potevo fargli arrivare qualche sponsorizzazione presso l’ambasciatore americano che a quanto pare si sente con il presidente Mattarella, è allora papà ?”. Chiedeva ancora Federico Arata: “Il cardinale non lo conosce questo ambasciatore?”
L’emendamento
Il rapporto della Dia di Trapani con le nuove intercettazioni è stato depositato dai pubblici ministeri di Roma agli atti dell’incidente probatorio che si terrà giovedì prossimo. Il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi hanno chiesto di ascoltare Vito Nicastri, il “re” dell’eolico in affari con Arata, e suo figlio Manlio: nei giorni scorsi hanno svelato la promessa che Francesco Paolo Arata avrebbe fatto a Siri per piazzare un emendamento, il “regalo” sarebbe stato di 30 mila euro.
“Un pò i politici li conosciamo – commentava Arata – ma i politici sono come le banche, li devi usare. E ogni volta che li usi, paghi, basta. Non è che c’è l’amico politico, non c’è l’amicizia in politica”. Una frase che racconta molto dell’attivismo dell’ex consulente della Lega oggi agli arresti domiciliari, indagato a Palermo per i suoi affari occulti con Nicastri, a Roma per la mazzetta promessa a Siri.
Il decreto rinnovabili
“Ci mettiamo mano al 100 per cento al decreto sulle rinnovabili, l’ho fatto bloccare”. Diceva anche questo Arata. In una conversazione del 17 maggio 2018 con il figlio Francesco, “l’imprenditore – scrive la Dia di Trapani – forte della provata disponibilità di Armando Siri, che gli aveva consentito di bloccare il cosiddetto ‘decreto Calenda’ e fiducioso nel fatto che lo stesso senatore avrebbe a breve ricoperto un rilevante incarico di governo, diceva al figlio che grazie a Siri, appunto, avrebbero avuto la possibilità di far inserire nel prossimo decreto sulle rinnovabili norme di favore rispetto ai loro investimenti siciliani in quel settore come detto condivisi con il noto Vito Nicastri”.
(da agenzie)
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Luglio 22nd, 2019 Riccardo Fucile
POI RIBADISCE COSA PREVEDE LA LEGGE: “GLI SBARCHI DEVONO AVVENIRE NEL PORTO SICURO PIU’ VICINO”
“Dobbiamo rispettare le regole umanitarie e del diritto marittimo internazionale. Quando
una nave lascia le acque della Libia e si trova in acque internazionali con rifugiati a bordo deve trovare rifugio nel porto più vicino. È una necessità giuridica e pratica. Non si possono far correre rischi a donne e uomini in situazioni di vulnerabilità ”: lo ha detto Emmanuel Macron a Parigi.
“L’impegno della Francia è totale per proseguire una politica efficace e che risponda ai nostri principi. Non dobbiamo lasciar montare i populismi da nessuna parte”.
Tra il capo dell’Eliseo e il ministro dell’Interno Matteo Salvini è sempre più scontro frontale.
L’inconciliabilità tra le posizioni di Roma e Parigi era già emersa quattro giorni fa in occasione del Consiglio informale dei ministri dell’Interno a Helsinki, quando il Viminale aveva indicato nel principio del “porto più vicino” il punto di rottura.
Nel corso di un punto stampa, il presidente francese ha detto di “deplorare” la decisione di alcuni responsabili politici di non partecipare al vertice sull’immigrazione. “Non si guadagna mai nulla non partecipando”, ha detto il capo dello Stato francese in un chiaro riferimento, tra l’altro, all’assenza del ministro dell’Interno Salvini.
Quindi l’appello a “rafforzare” insieme “l’efficacia della nostra solidarietà europea”.
Infine, Marcon ha lanciato un forte appello alle autorità libiche affinchè pongano fine alla detenzione dei migranti in transito per il Paese. “Queste persone che sono in transito o in attesa, devono essere messe in sicurezza secondo i protocolli internazionali”.
(da agenzie)
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Luglio 22nd, 2019 Riccardo Fucile
ERANO A BORDO DI UNA BARCA A VELA CHE HA RAGGIUNTO TRANQUILLAMENTE LA SPIAGGIA
Un gruppo di migranti di nazionalità iraniana e irachena è giunto stamattina a Roccella Jonica, nel reggino, a bordo di una barca a vela di circa 15 metri battente bandiera tedesca che è stata fatta arenare in un tratto di spiaggia libera, a circa trecento metri dal porto.
A segnalare alle forze dell’ordine l’arrivo dei migranti è stato un pescatore che ha assistito allo sbarco. Al momento, ne sono stati individuati una quarantina, tra cui alcune donne e bambini. I migranti rintracciati sono stati portati in un centro di prima accoglienza messo a disposizione dal Comune di Roccella Jonica.
Prima dell’alba una barca a vela con bandiera tedesca, presumibilmente rubata, confusasi con il numeroso naviglio da diporto estivo, è riuscita a giungere a pochi metri dalla spiaggia nei pressi di Roccella Jonica (RC), sbarcando i migranti trasportati.
Un pescatore ha dato l’allarme attorno alle 8 di questa mattina e i finanzieri della Sezione Operativa Navale di Roccella Jonica sono immediatamente intervenuti, in mare con una motovedetta e a terra con varie pattuglie.
Mentre la motovedetta recuperava l’imbarcazione ormai vuota, i militari a terra hanno individuato i due sospetti di nazionalità russa che cercavano di guadagnare la statale 106 per dileguarsi.
Dai primi accertamenti sembrerebbero essere i due scafisti che hanno condotto la barca a vela, uno yacht in ottime condizioni di quasi 15 metri, dalla Turchia, da cui sarebbero partiti una settimana fa, all’Italia. Sono stati rintracciati dai finanzieri e dalle altre forze dell’ordine 42 migranti (32 adulti, 4 donne e 6 minori) condotti alle strutture di accoglienza per l’assistenza necessaria e gli approfondimenti investigativi funzionali ad assicurare alla giustizia i responsabili.
(da agenzie)
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Luglio 22nd, 2019 Riccardo Fucile
“NON ERA ISCRITTO AL PARTITO, ELETTO IN FDI COME INDIPENDENTE”… MA BASTAVA CONTROLLARE IL SUO PROFILO FB PER CAPIRE IL SOGGETTO
Giuseppe Cannata, medico, vicepresidente del consiglio comunale di Vercelli per Fratelli
d’Italia (e con un passato in NCD) è l’uomo del momento.
Tutto merito di un post- poi rimosso — in cui aveva scritto «ammazzateli tutti ste lesbiche, gay e pedofili». Ma il grande contributo del dottor Cannata alla causa dei diritti civili e della libertà di parola su Internet non si riduce a questo.
Il post incriminato è una condivisione di uno pubblicato nel 2018 dal Senatore Simone Pillon in merito alla presunta dittatura del pensiero gender negli asili nido di Bologna (la storia è questa qui).
Il direttivo di Arcigay Rainbow Vercelli Valsesia ha chiesto le dimissioni di Cannata dalla carica di consigliere comunale, «la sua espulsione dall’Ordine provinciale dei medici e degli odontoiatri di Vercelli» e una «pubblica presa di distanza nei confronti delle parole assurde e violente del Dott. Cannata» da parte del sindaco di Vercelli Andrea Corsaro.
Poi magari uno va a cercare nei post del vicepresidente del consiglio comunale di Vercelli e scopre che in altre occasioni ha definito «feccia d’Italia» lesbiche e gay.
Oppure ha definito “questi schifosi comunisti” le persone che hanno partecipato alle sfilate del Pride condividendo un post che parlava dei cortei come del sintomo di una società malata di esibizionismo e di volgarità .
Ma Cannata, come vedremo, è questo e tanto altro. Eppure la risposta di Giorgia Meloni non affronta minimamente la questione. Anzi, la leader di Fratelli d’Italia — che forse teme che si parli di FdI come del “partito di Cannata” — scarica brutalmente il vicesindaco dicendo in sostanza che non è mai stato uno dei suoi.
Secondo la Meloni Cannata «non è mai stato iscritto al movimento» ed è stato «eletto tre mesi fa da indipendente nelle liste di Fratelli d’Italia».
La Meloni non rinuncia a strumentalizzare di nuovo l’inchiesta di Bibbiano scrivendo che il suo partito non accetta lezioni da nessuno, soprattutto dal partito che non ha avuto la decenza di prendere provvedimenti nei confronti del sindaco indagato per abuso d’ufficio (Carletti è autosospeso dal partito).
Però non chiede le dimissioni di Cannata dal Consiglio Comunale di Vercelli. Due giorni fa invece l’assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Vercelli Emanuele Pozzolo aveva dato del “parassita” a un invalido in difficoltà economiche. Pozzolo è anche segretario provinciale di Fratelli d’Italia, ma su di lui la Meloni tace.
Dicevamo che Cannata non è solo quel post. Perchè appunto già in altri post aveva espresso posizioni simili, senza che la Meloni sentisse il bisogno di intervenire. Ma il dottor Cannata sorprendentemente è anche uno che (si legge sul suo curriculum) è stato medico di Emergency in servizio su un ambulatorio mobile a Milano.
Al tempo stesso ieri ha condiviso l’appello “Parlateci di Bibbiano” rivolto alle personalità universalmente riconosciute come radical chic piddine tra cui figura anche il fondatore di Emergency Gino Strada.
Cannata però è anche uno che una decina di giorni fa definiva “solo delle merde” gli omosessuali (o forse solo Elton John e il marito?) e che in un altro post ha scritto “questa merda” parlando della capitana della Sea Watch 3 Carola Rackete.
Chissà se a Fratelli d’Italia hanno mai sbirciato il profilo di Cannata prima di metterlo in lista. Avrebbero ad esempio scoperto che per lui sono “cazzate della sinistra” le parole del procuratore di Vercelli sulla presenza della mafia in provincia. Il bello è che quell’incontro è stato organizzato dal Comune.
Non mancano bufale e fake news assortite. Tra tutte quella secondo cui l’ex consigliere comunale di Treviso Said Chaibi è in realtà “poltronaggio, [Patronaggio NdR] il magistrato che ha inquisito Salvini”.
Oppure un bellissimo fotomontaggio sessista di Laura Boldrini nuda in compagnia di un uomo di colore. «L’uomo giusto», commentava soddisfatto Cannata. Del resto lo sanno tutti che Laura Boldrini preferisce le risorse.
Che Cannata potesse essere un personaggio “imbarazzante” per Fratelli d’Italia non era certo difficile da scoprire. Eppure è stato candidato. La Meloni precisa “da indipendente”, ma forse aveva bisogno dei voti che poteva portare al partito.
La Meloni si accorge oggi, perchè è stato sollevato il polverone, delle opinioni di Cannata sugli omosessuali, ma anche queste non erano certo un mistero. Per fortuna che c’è Bibbiano, altrimenti avrebbe dovuto esprimere una posizione seria.
La pioggia di critiche, generalizzata, ma anche dal suo partito e dal sindaco di Vercelli – “Sono allibito e incredulo che si possa immaginare non solo di dire ma anche di pensare simili affermazioni” ha detto Andrea Corsaro – costringono Cannata alle scuse ufficiali. “Non sono omofobo e non intendevo assolutamente offendere nessuno. Se l’ho fatto, chiedo scusa” afferma all’ANSA il vicepresidente del Consiglio comunale di Vercelli. “Sono un medico, ho sempre aiutato tutti e ho tanti amici omosessuali che stimo e a cui voglio bene”, aggiunge, annunciando che si autosospenderà dal gruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale per chiarire la vicenda. “Non intendo in alcun modo giustificarmi – prosegue Cannata – mi dispiace molto quanto è accaduto. So di avere utilizzato parole improprie e mi dispiace – ribadisce – Spero che queste mie scuse possano essere accettate da chi si è sentito offeso e mi auguro che non si strumentalizzi questo inciampo”.
(da agenzie)
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Luglio 22nd, 2019 Riccardo Fucile
UN AVVOCATO SI E’ FATTO CARICO DEGLI STUDI DEL PICCOLO RAYANE
Sgomberati dalla Polizia i 300 immigrati occupanti l’ex scuola di via Capranica a Primavalle, per il piccolo Rayane (il ragazzo, lo ricorderete, immortalato con una pila di vecchi libri che portava in salvo), non è finita la solidarietà degli esseri umani, che si faranno carico della voglia di studiare che questo undicenne di origini marocchine, dall’accento romanesco, ha platealmente mostrato.
È stata la fondazione Einaudi, a farsi avanti per prima. Un piccolo dono da parte loro (una decina di libri) è bastato a lanciare un segnale: sono pervenute alla fondazione diverse disponibilità a farsi carico degli oneri di istruzione per il ragazzo.
Per ora, ufficialmente, la fondazione ha fatto pervenire alla famiglia l’intenzione di un cittadino che dietro la promessa dell’anonimato (si sa solo che si tratta di un avvocato) ha preso l’impegno — per ora — di sostenere tutte le sue spese scolastiche per il prossimo anno, in attesa di sapere che ne sarà della sua famiglia, negli anni a venire. Non è la sola disponibilità pervenuta, altri cittadini si sono fatti avanti sull’onda emotiva, ma ora la famiglia di Rayane, travolta da improvvisa notorietà , si definisce «frastornata» e chiede comprensibilmente un momento di privata riflessione.
Nei prossimi giorni potrebbe quindi avvenire il contatto ‘fisico’ — al riparo dalla pubblicità — fra la famiglia e l’anonimo benefattore, e la consegna dei libri donati dalla fondazione.
Non è la solita storia della società civile migliore della politica, ma — insomma — quando le istituzioni precipitano nell’abisso della disumanità e quando uno scatto fotografico (da parte della fotoreporter freelance Cecilia Fabiano) è in grado di portarlo alla luce, spunta come per miracolo un ente, un’associazione o qualche privato cittadino a farsi garanti di valori costituzionalmente garantiti, trascurati da chi sulla Costituzione ha giurato.
La disumanità — stando ai fatti, fuor di retorica — consiste nel fatto che questo ragazzo di 11 anni era ormai perfettamente integrato nella scuola della zona (e l’istruzione dei minori, tutti, oltre a essere un suo diritto è un dovere delle istituzioni italiane), ed era ormai nel cuore delle sue insegnanti, tanto da aver promesso alla docente di matematica e scienze di volersi laureare.
Ora invece, lo hanno trasferito a 40 chilometri di distanza, al centro di Passolombardo, a Tor Vergata (estrema periferia Sud di Roma) gestito dalla cooperativa di promozione sociale ‘Tre fontane’.
Troppo rovinati, per essere i suoi libri di scuola, quei libri che portava via — si è poi saputo — erano dei testi antichi di filosofia e religione che la famiglia aveva acquisito in negozio di antiquariato a Roma, con l’intento di farne dono al nonno, insegnante in pensione in Marocco.
Ma quel gesto del ragazzo rivelava in modo inequivocabile quanta importanza rivesta — nel suo animo — lo studio e la formazione.
Nei pochi minuti concessi dalle forze di polizia, prima di esser portato via, Rayane è riuscito a mettere in salvo anche le pagelle, di cui va fiero, e il quaderno per i compiti per le vacanze, che tanti suoi coetanei, forse, avrebbero lasciato volentieri lì.
Ma l’obiettivo più importante per lui, ora, è mantenere la promessa fatta alla sua insegnante, di laurearsi. Anche se i suoi amichetti di scuola di Primavalle ha dovuto salutarli, per ricominciare tutto daccapo.
(da agenzie)
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