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LA UE AGGIRA IL VETO DI UNGHERIA E POLONIA SUL RECOVERY: “NON POSSONO IMPEDIRCI DI AIUTARE I NOSTRI CITTADINI, FAREMO SENZA DI LORO”

Dicembre 4th, 2020 Riccardo Fucile

“I SOLDI A LORO DESTINATI SARANNO REDISTRIBUITI TRA GLI ALTRI PAESI BENEFICIARI E NON AVRANNO NEANCHE I FONDI DI COESIONE”

Possiamo accettare il Next Generation Eu e il Bilancio europeo 2021-2027 se “per il momento mettiamo da parte le regole sullo stato di diritto”. Viktor Orbà n non cede di un centimetro, il premier illiberale di Budapest in vista del summit Ue di giovedì prossimo non toglie il veto, posto insieme al collega polacco Mateusz Morawiecki, al pacchetto europeo per la ripresa da 1.800 miliardi.
L’autocrate ungherese boccia ancora la strada sulla quale lavorano i partner per rassicurare il suo Paese e la Polonia, ovvero un testo allegato alle conclusioni del summit che assicura la non arbitrarietà  nell’utilizzo delle norme sulla legalità  grazie al ruolo della Corte di giustizia.
Nel corso di una conferenza stampa sul suo primo anno di mandato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha commentato: “Siamo in difficoltà  senza dubbio, abbiamo un ostacolo che va trattato, ma siamo ancora nel mezzo del negoziato e resto ottimista, spero che si risolva nei prossimi giorni”.
Tuttavia l’ex premier belga, parlando a nome degli altri 25 partner, ha fatto muro sulla richiesta di eliminare le regole che vincolano l’esborso dei fondi europei al rispetto della legalità : “Lo Stato di diritto è una questione fondamentale al centro del progetto Ue, non può essere usato in modo arbitrario, perchè la legge è il contrario dell’arbitrarietà “.
Intanto il commissario europeo al Bilancio, Johannes Hahn, parlando al Financial Times afferma che Ungheria e Polonia “non possono impedirci di aiutare i nostri cittadini” con i fondi della ripresa e dunque conferma che Bruxelles prepara una soluzione per circumnavigare il doppio veto: “Stiamo lavorando alle alternative”.
A Ungheria e Polonia “dev’essere chiaro che non ci arrenderemo a questo veto” e, se non dovesse esserci un accordo su Recovery Fund e bilancio Ue “andremo avanti senza di loro”: ha ribadito il commissario Ue per l’Economia Paolo Gentiloni, alla Conferenza Rome Med-Mediterranean Dialogues, promossa dal ministero degli Esteri e dall’Ispi.
“Non abbiamo molto tempo” per raggiungere l’intesa e “il momento giusto è la prossima settimana al Consiglio europeo”, ha sottolineato   dicendosi “personalmente preoccupato, ma fiducioso che alla fine supereremo questo veto”. “Lo Stato di diritto non è un’opzione in Ue”, ha aggiunto.
Insomma, conferma che se al summit del 10 e 11 dicembre Orbà n e Morawiecki non rientreranno nei ranghi, il Recovery Fund partirà  a 25.
A Bruxelles si ragione su uno strumento comunitario simile a Sure, il fondo da 100 miliardi lanciato da Paolo Gentiloni per sostenere gli ammortizzatori sociali in piena crisi da pandemia che è gestito dalla Commissione ed emette eurobond grazie alle garanzie dei governi nazionali (che sostituirebbero quelle del Bilancio Ue — anch’esso bloccato dai ribelli dell’Est – per il Recovery). Visto che Polonia e Ungheria non parteciperanno, con ogni probabilità  i fondi loro destinati verranno redistribuiti tra gli altri beneficiari.
Inoltre visto che anche il budget settennale dell’Unione è bloccato, Bruxelles si prepara ad andare a esercizio provvisorio, i cosiddetti dodicesimi, con i finanziamenti che andranno riallocati da zero (mentre il Bilancio ha già  l’indicazione dei programmi e delle quote per stati): in tal caso, i partner sono convinti a tagliar fuori Polonia e Ungheria, che così oltre ai soldi del Recovery perderebbero i generosissimi fondi di coesione stanziati in loro favore.
I due subirebbero anche conseguenze politiche, come la probabile espulsione di Fidesz — il partito di Orbà¡n — dal Ppe, collocazione che fino ad oggi ha giocato il ruolo di assicurazione sulla vita politica del premier ungherese. Inoltre Budapest e Varsavia finirebbero ai margini del progetto europeo e nessuno potrebbe più scommettere su una loro permanenza nella Ue nel medio termine.

(da agenzie)

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NAPOLI, IL RE DELLE CRAVATTE MARINELLA HA TENUTO IL NEGOZIO APERTO IN PIENA ZONA ROSSA

Dicembre 4th, 2020 Riccardo Fucile

BASTAVA UNA TELEFONATA PER AVERE ACCESSO “AUMM AUMM” E SI PAGAVA IN CONTANTI SENZA SCONTRINO FISCALE

«Aumm aumm» è un modo di dire napoletano che letteralmente non vuol dire nulla. È un suono dal significato inequivocabile per chi abita all’ombra del Vesuvio.
Bocca chiusa, labbra strette faccia furba: significa «zitto zitto, senza farlo sapere a nessuno».
E così, quando Fanpage.it (il servizio è del 3 dicembre mattina, dunque le regole erano pienamente vigenti) telefona al negozio del re delle cravatte made in Napoli, Maurizio Marinella, ci viene detto: «aumm aumm». Ovvero facciamo in modo che non lo sappia nessuno.
Perchè acquistare una cravatta di alta sartoria oggi non è possibile: in Campania c’è la zona rossa Covid, c’è un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, un dpcm, che impone regole circa la circolazione di persone e l’apertura di determinati negozi.
Ma da Marinella alla Riviera di Chiaia così non è: è bastato telefonare, annunciarsi ed entrare nella celebre bottega dello stile partenopeo. Sganciare cento euro e tornare a casa con una fiammante creazione del patron Maurizio. È egli stesso a servire il reporter di Fanpage.it, probabilmente perchè   i dipendenti sono a casa come la legge dispone.
Fosse solo quello. Ovviamente, tenendo aperto il negozietto (che ha filiali sparse in tutto il mondo e che ha anche uno store online) in barba alle regole imposte per la Campania , Marinella non può emettere scontrino fiscale: non potrebbe infatti vendere alcunchè. Dunque c’è anche il secondo aspetto di questo pasticciaccio brutto della Riviera di Chiaia: non si può usare il bancomat, ovviamente, ma non si può nemmeno aprire la cassa («è chiusa» ammette lo stesso titolare dello storico negozio, peraltro più volte papabile candidato a sindaco di Napoli nel corso degli anni).
Dunque niente scontrino (ma scatta la multa da parte della questura di Napoli).
E ciao ciao regole.

(da Fanpage)

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CORONAVIRUS IN EUROPA, TUTTE LE REGOLE PER NATALE E CAPODANNO, DAGLI SPOSTAMENTI AI CENONI, DAGLI IMPIANTI DI SCI ALLE MESSE

Dicembre 4th, 2020 Riccardo Fucile

ECCO LE REGOLE IN VIGORE IN FRANCIA, GERMANIA, REGNO UNITO, SPAGNA ED AUSTRIA

Non solo gli italiani hanno saputo come trascorreranno il prossimo Natale, con la presentazione del nuovo Dpcm da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Anche nel resto d’Europa i governi stanno pensando a piani per evitare che le festività  si trasformino in un incubo con il rischio di contagio da Coronavirus soprattutto per le persone più fragili.
Ora l’obiettivo è scongiurare la terza ondata della pandemia, che potrebbe arrivare già  a gennaio proprio dopo Natale e Capodanno. Ecco, allora, come si festeggerà  in Europa e quali sono le maggiori differenze con l’Italia.
Francia
Il governo di Parigi lascerà  la possibilità  ai cittadini di ricongiungersi con i propri cari in vista del Natale, ma, ovviamente, con le dovute restrizioni. Si dovrà  limitare numero di ospiti e rispettare raccomandazioni concrete che saranno illustrate prima delle feste. Il premier Jean Castex ha spiegato che “festeggiare e riunirsi con amici rappresenta un grande rischio” e che i limiti per le riunioni verranno comunicati poco prima del 25 dicembre. I francesi potranno anche spostarsi da una regione all’altra e andare all’estero. Tra le misure che resteranno anche durante i giorni di festa c’è il coprifuoco dalle 21 alle 7, in vigore dal 15 dicembre, che però sarà  sospeso in via eccezionale solo per le sere del 24 e 31 dicembre, e che resterà  anche a gennaio. Gli impianti sciistici restano chiusi, così come scuole e ristoranti, mentre per scoraggiare la frequentazione di quelli all’estero, per chi rientra c’e’ una quarantena di 7 giorni.
Regno Unito
Nel Regno Unito, che dopo la fine del secondo lockdown nazionale sarà  il primo paese in Europa a distribuire le prime dosi del vaccino anti-Covid a partire dalla prossima settimana, il governo ha elaborato un sistema che si basa sulle cosiddette “bolle domestiche”: fino a tre nuclei familiari conviventi potranno riunirsi dal 24 al 28 dicembre all’aperto e al chiuso, anche senza distanziamento. Non sarà  invece consentito pranzare in ristoranti o in un pub, ma ci si potrà  invece incontrare nei luoghi di culto. Sarà  possibile viaggiare per il ricongiungimento familiare. Tuttavia, le misure precise su come si svolgeranno le vacanze invernali verranno date più a ridosso dei giorni di festa.
Spagna
Cenoni ristretti anche in Spagna dove il governo di Madrid ha raccomandato ai cittadini di non riunirsi in più di sei persone, un numero che può aumentare a 10 durante Natale e Capodanno, ma limitando comunque la partecipazione ai conviventi negli incontri familiari. Nei giorni della vigilia di Natale e di Capodanno, il 24 e il 31 dicembre, sarà  in vigore il coprifuoco notturno dalle 1,30 alle 6. Sì anche alla messa di mezzanotte, purchè i fedeli non cantino, così come illustrato ieri dal ministro della Salute Salvador Illa anticipando la bozza con tutte le misure e come raccomandato dalle linee guida dell’Unione europea. I viaggi tra diverse Regioni, come in Italia, saranno vietati dal 23 dicembre al 6 gennaio, a meno che non si debba viaggiare verso luoghi di “residenza abituale” dei familiari. Gli studenti che visiteranno i genitori sono esortati a limitare le interazioni sociali nei 10 giorni precedenti la partenza. La chiusura dei confini regionali è stata contestata dalla comunità  di Madrid.
Germania
In Germania a Natale ci sarà  anche il lockdown soft, dal momento che la cancelliera Angela Merkel ha annunciato che il blocco, seppur parziale, verrà  prolungato fino al 10 gennaio. Tuttavia, ci saranno alcune deroghe proprio durante i giorni di festa. Dal 23 dicembre a Capodanno si potranno incontrare fino a 10 persone di famiglie diverse. La stessa Merkel ha però chiesto ai tedeschi di “pensarci bene” prima di riunirsi in tal numero. Dal conteggio sono esclusi i bambini di età  inferiore ai 14 anni. Tuttavia, Merkel ha anche aggiunto che la cosiddetta “amnistia per Natale” dipenderà  dall’andamento della pandemia. Vietati comunque i fuochi d’artificio. Ancora non è chiaro se ci sarà  il divieto o meno di andare a sciare.
Austria
Niente settimane bianche a Natale in Austria, dove il governo ha di fatto deciso di vietare le vacanze sulla neve per contenere il contagio da Coronavirus. Hotel e bar rimarranno chiusi ma gli impianti sciistici saranno aperti dal 24 dicembre ma gli impianti di risalita saranno in funzione per i residenti. Saranno anche rafforzati i controlli ai confini con i Paesi considerati ad alto rischio contagio, tra cui Italia, Balcani e Turchia.

(da Fanpage)

argomento: emergenza | Commenta »

ANTICIPATA A DOMANI L’UDIENZA SU ZAKY

Dicembre 4th, 2020 Riccardo Fucile

L’ONG EGIZIANA EIPR: “SPERIAMO NELLA SUA LIBERAZIONE”

Era prevista a inizio gennaio, ma alla fine si terrà  domani, 5 dicembre, l’ennesima udienza per il rinnovo della custodia cautelare di Patrick Zaki, lo studente dell’università  di Bologna in carcere in Egitto da quasi dieci mesi.
A segnalarlo è l’Ong Eipr (Egyptian Initiative for Personal rights) per cui Zaki lavorava come ricercatore. Ieri, dopo circa due settimane di detenzione, sono stati scarcerati i tre dirigenti della Ong egiziana.
Non è ancora chiaro perchè l’udienza sia stata anticipata.
Nel dare la notizia su Twitter l’Ong ha detto di «augurarsi che l’udienza di domani porterà  buone notizie e che tutti i nostri colleghi dell’Eipr potranno tornare con i loro cari». Insomma, la speranza è che l’appuntamento di domani possa segnare una svolta nel processo che ha portato Zaki a essere rinchiuso nel carcere di Tora da febbraio dell’anno scorso. Il 2 dicembre il suo avvocato ha denunciato che il ragazzo passa le sue notti per terra, essendo stato privato di un letto.

(da agenzie)

argomento: Giustizia | Commenta »

TRUMP DISERTERA’ LA CERIMONIA DI INSEDIAMENTO DI BIDEN

Dicembre 4th, 2020 Riccardo Fucile

IL NEO PRESIDENTE RAMMARICATO: “DA’ UNA PESSIMA IMMAGINE DEGLI STATI UNITI”

Ieri Donald Trump ha annunciato che non parteciperà  alla cerimonia di insediamento di Joe Biden, una tradizione che solo poche volte non è stata rispetatta dai presidenti uscenti (Trump sarebbe il quinto nella storia, l’ultimo è stato Nixon che non partecipò perchè non era tecnicamente più presidente essendosi dimesso in seguito allo scandalo Watergate). Non solo, ha fatto intendere che potrebbe scegliere proprio quel giorno per annunciare la sua candidatura alla Casa Bianca per il 2024.
La cerimonia di insediamento è un momento importante nella tradizione politica americana: è la rappresentazione del vero e proprio passaggio di consegne da un presidente a un altro, cosa che avviene in diretta nazionale e sotto gli occhi di tutti i cittadini.
Per questo Joe Biden si è detto preoccupato per la deciosione di Trump: “È importante in un solo senso. Non in senso personale, importante nel senso che siamo in grado di dimostrare alla fine di questo caos che ha creato che c’è un trasferimento pacifico del potere”.
“Sono davvero preoccupato dall’immagine che daremmo al resto del mondo”, ha aggiunto, affermando che “in questo senso è importante il protocollo di trasferimento dei poteri”. “È assolutamente una sua decisione e – ha concluso – non ha conseguenze personali per me, ma penso le abbia per il Paese”.

(da agenzie)

argomento: elezioni | Commenta »

NUOVO SCHIAFFO A TRUMP: ANCHE IL WISCONSIN HA RESPINTO IL SUO RICORSO PER ANNULLARE I VOTI PER POSTA

Dicembre 4th, 2020 Riccardo Fucile

NONOSTANTE 4 GIUDICI SU 7 FOSSERO REPUBBLICANI, BOCCIATO L’ENNESIMO RICORSO… LA PROPAGANDA DI TRUMP GLI HA RESO QUASI 500 MILIONI DOLLARI DI CONTRIBUTI DI PIRLA, ECCO PERCHE’ CONTINUA

Ennesimo smacco per Trump: la Corte suprema del Wisconsin ha respinto il ricorso della campagna di Donald Trump, affermando che la questione doveva prima essere sottoposta ad una corte di grado inferiore.
Il ricorso, peraltro, è stato respinto con 4 voti contro 3, perchè uno dei giudici repubblicani si è schierato con l’ala democratica.
In Wisconsin, Biden ha vinto con un margine di 20mila voti. Il ricorso della campagna di Trump riguardava oltre 220mila voti in due contee a maggioranza democratica, dove veniva contestato il metodo usato per il voto postale.
Secondo i ricorrenti, la questione era talmente urgente da dover andare subito alla Corte suprema dello stato. In merito alla sostanza del ricorso, va ricordato che le regole di voto postale erano identiche a quelle del 2016. Allora Trump vinse le elezioni e non le contestò.

(da agenzie)

argomento: denuncia | Commenta »

“DOPO AVER TRASCORSO L’ESTATE A ORGANIZZARE COMIZI SENZA MASCHERINE E INCONTRI TRA NEGAZIONISTI, EVITA DI STRUMENTALIZZARE I MORTI, PERCHE’ QUEI MORTI DOVREBBERO TOGLIERTI IL SONNO”

Dicembre 4th, 2020 Riccardo Fucile

SELVAGGIA LUCARELLI ATTACCA SALVINI E DICE UNA GRANDE VERITA’ SU CHI HA SULLA COSCIENZA MIGLIAIA DI VITTIME

Selvaggia Lucarelli contro Salvini per un tweet sul Dpcm e le 993 vittime per Covid di oggi. La giornalista ha replicato infatti al messaggio del leader leghista che provava a cavalcare le proteste per le restrizioni decise dal governo con l’ultimo decreto d’emergenza e citava anche il record giornaliero di vittime legate al virus.
Un tentativo che ha fatto infuriare la giornalista del The Post Internazionale, che ha ricordato all’ex ministro dell’Interno tutte le iniziative organizzate durante l’estate in violazione delle misure di distanziamento sociale e senza mascherine chiudendo la sua replica con un definitivo: “Quei morti dovrebbero toglierti il sonno”.
Dopo proteste in Aula e fuori da Montecitorio infatti il leader della Lega ha scritto un tweet in cui mette insieme i 993 morti, quella che chiama la “televendita di Conte” e parla di “Parlamento ignorato, famiglie divise, piccoli Comuni isolati, Italia nel caos” invitando il Quirinale a intervenire.
Un tweet in pieno stile salviniano, sul quale è entrata a gamba tesa Lucarelli, che ha invitato l’ex ministro a “evitare di strumentalizzare i morti” soprattutto “dopo aver trascorso l’estate a organizzare comizi senza mascherine e incontri tra negazionisti”.
Un chiaro riferimento alle tante polemiche scatenate durante la scorsa estate dalle manifestazioni del centrodestra, senza distanziamento sociale e mascherine, ma anche e soprattutto ai tanti eventi nei quali il leader del Carroccio ha ribadito il suo no dell’epoca alla mascherina, tra i quali quello di ottobre a Latina che avrebbe causato un cluster nella città  laziale.
Una critica sentita e motivata, che Lucarelli contro Salvini ha chiuso con un definitivo e pesantissimo “quei morti dovrebbero toglierti il sonno”.

(da agenzie)

argomento: criminalità | Commenta »

RAPPORTO CENSIS: “L’80% DEGLI ITALIANI A FAVORE DI MISURE SEVERE A NATALE”

Dicembre 4th, 2020 Riccardo Fucile

MOLTI (/COME NOI) SONO ADDIRITTURA PER INASPRIRLE… GLI STREPITI DEGLI UNTORI SOVRANISTI NON RAPPRESENTANO NEANCHE LA META’ DEI PIRLA CHE LI VOTANO.. RICCHI ANCORA PIU’ RICCHI: IL 3% HA UNA RICCHEZZA SUPERIORE AL MILIONE DI DOLLARI

Il 54esimo rapporto Censis evidenzia un’Italia duramente colpita dal Covid, una “società  già  stanca” che è stata investita dal virus.
“Il sistema-Italia è una ruota quadrata che non gira: avanza a fatica, suddividendo ogni rotazione in quattro unità , con un disumano sforzo per ogni quarto di giro compiuto, tra pesanti tonfi e tentennamenti. Mai lo si era visto così bene come durante quest’anno eccezionale, sotto i colpi dell’epidemia” si legge nel rapporto.
A dispetto della propaganda leghista, l’80% degli italiani si dice a favore della stretta in vista delle prossime festività .
“In vista del Natale e del Capodanno – si legge – il 79,8% degli italiani chiede di non allentare le restrizioni o di inasprirle. Il 54,6% spenderà  di meno per i regali da mettere sotto l’albero, il 59,6% taglierà  le spese per il cenone dell’ultimo dell’anno. Per il 61,6% la festa di Capodanno sarà  triste e rassegnata. Non andrà  tutto bene: il 44,8% degli italiani è convinto che usciremo peggiori dalla pandemia (solo il 20,5% crede che questa esperienza ci renderà  migliori)”.
Inoltre, “il 90,2% degli italiani è convinto che l’emergenza coronavirus e il lockdown hanno danneggiato maggiormente le persone più vulnerabili, ampliando le disuguaglianze sociali già  esistenti”.
Se da un lato, da marzo a settembre 2020 “ci sono 582.485 individui in più che vivono nelle famiglie che percepiscono un sussidio di cittadinanza (+22,8%)”, dall’altro 1.496.000 individui (il 3% degli adulti) hanno una ricchezza che supera il milione di dollari (circa 840.000 euro): di questi, 40 sono miliardari e sono aumentati sia in numero che in patrimonio durante la prima ondata dell’epidemia.
Secondo il Censis, poi, l’esperimento della didattica a distanza durante la pandemia sembra non aver funzionato adeguatamente. “Per il 74,8% dei dirigenti la didattica a distanza ha di fatto ampliato il gap di apprendimento tra gli studenti” anche se “il 95,9% è molto o abbastanza d’accordo sul fatto che la Dad è stata una sperimentazione utile per l’insegnamento”

(da agenzie)

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LA PROCURA DI AGRIGENTO ARCHIVIA L’INCHIESTA SU MARE JONIO, NESSUN FAVOREGGIAMENTO ALL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA: “GIUSTO NON CONSEGNARE I MIGRANTI ALLA LIBIA, IL COMANDANTE HA AGITO CORRETTAMENTE”

Dicembre 4th, 2020 Riccardo Fucile

LA ONG MEDITERRANEA ESULTA: “QUANDO FINIRANNO A PROCESSO I GOVERNI?”… SALVINI ANCORA UNA VOLTA HA VIOLATO IL DIRITTO

L’inchiesta a carico di Luca Casarini e Pietro Marrone, rispettivamente capo missione e comandante della nave Mare Jonio e Mediterranea Saving Humans, è stata archiviata: i due erano accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e mancato rispetto di un ordine dato da una nave militare.
Pietro Marrone non aveva obbedito all’alt intimato dalla Guardia di Finanza il 19 marzo del 2019, mentre si stava avvicinando a Lampedusa con 49 persone a bordo. Mediterranea commenta su twitter: “Quando finiranno sotto accusa i governi?”.
“Marrone e Casarini” rivendica Mediterranea, “non solo avevano provveduto a soccorrere persone in mare salvando le loro vite, ma avevano anche agito correttamente mettendo in sicurezza i naufraghi e l’equipaggio stesso della Mare Jonio, nonostante il tentativo, illegittimo e pericoloso, da parte del ministero degli Interni diretto allora da Salvini di impedire che questo avvenisse”.
Quel “non spengo nessun motore” pronunciato dal ponte di comando della nave Mare Jonio, “disobbedendo all’intimazione di una nave da guerra, impropriamente utilizzata dal ministro per affermare la dottrina dei porti chiusi, fu il primo atto di rifiuto verso un’inaccettabile politica fondata sulla violazione sistematica delle Convenzioni internazionali sul soccorso in mare e i diritti umani”.
Anche la scelta compiuta allora di non consegnare alla cosiddetta Guardia costiera libica le persone soccorse in mare “è definita giusta e legittima nelle motivazioni dell’archiviazione, in quanto la Libia non è un porto sicuro. Mentre accogliamo con soddisfazione questa decisione dei giudici di Agrigento, non possiamo non sottolineare come la pratica dei respingimenti di donne, uomini e bambini che scappano dall’inferno libico da parte di autorità  europee continui.
L’attività  criminale dei respingimenti viene effettuata da miliziani libici travestiti da Guardia costiera, attraverso l’utilizzo di motovedette fornite dall’Italia e grazie al supporto e ai finanziamenti che continuano ad arrivare dal nostro Paese. Allora chiediamo: quando dei giudici metteranno sotto inchiesta il Governo italiano e le Autorità  europee per questa complicità ? Intanto rimangono ancora sotto inchiesta per aver effettuato altri soccorsi in mare e salvato centinaia di vite, altri tre nostri comandanti e due capimissione. Attendiamo con fiducia che anche in questi casi prevalga la verità  e il coraggio dei magistrati nell’affermare che chi salva una vita non è un criminale”.

(da Globalist)

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