Agosto 30th, 2019 Riccardo Fucile
NOVE SONO MINORENNI, DUE PORTATI IN OSPEDALE
Nuovo sbarco sulle coste salentine. Sessantadue migranti sono arrivati nella notte a Gallipoli.
Rintracciati sull’isola di S.Andrea sono stati trasbordati a Gallipoli dalla Guardia Costiera, mentre al largo di Santa Maria di Leuca è stato bloccato un veliero, forse lo stesso che ha portato i migranti, tutti pachistani, a terra.
A bordo dell’imbarcazione, ora ferma nel porto di Leuca per accertamenti, a quanto si apprende, erano presenti due uomini.
“Le persone assistite e soccorse dagli operatori di Croce Rossa Italiana e visitati dai medici di frontiera #Usmaf sono tutti in buone condizioni generali. Solo due dei 9 minorenni non accompagnati – riporta la Croce Rossa di Lecce – hanno avuto bisogno di cure mediche e sono stati ospedalizzati. Tutti gli altri sono stati trasferiti a Otranto presso il centro di accoglienza Don Tonino Bello”
Uno sbarco che segue di una decina di giorni quello avvenuto a Santa Maria di Leuca dove, sempre a bordo di una barca a vela, erano arrivati il 20 agosto scorso 69 migranti.
(da agenzie)
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Agosto 30th, 2019 Riccardo Fucile
L’ECONOMISTA: “IO MINISTRO? NESSUNO MI HA CHIAMATO”
Lungo la strada che si arrampica verso Picinisco, borgo medievale del Frusinate che lo attende per una serata in piazza al Festival delle Storie, lo sguardo di Carlo Cottarelli è fisso sulle montagne.
Sono settimane che tv e giornali lo cercano, ma l’ex commissario alla spending review non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Ha seguito in silenzio l’evolversi della crisi di governo. Conosce bene la delicatezza dei passaggi che segnano la transizione: le consultazioni al Colle, quelle con i partiti per provare a capire se si può tirare su un progetto per il Paese.
È passato appena un anno e mezzo (era il 28 maggio 2018) da quando ha ricevuto il compito che ora spetta a Conte. Adesso che la strada è tracciata, Cottarelli decide di parlare con Huffpost.
Stop all’aumento dell’Iva insieme al taglio del cuneo fiscale e al salario minimo, come riporta il primo documento Pd-M5s?
“Impossibile, a meno di decisioni forti sulla spesa”, cioè tagli imponenti.
Spread e rendimenti in caduta rendono più facile fare la manovra?
“La difficoltà rimane”.
Professore, da più parti si registra una certa euforia per il calo dello spread e per i rendimenti dei Btp mai così bassi. Per l’Italia è finita la stagione degli impegni gravosi sui conti pubblici?
“Non di certo. Il debito è alto e questo ci lascia esposti al rischio che le condizioni sui mercati internazionali cambino. Se i tassi di interesse, che adesso sono bassi, aumenteranno in futuro allora ci troveremo nei guai. La probabilità che questo rischio si materializzi subito si è ridotta, ma l’esposizione al rischio rimane”.
Fino a quando?
“Finchè avremo un debito a questi livelli”.
Guardiamo al presente. Quanto può durare questo stato di grazia sui mercati?
“A livello di politiche monetarie internazionali dovrebbe durare ancora abbastanza, ma il problema è che dura perchè l’economia mondiale sta rallentando, il che è una brutta notizia. Se l’economia rallenta troppo è un guaio”.
Passiamo a quello che può fare il governo per ottimizzare questo momento positivo. Pd e 5 stelle hanno tirato giù una prima lista di impegni. Basta?
“Il governo può cercare di fare le riforme che portano crescita. Ancora non c’è un programma di governo, bisognerà leggerlo attentamente. Ho guardato i dieci punti presentati dai 5 stelle e quelli del Pd. Ci sono delle cose valide, come l’economia verde, ma ci sono cose che sollevano domande invece che dare risposte”
Quali?
“Se si guarda ai punti indicati dai 5 stelle, si dice che non si deve aumentare l’Iva, si devono tagliare le tasse intervenendo sul costo del lavoro, si devono dare più sussidi alle famiglie e alla natalità , c’è il salario minimo. La domanda è una: da dove vengono questi soldi? E poi c’è la politica di redistribuzione che propone il Pd: va bene dal suo punto di vista però prima devi creare il reddito e poi lo redistribuisci”.
Cosa la preoccupa di più?
“La preoccupazione è che sia un governo che punta più alla redistribuzione del reddito piuttosto che alla creazione. Sono il primo a dire che il tema della redistribuzione è importante, che c’è un serio problema di povertà , ma il problema fondamentale è quello di avere più reddito”.
Gli impegni sono lacunosi?
“Le riforme vanno specificate. Non si parla poi di alcune cose che ritengo fondamentali come la riduzione della burocrazia: nessuno la nomina. Quasi niente anche sulla scuola, sulla pubblica istruzione”.
Ritorniamo al cuore economico della prima agenda abbozzata da Pd e 5 stelle. Si può evitare l’aumento dell’Iva e allo stesso tempo mettere in campo il taglio del cuneo fiscale e il salario minimo?
“Queste azioni non sono compatibili tra di loro. Non posso evitare l’aumento dell’Iva e al tempo stesso tagliare il cuneo fiscale, aumentare la spesa per la natalità e la famiglia, avere qualcosa per ricompensare le imprese per introdurre il salario minimo e magari avere un deficit che non aumenta. La matematica non è un’opinione, bisognerà vedere a cosa rinunciano”.
Traduciamo questo ragionamento in numeri perchè alla fine i conti vanno fatti con questi. Perchè la matematica dice che questa operazione è impossibile?
“Per evitare l’aumento dell’Iva e coprire un paio di miliardi di spese indifferibili servono 25 miliardi. Dall’effetto delle manovre fatte a giugno per evitare la procedura d’infrazione e tenendo conto anche della riduzione dei tassi di interesse si tirano fuori 10 miliardi. Bisogna trovarne altri quindici. Il fatto che i tassi di interesse siano più bassi un po’ aiuta, fa risparmiare un po’ di soldi ma nell’immediato l’impatto è abbastanza limitato. Non è impossibile evitare l’aumento dell’Iva, ma fare questo e tante altre cose non è possibile”.
Stiamo sul tema più spinoso, lo stop all’aumento dell’Iva. Mancano 15 miliardi. Da dove si tirano fuori?
“Bisognerebbe chiederlo al Tesoro che ha in mano i dati dettagliati. Si è parlato di ridurre le spese fiscali, cioè esenzioni e deduzioni. Il ministero dell’Ambiente ha pubblicato una lista di sussidi dannosi che ammonta a 19 miliardi. Ma togliere provoca fastidio a chi riceve questi sussidi. Si potrebbe andare a rivedere quello che è stato introdotto dai governi negli ultimi 3-4 anni: sono cose che non c’erano prima e magari si possono togliere, come ad esempio i 500 euro per chi compie 18 anni. Questa voce dà circa 300 milioni: se si mettono insieme un po’ di queste cose si può arrivare al risultato finale, ma non è facile”.
Diciamolo chiaramente: qual è il livello massimo di sostenibilità degli impegni che gravano sul governo?
“Con un deficit al 2,1% già disinnescare l’Iva sarebbe un grosso successo, ma davvero un grosso successo”.
Però c’è anche l’Europa che ha benedetto il nuovo governo. Il commissario uscente Oettinger, tedesco e falco della Commissione Ue, ha detto che l’Italia verrà ricompensata e ha offerto grande disponibilità .
“Sforzi si possono fare, si può cercare di strappare un deficit un po’ maggiore del 2,1%, ma non credo che l’Europa possa arrivare a spazi di concessione enormi. Perchè è vero che le regole europee devono essere interpretate, c’è spazio di flessibilità , ma fino a un certo punto. Le regole sono quelle, per quanto interpretabili, non è che non esistono più. E non penso nemmeno che l’Europa si faccia influenzare dal fatto che non c’è più la Lega al governo”.
Insomma gli impegni sui conti e sulla manovra restano gravosi. Corretto?
“La difficoltà di fare la legge di bilancio rimane. Quando dico che è impossibile evitare l’aumento dell’Iva e fare altre cose intendo a meno di prendere decisioni forti sulla spesa”.
Tagli imponenti in altre parole.
“Tagli che tra l’altro sono difficili da fare nell’immediato, bisognerebbe essere disposti a rinunciare ad alcune cose fatte negli ultimi anni. Io credo che sia intelligente fare un’altra cosa”.
Cosa?
“Si può avviare un percorso che può portare a risparmi significativi nel giro di tre anni e questo è un discorso che l’Europa potrebbe accettare, cioè dire che ci impegniamo ad avere un percorso di spesa pubblica che è predeterminato. Però non dobbiamo cambiare idea ogni anno. Su questo serve un impegno forte del governo ma anche del Parlamento. Si tratta di essere credibili. Se si fosse cominciato tre anni fa, adesso gli effetti si sarebbero visti. Questo progetto ovviamente presuppone che il governo duri a lungo, più di sei mesi”.
Facciamolo prima partire. E parte con due partiti che dovranno dimostrare di essere in grado di parlare con una voce sola. Il governo gialloverde ha registrato la dinamica un po’ a me e un po’ a te. Cosa succederà con Pd e 5 stelle?
“Il ruolo di sintesi spetta a Conte, la cui posizione è uscita rafforzata e potrà quindi svolgere questo ruolo in modo migliore”.
Ritorniamo all’Europa e alla partita italiana per avere un commissario. Quale delega auspicare?
“Per noi sarebbe auspicabile la Concorrenza. E qui voglio dire che mi ha lasciato perplesso l’atteggiamento del nuovo governo, che è abbastanza a sinistra. Nessuno dei due partiti ha messo come necessità quella di aumentare la concorrenza: lo trovo un fatto strano perchè chi è di sinistra dovrebbe essere contro i monopoli, i poteri forti e le lobby”.
Il nascente governo deve avere innanzitutto una squadra. Si è fatto anche il suo nome. Accetterebbe di farne parte?
“Innanzitutto non mi ha chiamato nessuno, questo lo voglio dire ufficialmente. È un onore ricevere l’offerta di fare parte del governo italiano ma poi bisogna essere d’accordo sui contenuti, quindi prima dovrebbe essere chiarito eventualmente cosa si vuole fare, ma questo ancora non si sa”.
(da “Huffingtonpost”)
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Agosto 30th, 2019 Riccardo Fucile
IL CALO DELLO SPREAD, SE CONSOLIDATO, PORTERA’ NELLE CASSE DELLO STATO 12 MILIARDI
Il rendimento del BTp a 10 anni, per la prima volta nella storia, è sceso sul mercato secondario
allo 0,91%. L’aspetto ancor più significativo, spiega oggi Vito Lops sul Sole 24 Ore, è che il Tesoro è riuscito a cristallizzare i nuovi tassi anche sul mercato primario offrendo ieri in asta titoli a medio-lungo termine per un controvalore complessivo di 7,25 miliardi.
Il BTp a 10 anni, di cui sono stati collocati 4 miliardi a fronte di una domanda pari a 5,265 miliardi, ha spuntato un tasso dello 0,96% con un calo di 60 punti base rispetto alla precedente operazione.
Con questa asta è stato infranto il precedente record risalente a un decennale collocato tre anni fa all’1,14%. Venduti anche BTp a 5 anni per 2,25 miliardi con un rendimento dello 0,32% contro lo 0,8% della precedente operazione e CcTeu per 1 miliardo allo 0,77% contro l’1,06% di luglio.
Decisamente positiva l’accoglienza degli operatori specialisti alla riapertura del BoT semestrale loro riservata, come prevedibile in base al movimento del mercato nelle ultime sedute. Sui 600 milioni di euro dell’offerta la domanda è stata pari a 1,466 miliardi. Mercoledì il Tesoro ha collocato tutti i 6 miliardi del Buono semestrale con un tasso in calo a -0,217% — minimo da aprile 2018 da -0,021% di fine luglio.
Carlo Cottarelli sulla Stampa ha calcolato oggi in 12 miliardi i risparmi di lungo periodo per il crollo dello spread.
Lo spread più basso fa bene all’economia italiana per due motivi. Primo perchè il suo calo fa risparmiare tanti soldi allo stato.
Con un debito di quasi 2400 miliardi, un calo di mezzo punto percentuale dei tassi di interesse comporta un risparmio nel lungo periodo di 12 miliardi, anche se nell’immediato l’effetto è molto inferiore.
Secondo, lo spread più basso rafforza il capitale delle banche e consente loro di fare più prestiti.
Terzo, c’è un effetto psicologico non indifferente: il calo dello spread segnala l’allontanamento del rischio di una crisi tipo quella che abbiamo attraversato nel 2011-12, una crisi i cui effetti ci stiamo ancora portando dietro.
(da agenzie)
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Agosto 30th, 2019 Riccardo Fucile
IL TASSO GIOVANILE DI SENZA LAVORO SALE AL 28,9%
Contraccolpo sul mercato del lavoro italiano, con gli occupati in calo dopo la recente risalita e il tasso di disoccupazione che torna ad ampliarsi.
Nella rilevazione Istat relativa al mese di luglio si legge che gli occupati sono scesi, dopo cinque mesi di crescita consecutiva: -18 mila persone sul giugno scorso. In particolare, sono andati in sofferenza i lavoratori dipendenti (-46 mila tra permanenti e termine), mentre sono tornati a crescere gli indipendenti.
E’ invece risalito il tasso di disoccupazione: si è portato al 9,9%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a giugno (quando il calo del tasso dei senza-lavoro era dovuto alla contrazione della popolazione e non a un aumento degli occupati, ricordano da Intesa Sanpaolo).
Le persone in cerca di lavoro a luglio sono cresciute di 28 mila unità su base mensile (+1,1%). I disoccupati in Italia si attestano così a 2 milioni e 566 mila. Tuttavia a confronto con luglio 2018 continua a registrarsi una diminuzione (-121 mila disoccupati).
Dati che si possono leggere in abbinata con quelli di ieri dell’Inps, relativi ai contratti (quindi dati “di flusso”) nei primi sei mesi dell’anno. Anche in quel caso, infatti, si è vista una complessiva debolezza rappresentata dal calo delle assunzioni e dal rallentamento del saldo netto di nuovi posti di lavoro, nonostante siano cresciuti i contratti stabili nel periodo.
Anche l’aumento al ricorso alla cassa integrazione svela la difficoltà delle imprese che si ripercuote sulla tenuta del lavoro.
In crescita, lo scorso mese, è risultata anche la disoccupazione giovanile (15-24anni) con il tasso che si porta al 28,9% (+0,8 punti su giugno).
(da agenzie)
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Agosto 29th, 2019 Riccardo Fucile
A BORDO RESTANO IN 34 IN CONDIZIONI PRECARIE, SI MOLTIPLICANO GLI APPELLI PER FARLI SBARCARE TUTTI… NON E’ STATO PERMESSO ALLA NAVE DI METTERSI AL RIPARO DAL VENTO, FACENDO RISCHIARE ANCHE GLI UOMINI DELLA GUARDIA COSTIERA… E L’AVVOCATO DEL POPOLO NON MUOVE UN DITO
Ore 21,48. “Finalmente sbarcati bambini, donne incinte e naufraghi più vulnerabli. Ancora in
34 a bordo tra le onde. Fateci sbarcare tutti. Dopo le tante richieste che abbiamo avanzato da questa mattina, finalmente le autorità italiane hanno permesso alla Guardia costiera di venire a trasbordare su una motovedetta, per portarli a terra, i naufraghi più vulnerabili: donne incinte, mamme con bambini, minori non accompagnati”.
Lo hanno scritto, sui social, dalla Mediterranea Saving Humans. “Siamo felici sollevati per loro e grati agli uomini e alle donne della Guardia costiera e ai medici del personale sanitario che hanno effettuato il trasbordo in condizioni meteo marine avverse, come segnaliamo da stamattina. Un approdo in porto o un punto di ridosso protetto dal mare grosso sarebbe stato certamente più sicuro”.
A bordo della nave restano in 34, tra cui donne sole, uomini in condizioni precarie a seguito di maltrattamenti e torture, e in stato di stress post traumatico.
“Chiediamo con forza che questi naufraghi, insieme all’equipaggio, possano sbarcare prima possibile: a bordo la situazione rimane precaria – aggiuntono – . Si è aggiunto al moto ondoso che non ci lascia tregua un guasto all’evaporatore e al dissalatore che ci privano di acqua corrente: siamo senza rubinetti, cucina e bagno, e rimane solo acqua in bottiglia. Queste persone non possono, non devono aspettare che le loro condizioni di salute si aggravino ulteriormente per essere autorizzati a scendere. Fateli sbarcare, fateci sbarcare. Tutti”.
Non è stato permesso alla imbarcazione di Mediterranea di ridossare, cioè di mettersi al riparo dal vento, e quindi l’operazione è stata resa complicata dalle onde.
(da “AgrigentoNotizie”)
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Agosto 29th, 2019 Riccardo Fucile
LA OPEN ARMS FU COSTRETTA 20 GIORNI AL LARGO DI LAMPEDUSA
Matteo Salvini risulta di nuovo indagato per sequestro di persona in merito al caso di Open Arms, che è rimasta a largo di Lampedusa per due settimane nei giorni in cui si apriva la crisi di governo.
E questa volta Salvini non potrà sperare di evitare il processo come ha fatto per la Diciotti, dato che – per colpa sua – la nuova maggioranza di governo probabilmente non avrà nessun problema a dare l’autorizzazione a procedere contro l’ormai ex ministro.
Come scriveva qualche tempo fa Nello Scavo su Avvenire, “Nella città dei Templi da mesi lavorano su anomalie e reati che sarebbero stati ripetutamente commessi anche prima dell’entrata in vigore dell’ultimo decreto sicurezza. A cominciare dal mancato rispetto delle Convenzioni internazionali in materia, cui l’Italia ha aderito e che sono un limite alla potestà legislativa dello Stato — ricorda l’ordinanza del procuratore — ai sensi degli articoli 10, 11 e 117 della Costituzione e non possono, pertanto, costituire oggetto di deroga da parte di valutazioni discrezionali dell’Autorità politica, ponendosi su un piano gerarchico sovraordinato rispetto alla fonte primaria. Quello che va emergendo è una sorta di “Protocollo Salvini” (in passato adottato anche con il coinvolgimento del ministero della Difesa e quello delle Infrastrutture) con cui sarebbero state schiacciate norme costituzionali, trattati internazionali e anche ordini dei tribunali”.
Per il gip il reato di sequestro è ipotizzabile perchè i naufraghi sono stati costretti a una “illecita e consapevole privazione della libertà personale”, “costretti a bordo per un apprezzabile lasso di tempo contro la loro volontà ”.
(da agenzie)
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Agosto 29th, 2019 Riccardo Fucile
CONTE L’ELEVATO CHE SOGNA IL COLLE NON CONVINCE IL PD
L’inizio non convince. E il nascituro Governo resta avvolto in una nube di perplessità , incertezza, reciproca diffidenza.
È bastato sentire il discorso alla Vetrata dell’ex avvocato del popolo in versione “Conte la qualunque”. Che annuncia, ci mancherebbe altro, un Governo “per” e non “contro”, mettendo in fila una serie di capitoli che sembrano un elenco di luoghi comuni, altro che discontinuità (richiesta dal Pd): per ambiente, per la “biodiversità dei mari”, per “l’istruzione di qualità ”, per “un Mezzogiorno rigoglioso”, per una “pubblica amministrazione non permeabile alla corruzione”.
Chiacchiere, ci mancherebbe che uno promette un Governo contro l’ambiente, contro i mari inquinati, per un’istruzione scadente, un Mezzogiorno più povero e una amministrazione piena di corrotti.
Finito l’elenco, con ecumenismo furbesco e fedele all’impostazione che non si sono più destra e sinistra, ha spiegato l’iniziale perplessità “di avviare una nuova esperienza di Governo con una maggioranza diversa” (guai a nominare in modo limpido il Partito democratico) superata poi “nella consapevolezza di aver cercato di operare sempre nell’interesse di tutti i cittadini, nessuno escluso”.
Insomma, l’Elevato, ennesimo salvatore della patria dai barbari, in un paese che, rimozione dopo rimozione, ne scopre (di salvatori) con una certa frequenza (e senza passare per urne).
Ecco, c’è un punto preliminare (proprio un dettaglio non è) che il segretario del Pd affronterà con Conte nel corso dell’incontro col premier incaricato e la delegazione del Pd. E riguarda la “natura” stessa del suo ruolo e di come intende interpretarlo.
E la “natura” di questo incontro innaturale tra due ex avversari che non hanno ancora esplicitato le ragioni e gli obiettivi del loro stare assieme. E che, a cascata, determina assetti di governo e caselle: “Conte — spiegano nel giro stretto di Zingaretti, dopo aver sentito il discorso — non può continuare a porsi come super-partes quasi di garanzia. È un leader dei Cinque stelle, politico, con cui noi facciamo un patto politico”.
Parliamoci chiaro. Le parole, il tono, tutto il circo mediatico accesso attorno all’ex garante del contratto gialloverde diventato l’idolo che ci salva dai barbari, coccolato dai giornali della borghesia, tutto questo, dicevamo, ha prodotto quasi un moto di fastidio al Nazareno.
Perchè è chiaro che un’operazione del genere così si configura un’ennesima donazione di sangue per la sinistra, innominata, non riconosciuta, utile solo in nome della stabilità .
Alla Vetrata, dicono quelli attorno a Zingaretti, Conte si è posto, non difettando di considerazione di sè, non come il leader di coalizione tra partiti, ma come figura terza che sta un gradino sopra le miserie dei due partiti che lo sostengono. Non il nuovo Prodi, ovvero colui che si fa carico di una complessa operazione politica, da leader di un Movimento che stringe un patto con un alleato. Ma una sorta di garante di un equilibrio tra partiti, che si sente predestinato a una successiva Elevazione.
È il punto. Far passare, dicono al Nazareno, il concetto che il premier dell’era gialloverde è super partes non sarebbe solo una capitolazione, per un partito che aveva chiesto discontinuità rispetto ai quattordici mesi di governo gialloverde, in cui Conte non stava propriamente su Marte, ma a palazzo Chigi a firmare i decreti sicurezza.
Ma è una questione che si proietta ben oltre la nascita di questo governo, la cui durata consentirebbe di eleggere nel 2022 il successore di Mattarella, che poi è, sulla carta, una delle ragioni per cui nasce, impedire cioè di darlo a Salvini dopo una vittoria nelle urne. Significa far passare l’idea di un premier naturaliter quirinabile quando sarà : “E questo — dicono nella cerchia stretta di Zingaretti — è inaccettabile”.
E chissà se è un caso che un presidente attentissimo ai dettagli e alla simbologia come Sergio Mattarella ha accuratamente evitato di mostrarsi alla vetrata, per pronunciare due parole anche di circostanza. Accade assai di rado, quando si conferiscono incarichi. Chi ha una certa consuetudine col Colle interpreta il gesto — come si dice oggi: il non metterci la faccia — come consapevolezza che l’operazione non è prettamente entusiasmante. Insomma, uno che stava nella Dc con Moro, sa bene quale sia la differenza tra un grande disegno e un’operazione di spiccia necessità , anche con marcati tratti di trasformismo.
Sia come sia la sintesi, tornando al Pd, è che la scintilla non è scattata neanche il primo giorno. E questo dice tutto su una crisi ancora, per molti versi, al “buio”.
Perchè è chiaro che se non sciogli il perchè due vanno a vivere assieme, non ha neanche senso parlare di mobili. Questione dei vicepremier, ancora aperta, del sottosegretario a palazzo Chigi, ministeri si affronteranno a cascata. Prima c’è il nodo da sciogliere: Conte è disposto a cambiare registro o già si sente al Quirinale nel 2022?
È questa la domanda che alimenta un certo mal di pancia al Nazareno. E ancora non nasce.
(da “Huffingtonpost”)
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Agosto 29th, 2019 Riccardo Fucile
L’INCLINAZIONE ITALIANA PER I POTENTI DA’ GLORIA ANCHE A UNA FIGURA DEBOLE COME CONTE
Solo il senso degli Italiani per il potere può spiegare l’aura di gloria con cui Giuseppe Conte ha
varcato stamattina il Quirinale per ricevere il suo incarico bis, nientemeno, come fosse un Andreotti qualunque.
Grazie all’inclinazione del nostro paese per i potenti, questo sconosciuto Avvocato, che fino a qualche giorno fa era ancora definito come “scoperto” o “pescato” dai 5s, divenuto premier ben due volte, ma sempre nel giro di una notte, è diventato protagonista di una favola.
Liberato per la seconda volta dalla sua umile natura di rospo da un bacio, sia pur non di una principessa, ma di un principe che gli ha detto sì e gli ha messo a disposizione un partito.
Ebbene, sì. Nel primo minuto dell’anno zero del Governo Conte bis, scattato alle 9.30 di questo 29 agosto, il realismo è il vero senso perso in questa operazione di formazione del nuovo Governo. Una divisiva e difficile operazione, dal destino incredibilmente denso di difficoltà , presentato nei suoi ultimi metri come la formula che improvvisamente ridà dignità al paese, restituisce l’Italia al suo posto tra i grandi del mondo, e la fa tornare al suo patrio destino di frontiera contro il fascismo/nazismo.
La narrativa con cui Giuseppe Conte viene trasformato dal suo vecchio ruolo di “guardiano del contratto”, “tecnico che prepara i dossier”, e “pacificatore di due alleati a volte riottosi” (definizioni da lui usate per descriversi) al piccolo Napoleone attuale è il racconto della voglia di illudersi che muove al momento la politica italiana.
Come in tutti i mistery, è dal finale che si capisce la trama. In questo caso, il finale è il crescendo di endorsement, dichiarazioni pubbliche di favore, che hanno portato Conte direttamente al Quirinale.
Quelle di Donald Trump, e di Bill Gates arrivate all’ultima ora, aggiuntesi a quelle più scontate europee di Angela Merkel e di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, hanno ampiamente contribuito a scrivere il finale glorioso del nuovo premier descritto come “uomo circondato dal rispetto internazionale”. Quanto valgono queste lodi?
Un tweet che loda con un errore di spelling un Giuseppi Conte, la dice lunga sul grado di conoscenza fra i due leader, non è granchè come riconoscimento. E’ uno strumento per altro su cui Trump si sfoga personalmente e spesso casualmente, contraddicendosi come capita, anche su temi serissimi, come la Corea del Nord e la guerra dei dazi con la Cina.
Le lodi, sospettiamo, andrebbero in realtà alla bravura del nostro ambasciatore Varricchio a Washington e al diplomatico Eisenberg, che rappresenta gli Usa a Roma. Per quel che riguarda Bill Gates, viene fatto passare per endorsement un ringraziamento del signore del denaro al contributo europeo alla sua fondazione contro l’Aids.
L’Italia e Conte vengono citate insieme a Germania e Commissione Ue. E anche qui lode ai comunicatori di Palazzo Chigi (e qui vorrei fare una lode al sempre bistrattato Rocco Casalino, che è in verità l’unico autore del Conte bis). Come si vede, si tratta di un vero e proprio make-up per il premier in pectore.
Di che sorprendersi, tuttavia? La piccola Italia ha sempre usato in politica il “riconoscimento” dei leader stranieri, riflesso condizionato rimasto nel nostro dna di quel viaggio a Washington di De Gasperi, il 3 gennaio 1947, anno freddissimo in ogni senso (affrontato dal nostro primo ministro con un cappotto in prestito, come si ripete per raccontare di quanto eravamo allora semplici e umili).
Riflesso condizionato, senso mai curato di nostra inferiorità nell’Occidente del dopoguerra, che ci accompagna dai comunisti dei tempi d’oro, che nonostante il riconoscimento berlingueriano dell’ombrello
Nato in una intervista a Pansa nel 1976 dovette sudarsi il rapporto con Washington, passando per Andreotti, Craxi. Passione per i riconoscimenti condivisa da due arcinemici — Letta e Renzi – che non hanno mai smesso di lavorare a questo consenso.
Quello intorno a Conte oggi non è dunque esattamente un abbraccio che ci impressiona.
Ma certo c’è in tutte queste lodi, una prova di un disegno politico, che parte dall’Europa. Nella nuova Europa post elezioni, Merkel e von der Leyen, eletta presidente con i voti di M5s e Pd, guidano un diverso approccio, una operazione a trazione tedesca, costruita a tavolino, per arginare il fronte sovranista; mirata a favorire l’affermazione in Italia di un Governo moderato, e a maggiore ispirazione sociale.
Conte, col suo tiepido carisma, e la sua estrema adattabilità politica e psicologica, la sua mancanza di ideologia — tutte doti che lo hanno portato a navigare da garante dell’estremismo populista a democratico nell’ultima ora del discorso in Senato contro Salvini – è il perfetto strumento per il nuovo passaggio politico che l’Europa e le classi dirigenti euronazionali vogliono per l’Italia.
La gloriosa salita al Quirinale di stamattina dell’ormai ex Avvocato, e il favore dello spread che l’ ha accompagnata, è solo la conclusione di questo percorso.
Come giudichiamo questa mossa: è stata una ingerenza, o è un esempio di politica europea?
Ristabilita questa realistica versione del miracolo Conte, si deve ripartire da questo quesito per cercare ora di ristabilire anche una parte della verità sul significato del Conte-bis. Rileggendo gli effetti che questo incarico ha avuto su ogni partito, amico o nemico che sia del nuovo Governo.
Partirei con Salvini, il leader che più ha subito questa crisi, e che parla infatti di “un complotto, in corso da tempo”. Ovviamente questo argomento, che riscalda quello in cui si rifugiò nel 2011 Berlusconi, sarà il centro della campagna elettorale sovranista. Ma è molto difficile che i leghisti possano davvero fino in fondo sostenere questa linea. Intanto, che complotto è mai una operazione che è stata condotta alla luce del sole? Salvini non ha visto, a differenza di tutti noi, le scelte che venivano fatte a Bruxelles, in Francia, a Berlino, la linea rossa di combattimento che veniva segnata dall’Ungheria, passando per l’Austria e arrivando in Italia? E di che si scandalizza Salvini?
E’ sceso in campo con una proposta di guerra all’Europa, in cui proponeva di lasciare la Ue e l’Euro — e ora si meraviglia se in Europa e in Italia si risponda con identico spirito di guerra?
Il vero errore di Salvini, nella sua caduta, è di aver sottovalutato questa risposta europea e italiana. Specie dopo l’affare Metropol, in cui, come abbiamo scritto su questa testata, erano visibili le manine dell’intelligence europea e quella tedesca, e un cambio di strategia politica. E, trattandosi di una sola Europa con un solo Governo, è difficile parlare di ingerenza. E se Conte è oggi Napoleone, Salvini si è trasformato, nel giro di una notte, dal magnifico Hulk nel piagnucoloso Calimero.
L’operazione Conte bis tuttavia, proprio per i numerosi e potenti fili che la muovono, ha un profondo impatto anche per Pd e 5stelle, che attraverso l’accettazione di Conte lasciano a loro volta sul terreno parte della loro sovranità al loro stesso partito.
I 5Stelle che pure hanno “inventato” il premier, stanno festeggiando. Ma anche loro non hanno del tutto guadagnato da questo incarico.
Il Conte 2.0 come preferiscono chiamarlo, nel senso che è un organismo ormai modificato, davvero non è più una loro creazione, in quanto non risponde più a loro del tutto. Premier unico, come vuole essere, sarà in futuro il riconoscimento di questa nuova veste. E tuttavia i 5 stelle rimangono il suo esercito di manovra: quindi entrano in questo nuovo Governo con la responsabilità di un leader che è solo formalmente loro, e l’obbligo a doverlo sostenere perchè è il loro unico strumento di lavoro.
Con tutti i prezzi che ne conseguono — come già ben si vede nella parabola di Di Maio, che nell’ascesa di Conte misura la sua discesa di peso politico. E chissà che questa parabola non sia specchio e anticipazione di quello che succederà all’intero Movimento, che a questo appuntamento arriva avendo pagato il prezzo di una forte divisione.
Il Pd anche paga pegno a una operazione che Zingaretti ha sicuramente subito. Il suo Pd è un partito che doveva andare al voto subito, e invece ha fatto il Governo. Doveva essere, certo, un Governo però in discontinuità , quindi senza Conte, ed è divenuto il piedistallo per la gloria di Conte. Doveva a questo punto almeno avere la certezza che M5s riconoscesse la democrazia rappresentativa come bussola, e invece deve accettare che si faccia una votazione extraistituzionale su Rousseau.
E per quel che riguarda la discontinuità non è riuscito al momento ad assicurarsi nemmeno quella dei futuri ministri- nè quelli del 5stelle, nè quelli del Pd. Su questo vedremo presto cosa succederà .
Si capisce il perchè di questa ritirata. Le pressioni fatte per un nuovo Governo Conte sono arrivate anche al Pd — il Governo europeo, il Quirinale (nominiamolo, sì), e le classi dirigenti nazionali ed europee hanno fatto pressione sul Pd.
Da ogni parte — Vaticano, sindacati, intellettuali di fede antisistema convertiti alla battaglia per salvare il sistema. D’altra parte il partito è esso stesso da anni “responsabile” per eccellenza, in quanto parte eurorganica delle classi dirigenti, ed ha detto sì, come fece per Monti. Sollecitato, in aggiunta, da quei famosi spiriti animali di un governismo spinto che, proprio in quanto parte di una classe dirigente, è la vera passione che tiene insieme un Pd spesso sconfitto, e oggi molto frammentato.
Zingaretti, rimanendone fuori, ha tracciato la linea di una sua personale dignità . Ma, come per i 5S, il prezzo che pagano lui personalmente e il partito è alto: si tratta di una incredibile ritirata, che, per quanto addolcita dalla retorica del caso, “Nessuna staffetta, nessun testimone da raccogliere”, rimane una operazione in cui il Pd è il donatore di sangue principale di questa operazione antisovranista, e antipopulista.
Le incognite, come si vede, e le ambizioni del nuovo Governo sono tantissime.
Chi come me, e molti altri, ha tifato fin qui per il voto invece che per l’accordo, è ancora convinto che le urne sarebbero state un passaggio migliore per creare una svolta in Italia. I partiti avrebbero potuto contare le loro reali forze, e avrebbero soprattutto condiviso con i cittadini italiani il peso di una trasformazione di fase così incerta. E avremmo avuto un premier vero, invece di un Avvocato arrivato al bis senza mai essere stato votato.
Certo avrebbe forse, o magari sicuramente, vinto Salvini. Ma volete davvero dirmi che con tutto lo schieramento alle spalle oggi del Conte bis, nel cambio di clima europeo, non sarebbe stato possibile fare una opposizione, nuova e più efficace che avrebbe sconfitto il sovranismo ad armi pari, e guardandolo negli occhi?
Non credere alla propria vittoria in campo aperto, è la malattia degli eserciti nella fase declinante degli Imperi – ci insegna la storia. Lo stesso vale per la politica.
(da “Huffingtonpost“)
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Agosto 29th, 2019 Riccardo Fucile
LA PRIMA SINTESI IN DUE PAGINE
L’accordo per il programma di governo tra MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico è stato chiuso ieri sera e sintetizzato in un documento da consegnare al presidente del consiglio incaricato Giuseppe Conte.
Marco Rogari e Gianni Trovati oggi sul Sole 24 Ore ne anticipano i contenuti, precisando che non si tratta di un contratto visto che l’esperienza del governo gialloverde ha portato sfortuna.
Si tratta di un testo di due pagine piuttosto generico, come non poteva essere altrimenti, e che si fonda sulla richiesta, uguale a quella del governo Lega-M5S, di chiedere più deficit all’Europa.
Che però, come sappiamo, non è che abbia davvero l’intenzione di aprire i cordoni della borsa come se fosse Natale, al netto della Cospirazione Ursula che il Cazzaro Verde ha inventato e porta in giro da qualche giorno per spiegare la più fragorosa sua sconfitta politica.
L’obiettivo della «coesione sociale» per motivare la richiesta di flessibilità è perfettamente in linea con gli argomenti usati dall’ultima manovra per finanziare in deficit reddito di cittadinanza e quota 100. E l’effetto trascinamento della correzione di luglio, portando 8 miliardi in dote al prossimo anno, addolcisce la salita verso la legge di bilancio 2020.
Che tra stop all’Iva e spese indifferibili partirebbe da una base da 25-26 miliardi, e non avrebbe più il compito di cercarne altri 10-15 per la Flat Tax.
Con un deficit tendenziale che si aggirerà intorno all’1,6%, e forse anche meno se i minirendimenti dei Btp si consolidano, si viaggia già 10 miliardi sotto il 2,1% indicato per il 2020 dal Def.
Il piano, spiega il Sole, si basa sugli investimenti pubblici e sul taglio al cuneo fiscale. Investimenti verdi, da tradurre in piani contro il dissesto idrogeologico, aiuti alla riconversione delle imprese e investimenti per le città .
C’è poi il nodo del salario minimo da sciogliere. Qui ci sono due proposte: la prima è quella del M5S, la seconda è quella del PD che è stata scritta a suo tempo con i sindacati. Con in più anche l’equo compenso per i giovani professionisti.
Sarà difficile, al di là delle dichiarazioni d’intenti, trovare un accordo che piaccia a entrambi e che non spiaccia alle imprese.
Il MoVimento 5 Stelle poi tiene il punto del taglio dei parlamentari e il PD, come previsto, lo associa a questo punto a una riforma della legge elettorale in senso proporzionale che ad occhio non dovrebbe spiacere ai grillini, che spingevano per un sistema alla tedesca fino a qualche tempo fa. Non piacerà a Salvini, ma questo potrebbe costituire un incentivo a votarla.
Bisogna anche lavorare sui decreti sicurezza bis di Salvini per cancellarli ma mettendo in agenda una nuova legge sull’immigrazione, da affiancare con la battaglia in Europa per ripensare i meccanismi del trattato di Dublino.
Gli ultimi punti dell’accordo di governo M5S-PD sono l’acqua pubblica, il conflitto d’interessi e le concessioni autostradali, che dovrebbero essere riviste per garantire più investimenti e tutelare il bene pubblico delle infrastrutture.
(da “NextQuotidiano“)
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