Agosto 13th, 2024 Riccardo Fucile
IL TG1 CALA NEGLI ASCOLTI E, NELL’ESTATE DELLO SPORT DI RAI2, CON I NUMERI POMPATI DELLE OLIMPIADI, IL TG DELLA RETE AMMIRAGLIA SI È RITROVATA CON IL TRAINO MOSCIO DI “REAZIONE A CATENA” CONDOTTO DALL’AMICO DELLA DUCETTA, PINO INSEGNO, CHE PERDE 2.5 PUNTI RISPETTO ALL’EDIZIONE DELL’ANNO SCORSO TARGATA LIORNI… IL CDR SI LAMENTA, LA REDAZIONE RIVELA CHE CHIOCCHI SI SENTE ISOLATO
Fratelli, chi? Fratelli, loro? Il Tg1, il tg del direttore voluto da Giorgia Meloni, lo “stanno sabotando i dirigenti Rai di Meloni”? Lo pensa la redazione, il cdr, che ha chiesto al direttore Gian Marco Chiocci perché questo tg deve elemosinare redattori, perché venga umiliato con uno dei peggiori traini possibili.
Il cdr si è sentito rispondere dal direttore, e si riportano le frasi esatte del comunicato, che le scelte “di programmazione aziendale stanno penalizzando la testata”. Chiocci, e lo raccontano al Tg1, se n’è lamentato più volte con i vertici Rai. Si parla di scarsa attenzione verso il Tg1, di strategie di palinsesto da fuoco amico. Ma come? Non erano tutti amici della premier?
Può il Tg1, il tg della rete ammiraglia, e si scrive a prescindere dalle scelte editoriali, dai contenuti di chi lo guida, dal tipo di tg che si può ritenere scadente, essere trattato come la succursale di Rai news, una rete che quando va bene arriva allo 0,6 per cento di share, che dispone di 220 giornalisti, cento in più del Tg1 che di share fa il 24?
Meloni, lo sa che nella sua Rai i fratelli lavorano contro i fratelli? Il Tg1 ha chiesto un incremento di unità (sono tutte informazioni comunicate dal direttore al cdr) ma queste unità non sono mai arrivate.
Il Tg1, come tutti i telegiornali generalisti (a eccezione di La 7) sta calando negli ascolti, calo fisiologico, spiegano in Rai, ma è un calo che penalizza la rete, che fa male all’intero mondo Rai 1. Il Tg1 paga la campagna feroce, l’etichetta di Tg di “Tele Meloni” (etichetta che Meloni ha voluto smontare in prima persona) ma paga anche, e lo denuncia la comunità dei suoi redattori, la scelta di spostare il grande sport, finali di tennis, Europei di calcio, da Rai 1 a Rai 2. Stessa cosa per le Olimpiadi.
È una decisione presa dai vertici, da Rai pubblicità, e serve a rivitalizzare una rete morente, Rai 2, una rete “drogata” negli ascolti, dallo sport. È una scelta contestata dal direttore del Tg1, dalla redazione che lamenta “scelte incomprensibili”.
A parti invertite, Mediaset, anche solo per ragioni commerciali, avrebbe dato le olimpiadi a Italia 1? Non è solo lo sport. Lo sanno tutti che un Tg ha bisogno di un traino forte. La7, di Urbano Cairo, per aiutare e sostenere Mentana, che certo non ha bisogno di essere sostenuto, ha chiamato Flavio Insinna e gli ha affidato il quiz preserale. Qual è il traino del Tg1?
Il traino che la Rai di Meloni ha scelto per il Tg1, per questa estate, un’estate decisiva, è “Reazione a catena”, e lo ha consegnato a Pino Insegno che perde due punti e mezzo a sera rispetto agli ascolti dell’anno precedente, quando il programma era condotto da Marco Liorni. Cosa devono pensare i giornalisti del Tg che passa per essere il Tg di Meloni, se la programmazione della sera, così come quella del mattino, è immaginata per penalizzarli?
Pensano che c’è un direttore che è poco fratello dei fratelli di Rai e che forse “si gioca al boicottaggio”. Naturalmente negano, nega Chiocci: ma che dite? Quali frizioni? Negano e dissimulano. E fanno male.
Quando si era deciso di sperimentare il programma di Fiorello, “Viva Radio 2”, su Rai2, il dg del prime time, Angelo Mellone, un altro fratello di Rai, aveva giustamente chiesto di ripensare la mattina di Rai 1. Fiorello è andato via ma per il prossimo anno si punta, ancora una volta, sulla mattina di Rai2. Il non detto è che per i giornalisti del Tg1 si tratta di un favore a Forza Italia, una sorta di “teniamoli buoni”, la carezza al direttore (quota Tajani) Antonio Preziosi e in particolare a Simona Agnes, la sarà presidente Rai, targata FI, sempre più in bilico.
Ma non si era detto che Chiocci fosse il direttore voluto dalla premier? E invece, e lo racconta questa redazione che non è certo amica della destra, sarebbe ora lui a denunciare la solitudine: gioco di squadra zero, risposte burocratiche, preoccupazioni inascoltate. […] guidare la Rai mettendosi contro la redazione del Tg1, e anche il direttore, voluto da Meloni, è una novità. La Rai di Meloni ha dunque i fratelli, i fratellini, e poi c’è il suo Tg, il Tg che passa per il Tg di Meloni boicottato dai dirigenti di Meloni. Si facciano chiamare come vogliono ma almeno in Rai non abusino della parola Fratelli.
(da Foglio)
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Agosto 13th, 2024 Riccardo Fucile
IN UN VERTICE “DI GUERRA” CON IL MARITO LOLLOBRIGIDA, FAZZOLARI E GIORGIA, È STATA DECISA LA LINEA: DIFENDERE SEMPRE E COMUNQUE I CAMERATI CHE SBAGLIANO. ERGO: ROSSI SARÀ AD NONOSTANTE GLI SCAZZI, E MELLONE E CORSINI RESTANO AL LORO POSTO (DAY TIME E APPROFONDIMENTI)
Mercoledì scorso Giorgia Meloni, tornata da poche ore dalla Cina, ha riunito a Palazzo Chigi le menti “politiche” di Fratelli d’Italia per parlare della trattativa sulle nomine Rai: i vertici del governo e del partito si sono trovati per decidere la linea da tenere nelle trattative che dovranno portare al voto per il Consiglio di amministrazione calendarizzato per il 12 settembre in Parlamento. Con un obiettivo chiaro: tutelare i propri fedelissimi in Viale Mazzini nonostante alcuni “disastri” (così li chiamano a Palazzo Chigi) del primo anno in Rai.
Una sorta di gabinetto di guerra a cui hanno partecipato la premier, la sorella Arianna Meloni, il ministro dell’Agricoltura (e responsabile delle trattative politiche con gli alleati) Francesco Lollobrigida e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, responsabile comunicazione del governo.
La sorella della premier, che non ha un ruolo di governo ma è semplicemente responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia, rivendica spesso di non partecipare alla decisione sulle nomine […] ma negli ultimi mesi ha avuto un ruolo attivo nella decisione dei vertici della Rai: ha vagliato curriculum, fatto colloqui in via della Scrofa e ora Meloni le ha delegato le principali trattative sulla televisione di Stato.
Al termine della riunione la linea decisa sarebbe stata quella dell’intransigenza: confermare tutti i dirigenti in quota Fratelli d’Italia nelle posizioni di vertice di Viale Mazzini.
Questo nonostante Palazzo Chigi non sia contento dell’operato di Rossi – che per settimane ha addirittura smesso di rispondere al telefono alla presidente del Consiglio e a Fazzolari – e dei suoi sottoposti. Non è un caso che i vertici di Fratelli d’Italia nelle ultime settimane abbiano spesso fatto trapelare di preferirgli il direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci.
Ma un dietrofront adesso avrebbe del clamoroso e sarebbe un’ammissione di sconfitta per la premier. Così con Rossi si ripeterà un mantra dei primi (quasi) due anni del governo Meloni: non abbandonare i fedelissimi che sbagliano.
Così non solo Rossi sarà promosso amministratore delegato, ma la linea dei vertici di Fratelli d’Italia è quella di tutelare anche Paolo Corsini (a capo degli approfondimenti) e Angelo Mellone (direttore del Day Time).
I tre rimarranno al loro posto nonostante l’offensiva leghista che ha già chiesto a Rossi di nominare un direttore generale (Roberto Sergio) e mira agli approfondimenti per sostituire Corsini, il dirigente che ad Atreju fece un comizio da militante di partito (“Noi di Fratelli d’Italia”).
La linea dura, decisa dall’ala più intransigente dentro Fratelli d’Italia, è quella di minacciare il Carroccio: se proverà a non votare la nuova governance della tv di Stato, a quel punto Fratelli d’Italia rivendicherà la direzione dei Tg regionali che oggi è in mano a Alessandro Casarin che entrerà nel Consiglio di amministrazione Rai proprio in quota Lega. […]
L’altra decisione è quella di evitare un accordo “organico” con le forze di opposizione per far passare la presidente Agnes (in quota Forza Italia, spinta da Gianni Letta). Per eleggerla servono i due terzi della commissione di Vigilanza Rai e la maggioranza cercherà di ottenere i voti sparsi di renziani, calendiani e dei sudtirolesi. L’ordine di scuderia di Palazzo Chigi è quello di evitare la lottizzazione con i partiti dell’opposizione a cui, comunque, verrà lasciata la direzione del Tg3
(da il Fatto quotidiano”)
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Agosto 13th, 2024 Riccardo Fucile
MYRIAM SYLLA SFANCULA IL GENERALE IGNORANDOLO: “SIAMO IL RIFLESSO PRECISO DELL’ITALIA DI OGGI. QUESTO SIAMO NOI, CHE LO VOGLIANO O NO. NON ABBIAMO BISOGNO DI SPIEGARE NULLA
È il simbolo incandescente dell’Italia del volley. Nata a Palermo, figlia di ivoriani, trasferita a cinque anni a Olginate, in provincia di Lecco, presto assorbita dalla cantera della nazionale di volley in cui tutte sognano quel che è successo domenica.
Myriam Sylla ha ancora la voce rauca. Tanta festa, tanta gioia, tanta pressione sulle corde vocali. Si è sgolata durante e dopo la finale, ha preso il premio di miglior schiacciatrice dell’Olimpiade senza darci troppo peso, perché quel che conta è la squadra.
Ha avuto accanto il fidanzato Alessandro Cappelletti, play della Dinamo Sassari, e suo padre Souleymane, che da anni si è trasferito per lavoro in Lussemburgo ma è riuscito a raggiungerla per la finale.
Poi, appena atterrata a Linate, ha ignorato le parole di Vannacci sui tratti somatici italiani: «Non so neanche cosa ha detto e sinceramente non mi interessa. Io ho questa al collo e ne vado fiera». Questa è una delle medaglie d’oro più prestigiose delle Olimpiadi.
Myriam, com’è stato l’incontro con suo padre?
«Aspettavo da tanto questo momento, e mi sono augurata che mio padre potesse vedermi dal vivo realizzare un sogno. È andata così, lui si è goduto la partita, me la sono goduta anch’io, e alla fine ci siamo abbracciati felici. Ora papà è ripartito».
Se ne è accorta? Ha vinto l’oro come un suo idolo, nella stessa Olimpiade.
«LeBron James? È quel che ci siamo dette con le altre ragazze, “abbiamo la stessa medaglia di LeBron”. Diciamo che sono due sport completamente diversi, per noi sarebbe stato un onore prendere qualsiasi medaglia mentre per lui ne esisteva una sola. Avevo la stanza tappezzata di due immagini, ma mi ha ispirato molto di più Tai Aguero».
Ha temuto di perdere in azzurro la sua amica Paola Egonu, dopo i contrasti di un anno fa?
«Non pensavo avesse l’idea di smettere completamente: è giovane e la sua carriera sarà molto lunga, quindi no. Ho gioito nel vederla felice».
Ha colpito molto lo scambio di medaglie tra lei e Anna Danesi.
«Non l’abbiamo fatto per qualcuno o qualcosa, ma per la nostra amicizia, per il percorso fatto insieme da quando eravamo piccole. Era il modo migliore per ringraziarci dopo aver lasciato casa con un sogno».
Qualche anno fa, molto prima che Velasco parlasse della rivoluzione della donne, ha detto: “Non siamo più le ragazzine terribili di allora, ora siamo le donne terribili”.
«Quelle che erano ragazzine nel 2024 sono diventate donne. Mi auguro che questa squadra sia un esempio per tutte le giovani e per le future donne: tutte quante abbiamo il diritto di fare la qualunque, di decidere noi stesse cosa fare. Simbolo o meno, mi auguro che saremo di esempio o d’ispirazione per qualcuno».
Ha detto che Velasco “ha aperto il vaso e fatto sprigionare tutto quel che noi avevamo dentro”.
«Julio è speciale, è sempre stato in grado di toccare le corde giuste, lo ringraziamo. Ci ha insegnato a non pensare troppo a quel che verrà, a fare cose semplici e raggiungere l’obiettivo senza sprecare troppe energie. Ha una personalità importante, la sua storia si conosce, io non lo avevo mai incontrato di persona ma non sono mai stata in soggezione di fronte a lui».
Le hanno chiesto di Vannacci: avete vinto con una nazionale che ha radici in tanti Paesi, dalla Germania a Costa d’Avorio e Nigeria: può un’Olimpiade aiutare a cambiare la società?
«Noi come gruppo siamo il riflesso preciso dell’Italia di oggi. Questo siamo noi, che lo vogliano o no. Non abbiamo bisogno di aggiungere o spiegare nulla. Aver portato a casa una medaglia così importante vale più di mille parole».
Nel suo libro Tutta la forza che ho scrive: “Integrare in cosa se casa mia è questa?”: sembra che il presidente Mattarella l’abbia ascoltata, ogni volta la chiama “la mia concittadina”.
«Mi fa sorridere, ormai l’ha presa come un’abitudine. Devo dire che non mi dispiace: lui parla com’è giusto che sia».
Che idea si è fatta del caso Khelif?
«Mi ha dato tanta tristezza, perché credo che col passare degli anni stiamo diventando più cattivi e meno comprensivi col prossimo. È come se avessimo davanti delle macchine, ci dimentichiamo che di fronte a noi abbiamo uomini e donne fatti di carne e ossa».
Dopo la finale ha parlato di un figlio: arriverà dopo Los Angeles?
«Ma io ho quasi trent’anni. Le prossime Olimpiadi? Non lo so. Devo pensare sinceramente a cosa fare del mio futuro»
(da La Repubblica)
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Agosto 13th, 2024 Riccardo Fucile
LE FOTO EN TRAVESTI, DIVENTATE VIRALI, COZZANO CON L’IMMAGINE DI UN OLTRANZISTA ANTI-LGBT
Una seconda immagine di JD Vance vestito da donna con una parrucca bionda è stata pubblicata su X. Il post recita semplicemente: “Una seconda foto è arrivata nella mia casella di posta”. Sembra mostrare un uomo travestito che indossa la stessa parrucca e lo stesso costume di una precedente immagine che si dice sia stata scattata da un compagno di classe di Yale nel 2012.
Un portavoce del candidato di Donald Trump non ha negato che la prima foto postata su X fosse autentica quando è stato contattato per un commento dal Daily Beast.
La seconda foto mostra il soggetto che guarda verso la fotocamera con le mani dietro la nuca. È stata pubblicata sullo stesso account della prima immagine.
Travis Whitfill, la fonte della presunta foto, ha dichiarato che è stata scattata da un compagno di classe a Yale e inviata a lui. A sua volta, l’ha inviata a Matt Bernstein, conduttore del podcast A Bit Fruity, che l’ha pubblicata online.
La nuova foto ha ottenuto rapidamente più di 500.000 visualizzazioni e un utente ha postato: “Ecco cosa significa avere due Natali ad agosto”
È l’ultima polemica che coinvolge il candidato alla vicepresidenza del GOP, che è stato oggetto di commenti diffusi online che ipotizzavano che indossasse il mascara. La prima immagine ha iniziato a circolare domenica con l’hashtag #sofaLoren, un riferimento alla leggenda del cinema italiano Sofia Loren (e alla fake news sulla passioncella di Vance per i divani)
(da agenzie)
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Agosto 13th, 2024 Riccardo Fucile
IL PARLAMENTARE TRENTINO È ACCUSATO DAI COGNATI D’ITALIA DI AVER OTTENUTO CONSULENZE PRIVATE PER ALCUNE SOCIETÀ GEOTERMICHE.. LUI RIBATTE: “LI QUERELO”
Andrea De Bertoldi è inviperito coi colleghi di fiamma, ormai ex: «Io denuncio tutti. Chiunque dica una parola sul mio lavoro si ritrova in tribunale: politici, giornalisti, anche la presidente Meloni!». Boom.
Il deputato trentino è il primo parlamentare a lasciare FdI in questa legislatura. Per ora trasloca nel gruppo Misto, ma tratta con Forza Italia. In una nota diramata ieri a ora di pranzo, racconta di essersi dimesso dai Fratelli per seguire «la moderazione e il cattolicesimo liberale». «Ho ottimi rapporti con Forza Italia – dice al telefono – da Gasparri a Barelli. Ma anche con la Lega. Deciderò con calma a settembre, ora da liberale mi godo il ferragosto»
Gli ex colleghi di scranno non sono così convinti che il motivo dello strappo sia alto e nobile. Anzi. Da giugno De Bertoldi era stato deferito ai probiviri di FdI. Direttamente da Giovanni Donzelli, responsabile Organizzazione e braccio destro di Meloni. Donzelli, su segnalazione di un consigliere toscano, ha accusato il collega deputato di avere ottenuto, per il suo studio di commercialista, una consulenza da parte di aziende che si erano rivolte al politico per lo sviluppo del settore geotermico in Toscana. De Bertoldi è stato relatore alla Camera su provvedimenti energetici.
Secondo l’accusa interna «l’on. De Bertoldi si sarebbe messo a loro disposizione, previa sottoscrizione di un contratto di consulenza con il suo studio associato di commercialisti ». Per queste ragioni i probiviri il 9 agosto hanno deciso per l’espulsione comunicata solo ieri sera.
De Bertoldi non nega che il contratto – di circa 100mila euro – ci sia stato, ma sostiene che sia perfettamente lecito: «Se fossi un medico e anche un parlamentare e lei venisse da me a curarsi, lo dovrei fare gratis? Ho dato tutto ai probiviri, ma non mi hanno più fatto sapere nulla». Seguono minacce di querela, alla stampa ma anche agli ex Fratelli: «Denuncio tutti, divento ricco».
(da agenzie)
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Agosto 13th, 2024 Riccardo Fucile
IL CONTRATTO DEL CT SCADE NEL 2025, DIFFICILE VEDERLO SULLA PANCHINA DELL’ITALVOLLEY DONNE AI GIOCHI DI LOS ANGELES NEL 2028. COME SUO EREDE IN POLE C’È LORENZO BERNARDI, L’ALLIEVO PREDILETTO
“Logica vorrebbe che questo sia il momento migliore per lasciare e dedicarmi ad altro in federazione, ma ho già ricevuto diverse minacce in tal senso e sono un po’ intimorito». Nello scherzo c’è sempre un seme di verità.
Una cosa è certa: Julio Velasco è stanco. È normale dopo un’estate di viaggi andata e ritorno in Turchia, Cina, Giappone e Thailandia per la Nations League e un’Olimpiade che assorbe ogni energia nervosa e fisica residua. «Dopo un successo come questo, una riflessione va fatta, anche perché non sono più un ragazzino. Per una settimana non ci sono per nessuno, non rispondo al telefono, ci penso e poi vediamo»
«Sono stanco anche io — replica a stretto giro col sorriso il presidente federale Giuseppe Manfredi — e staccherò la spina per una settimana come lui. Poi ne riparleremo, ma la nostra speranza è di poter continuare questo cammino insieme».
Il contratto dell’argentino scade nel 2025, dopo il Mondiale della prossima estate in cui le azzurre saranno chiamate ad affrontare il primo torneo da campionesse olimpiche in carica. «Credo che anche per qualcuna delle ragazze sarà un periodo di riflessione» aggiunge il c.t. che non lascia mai che le parole escano a caso. Il gruppo, per quanto lavori insieme ormai da oltre sei anni, è ancora giovane, ma ci sarà da capire le scelte delle veterane Moki De Gennaro e Caterina Bosetti, per esempio. Ma anche di ragazze più giovani che sacrificano ogni estate ormai da una vita.
Di sicuro, se Velasco resta, al suo fianco resterà lo staff composto da Massimo Barbolini, Lorenzo Bernardi e Juan Manuel Cichello. «Sono stati fondamentali, anche perché alla mia età non posso controllare tutto come un tempo. Di loro mi fido ciecamente e ho delegato». Perché la squadra che attacca e mura era in campo, ma quella che studiava dove attaccare e murare era seduta in panchina. E l’una, senza l’altra, difficilmente sarebbe tornata in Italia con l’oro al collo.
«Non ho detto che me ne vado, ho detto che ci penserò perc hé non ho più 40 anni e dopo aver vinto una cosa così, ci penso un attimo».
Pensiero confermato dal presidente federale Giuseppe Manfredi: «Con Julio, per scelta comune, abbiamo un contratto ancora per il prossimo anno perché c’è il Mondiale (nelle Filippine dal 22 agosto al 7 settembre, ndr), però parliamone: starà a lui capire se ha voglia di continuare, spero di sì».
Più complesso pensare di vedere Velasco anche ai Giochi di Los Angeles 2028. Davanti a lui ci sarebbero 4 estati scandite da un numero considerevole di eventi: la Nations League ogni estate, i Mondiali nel 2025 e 2027, gli Europei nel 2026 e 2028 e le Olimpiadi tra 4 anni.
Di padre in figlio Di sicuro il tema “dopo Velasco” non è ancora stato affrontato negli uffici della Federazione in via Vitorchiano a Roma. Se alla scadenza naturale del contratto, a 73 anni – li compirà il 9 febbraio – il maestro di La Plata decidesse di passare la mano, il candidato naturale a ricevere il testimone sarebbe il suo figlio sportivo per eccellenza, Lorenzo Bernardi, attualmente tecnico di Novara con un contratto fino al termine della stagione 2025-2026. Soprattutto nel caso in cui fosse lo stesso Velasco a indicare il suo successore. Una scelta dettata da un rapporto che affonda le proprie radici 39 anni fa, quando con Bernardi in campo e Barbolini come assistente (fondamentale in questa avventura olimpica con la sua pluridecennale esperienza nei club e con le Nazionali) hanno iniziato a vincere tutto con la maglia della Panini Modena.
(da agenzie)
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Agosto 13th, 2024 Riccardo Fucile
84 CASI SEGNALATI DAL CODACONS PER UN SERVIZIO DA TERZO MONDO…UN MINISTRO CAPACE SOLO A TAGLIARE NASTRI
A questo punto è ormai chiaro che chi sceglie di partire in treno rischia di rovinarsi le vacanze: ritardi, malfunzionamenti o, nel peggiore dei casi, cancellazioni, stanno infatti intralciando da settimane la serenità di chi viaggia sui binari.
Il Codacons ha calcolato che dal primo all’11 agosto in ben 84 casi ci sono stati rallentamenti, sospensioni o cancellazioni sull’Alta Velocità e sulla convenzionale. Stesso copione dei giorni precedenti: tra il 16 e il 25 luglio la somma si è attestata a 74. Da ieri (12 agosto), inoltre, per i lavori programmati e annunciati, da Milano a Roma i tempi si allungano di 80 o 120 minuti a seconda delle tratte.
I pendolari
L’alta velocità sarà interrotta fino al 18 agosto da Milano a Bologna, e sulla Direttissima da Firenze a Roma fino al 23, tra Chiusi e Orvieto. Paradossalmente, in quest’anno di malfunzionamenti e scontento, il numero dei pendolari cresce: se l’anno scorso i passeggeri erano stati 113,4 milioni, secondo Repubblica, quest’estate sono 122,7. «Un danno d’immagine all’Italia di fronte al mondo – dicono dal Codacons – perché molti sono turisti diretti verso le città d’arte».
La risposta di Rfi
«I passeggeri hanno avuto tempo di decidere. I cantieri estivi ci sono sempre stati, una notte vale quattro giorni di lavoro in periodi normali – ribattono da Rete Ferroviaria italiana -. Per quel che riguarda guasti e incendi, non possiamo certo prevederli. I cantieri ci sono anche per ridurre notevolmente proprio i danni alla rete». «La verità – dice Eugenio Stanziale, segretario generale di Filt Cgil – è che agosto ormai è un mese in cui c’è tanto movimento. I treni sono aumentati, c’è bisogno di una rete più ampia e lavori programmati».
Il divario
I reclami dell’Unione nazionale consumatori, nel frattempo, sono aumentati, balzando da 56 a 267. Mentre le richieste di rimborso a Trenitalia, tra gennaio e giugno, sono diminuite del 5% rispetto al 2023. Con riferimento alla qualità dei mezzi di trasporto, è inevitabile sottolineare il divario esistente tra Nord e Sud Italia: nel meridione l’età media di un treno è di 18 anni e un mese, secondo il rapporto «Pendolaria» 2024 di Legambiente, mentre al nord la media scende a 14,6 anni.
Nord e Sud
In Sicilia, soprattutto, il collegamento con Agrigento è interrotto per interventi del Pnrr, mentre quattro città (Trapani, Ragusa, Caltanissetta e Enna) hanno le stazioni chiuse fino al 2025 per lavori che vanno avanti da un decennio. In Puglia i ritardi, già da marzo, arrivavano fino a 400 minuti, tra roghi, guasti e allarmi bomba. A luglio tra Napoli e Roma due incendi sull’Alta Velocità hanno invece provocato ritardi per 180 minuti. Neppure guardando al nord, in ogni caso, la situazione può definirsi rosea: lo scorso 10 giugno, a Milano sono stati cancellati 200 treni per un guasto alla rete.
Allarme aggressioni
Il collegamento tra Torino e Genova sarà interrotto dal 17 al 30 agosto per un’altra manutenzione straordinaria. Un cantiere su Bologna-Prato resterà aperto fino all’8 settembre. Secondo Rfi «c’è un 16% di treni con un ritardo superiore ai 10 minuti, l’84% è tra lo 0 e i 10 minuti». Numeri che a Uiltrasporti risultano diversi, con il 73% fuori orario. Il segretario generale, Marco Verzari, ha intanto lanciato l’allarme aggressioni: «I viaggiatori esasperati si sfogano con il personale. Il fenomeno è in crescita».
(da agenzie)
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Agosto 13th, 2024 Riccardo Fucile
RAFFORZATA LA SCORTA AL MAGISTRATO
«Devi smetterla di occuparti dei figli degli altri». Queste le minacce rivolte alla procuratrice capo di Palermo per i minorenni, Claudia Caramanna, che segue anche i figli dei boss di mafia.
Del caso ne parla oggi la Repubblica di Palermo. Quelle minacce erano contenute in un foglio con una croce lasciato all’interno di un fascicolo d’ufficio. In quelle stesse ore, nell’edificio dell’istituto minorile Malaspina venivano girate alcune scene del film di Ricky Tognazzi e Simona Izzo dedicato alla giudice Francesca Morvillo, moglie di Giovanni Falcone e per 17 anni sostituta procuratrice per i minorenni, prima di diventare consigliera di Corte d’appello. Per questo motivo è stato stato deciso il rafforzamento della scorta assegnata alla procuratrice Caramanna.
Qualcuno si è infiltrato e ha lasciato la lettera di minacce
Nei giorni in cui si è girato il set del film la procuratrice Caramanna si era spostata in un’altra stanza, portando con sé alcuni fascicoli. In uno di questi è stata lasciata la lettera di minacce. Sul caso, riporta il quotidiano, indaga la procura di Caltanissetta, diretta da Salvatore De Luca, che ha disposto una serie di analisi sul foglio, trovato il 5 agosto, affidate ai carabinieri del Ris. Altre analisi sono state fatte al momento del sopralluogo, nelle stanze della procura. Non sarebbe piaciuta “l’attività” della procura di Palermo. Allo Sperone, periferia ghetto di Palermo, Caramanna e i suoi sostituti hanno chiesto 50 provvedimenti dopo un maxiblitz antidroga dei carabinieri. Nelle indagini alcune telecamere nascoste avevano mostrato i bambini accanto agli adulti che preparavano le dosi di droga o contavano banconote. E la procuratrice si era recata personalmente a far visita al sacerdote della zona, attivo nel contrasto contro la criminalità. Non è la prima volta che la procuratrice riceve minacce: un anno e mezzo fa la sua stanza, in procura, fu messa a soqquadro.
(da agenzie)
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Agosto 13th, 2024 Riccardo Fucile
E’ UN’OPERA D’ARTE, MA QUALCUNO NON GRADISCE L’OMAGGIO AGLI ORSI ,,, LO SCULTORE: “VOGLIONO BRUCIARLO”
«Non volevo mettere il dito nella piaga, ma contribuire a rimarginare una ferita. Il risultato, per colpa di feroci attacchi social, è che ora ricevo minacce di morte contro di me e la mia famiglia». Questa la denuncia dello scultore asiaghese Marco Martello, noto con il nome cimbro di Martalar, per la ‘guerra dell’orso’ che si è scatenata il Trentino. L’artista parla in un’intervista a Repubblica.
Le polemiche sono partite da quando il suo gigantesco monumento sopra Molveno, quota 1.550 metri tra le rocce delle Dolomiti, cuore del Parco naturale Adamello Brenta, è stato installato.
Martalar, che è un esponente della Land Art, ha realizzato l’opera usando le radici dei larici abbattuti sei anni fa dalla tempesta Vaia. L’inaugurazione è prevista dopo Ferragosto, mancano gli artigli.
«Una cosa vergognosa -aveva dichiarato Carlo Papi, padre il Andrea, il giovane ucciso nella vicina Val di Sole nell’aprile 2023 – e una scelta priva di sensibilità. Mesi fa un conoscente mi aveva chiesto cosa pensavamo, come famiglia, di un orso di Martalar qui in valle. Abbiamo espresso il nostro giudizio negativo, esteso anche al versante opposto del Brenta. Non abbiamo saputo più niente, nessuna comunicazione ufficiale».
L’artista teme che, date le critiche, l’opera venga messa al rogo. Il 22 agosto dell’anno scorso un incendio doloso distrusse il Drago Vaia, realizzato a Lavarone: l’opera è stata ricostruita a inizio giugno.
«Sul cellulare – afferma Marco Martello – ricevo insulti e messaggi che augurano a me ai miei cari di morire sbranato da un orso come Papi. Per evitare vandalismi in queste ore stanno collocando otto estintori automatici all’interno della scultura. Sono saliti i carabinieri per registrare il posizionamento di telecamere e fototrappole. Fa riflettere che un’opera d’arte sul complesso rapporto tra umanità e natura scateni un simile odio e vada protetta dalle forze dell’ordine».
(da agenzie)
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