Luglio 15th, 2019 Riccardo Fucile
LA MINISTRA DELLA DIFESA: “NON LASCIO SOLI I MIEI RAGAZZI, IL VIMINALE SPIEGHI PERCHE’ HA DATO PARERE NEGATIVO”
La ministra della Difesa Elisabetta Trenta contro il vicepremier Matteo Salvini. L’attacco arriva
via social, e riguarda un emendamento al decreto Sicurezza bis per gli straordinari ai militari del’operazione Strade sicure.
La ministra attacca: “I nostri ragazzi vigilano ogni giorno per la nostra sicurezza. Sono uomini e donne che meritano rispetto. E lo ripeto: rispetto! Fanno turni stancanti, pesanti e solo una piccolissima parte di straordinari possono essergli riconosciuti. Sono 7milioni di euro, la Difesa ce li ha e io ho deciso, attraverso un emendamento al Dl Sicurezza bis, di metterli sul piatto per riconoscere a questi ragazzi quello che, più semplicemente, rappresenta un loro diritto. Se ti spacchi la schiena e lavori il doppio per la sicurezza del Paese, rischiando a volte la vita stessa, lo Stato non si può girare dall’altra parte. Ma proprio in questo momento dal Viminale, che ha competenza in materia, ci è stato comunicato che c’è l’orientamento ad esprimere parere negativo sull’emendamento, che tra l’altro ha già avuto il parere positivo di altri dicasteri dopo essere stato rivisto dal Mef. Ed ora voglio capire il perchè. Lo esigo!”
Trenta affonda il colpo, ricordando l’ira di Salvini quando gli emendamenti per le polizie civili erano stati bloccati e poi riammessi: “Voglio capire se esistono figli e figliastri, visto che nemmeno due giorni fa ho sentito alzare la voce sulla presunta inammissibilità di altri emendamenti per i corpi di polizia civile, fortunatamente poi passati. Mi aspetto una risposta chiara. Io i miei ragazzi non li lascio soli. Io voglio una spiegazione a questa ingiustizia. Il Viminale spieghi!”.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Luglio 15th, 2019 Riccardo Fucile
SCENA MUTA SUI RUBLI NEL TENTATIVO DI CORRUZIONE INTERNAZIONALE
Ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti ai pm di Milano Gianluca Savoini, accusato di corruzione internazionale.
L’interrogatorio si è svolto in un luogo tenuto riservato, esterno al Palazzo di Giustizia. Nelle stesse ore in cui il presidente dell’Associazione Lombardia-Russia sceglieva di non parlare con i magistrati, Matteo Salvini ribadiva il suo silenzio sulla vicenda: “Se ci fosse qualcosa da chiarire sarei il primo, ma siccome non c’è, non commento fantasie”
A insistere per un intervento di Salvini in Aula anche il premier Conte. A chi gli ha chiesto se fosse il caso che il ministro dell’Interno parlasse della vicenda ai deputati ha risposto con un “perchè no”.
Il presidente del Consiglio nei giorni scorsi aveva affermato di non conoscere Gianluca Savoini, l’uomo che avrebbe trattato con persone del Cremlino al Metropol di Mosca per far ottenere illecitamente fondi alla Lega. Conte ha poi aggiunto: “Tutte le occasioni e tutte le sedi, in primis il parlamento, sono le sedi giuste per onorare le linee guida dell’assoluta trasparenza e dell’assoluta fedeltà agli interessi nazionali che ispirano il governo”.
Il premier poi ha sottolineato che l’obiettivo dell’esecutivo è tenere fede agli interessi del Paese e avere condotte trasparenti: “Sia ben chiaro che le nostre linee guida sono: assoluta trasparenza nei confronti dei cittadini italiani, assoluta fedeltà agli interessi nazionali e questo governo non si muoverà di un millimetro da queste linee guida. Su questo voglio essere chiaro”.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Luglio 15th, 2019 Riccardo Fucile
ATLANTIA ENTRA IN ALITALIA E DI MAIO FESTEGGIA, GENOVA E’ ORMAI LONTANA
Nuova Alitalia, atto primo. Atlantia entra nella cordata di salvataggio. 
Luigi Di Maio può solo prenderne atto. E “festeggiare” a denti stretti. Dopo un anno in cui i 5 stelle si sono scagliati contro i Benetton per il crollo del ponte Morandi a Genova, la capriola, politica, di contenuto e di immagine è compiuta.
E quindi benvenuti a bordo.
In un post su Facebook il capo politico del Movimento ribadisce che Autostrade e la revoca della concessione è altra cosa, ma il dato dell’oggi dice che i Benetton sono entrati nella cabina di comando di Alitalia. E questo dato è stato metabolizzato. O tale deve apparire.
Ma restano i contraccolpi che può generare, dentro e fuori il Movimento, da oggi in avanti. A maggior ragione che l’ingresso di Atlantia ha un prezzo: il rinvio. Perchè se Fs ha deciso che sarà Atlantia, e solo Atlantia, ad affiancarla insieme al Tesoro e all’americana Delta nella squadra dei cavalieri bianchi, l’ha potuto fare accogliendo una manifestazione di interesse. Che, essendo tale, è soggetta a trattativa. E le trattative si tirano dietro interessi da tutelare e rivendicazioni. Il pallino ce l’hanno in mano i Benetton.
Il salvataggio di Alitalia ha tempi lunghi, metà settembre almeno. Solo dopo la riscrittura del piano industriale e solo se questa riscrittura sarà ritenuta sufficiente, allora la holding dei Benetton metterà sul piatto i circa 350 milioni necessari per completare la caccia al tesoro che in totale arriva a 1 miliardo.
Per capire quanto ancora la soluzione definitiva sia lontana basta sapere che le quote dentro la cordata saranno definite solo in un secondo momento. Atlantia è disposta a entrare con il 35-40%, ma i numeri arriveranno dopo.
La decisione di scegliere Atlantia come quarta gamba della cordata di salvataggio è stata presa da Fs nel corso di un consiglio di amministrazione lunghissimo, durato oltre quattro ore e mezza. Fonti qualificate raccontano di una riunione nella quale si sono sondate fino all’ultimo particolare tutte e quattro le manifestazioni di interesse arrivate domenica pomeriggio a Mediobanca, l’advisor delle Ferrovie.
Solo Atlantia ha superato il test di affidabilità . Fuori invece Claudio Lotito e German Efremovich, socio di maggioranza della colombiana Avianca. E fuori anche il gruppo Toto, il cui ingresso era caldeggiato da Di Maio per bilanciare l’ingresso di Atlantia. Hanno prevalso altre logiche, strettamente finanziarie e di mercato.
Era nota la preferenza di Fs per Atlantia perchè le Ferrovie, che entreranno nella cordata con il 35% (versando quindi circa 350 milioni), hanno sempre vincolato il proprio investimento a un’operazione di natura industriale forte, con un partner dal profilo industriale altrettanto di peso.
Delta ha formalizzato negli scorsi giorni la scelta di avere a fianco solo Atlantia. Al netto del largo fronte politico a sostegno (da Matteo Salvini a Giovanni Tria fino al premier Giuseppe Conte), Atlantia si è imposta soprattutto per i suoi numeri, il suo business e l’affidabilità riconosciuta dagli operatori di mercato.
Il gruppo Toto, come si diceva, non entrerà nella cordata. E questa esclusione dice una cosa importante per la partita che si aprirà da oggi fino al giorno in cui Fs riterrà idonei i tempi per lanciare la proposta di acquisto di Alitalia, dando quindi vita alla newco. Dice che il potere contrattuale dei Benetton cresce. A dismisura. Atlantia si siederà al tavolo con Fs e chiederà di riscrivere il piano industriale fino ad ora abbozzato dalle Ferrovie e da Delta.
Deve tutelare Aeroporti di Roma, la società che ha in pancia e che gestisce l’aeroporto di Fiumicino. La lista dei desiderata è lunga. Include vision, strategia, fino al personale che dovrà avere la nuova Alitalia.
Le rotte, ad esempio, è un capitolo del piano industriale che va riscritto perchè Atlantia vuole spostare la nuova compagnia aerea verso quelle a lungo raggio.
Quindi Cina, Stati Uniti, Canada. Non i Balcani o rotte a breve e medio raggio.
Poi i servizi, che si vuole ai livelli di Adr. Fiumicino è l’hub di riferimento di Alitalia, che vale circa il 28% dei ricavi aeronautici di Adr (in calo costante da dieci anni).
Se Alitalia ritorna a crescere e il traffico si intensifica tutto ciò può avere un effetto positivo su tutta l’economia dell’aeroporto. E qui si apre il tema dei servizi a terra, che nello scalo romano impiegano attualmente migliaia di lavoratori. Anche sugli esuberi bisognerà trattare.
Il primo tassello per la nuova Alitalia è stato posizionato. Chiude una parte di una partita più grande, quella appunto tra i 5 stelle e i Benetton. Quelli che erano ritenuti I carnefici diventano i salvatori della patria.
(da “Huffingtonpost”)
argomento: Alitalia | Commenta »
Luglio 15th, 2019 Riccardo Fucile
“UN VERO LEADER VA IN PARLAMENTO E SI DIFENDE, NON SCAPPA”
“Caso Russia-Lega? Di questa vicenda mi preoccupa molto più un altro aspetto rispetto all’inchiesta aperta dalla Procura di Milano. Il problema vero è la tenuta di nervi di Salvini che si è sciolta come neve al sole. Pensavamo di avere un leader forte e carismatico che invece ha dimostrato di essere molto debole e fragile. Come ha reagito a queste prime notizie è veramente da ragazzo viziato“.
Sono le parole dell’ex giornalista Luigi Bisignani, intervistato a “L’Italia s’è desta” (Radio Cusano Campus), sulla vicenda dei fondi russi alla Lega.
E spiega: “Matteo Salvini non avrebbe mai dovuto rinnegare l’amicizia con Savoini. Ricorda quello che fece Bettino Craxi con Mario Chiesa. Avrebbe dovuto prendere le distanze da quel ridicolo incontro, visto che chiunque sa perfettamente che una trattativa economica di quella entità non si fa certo al bar di un albergo, peraltro tra due convegni. Insomma, Salvini avrebbe dovuto semplicemente dire: “Savoini è un mio collaboratore, da anni tiene rapporti con la Russia alla luce del sole, è finito in un aperitivo di cui non sapevo nulla e di cui chiederò conto”. E invece ha fatto tutti questi distinguo, che dal punto di vista umano sono obiettivamente spregevoli — continua — e dal punto di vista legale lo mettono in un mare di guai. Ma poi uno che usa i social come Salvini non sa che, da lì a 5 minuti dalla scoperta dei fatti, non sarebbero uscite tutte le foto, le interviste, le dichiarazioni, dame bionde, dame rosse? Veramente ha dimostrato una superficialità incredibile. Del resto, già col caso Diciotti avevamo visto che la sua tenuta di nervi era molto, molto fragile. Questo non depone bene per chi, come credo, ancora oggi ha la maggioranza del consenso degli italiani”.
Bisignani sottolinea: “Salvini dovrebbe andare in Parlamento a difendersi e dire che lui di quella riunione non sapeva nulla, ma se continua a buttarla a ridere e con queste battute su matrioske e sull’orsetto per la bimba non va da nessuna parte. Lui doveva disconoscere il fatto di quell’incontro, stop, tutto il resto è scritto nelle carte. Dire che non sa perchè Savoini era lì è veramente un oltraggio all’intelligenza, una barzelletta.”
Dura critica finale al governo : “E’ di tutta evidenza che abbiamo un ministro degli Esteri inesistente e un presidente del Consiglio che gira come un birillo, ma soprattutto non abbiamo una linea di politica estera: un giorno stiamo con gli Usa, un altro giorno con la Cina, con la Russia un altro giorno ancora. La prima e la seconda Repubblica avevano una linea chiara: eravamo atlantici ma avevamo buone relazioni con tutti. Oggi invece la politica estera è tutta isterica, basata su Twitter e Instagram. Questo è un governo che gira a vuoto e con una politica estera considerata solo turismo diplomatico”.
(da agenzie)
argomento: Costume | Commenta »
Luglio 15th, 2019 Riccardo Fucile
COSI’ CI RITROVEREMO PIU’ UBRIACHI AL VOLANTE CON LICENZA DI UCCIDERE
«Il divieto di somministrazione di bevande alcoliche dopo le 3 non ha più senso. Preferisco che,
a mio figlio, un cocktail glielo dia in mano un barman professionista, piuttosto che il primo extracomunitario di turno col carrello dei superalcolici, fuori dai locali».
Così inizia il delirio di Matteo Salvini, il ministro e papà che al Viminale ha siglato il protocollo con i gestori di discoteche e locali notturni.
Giusto in tempo per l’estate (vedi a volte che quando si mette d’impegno il ministro ce la fa). Ovviamente serve un decreto, non basta un protocollo, ma il primo passo è stato fatto.
Secondo Salvini il divieto di somministrazione di alcolici tra le 3 e le 6 «è figlio di una vecchia idea di repressione che non funziona».
Insomma: alcol libero, ma non perchè sia sicuro, solo perchè Salvini ha “paura” dell’extracomunitario di turno.
Ci dovrebbe spiegare il ministro in che modo un superalcolico somministrato da un barman professionista possa essere meno pericoloso di quello venduto dal negretto con il carello.
Se il problema è davvero il fatto che ci sono extracomunitari (sono sempre stranieri?) fuori dai locali allora forse il Ministero dovrebbe occuparsi di effettuare i controlli per garantire che i venditori abusivi non possano continuare a vendere.
Ma per Salvini invece la preoccupazione è quella di aiutare “coloro che gestiscono le serate dei nostri ragazzi” per non regalare “ad Ibiza piuttosto che alla Slovenia, miliardi di euro di fatturato con un controllo inferiore a quello che garantiscono i nostri locali”. Come se uno per bere un weekend andasse ad Ibiza perchè da noi non ci si può ubriacare oltre le 3 del mattino. Perchè di questo stiamo parlando: bere tutta la notte, non potersi bere due birrette dopo le nove di sera.
Solo durante questo ultimo fine settimana sono state 12 le vittime di incidenti stradali, quasi tutti giovani
Eppure per il ministro le priorità sono altre. Come ad esempio siglare un accordo con le discoteche per la vendita di alcolici fino all’alba, e oltre.
Ma se Salvini ascoltasse le associazioni delle vittime della strada potrebbe scoprire che — come denuncia Giordano Biserni, presidente di Asaps- «più di un terzo degli etilometri in dotazione alle forze dell’ordine è fermo per manutenzione negli unici due laboratori del ministero dei Trasporti».
E c’è pure un problema di taratura degli apparecchi, che spesso e volentieri non superano i controlli dell’autorità giudiziaria che invalida i risultati delle analisi.
Perchè il Ministero non lavora per rendere le strade più sicure?
La situazione quindi è quella di una scarsissima efficacia del sistema di deterrenza alla quale ora si aggiunge anche la possibilità di vendere alcolici e superalcolici fino al mattino.
I due ragazzini erano stati travolti da un Suv guidato da Rosario Greco, 37 anni, che dopo essere stato identificato si trova in stato di fermo con le accuse di omicidio stradale aggravato, di omissione di soccorso, guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
Anche il responsabile del terribile incidente che ha spezzato la vita di quattro ragazzi poco più che ventenni nella notte tra sabato e domenica a Jesolo sarebbe stato ubriaco al momento dell’impatto.
In che modo la decisione di Salvini di eliminare il divieto orario per la somministrazione di alcolici aumenta la sicurezza stradale? In nessuno. Se gli incidenti ci sono già ora che il limite c’è figuriamoci quando verrà tolto anche quest’ultimo divieto.
Di sicuro a guadagnarci saranno i gestori delle discoteche, che potranno continuare a vendere alcolici e ad incassare sulle consumazione.
E qualcuno fa notare l’amicizia tra Salvini e Massimo Casanova è il titolare del Papeete di Milano Marittima, recentemente eletto con la Lega al Parlamento Europeo.
Secondo ASAPS i veri problemi che causano le stragi del sabato sera sono il «costante calo delle pattuglie soprattutto nelle statali e provinciali in particolare di notte (cresce l’età media tanti gli ultracinquantenni nei turni). Si sono perse in totale alcune decine di migliaia di pattuglie l’anno dal 2008 al 2018 solo della Stradale».
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Luglio 15th, 2019 Riccardo Fucile
“IO SONO ITALIANA COME VOI, DITE SEMPRE PRIMA GLI ITALIANI, MA PRIMA GLI ITALIANI UN CAZZO. DOVE VADO IO ADESSO?”
L’ostilità di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni contro la povera gente è sempre disgustosa, ma con Primavalle si sta sfiorando il ridicolo: un dispiegamento di forze inaudito per sgomberare dei disperati buttati in mezzo a una strada senza alternative reali.
Salvini esprime come sempre la sua vicinanza alle forze dell’ordine, costrette a uno scontro con gli occupanti della scuola di Cardinal Capranica (tra cui c’era anche un’italiana, che urlava “io sono italiana come voi”. Una frase da paese in clima di deportazione), e gli gli fa eco Giorgia Meloni su twitter, dove in tanti provano a spostare l’attenzione su Casapound.
Un governo che si compiace delle sofferenze degli ultimi. Che dice sempre prima gli italiani, ma poi quando gli italiani non sono gente sulla quale far leva per raccattare voti, allora non vale più..
Nel nostro Paese la spesa sociale per il sostegno all’abitare è dello 0,13%, a fronte di una media europea del 2,5%.
Delle circa 60mila sentenze di sfratto emesse due anni fa, il 90% sono state causate da morosità incolpevole, cioè impossibilità degli inquilini, colpiti da povertà relativa o assoluta al pari di milioni di italiani, di far fronte alle spese di affitto.
Per questo le notizie e le immagini provenienti dal quartiere di Primavalle a Roma, dove si sta svolgendo lo sgombero forzato, con impiego cospicuo di forze di Polizia, di un edificio, tetto provvisorio di 340 persone, inclusi bambini, impossibilitate a trovare un’alternativa, destano angoscia, rabbia e molti interrogativi
Don Luigi Ciotti, presidente di Libera e Gruppo Abele, ha commentato: “Viene spontaneo chiedersi che democrazia è quella che, invece di costruire giustizia sociale in un concorso di diritti e di doveri, colpisce la povertà e la disperazione come se fossero dei reati. Così come viene da chiedersi che politica è mai quella che, non da oggi beninteso, invece di servire il bene comune e impegnarsi affinchè a ogni persona siano garantiti i diritti fondamentali (la casa, il lavoro, l’istruzione, l’assistenza sanitaria) si concepisce e si manifesta come azione di forza, esercizio di spavaldo e compiaciuto accanimento contro le persone più deboli, indifese, spaventate”
“E tutto ciò per mera ricerca di consenso dunque di potere, quindi non prima di aver dipinto quelle persone alla deriva come una minaccia alla nostra sicurezza, parola ‘idolo’ di questa epoca in varie forme disumana. Continuo a credere, con buona parte degli italiani mi auguro, che la vera sicurezza sia quella che ci viene da una democrazia compiuta – conclude don Ciotti – che garantisca a ciascuno dignità e libertà , e ci faccia sentire un popolo in cammino, giusto, solidale, accogliente. Consapevole che il benessere del singolo deriva sempre da quello della collettività “.
Il ministro di Polizia usa la povera gente per la sua propaganda: poveri cristi dati in pasto al rancore popolare, giusto per far dimenticare il caso Savoini e i molti leghisti condannati per rimborsopoli.
Ci sono stati disordini a Roma durante lo sgombero dell’ex scuola occupata in via Cardinal Capranica
La più disperata appare una donna italiana: “Io sono italiana come voi – dice – dite sempre prima gli italiani ma prima gli italiani un c… Dove vado io adesso? Come lo pago l’affitto? Rispondetemi. Nelle case famiglia non ci vado…”.
Alessandro Capriccioli + Europa: spiegamento di forze ciclopico ha commentato: “Non credo di aver mai visto dal vivo nulla di simile a quello a cui ho assistito per tutta la notte. Uno spiegamento di forze ciclopico, con decine di blindati, elicotteri, idranti che hanno di fatto chiuso, circondandolo spanna a spanna, un intero quartiere”.
“Lo sgombero in atto a via cardinal Capranica a Primavalle a Roma è uno scandalo”. Lo afferma Mario Giro già viceministro e oggi tra i promotori di Democrazia Solidale. “Buttare in strada gente senza aver previsto alternative alloggiative aumenta insicurezza per loro e per tutta la cittadinanza. Si tratta di una scorciatoia atta a dimostrare quanto sia facile fare i forti con i deboli nel mentre si è deboli con i forti (vedi Casapound)”, sottolinea Giro. Tale scelta, conclude Giro, “non va nel senso della legalità ma del legalismo dei due pesi e due misure. Avremo ancor più persone precariamente alloggiate, che vivranno per strada e senza alcun sostegno. Il Comune di Roma doveva opporsi. Invece prendersela coi piu’ poveri e’ sempre facile. Vergogna”.
(da agenzie)
argomento: povertà | Commenta »
Luglio 15th, 2019 Riccardo Fucile
LA SINDACA: “NON SONO DISPOSTA AD ANDARE AVANTI CON IL FRENO A MANO TIRATO””… MA I VOTI AL M5S GLI ELETTORI TORINESI LI HANNO DATI IN BASE AL PROGRAMMA CHE AVEVANO ANNUNCIATO
La sindaca di Torino, Chiara Appendino, ha sollevato Guido Montanari dal suo ruolo di
vicesindaco e gli ha revocato le deleghe che aveva in capo.
Lo rende noto, sui social, la stessa prima cittadina. “La decisione segue le frasi pronunciate sul Salone dell’Auto che non hanno visto smentita”, spiega Appendino. “Una scelta non facile dal punto di vista umano, ma che ho ritenuto necessaria nell’interesse della Città e della sua immagine”. “Al Prof. Guido Montanari va il ringraziamento per il lavoro svolto in questi tre anni”, aggiunge la sindaca.
Nelle comunicazioni del Consiglio comunale il primo cittadino di Torino ha sostenuto: “Non sono disposta in alcun modo ad andare avanti col freno a mano tirato”.
Chiara Appendino non esclude un addio anticipato e chiede al Consiglio comunale un “mandato pieno” e una “prova di maturità ” alla maggioranza 5 stelle. All’Aula dice: “Se il male minore dovesse essere la fine anticipata di questa amministrazione, così sarà ”.
Appendino non ha usato mezzi termini: “Non intendo accettare battute d’arresto e compromessi al ribasso e su questo vincolerò il mandato”. E ancora: “Una perdurante situazione di stallo procurerebbe alla città danni che non può permettersi”.
La settimana scorsa l’ormai ex vicesindaco Montanari aveva detto, riferendosi alla kermesse dell’auto: “Fosse stato per me, il Salone dell’auto al parco Valentino non ci sarebbe mai stato. Anzi, nell’ultima edizione ho sperato che arrivasse la grandine e se lo portasse via. Sono stato io a mandare i vigili per multare gli organizzatori”.
La decisione del Salone di abbandonare Torino aveva aperto una crisi nella giunta, con voci insistenti di possibili dimissioni da parte della Appendino. A farle da scudo lo stesso Luigi Di Maio, in prima fila contro la “minoranza rancorosa”. Con la mossa di oggi la sindaca 35enne prova a voltare pagina.
Dura la replica di Montanari. Parlando della sindaca all’Ansa dice: “Mi ha chiesto le deleghe e il ruolo di vicesindaco per dare un segnale di cambio della sua amministrazione. Io ho risposto che non ho nessun motivo di dimettermi. Revocare le deleghe è un suo potere, valuteranno i consiglieri e il resto della giunta” E ancora: “Colgo un orientamento – aggiunge – legato ai vecchi poteri forti della città ”.
Non arriverà nessuno al suo posto, per il momento: “Assumerò io le deleghe ad interim, intanto ringrazio i consiglieri che si sono spesi per la città , che in tre anni ha raggiunto traguardi importanti”, ha detto la sindaca.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Luglio 15th, 2019 Riccardo Fucile
LA SCENEGGIATA DELLA POLIZIA MUNICIPALE LEGHISTA TRA LE PROTESTE DEI CITTADINI, NEANCHE FOSSE LA CACCIA A UN PERICOLOSO CRIMINALE
Tre auto della Polizia Municipale a sirene spiegate. Una decina gli agenti impegnati nell’intera operazione. Un disperato inseguimento sotto i portici di piazza De Ferrari, nel pieno centro di Genova. I passanti che hanno osato protestare sono stati invitati ad allontanarsi e, in alcuni casi, identificati.
Ma, alla fine, dopo lunghi attimi di tensione, un pericoloso venditore di ombrelli senegalese questa mattina è stato fermato, ammanettato e assicurato alla giustizia.
Al momento del fermo, aveva con sè una decina di ombrelli, e chissà quanti altri ne sono stati venduti in questa mattinata di nubifragio, prima del provvidenziale intervento degli agenti.
Genova tira un sospiro di sollievo, ma Dio solo sa quanti altri venditori abusivi di ombrelli e fazzoletti in questo momento sono liberi di vendere indisturbati per la città .
Nelle ultime 72 ore, 14 uomini e donne e 3 minori hanno perso la vita sulle strade italiane, schiacciati da Suv guidati da pregiudicati ubriachi, ammazzati a freddo da ex mariti con armi da fuoco o gettati giù dal balcone senza un perchè. Tutti italiani: vittime, carnefici, testimoni oculari, intere famiglie. Uno strazio infinito.
Ma Genova, la Genova leghista e dal pugno duro, ora è una città più sicura.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Luglio 15th, 2019 Riccardo Fucile
NONOSTANTE LA CANDIDATA ALLA PRESIDENZA OGGI ABBIA ANNULLATO L’INCONTRO CON IL GRUPPO DELLA LEGA DOPO LA VICENDA DI RUBLI DALLA RUSSIA… E I VOTI SI SALVINI NON SARANNO NEANCHE DETERMINANTI E NON CONTERANNO UNA MAZZA
Alla vigilia del voto si materializza l’incredibile: gli europeisti cercano di fare fronte comune per
allontanare i sovranisti, ma Salvini valuta il sì come i 5s.
E a Strasburgo la presidente designata rischia di prendere più voti delle aspettative iniziali §
Alla fine, al Parlamento europeo, l’affare von der Leyen si presenta un po’ come la plastilina: si fa e si disfa, produce risultati incredibili.
Alla vigilia del voto che domani a Strasburgo dovrebbe ratificare la nomina della presidente designata alla Commissione europea, intorno a von der Leyen maturano i sì. Solo qualche giorno fa, stentava a far fiorire una maggioranza.
Se le informazioni della vigilia verranno confermate, domani dovrebbero votare a favore tutti gli eurodeputati italiani, maggioranza e opposizione, dalla Lega di Matteo Salvini al Pd di Nicola Zingaretti, passando per i cinquestelle e Forza Italia.
Solo gli eletti di Fratelli d’Italia dovrebbero votare no. E in questo modo Ursula von der Leyen ‘rischia’ di incassare una vagonata di voti, molti di più delle aspettative.
Che è successo?
Partiamo dal gruppo dei ‘Socialisti & Democratici’. In serata, si riuniscono all’Europarlamento a Strasburgo nel tentativo di cercare di ridurre i mal di pancia interni. Il capo delegazione del Pd Roberto Gualtieri spiega che però ora la valutazione è “positiva, come gruppo abbiamo aperto un nostro negoziato con von der Leyen e lei ci ha risposto con una lettera in cui parla di flessibilità , di sussidio di disoccupazione europea. E poi parla alle forze europeiste: questo è il discorso che ci aspettiamo domani, farà un discorso europeista”.
Nel giro di pochi giorni il Pd passa da una valutazione negativa — dopo l’audizione con von der Leyen la scorsa settimana a Bruxelles — ad una valutazione positiva. E’ quasi un sì, diventerà ufficiale domani anche se anche nella stessa delegazione italiana restano forti le perplessità .
E più in generale tra i socialisti alcune delegazioni sono irremovibili. I tedeschi confermano il loro no. Ecco la loro posizione: “La nomina di von der Leyen non rispetta il metodo dello Spitzenkandidaten e minaccia la credibilità delle elezioni europee. Per noi gli interessi nazionali non dovrebbero prevalere sulla democrazia europea”. Ce l’hanno con Emmanuel Macron che ha confenzionato il pacchetto trattando anche con i paesi di Visegrad, a cominciare da Viktor Orban. Ma ce l’hanno anche con Pedro Sanchez, che ha avuto il compito di trattare per tutti i socialisti in Consiglio europeo. Oltre ai tedeschi, anche i belgi, i greci, i francesi dovrebbero votare no. In bilico i laburisti di Jeremy Corbyn.
Ecco, ma perchè la maggioranza dei socialisti alla fine vota sì? “Scegliamo in base ai contenuti”, insiste Gualtieri facendo riferimento alle risposte inviate per lettera da von der Leyen. Ma c’è qualcos’altro: il rischio che i voti sovranisti si andassero a sostituire a quelli dei socialisti contrari. Un rischio da arginare, si è deciso. Tanto che ora la maggioranza europeista — socialisti, Ppe e liberali — prova a rialzarsi, scommettendo sulla presidente. Se ci saranno i voti dei leghisti saranno aggiuntivi, è il ragionamento.
Il punto però è che domani potrebbe materializzarsi l’incredibile. Tutti gli eurodeputati italiani potrebbero votare allo stesso modo, maggioranza e opposizione, con eccezione degli eurodeputati di Fratelli d’Italia.
Salvini ufficialmente ancora non ha deciso. “Stiamo valutando”, dice, non senza qualche frecciatina alla presidente tedesca che ha fatto saltare l’incontro con il leghista Marco Zanni oggi a Strasburgo anche per via delle polemiche sui fondi russi per il Carroccio. Ma Salvini ha la necessità di ‘piazzare’ il suo fedelissimo Giancarlo Giorgetti in squadra con von der Leyen a Palazzo Berlaymont. E possibilmente con un portafoglio importante.
Un sì alla presidente sarebbe un segnale per piantare la trattativa su basi più o meno solide, anche se sul commissario c’è sempre il voto dell’Europarlamento in agguato dopo l’estate.
Lo stesso Gualtieri avverte: “Domani c’è un voto, ma poi a ottobre c’è il voto dell’Europarlamento sulla presidente e tutta la sua squadra…”.
Ad ogni modo, Salvini valuta il sì. Esigenze che la sua alleata sovranista Marine Le Pen non ha: il Rassemblement National è all’opposizione in Francia, anzi ha necessità di distinguersi nel voto da Macron. Dunque i lepenisti sono sul no, come i tedeschi di Afd.
Insomma, il gruppo sovranista di Identità e democrazia potrebbe dividersi sul voto. Anche i cinquestelle dovrebbero votare a favore: stasera il premier Giuseppe Conte ne ha parlato con Angela Merkel al telefono.
Domani, il verdetto. Ma potrebbe davvero succedere che, per ragioni diverse se non opposte, tutti gli eletti italiani all’Europarlamento si ritrovino dalla stessa parte della barricata: il Pd insieme a Lega, Cinquestelle e Forza Italia.
Chi l’avrebbe mai detto?
(da “Huffingtonpost”)
argomento: Europa | Commenta »