Agosto 26th, 2019 Riccardo Fucile
GLI “INVASORI” HANNO VIOLATO I SACRI CONFINI DELLA PATRIA SENZA ESSERE AVVISTATI DA SALVINI
Sbarco di migranti a Pantelleria.
Ventiquattro migranti sono stati rintracciati lungo la strada perimetrale dell’isola dai carabinieri. Sono tutti maschi e 22 sembra che siano minorenni.
I migranti sono stati notati nella zona di Nicà , a sud ovest dell’isola, quando già erano a terra
Sono stati tutti sottoposti ai controlli di rito e rifocillati. Trascorreranno la notte nell’ex caserma dell’esercito Barone e domani mattina partiranno a bordo di una motovedetta della Guardia di Finanza per essere trasferiti a Trapani in un centro di prima accoglienza.
(da agenzie)
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Agosto 26th, 2019 Riccardo Fucile
IL MINISTRO DEL PEDALO’ E IL SET ALLESTITO AL VIMINALE… MA SBAGLIA UN PAIO DI DETTAGLI
L’art director del Ministro dei Pedalò ha un gran daffare: smonta set, allestisce set, e le luci e i costumi e la scenografia. In queste ore frenetiche, d’altronde, mentre tutti si riuniscono con tutti e le contrattazioni assumono ritmi da suk, il Ministro delle Mozioni Ritirate (non si interrompe mai una Mozione…) contribuisce come può, come ha sempre fatto, come sa fare meglio: si mette in posa.
Un giorno, forse, studieremo le fasi artistiche della sua carriera come si fa con Picasso: periodo blu (nelle spiagge), periodo rosa (lo smalto sulle unghie della figlioletta) (ma non era stato lui, scandalizzato, a dire che “i bambini non si usano”?), periodo verde (una volta era la camicia, ora piuttosto il mojito). O anche periodo della ruspa (rude, diretto ai garretti del Paese), periodo del panino (conviviale, diretto alla pancia del Paese), periodo della felpa (identitario, diretto al petto del Paese), periodo del rosario (trascendente, diretto alla superstizione del Paese). Non poteva mai immaginare — nella costruzione della sua personale fiction istituzionale, una sorta di “Un posto al sole” dalle infinite puntate — che gli sarebbe toccato un periodo Viminale (romanzo Viminale): l’unico luogo in cui non lo avevamo mai visto. Lo scenario che ci ha sorpresi tutti, e ci ha fatto esclamare: “Diavolo d’un ministro dei Porti Socchiusi, guarda cosa ti escogita: si mette la camicia ed entra in ufficio! Pazzesco!”.
E così eccolo alla scrivania. Sottotesto: sono qui a lavorare per voi, io, mica sono in spiaggia come quei debosciati del Pd (glielo aveva pure detto, in aula: “Invidio un po’ di abbronzature”, che sarebbe stato come se Trump avesse invidiato l’acconciatura di Minniti).
C’è tutto. Lo sceneggiatore ha pensato proprio a tutto: l’immancabile rosario appeso al quadro, i fogli, i telefonini, lo schermo acceso (ma il mouse è in un posto davvero strano: sarà che quando si usano troppo, le cose, poi si mettono in disordine…), le foto dei bambini e l’icona della Beata Vergine Maria. Certo, a lavorare in fretta a volte si sbaglia (tipo quando al banchetto del Trono di Spade si è visto un bicchiere di carta di Starbucks, ma sui set può succedere).
E così lo scenografo si è dimenticato di girare la foto dei bambini e le icone della Madonna dalla parte giusta: è l’unica scrivania al mondo in cui sono rivolte verso chi guarda, e non verso chi a quella scrivania lavora (!).
Ma dai, il prossimo scatto verrà meglio, ne siamo certi. Magari quando si dovranno fare gli scatoloni per il trasloco. Una scena che nei film viene sempre benissimo.
(da “Huffingtonpost”)
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Agosto 26th, 2019 Riccardo Fucile
RICHIESTA IRRICEVIBILE PER IL PD CHE FORSE HA CAPITO CHE IL BIBITARO VUOLE FAR SALTARE TUTTO… TUTTO COME PREVISTO: FINCHE’ IL M5S SI FARA’ RAPPRESENTARE DA UN INFAME CHE HA DEFINITO LE ONG “TAXI DEL MARE” NON CI PUO’ ESSERE DIALOGO
C’è un motivo se il faccia a faccia tra Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio è durato solo 25 minuti, un po’ pochi per un incontro andato bene.
Ed è che la trattativa si è incagliata sulle richieste esose del vicepremier dell’era gialloverde. Detta in modo brutale: il leader del Pd ha aperto anche sulla possibilità di ragionare di Conte bis, a determinate condizioni, a patto che venga sancita una “discontinuità ” di agenda e di assetto complessivo del governo.
Non una sostituzione dei ministri della Lega con quelli del Pd. Raccontano fonti degne di questo nome che è di fronte alle richieste di Di Maio che l’incontro si è sospeso.
Il capo dei Cinque stelle, come condizioni dell’accordo, ha chiesto il Viminale, mantenendo l’attuale schema di due vicepremier (uno per se stesso, l’altro per il potenziale alleato). Nè, per quanto riguarda il commissario europeo, ha dato assicurazioni che sarà del Pd.
Ecco perchè ci sarà un nuovo incontro: “Che altro vuole? — sussurrano al Nazareno — che gli puliamo anche i vetri della macchina?”.
La sensazione, nel Pd, è che Di Maio stia giocando una sua partita “per far saltare il tavolo”, perchè in fondo questo schema di accordo lo ha subito sin dall’inizio.
Mai una dichiarazione pubblica che attesti la chiusura del doppio forno con la Lega, mai quella frase “disponibili al confronto col Pd” (auspicata anche dal Colle), una gestione quasi clandestina dei rapporti e della trattativa, senza mostrare tante convinzioni: “A che gioco gioca? — si chiedono al Nazareno — Lui mette condizioni insostenibili, mentre i suoi spifferano alle agenzie che c’è il sì all’accordo”.
È per questo che è stato fissato un nuovo incontro, con la presenza di Conte.
Incontro tra “delegazioni” come recita il comunicato ufficiale. Da un lato Zingaretti e il vicesegretario Andrea Orlando. Dall’altro Di Maio e, appunto Giuseppe Conte che, a tutti gli effetti, non è figura terza, ma esponente di spicco del Movimento.
E questo è l’incontro della verità , nell’ambito di un negoziato che segna quasi un ribaltamento dei ruoli, col Pd disponibile a un accordo, sia pur a certe condizioni, e i Cinque Stelle che, finora, non hanno parlato con una sola voce, tra le dichiarazioni aperturiste dell’ex premier e le ambiguità di Di Maio, i cui canali con Salvini sono ancora aperti, almeno a sentire fonti leghiste.
(da “Huffingtonpost”)
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Agosto 26th, 2019 Riccardo Fucile
OVVIAMENTE NON SI DIMETTEREBBE DAL PARLAMENTO, LA POLTRONA NON LA LASCIA
“Nel caso di accordo con la Lega resto nel gruppo parlamentare M5S. Nel caso di un accordo con il Partito democratico vediamo. Lo voglio vedere questo governo”. Gianluigi Bombatomica Paragone aveva detto che avrebbe lasciato i grillini per tornare a fare il giornalista, dimettendosi quindi da senatore della Repubblica italiana, in caso di accordo tra Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle.
Oggi ad Agorà ha fatto sapere di aver cambiato idea: vuole prima vedere il governo in azione e poi deciderà se dimettersi.
Il che significa tecnicamente rimandare tutto alle Calende greche. Paragone ha anche detto che il PD è il partito del liberismo, anche se a voler segare i medici di base è Giancarlo Giorgetti della Lega.
E ha voluto dire la sua anche su Giuseppe Conte: “Gli manca forse un po’ di malizia e credo che anche nel discorso dell’altro giorno alla Camera forse mi sarei coperto un po’ di più… In politica mai dire mai”.
Il riferimento è al secondo forno con la Lega ancora aperto in casa MoVimento 5 Stelle, dal quale però l’attuale premier si è autoescluso prima con l’attacco a Salvini (concordato con il M5S) e poi con le dichiarazioni di sabato.
Poi, dopo aver chiesto di dare tempo fa l’Economia a Salvini, oggi è tornato a dare consigli non richiesti: “Cari colleghi del Movimento vi sfido a sinistra sull’ipotesi gialloverde e sfido anche il Partito democratico. Vogliamo proprio fare un’alleanza? Bene. Vi do io allora il nome della discontinuità . Prendete Stefano Fassina come Ministro dell’Economia. O Emiliano Brancaccio. Quella sì che sarebbe discontinuità profonda”. Infine ha concluso con una profezia: “Avviso e cerco di mettere tutti in guardia. Il blocco moderato si sta organizzando molto bene. Ecco perche’ il Movimento, secondo me, deve tornare a essere il Movimento che ha caratterizzato gli ultimi anni della politica italiana. Un Movimento che e’ contro il sistema. State attenti perche’ il blocco moderato non si coagulera’ attorno all’asse Pd — M5S, ma attorno a questi nuovi personaggi tra cui sicuramente vedremo, non so quando, ma in un tempo non lontano, Urbano Cairo”.
Magari se Cairo gli offrisse un suntuoso cotratto a La7 forse cambierebbe di nuovo idea?
(da “NextQuotidiano”)
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Agosto 26th, 2019 Riccardo Fucile
“STA SABOTANDO L’ALLEANZA CON IL PD PER FREGARE CONTE E DIVENTARE PREMIER CON LA LEGA”
Luigi Di Maio si trova in una curiosa situazione: da dominus assoluto nel governo Lega-M5S, rischia di diventare comprimario nella trattativa con il Partito Democratico.
Per questo la sua insistenza sul nome di Conte è sospetta: perchè potrebbe usare l’ex premier e il bis per far saltare la trattativa con Zingaretti per poi diventare premier con un nuovo accordo con la Lega.
E di questo sono consapevoli gli eletti grillini, a cui non è piaciuta la gita a Palinuro con la fidanzata durante la crisi.
Racconta La Stampa:
Il timore di Di Maio che intorno a sè molto si stia muovendo senza che lui abbia davvero il controllo trova una prima conferma già in mattinata. Voci insistenti arrivano da dentro il Movimento fino all’orecchio del capo. Lo dipingono come un doppiogiochista: si starebbe impuntando su Conte per mettere in salita la trattativa con il Pd e poi puntare a scalzare il premier proponendo se stesso a palazzo Chigi. Di Maio è furioso. Nella girandola di telefonate assicura ai suoi colonnelli e allo stesso Conte che si tratta solo di fantasie ma nel Movimento c’è un’ambiguità di fondo che rende difficile ogni cosa.
Se il gruppo parlamentare spinge per trovare un accordo, gli uomini più vicini a Di Maio tifano perchè si torni al voto. Tra di loro ci sarebbero i più vicini collaboratori del leader, tra cui Pietro Dettori, Alessio Festa, Massimo Bugani, Cristina Belotti; in altre parole, l’emanazione di Davide Casaleggio a Roma.
Ed è anche per questo che lo Stato maggiore grillino è perplesso quando vede Zingaretti impegnato tra vertici e conferenze stampa, mentre Di Maio va al mare a Palinuro in compagnia della fidanzata Virginia Saba. L’impressione su Di Maio, che circola ormai da giorni tra i big del partito, è durissima: «Chi sta trattando con il Pd è lo stesso che vuole sabotare la trattativa».
(da “NextQuotidiano”)
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Agosto 26th, 2019 Riccardo Fucile
“MINACCIATI DALLA GUARDIA COSTIERA LIBICA” … MEDITERRANEA CORRE IN SOCCORSO
Eleonore batte bandiera tedesca: la Lifeline ha quindi informato le autorità della zona e il comandante, Claus-Peter Reisch, ha chiesto, secondo la ong, un porto sicuro al governo federale della Germania
La nave Eleonore della ong tedesca Lifeline ha operato il soccorso di 101 persone a bordo di un gommone che stava affondando a 43 miglia da Homs, città e porto della Libia settentrionale.
Ad annunciarlo è la stessa ong tedesca su Twitter e ne dà conferma anche la ong italiana Mediterranea Saving Humans, la cui imbarcazione, la Mare Jonio, si trova da tre giorni in zona Sar (Search and Rescue, ricerca e soccorso) e comunica di aver offerto la sua assistenza: ora si sta dirigendo dall’area a ovest di Tripoli verso est.
È di oggi la notizia, riportata da Alarm Phone, che potrebbe esserci un altro barchino con 50 persone a bordo a largo della Libia. Il sospetto è che sia stato intercettato dai libici e le persone riportate indietro.
Durante il soccorso si sarebbe avvicinata anche la guardia costiera libica, che ha terrorizzato le persone soccorse e che poi si è allontanata. A bordo anche 30 minorenni, di cui la metà senza genitori o parenti. «I libici li hanno terrorizzati», spiegano a Open dalla ong.
Erano alla deriva da due giorni, raccontano i naufraghi. Eleonore batte bandiera tedesca: la Lifeline ha quindi informato le autorità della zona — i centri di coordinamento e soccorso di Italia e Malta — e il comandante, Claus-Peter Reisch, ha chiesto, secondo la ong, un porto sicuro anche al governo federale della Germania.
«Abbiamo autonomia per poco, diciamo 36 ore», spiegano a Open da Lifeline. «La nostra imbarcazione è molto piccola: le persone hanno già il mal di mare e sul ponte entra acqua. Abbiamo bisogno di un porto scuro, subito».
«Il nostro capitano e il suo equipaggio sono stati in grado di salvare oggi circa 100 persone in emergenza al largo della costa libica», spiega la ong in una nota. «Le camere d’aria del gommone erano già rotte e svuotate». E Frontex «non ci ha inviato alcun allarme», dicono a Open da Lifeline.
Un aereo spagnolo, apparentemente dell’operazione Frontex, stava volando sopra di noi. Stavamo navigando da nord a sud. «Ma non ci hanno inviato alcuna chiamata di emergenza. Hanno chiamato solo i libici: è uno scandalo».
Il gommone blu «stava affondando e non c’era tempo da perdere». Secondo la ong, nel corso del trasbordo dal gommone in affondamento alla nave di Lifeline, la Eleanore, sul luogo sarebbe giunta un’imbarcazione Guardia costiera libica «a tutta velocità », a 50 metri e minacciando l’equipaggio.
I migranti soccorsi avevano «molta paura di dover tornare in Libia». Secondo Lifeline, la Guardia Costiera libica ha ignorato la disposizione di mantenere una distanza di sicurezza di 500 metri e disturbato l’azione di salvataggio.
Salvo poi rinunciare alla fine, convinti dal capitano della Lifeline Claus-Peter Reisch, le milizie hanno finalmente rinunciato. «Siamo lieti che tutti i nostri ospiti ora siano al sicuro». La Eleonore, spiega Mediterranea, sta facendo rotta verso nord alla ricerca di un porto sicuro per lo sbarco dei naufraghi.
Il comandante della Eleonore, Claus-Peter Reisch, è stato sotto processo a Malta lo scorso anno dopo che la nave Lifeline aveva attraccato nell’isola a fine giugno con a bordo 234 migranti.
L’uomo non era accusato di traffico di esseri umani ma di vari reati, tra cui la registrazione impropria dell’imbarcazione. Condannato a pagare una multa di 10mila euro a maggio scorso, Reisch ha fatto appello. La condanna è sospesa e la decisione dovrebbe arrivare entro il prossimo mese.
Alle accuse del ministro Toninelli, la ong aveva risposto pubblicando i documenti che dimostravano, dal loro punto di vista, la correttezza del loro operato e della registrazione della nave in Olanda.
Eleonore è la nuova nave a motore di 20 metri di Lifeline, al momento impegnata nel Mediterraneo centrale in una missione indipendente. Lifeline è anche coinvolta in una missione di supporto alla Mare Jonio, la nave madre del progetto Mediterranea che ha ripreso il largo il 22 agosto scorso dopo che la procura di Agrigento ha disposto il dissequestro della imbarcazione.
Lifeline «ha deciso di supportare questa missione con l’apporto di una ulteriore barca a vela», la «Matteo S.», e l’ong tedesca, secondo quanto ricostruisce Avvenire, ha in mare ha anche la «Sebastià¡n K.». I nomi evocano, evidentemente, quelli di Salvini e del cancelliere austriaco Kurtz, tra i leader europei più ostili ai salvataggi in mare.
(da agenzie)
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Agosto 26th, 2019 Riccardo Fucile
L’UNICO CAMBIAMENTO E’ QUELLO DI CONTE, PREMIER PER TUTTE LE STAGIONI… I SUOI SILENZI, LE LEGGI CRIMINALI CHE HA FATTO PASSARE
Come si chiamerà il nuovo governo? Se quello gialloverde era il governo del cambiamento quello che potrebbe nascere dall’alleanza M5S-PD cosa sarà , il governo del cambiamento del cambiamento precedente? Oppure il Governo della Discontinuità ?
Il segretario del PD Nicola Zingaretti ha ribadito che servono «elementi di discontinuità sia sui contenuti sia su una squadra da costruire». La speranza è che non intenda che vanno cambiati solo i ministri della Lega (ma d’altra parte è meglio augurarsi che intenda almeno quello).
L’Avvocato del Popolo professor Giuseppe Conte invece sembra sempre più vicino ad un ritorno a Palazzo Chigi, anche perchè il M5S non ha altre figure in grado di fare da premier.
E finirà che l’unico cambiamento realmente apportato dal precedente governo sarà quello subito da Conte. Perchè inutile girarci intorno, Giuseppe Conte non è quello che sei giorni fa è andato in Senato a cantargliele in faccia a Salvini.
Giuseppe Conte è quello che negli ultimi 14 mesi è stato zitto. E no, non conta il fatto che abbia “rimproverato” o “ripreso” Salvini in privato. In primo luogo perchè nessuno se ne è accorto, in secondo luogo perchè non è servito a nulla.
Il ministro dell’Interno ha continuato a prendersela con i Rom, le “zingaracce“, ad attaccare le ONG in base ad accuse pretestuose (e mai dimostrate) come quelle di essere vicescafisti.
Si è lasciato sfuggire quando Salvini — e i suoi deputati — prendevano di mira le ragazzine che partecipavano alle manifestazioni studentesche.
Giuseppe Conte non ha detto nulla quando Salvini ha attaccato la madre di un cittadino italiano di origine africana vittima di insulti e minacce e non ha detto nulla quando il vicepremier teneva i migranti a bordo della Diciotti.
Non risulta che ci siano atti pubblici o dichiarazioni in cui Conte ha richiamato all’ordine il ministro quando trascorreva il suo mandato a fare campagna elettorale invece che al Viminale oppure quando si occupava di materie che non erano di sua competenza.
E Conte che ha fatto? Fino all’ultimo ha cercato di togliere le castagne dal fuoco a Salvini, ad esempio andando a riferire al posto suo in Senato in merito alla vicenda del Russiagate.
È davvero cambiato Giuseppe Conte, che da bravo Avvocato del Popolo in questi ultimi mesi non ha speso una parola sugli attacchi pretestuosi del M5S prima e della Lega poi al PD “partito di Bibbiano”.
Per capire quanto è cambiato bisogna tornare a quel 5 giugno del 2018 quando il premier incaricato si presentò al Senato per chiedere la fiducia.
In quell’occasione Conte rivendicò come le due forze di maggioranza fossero orgogliosamente populiste e anti sistema. Promise di promuovere una revisione del sistema delle sanzioni alla Russia (mai realizzato) e annunciò che il governo avrebbe «chiesto con forza il superamento del Regolamento di Dublino».
Ma anche su questo punto il Governo non fece nulla, anzi Conte presentò una multilevel strategy per l’immigrazione affatto innovativa. E finì poi per approvare non una ma due versioni del Decreto Sicurezza, oggi fiore all’occhiello di Salvini.
Conte poi, giusto per ricordarlo, è stato quello che non si oppose alla nomina a Sottosegretario di Armando Siri, il senatore leghista indagato nell’inchiesta su Paolo Arata che già aveva patteggiato una condanna per bancarotta fraudolenta. Anzi, c’è stato un momento in cui a Conte stavano così a cuore le vicende della Lega che se avesse potuto li avrebbe pure difesi.
Era l’8 settembre del 2018 e Conte durante un incontro pubblico, parlando del sequestro dei fondi della Lega (quei 49 milioni di soldi pubblici che i leghisti hanno fatto sparire) disse: «Io vi confesso, se non avessi fatto il premier mi sarei offerto alla Lega per difenderli, per mettere al loro servizio la mia esperienza professionale. Per me sarebbe stato stimolante e non lo dico per offendere i legali che se ne occupano».
Il punto qui non è tanto che un avvocato voglia difendere la Lega, anzi è più che legittimo. Il punto è che il Presidente del Consiglio abbia ritenuto necessario far sapere che lo avrebbe fatto.
Ma in fondo Conte, da bravo avvocato qual è, è quello che quando Salvini andò a visitare in carcere un condannato in via definitiva per tentato omicidio non ritenne di fare alcun commento pubblico.
Perchè all’epoca c’era da far approvare la riforma della legittima difesa, una legge inutile che però a Conte a quanto pare andava benissimo.
E così si arriva ad oggi, e si scopre che quello che è cambiato (grazie all’esperienza di governo) è proprio lui: Giuseppe Conte. Qualcuno potrebbe chiedergli cosa non rifarebbe di questi 14 mesi. Ma la vera domanda è: cosa ha fatto Conte per 14 mesi
(da “NextQuotidiano”)
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Agosto 26th, 2019 Riccardo Fucile
NON ANCORA SCIOLTO IL NODO DEL PREMIER
“Sto leggendo molti retroscena, alcuni credibili altri non veritieri. Finalmente il confronto è partito e questo fatto è positivo per dare al Paese un Governo serio, autorevole e di svolta”.
Nicola Zingaretti scende dal Nazareno e parla ai giornalisti dopo il vertice a Palazzo Chigi con Luigi Di Maio. ”È stato un primo incontro interlocutorio, come doveva essere, ma positivo” dice il segretario del Pd, che non risponde direttamente alla domanda su Giuseppe Conte come premier del nuovo esecutivo.
“Si sta andando avanti per dare un nuovo Governo che pensi all’ambiente, al lavoro, alla ricerca e al bene comune” aggiunge Zingaretti, che si dice “ottimista” sulla possibilità che nasca un “Governo che non finisca dopo 14 mesi, come accaduto a quello precedente, perchè ai nastri di partenza c’è stata troppa fretta. Abbiamo chiesto che partisse un confronto, la cosa bella e positiva è che è partito. Dobbiamo riconoscere ciascuno le ragioni dell’altro”.
Era durato meno di mezz’ora a Palazzo Chigi il secondo incontro fra Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio. Un terzo incontro è previsto in serata, alle 21. Parteciperanno all’incontro Nicola Zingaretti con il vice segretario Andrea Orlando per il Pd, il premier Giuseppe Conte con Luigi Di Maio per il Movimento 5 Stelle.
Rispetto alle indiscrezioni che davano vicina una convergenza su un Conte-bis, fonti dem riferiscono che non è stato ancora sciolto il nome della premiership. Secondo fonti dei 5 stelle, sarebbe invece “vicino” l’accordo su un Conte bis.
Mattarella attende indicazioni sui progressi compiuti e ha diramato il calendario delle consultazioni. Il secondo giro prenderà il via domani alle 16, per poi proseguire mercoledì fino alle 19.
(da agenzie)
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Agosto 26th, 2019 Riccardo Fucile
ALLE 21 NUOVO INCONTRO TRA DI MAIO E CONTE CON ZINGARETTI E ORLANDO
L’accordo tra Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle non è stato raggiunto perchè rimane aperto il nodo della premiership. Ovvero, come fanno sapere fonti del Partito Democratico all’ANSA e all’AdnKronos, sul nome di Conte il PD non ha ceduto, ma dopo un primo incontro interlocutorio tra Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio durato meno di mezz’ora alle 21 è previsto un nuovo incontro del Pd con il M5S. Parteciperanno all’incontro Nicola Zingaretti con il vicesegretario Andrea Orlando per il Pd e il Premier Giuseppe Conte con Luigi Di Maio per il MoVimento 5 Stelle.
L’accordo deve essere ancora presentato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
A quanto pare PD e M5S non convergono su Giuseppe Conte presidente del Consiglio e rimane quindi aperto anche il nodo di Di Maio ministro. Zingaretti non ha quindi ancora tolto il veto su entrambe le condizioni che aveva posto in questi giorni. Secondo quanto apprende l’agenzia Dire da fonti Pd, nella proposta di accordo sul governo ‘giallorosso’ avanzata dal M5S, ora al vaglio dei vertici dem riuniti al Nazareno, il segretario Nicola Zingaretti ricoprirebbe il ruolo di vicepremier insieme al capo politico del Movimento, Luigi Di Maio.
Secondo il M5S in ogni caso questo significa che il veto su Conte sta per cadere.
Il segretario del PD è arrivato a Palazzo Chigi, dove già era presente Di Maio. Nella sede del governo non si trova invece il presidente Giuseppe Conte, che sta rientrando dal G7 di Biarritz.
Intanto l’agenzia di stampa ANSA fa sapere che il M5s sarebbe intenzionato a verificare sulla sua piattaforma Rousseau il “sentiment” degli iscritti al MoVimento riguardo l’ipotesi di governo con il PD.
La data della consultazione tuttavia non sarebbe stata ancora fissata.
Zingaretti è uscito da Palazzo Chigi alle 18,30, dopo meno di mezz’ora di incontro. Subito dopo è tornato nella sede del PD al Nazareno. Il segretario del PD ha avvisato tramite il suo staff gli organizzatori della festa dell’Unità di Livorno che non potrà essere presente domani, a causa degli impegni istituzionali in corso a Roma per la crisi di governo in atto, di non poter prendere parte al dibattito previsto domani 27 agosto durante la manifestazione. Le consultazioni del Quirinale riprenderanno da domani alle 19.
Intanto l’Adn Kronos scrive che ci sono bocche cucite tra i 5 Stelle dopo il vertice convocato nel primo pomeriggio da Luigi Di Maio per fare il punto sulla crisi di governo mentre entra nel vivo la trattativa col Pd.
Il leader M5S ha lasciato l’abitazione privata in cui si è tenuta la riunione senza rispondere alle domande dei cronisti. Non una parola anche dai capigruppo Stefano Patuanelli e Francesco D’Uva. Quest’ultimo si è limitato a dire: “Aspettiamo l’incontro tra Di Maio e Nicola Zingaretti”.
Hanno preso parte al vertice anche Davide Casaleggio, i ministri Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, il sottosegretario Vito Crimi, il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra e il socio di Rousseau Massimo Bugani.
Riguardo i possibili ministri del governo Conte Bis Repubblica scrive oggi:
A proposito di una futura compagine governativa — secondo indiscrezioni — papabili per il ministero dell’Interno ci sarebbero l’attuale presidente del Copasir Lorenzo Guerini (obbligato a lasciare la carica che per legge spetta alle opposizioni), e l’attuale capo della Polizia Franco Gabrielli.
Si parla del responsabile economico del pd, Antonio Misiani, all’Economia e della vicesegretaria dem Paola De Micheli allo Sviluppo economico, mentre Paolo Gentiloni sarebbe in corsa per la carica di Commissario Europeo.
Le richieste dal fronte grillino potrebbero riguardare — oltre il premier — tra gli altri il ministero degli Esteri per Di Maio.
(da agenzie)
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