Agosto 21st, 2024 Riccardo Fucile
PRIMO MISTERO: TUTTE LE PERSONE COINVOLTE NEL PROCESSO PER FRODE CONTRO LYNCH SONO MORTE O DISPERSE. A PARTIRE DA STEPHEN CHAMBERLAIN, EX BRACCIO DESTRO DEL “BILL GATES” BRITANNICO, INVESTITO SABATO IN INGHILTERRA… SECONDO: I RAPPORTI OPACHI DELL’IMPRENDITORE E DELLA SUA AZIENDA, “DARKTRACE”, CON IL GOVERNO BRITANNICO E I SERVIZI DI MEZZO MONDO (COMPRESO IL MOSSAD)…LA DINAMICA DEL NAUFRAGIO: IL PANFILO, PROGETTATO PER RESISTERE A TRAVERSATE OCEANICHE, CHE VIENE ABBATTUTO DA UN TORNADO, MENTRE LE BARCHETTE INTORNO RESISTONO
Una coincidenza incredibile pesa come un macigno, se non come un’oscura maledizione, sulla tragedia dello yacht affondato in Sicilia.
Il suo proprietario, Mike Lynch, è tra i passeggeri dati per dispersi. Ma ora si è saputo che appena due giorni prima, in Inghilterra, anche Stephen Chamberlain, socio d’affari di Lynch e coimputato nel processo per frode che ha tormentato i suoi ultimi due anni, è morto in circostanze bizzarre e inattese: investito da un’auto, mentre faceva jogging in prossimità della casa, nella campagna del Cambridgeshire.
A infittire il mistero c’è il fatto che le società di cybersicurezza di Lynch e Chamberlain impiegavano ex ufficiali dei Servizi segreti britannici e avevano contatti con l’intelligence di Usa e Regno Unito.
Chamberlain aveva 52 anni. Il 6 giugno era stato assolto insieme a Lynch dall’accusa di avere gonfiato il valore della Autonomy, il gigante del software di cui Lynch era proprietario e Chamberlain un alto dirigente, venduto alla Hewlett-Packard per 11 miliardi di dollari.
Soprannominato “il Bill Gates inglese”, Lynch aveva organizzato la crociera sul suo yacht proprio per celebrare la fine dell’incubo giudiziario[
A bordo, e ora anche loro tra i dispersi, c’erano fra gli altri Jonathan Bloomer, presidente della Morgan Stanley International, grande banca d’affari, oltre che amico personale di Lynch, in difesa del quale aveva testimoniato al processo negli Usa; e Chris Morvillo, l’avvocato che ha guidato la squadra legale in difesa di Lynch al processo.
Due giorni sono stati fatali per i due imputati che pensavano di avere iniziato una nuova vita. Una coincidenza che sembra una maledizione: tutti quelli coinvolti nel processo sono morti o sono dispersi.
Festa itinerante finita in tragedia. Erano tutti lì: gli ex imputati, avvocati, famiglie, vecchi e nuovi collaboratori. Tutti tranne uno. Stephen Chamberlain, l’ex numero 2 della società Darktrace – la creatura di Lynch nata dopo la cessione di Autonomy – che lavorava a stretto contatto con il governo britannico nell’ambito della cybersecurity.
Coimputato (e co-assolto) a San Francisco, da sempre braccio destro del tycoon, aveva scelto di non andare in crociera con gli ex colleghi. Il destino, però, non è stato meno clemente: Chamberlain è stato investito sabato mattina da una Opel Corsa blu a Stretham, nel Cambridgeshire, mentre attraversava a piedi Newmarket Road. È morto domenica notte, poche ore prima del tragico naufragio del veliero.
In Darktrace, oltre a ex spie dei servizi britannici (MI5 e MI6, i nostri Aisi e Aise), ha lavorato dal 2020 anche l’ex ministro degli Esteri inglese, Amber Rudd. Secondo Agenzia Nova la società ha rapporti consolidati con il Mossad, il servizio segreto israeliano. Di sicuro ha collaborato in chiaro con il premier conservatore David Cameron per le sue missioni a Washington.
La testata specializzata Decripto.org spiega che tra i principali investitori di Darktrace c’è Vitruvian Partners, il cui vicepresidente è Alexander Arbuthnot, figlio di Lady Emma Arbuthnot, che è a sua volta il magistrato capo di Westminster che ha supervisionato i procedimenti di estradizione di Julian Assange.
Pare che proprio Darktrace nel 2013 sia stata creata in risposta alle fughe di notizie di Bradley Manning su Wikileaks e pochi giorni dopo la prima delle rivelazioni di Edward Snowden pubblicata dal Guardian.
Tutte queste coincidenze hanno scatenato in rete l’onda complottistica. Tra i tanti, sul suo blog “La cruna dell’ago”, Cesare Sacchetti paragona l’incidente di Porticiello a quello avvenuto sul Lago Maggiore, quando naufragò il motoscafo con a bordo 007 italiano e israeliani. “Erano in corso preparativi per destabilizzare la Turchia di Erdogan”, tuona su X il blogger noto per le sue teorie cospirative.
(da La Repubblica)
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Agosto 21st, 2024 Riccardo Fucile
I TURISTI, ESASPERATI, HANNO PROTESTATO CON LA SINDACA: “CI HANNO CONSIGLIATO DI TORNARE A CASA NOSTRA E DI NON FARCI PIÙ VEDERE IN GIRO” … LA VERSIONE DELLA PRIMA CITTADINA: “SONO STATA MINACCIATA”…LA VICENDA RISCHIA DI FINIRE IN TRIBUNALE
Campane che suonavano 48 volte al giorno a pochi metri dalle loro stanze e discussioni
con Comune e abitanti. Si è rivelata una vacanza priva di quiete, quella di due famiglie reggiane che hanno cercato di trovare relax e fresco a ridosso del gruppo delle Maddalene in Trentino.
Il piccolo gruppo di amici ha scelto come meta Mione, un borghetto del Comune di Rumo, nell’Alta Val di Non, in provincia di Trento, prenotando delle residenze nel cuore del piccolo abitato.
Le loro abitazioni si trovavano di fronte a una delle principali attrazioni di Mione, la chiesa di San Lorenzo Martire, nota per le proprie campane. Come da antica usanza, il campanile locale segna il tempo ogni mezz’ora con quattro rintocchi, anche nella fascia serale e in quella notturna, senza alcuna interruzione. Ogni giornata prevede quindi 48 suonate e 184 rintocchi complessivi.
La ridotta distanza dalla chiesa si è trasformata in un disagio forte per i turisti reggiani, che non sono mai riusciti a riposarsi a causa dell’intenso rumore che ogni mezz’ora si ripresentava costante. Una serie di richieste di interventi al Comune e alla parrocchia non sarebbero andate a buon fine, tanto da costringere i villeggianti ad abbandonare in anticipo la località tra recriminazioni e scambi di accuse reciproche con la sindaca di Rumo, Michela Noletti, e con altri componenti della comunità di Mione.
E ora, non sono da escludere pure strascichi in tribunale, sia per diffamazione sia per disturbo della quiete pubblica. Sul proprio profilo Facebook il turista reggiano Luciano Manicone ha raccontato la vicenda parlando di «esperienza tristissima, da condividere assolutamente, poiché posti immensi vengono rovinati da comunità piccine». A completare il tutto, il video di una bimba piangente che dice: «Voglio fare una vacanza».
La storia non sarebbe finita qui, anzi: «Ci hanno consigliato di tornare a casa nostra e di non farci più vedere in giro, aggiungendo “sappiamo quali sono”, rivolto alle nostre auto. Non siamo riusciti a reggere, le campane hanno iniziato a intonare melodie mattutine, la stanchezza e la paura di subire danni, oltre a qualche imprevisto nell’alloggio, ci hanno impedito di proseguire la vacanza», continuava il reggiano.
È completamente differente la versione fornita invece dalla prima cittadina di Rumo, Michela Noletti. «Martedì mattina ho ricevuto più di venti chiamate sul mio numero di telefono. Questo dopo che sabato mattina le due famiglie di turisti avevano già chiamato gli uffici comunali e il vicario. Avevo visto don Ruggero parecchio spaventato, così alla fine ho deciso di intervenire di persona, con l’intento di trovare la miglior soluzione. Non c’è stato però nulla da fare e sono persino stata minacciata a livello personale: mi hanno detto che sarebbero venuti sotto casa mia di notte. Per fortuna, avendo capito che la situazione stava degenerando, mi sono recata sul posto con i carabinieri che potranno testimoniare quanto accaduto»
(da gazzettadireggio.it)
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Agosto 21st, 2024 Riccardo Fucile
“UN CUORE CORAGGIOSO PUO’ GUARIRE UNA FAMIGLIA, UN CUORE CORAGGIOSO PUO’ GUARIRE LA NAZIONE”
Forse i sette minuti più commoventi registrati alla convention democratica di Chicago. Sul palco, è salita la figlia di Joe Biden, Ashley, che con le sue parole ha voluto rendere omaggio all’attuale presidente e al padre. Nel giorno in cui si è suggellato in maniera plastica il passaggio di consegne tra lui e Kamala Harris, Ashley Biden ha voluto ricordare ciò che il genitore le ha trasmesso: «Mi ha insegnato che un cuore coraggioso è una cosa miracolosa. Un cuore coraggioso può guarire una famiglia. Un cuore coraggioso può guarire la nazione. E forse anche il mondo».
Ashley ha esclamato: «Joe Biden è il papà di figlie per eccellenza. Mi disse che potevo essere qualsiasi cosa e fare qualsiasi cosa. Da bambina, mi sedevo sulla poltrona di pelle nel suo ufficio a fare i compiti, e lui si sedeva accanto a me a fare il suo lavoro, redigendo il Violence Against Women Act. E non era solo un papà di figlie. Vedevo che valorizzava e si fidava delle donne. Come ascoltava sua madre. Come credeva in sua sorella. E soprattutto, come rispettava la carriera di mia madre. Papà era sempre lì, facendo tutto il possibile per essere un vero partner per lei. Papà, ce lo dici sempre, ma noi non te lo diciamo abbastanza, che sei l’amore della nostra vita e la vita del nostro amore».
Ricordi di infanzia, ricordi delle lacrime del padre versate al suo matrimonio: Ashley ha recitato un discorso dal quale è emerso l’uomo, prima che il politico. «Dopo tutti questi anni, papà, sei ancora il mio migliore amico».
E poi, dopo aver elencato gli insegnamenti ricevuti, la frase topica: «Mio padre è un combattente che è stato sottovalutato per tutta la vita».
L’altro momento toccante c’è stato quando la donna ha parlato della morte di suo fratello: «Hunter e io abbiamo perso nostro fratello Beau per il cancro nel 2015, il dolore sembrava non finire mai. Papà ebbe la capacità di mettere da parte il suo dolore per assorbire il nostro. E so che Beau è qui con noi stasera, come lo è sempre».
«Mi ha insegnato che un cuore coraggioso è una cosa miracolosa. Un cuore coraggioso può guarire una famiglia. Un cuore coraggioso può guarire la Nazione. E forse anche il mondo».
Infine, l’appello al voto per Harris: «Nel 2020, mio padre scelse Harris per battere Donald Trump, e sa che nel 2024 lei batterà di nuovo Trump. Quindi, stasera vi chiedo, se siete stati con noi nel 2020, fate appello al vostro cuore coraggioso. State con noi oggi. Lavorate più duramente di quanto abbiate mai fatto prima nella vostra vita. Questa è la battaglia della nostra vita, la nostra libertà, la nostra democrazia, i nostri diritti riproduttivi. Tutto questo, tutto quanto è in gioco. E so che insieme possiamo farcela: perché mio padre ci ha mostrato la via».
(da agenzie)
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Agosto 21st, 2024 Riccardo Fucile
VANNACCI È IL NUOVO MESSIA DEI FILORUSSI, GUARDANO AL SUO MOVIMENTO LE “SENTINELLE” DI MOSCA: EX LEGHISTI, ESTREMISTI DI DESTRA, FALSI AMBASCIATORI, IMPRENDITORI ATTIVI IN RUSSIA E…ALEMANNO
Roberto Vannacci è il messia dei filorussi. Le sentinelle di Mosca guardano alla sua
operazione politica con grande interesse e trasporto. La sostituzione di Matteo Salvini nel loro cuore e in quello dei sovranisti italiani passa anche da qui. Da un rapporto che potrebbe diventare quasi esclusivo con il regime di Vladimir Putin.
Per esplorare il fenomeno Vannacci bisogna ricostruire la rete dei filoputiniani che si sta strutturando su tutto il territorio nazionale attraverso le diramazioni de Il mondo al contrario, il movimento politico nato attorno alle tesi contenute nel libro dell’ex militare eletto eurodeputato da indipendente nelle liste della Lega, e da cui dovrebbe generarsi il suo futuro partito. «Non c’è dubbio – conferma Marco Belviso, coordinatore per il Nord Est – che la componente militare dell’associazione e altri, tra i fondatori, si sentano molto vicini alle posizioni della Russia».
E d’altronde il primo a non nasconderlo, oltre a Vannacci, è il tenente colonnello Fabio Filomeni, autore del libro Morire per la Nato? e presidente del movimento di seguaci del generale creato nell’agosto 2023. A margine dell’intervista con questo giornale il tenente colonnello ha spiegato che «si dovrebbe capovolgere la prospettiva e guardare la storia della guerra in Ucraina dal punto di vista di Mosca». È la Nato ad essersi allargata, «inglobando Paesi che erano nell’orbita dell’ex Urss», fino a diventare una «minaccia» per l’esistenza stessa della Federazione russa.
È un’argomentazione che rispecchia alla lettera la propaganda del Cremlino. E che attrae una parte trasversale dell’opinione pubblica italiana, estremisti di destra, ex ufficiali, ex diplomatici, pacifisti e vecchie conoscenze della politica italiana come Gianni Alemanno, oggi leader di Indipendenza!
Nell’organigramma de Il mondo al contrario si trova un’abbondante rappresentanza di chi non teme di schierarsi dalla parte di Putin. Tra i più attivi c’è Vittorio Gigliotti, che nell’organizzazione di Vannacci è il responsabile per il Sud. Attenzione, perché da questo nome si dirama un network molto ampio. L’associazione ispirata alle fatiche letterarie del generale nasce per volontà di Filomeni esattamente anno fa, e viene battezzata in Calabria, a Lamezia Terme.
A curare l’evento è Gigliotti, con una sua associazione, Cantiere Laboratorio, incubatrice di battaglie politiche a favore di partiti di estrema destra, come Forza Nuova e Fiamma Tricolore, ma soprattutto piattaforma che veicola messaggi a favore della Russia descritta come «motivo di speranza» per una parte di mondo «soprattutto in termini valoriali con la difesa della famiglia come baluardo della società, della cultura e delle radici cristiane». Ieri il governo di Putin ha varato un decreto, ispirato alla studentessa italiana apparsa in tv alla corte del capo del Cremlino, per dare asilo a chi non si riconosce nella democrazia liberale e rifiuta gli omosessuali: «La Russia è stata ufficialmente dichiarata l’arca della salvezza dal male globalista» ha esultato l’ideologo nazionalista Alexander Dugin.
Sono argomenti che un tempo erano sulla bocca di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini. Ma nei corsi e ricorsi storici si trova sempre qualcuno più a destra che è in grado di portarli avanti.
Per esempio, Bruno Spatara, ex Forza Nuova ed ex Casapound, oggi segretario nazionale del Movimento, anche lui di Lamezia. In Calabria, Vannacci e Filomeni tornano spesso. Lo hanno fatto per presentare i loro libri. E in ogni occasione c’è di mezzo Gigliotti, che nel frattempo è diventato presidente della IACRAI, acronimo di “Italia, Abkhazia, Congo, Russia, Africa e India”, una realtà pseudo-diplomatica collegata all’Associazione Europa-Abkhazia, fondata da Vito Grittani, autodefinitosi ambasciatore della Repubblica separatista e filorussa della Georgia, riconosciuta a livello internazionale solo da Venezuela e Siria.
Grittani ha anche guidato la delegazione dei cosiddetti osservatori che avrebbero dovuto legittimare il voto farsa per l’annessione alla Russia delle regioni ucraine di Zaporizhzhia, Kherson, Donetsk e Lugansk. Attività che, prima dell’attacco scatenato nel febbraio 2022, coinvolgeva in Crimea anche esponenti di Fratelli d’Italia e della Lega.
Ma a bordo de Il mondo al contrario ci sono anche altre figure collegate a Mosca e con un passato nella Lega salviniana. Il primo è Michelangelo Rosso, coordinatore per l’estero del movimento. Ha sposato una romena e si è trasferito in Romania dove ha fondato un mangimificio. Lo raggiungiamo al telefono, da Cuneo, sua città d’origine, dove si trova in vacanza. Prima accetta di parlare, poi ci invia un messaggio su whatsapp per avere le domande scritte.
Gli interrogativi sui link con il Cremlino cominciano a preoccupare Vannacci e Filomeni. L’ordine è di non parlare. Rosso ha sempre sostenuto la necessità di riaprire a Putin e riallacciare le buone relazioni con Mosca. E come lui continua a sostenerlo Michele Pulpito, che per Vannacci ha assunto il ruolo di ufficiale di collegamento con la Russia, dove vive e dove lavora come rappresentate per la Sacmi, azienda leader nei macchinari per l’industria della ceramica. È il coordinatore del Mondo al Contrario per la Federazione.
Ruolo che aveva già rivestito per Salvini, come responsabile della Lega nel mondo – Russia (come Francesco Alleva, un tempo leghista e oggi uomo del generale in Ungheria). Lo si trova intervistato più volte da Spuntik, una delle agenzie della propaganda che l’Unione europea ha chiuso per disinformazione dopo l’inizio della guerra. Mentre sui suoi canali social, in russo e in italiano, è ancora visibile il post in cui rilanciava un’intervista all’ex ambasciatore Sergio Romano. Questo il titolo: «L’Europa esca dalla Nato. Serve solo all’America»
(da La Stampa)
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Agosto 21st, 2024 Riccardo Fucile
MA LA PROCURA DI ROMA SMONTA IL CASO: NON RISULTA APERTO ALCUN FASCICOLO NEI CONFRONTI DELLA SORELLA D’ITALIA, NE’ CI SONO ESPOSTI DA CUI POTREBBE PARTIRE UN’INDAGINE
Alessandro Sallusti (Direttore de Il Giornale): “Qualcuno sta indagando, l’ipotesi è che Arianna Meloni abbia commesso dei reati attinenti al traffico di influenze sulle nomine pubbliche recenti. Questo mi risulta con certezza, come vada a finire lo seguiremo nelle prossime settimane”: il direttore del Giornale Alessandro Sallusti, che ha parlato della presunta inchiesta per traffico di influenze illecite, conferma che una «fonte autorevole» gli ha detto che qualcuno sta indagando la sorella della premier. Chi? Di certo non a Roma, ovvero la sede naturale di un’inchiesta del genere. Perché alla procura di piazzale Clodio non risulta alcun fascicolo aperto su di lei. E non sono arrivati esposti da cui potrebbe partire un’attività degli inquirenti.
Da una parte, la maggioranza che grida a un complotto della magistratura contro Arianna Meloni, sorella della premier. Dall’altra, il centro-sinistra che bolla la campagna mediatica avviata dal direttore del giornale Alessandro Sallusti come un’operazione di distrazione di massa per non parlare dei veri problemi del Paese.
Prosegue lo scontro politico acceso dal “caso Meloni”. Resta un punto fermo: alla Procura di Roma non risulta alcun fascicolo aperto nei confronti di Arianna Meloni. L’ipotesi di un’indagine nei suoi confronti per traffico d’influenze rilanciata da Sallusti resta un’ipotesi. Priva di fondamento. Né, come già raccontato da La Stampa, risultano esposti da cui potrebbe partire un’attività degli inquirenti.
(da agenzie)
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Agosto 21st, 2024 Riccardo Fucile
BERSANI NON INTENDE PAGARE LA MULTA E SI PRESENTERÀ DAVANTI A UN GIUDICE: “ANDRÒ FINO IN FONDO. VOGLIO ANDARE AL PROCESSO. LA MIA DOMANDA, IN FORMA SCHERZOSA, ERA E RESTA SOSTANZIALE”
«Sia chiaro che sulla querela del generale Vannacci andrò fino in fondo. Voglio andare al
processo». Pierluigi Bersani non arretra di un passo, anzi rilancia lo scontro a distanza con il neo europarlamentare della Lega, dopo che la Procura di Ravenna lo ha condannato per diffamazione. Sono state infatti ritenute offensive le parole pronunciate un anno fa, il 1 settembre 2023, sul palco della Festa dell’Unità di Ravenna nei confronti dell’ex generale.
In quell’occasione, intervistato dalla giornalista Francesca Schianchi, Bersani aveva così commentato il successo del libro “Il mondo al contrario”: «Ho letto solo i sommari ma quando leggi quelle robe lì pensi: sciogliamo l’esercito, sciogliamo le istituzioni e facciamo un grandissimo bar, il bar Italia, dove puoi dare dell’invertito a un omosessuale, puoi dare della fattucchiera a una femminista, puoi dare del negro a un nero».
E poi aveva concluso, tra gli applausi, con la frase finita nel mirino: «Mi resta una domanda: se in quel bar lì è possibile dare dell’anormale a un omosessuale, è possibile dare del coglione a un generale?». L’epiteto rivolto a Vannacci sarebbe stato considerato un insulto.
La ricostruzione della procura di Ravenna però che non piace a Bersani che in una nota postata sul social X spiega la sua posizione: «La mia domanda, ancorché in forma scherzosa ed evidentemente non diretta a offendere Vannacci ma a criticare le opinioni che esprime, era e resta vera e sostanziale: Se cioè qualcuno, per di più con le stellette, possa definire anormali degli esseri umani, racchiusi in una categoria, senza che questo venga considerato un insulto e non una constatazione. Se nell’anno di grazia 2024 si decidesse che è possibile ci sarebbe di che preoccuparsi».
Per questo dice «andrò fino in fondo». Bersani quindi non accetterà la multa ma si presenterà davanti a un giudice per far valere la sua posizione.
(da agenzie)
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Agosto 21st, 2024 Riccardo Fucile
RICORDA IL RIPETENTE CHE LITIGA CON IL PROFESSORE E PRETENDE DI AVER RAGIONE PERCHE’ HA CONOSCIUTO ALL’OSTERIA UNO CHE LA PENSA COME LUI
Bei tempi quando il voyeurismo nazionale dibatteva del giallo dell’estate, del calciomercato, delle ondate di caldo, delle ondate di freddo, di amorazzi dei vip, di corna e controcorna.
Ora la società è peggiorata e si dibatte su Roberto Vannacci. Farà un partito? Non lo farà? Lo farà nei giorni pari? Solo al giovedì? In che orari, esattamente? Ecco, prendere un piccolo elemento e guardare le mosche che ci girano intorno sembra il gioco di fine estate.
Chi lo fa per ego ipersviluppato, chi per difesa d’ufficio, chi per distrazione, tanto per non parlare di decine di miliardi da trovare nelle tasche degli italiani, segnatamente dei poveracci, da qui a qualche mese; oppure soltanto perché Vannacci è un caso mediatico, come i tutorial su come si sbuccia il mango o si cucina l’uovo sodo. Insomma, uno spettacolo modernissimo.
Nega il Salvini, ovvio, che già ha i suoi problemini con un partito in picchiata. Tra un’elegia per il suo mirabolante ponte e un video di istruzioni culinarie, è anni che sposta la Lega verso destra, più a destra della destra estrema di Giorgia, e ora vedere uno che mette la freccia e va più a destra ancora lo infastidisce non poco.
Di questo passo – sorpasso a destra dopo sorpasso a destra – avremo presto il partito di Gengis Khan, il club “amici di Pinochet”, il “Nosferatu fan club”, e quanto a “Hitler non era poi così male” ci siamo già quasi arrivati, basta aspettare.
Ma insomma, Vannacci. L’impressione è che sia un alunno di seconda media che gioca a fare Proust, surfando sul vocabolario, depistando significati e significanti, inneggiando alla “Decima” per poi dire che non era quella Decima là, invece sì, invece no. E ci pensano i suoi sodali e gerarchetti a spiegare il pensiero del capo: “Era uno dei più gloriosi reparti d’Italia”, dice un tale Filomeni, anche lui parà come il generale, che però tranquillizza tutti: “Se mi chiede se ci sarà un golpe le assicuro che non lo stiamo preparando”. Brividino, eh!
Ma andiamo con ordine. Il “movimento culturale” (ossignur, ndr) di Vannacci Roberto diventa un “movimento politico”, e questo è sempre il Filomeni.
Più criptico il generale (che Filomeni chiama “la nostra Bibbia”) che dice e non dice. Smentisce di voler fare un partito, ma poi racconta l’evoluzione del suo “popolo” (una parola su cui ci vorrebbe una moratoria di una decina d’anni): questo “movimento” che prima seguiva il generale, poi lo scrittore e ora segue il politico, “quindi sta cambiando la sua ragione sociale”. Bello. Cosa vuol dire? Niente, come quasi tutte le cose che dice Vannacci, ma senza l’eleganza sopraffina e democrista delle “divergenze parallele” o del vecchio caro politichese, più come il ripetente che litiga col professore e pretende di aver ragione perché ha conosciuto al bar uno che la pensa come lui. Poi dicono del populismo.
Intanto, è un duro lavoro, deve inventarsene una al giorno, chiamare “camerati” i suoi sodali – una parola che persino gli ex missini hanno dovuto ammorbidire in “patrioti” – o presentarsi come “attivista eterosessuale”, che fa ridere un bel po’, ma non come crede lui. Insomma, fare il Vannacci è un lavoraccio, perché parlare alla pancia del Paese sono buoni tutti, ma per la pancia costipata, coi crampi identitari, con spasmi ipernazionalisti, metà complottisti e metà razziali, ci vuole uno come lui, uno capace di parlar chiaro senza dire niente, un calembour vivente, una distrazione ambulante. Tipo quei tiktoker che “spaccano”: guarda come taglio le zucchine! Cinquemila follower! Me’ cojoni!
(da Il Fatto Quotidiano)
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Agosto 21st, 2024 Riccardo Fucile
IL RACCONTO DI UNA GUARDIA MEDICA NEL TARANTINO DOPO L’AGGRESSIONE SUBITA DA DUE GENITORI… LO SCONCIO DI UN GOVERNO CHE NON E’ CAPACE DI TUTELARE I MEDICI ESPOSTI ALLE VIOLENZE DI SELVAGGI
«Mi hanno chiamata stron** e put****. Mi dimetto per tutte le donne dottoresse in prima
linea come me». Sonia, 32 anni, decide di raccontare a Repubblica Bari la sua storia.
Lei, dottoressa specializzanda originaria di Manduria, impiegata per l’estate nel servizio di guardia medica a Maruggio, in provincia di Taranto, ha deciso di dire basta al camice dopo un episodio violento subito sul posto di lavoro.
Tra il 17 e il 18 agosto ha ricevuto un bambino accompagnato dai genitori, ma la coppia, originaria della provincia di Taranto, la ha aggredita, con strattoni e minacce di morte.
«Ho ricevuto una coppia che ha accompagnato il figlio di 8 anni. Sostenevano che avesse un corpo estraneo in un occhio e ho fatto presente che per questo serviva uno specialista che in quel momento non c’era»,, spiega al quotidiano. Davanti alle insistenze della coppia la giovane ha deciso di controllare comunque il bambino. Ma non ha visto nessun corpo estraneo nell’occhio.
A quel punto la situazione è degenerata. «Hanno iniziato a inveire contro di me – racconta – dandomi dell’incompetente e dicendomi che non era possibile che loro avessero visto il corpo estraneo e io no. Ho rimesso i guanti per ricontrollare ma il padre mi ha spinto via le mani, mi ha iniziato a dire ‘guarda, guarda’, aprendo l’occhio del bambino, che intanto piangeva».
«Mi ha detto “ringrazia che sei donna altrimenti ti avrei già massacrata di botte”»
«La madre mi si è scagliata contro – aggiunge – mi ha detto che ‘mi avrebbe fatto una faccia tanta’ e ha continuato a inveire arrivandomi a due centimetri dal naso». E il padre ha iniziato a strattonarla: «Mi ha detto ‘ringrazia che sei una donna altrimenti ti avrei già massacrata di botte’, ‘se ti vedo ti uccido’, mi ha chiamata ‘put…’ e ‘str…’».
«Mi è venuto un attacco di panico e mi sono chiusa a chiave nella stanza mentre il personale del 118 che aveva sentito le urla tentava di contenerli. Dopo una decina di minuti sono arrivati i carabinieri, ma loro si erano già allontanati», ha raccontato la dottoressa.
La coppia si era già presentata prima al pronto soccorso di Manduria e anche lì aveva ricevuto lo stesso giudizio dei medici. Nello stesso ospedale: «Mi hanno riscontrato un trauma distrattivo alla spalla destra e uno stato d’ansia reattiva allo spavento con una prognosi di cinque giorni. Anche ora sono molto frastornata. Ho picchi ipertensivi, mal di testa continui e uno stato di stress post traumatico».
E infine: «Mi dimetto a nome di tutte le donne. Di tutte le donne medico che lavorano alle tre di notte e non hanno la possibilità di avere il compagno vicino. Lo faccio per loro, per tutte noi. Dobbiamo essere tutelate, almeno avere una guardia giurata accanto. Il nostro è un mestiere nobile, a disposizione degli altri. Ma non possiamo rischiare in questo modo».
(da agenzie)
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Agosto 21st, 2024 Riccardo Fucile
IL MINISTRO DEGLI ESTERI SI SMARCA DAI SOVRANISTI: “UN BUON ITALIANO E’ CHI CREDE NELL’ITALIA, LA CONOSCE, LA DIFENDE”
Il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia Antonio Tajani dice che l’Italia è matura per lo ius scholae. E nega accordi sottobanco con il Partito Democratico.
«Ma mica ho sentito Schlein per fare un inciucio. Né lavoro ad un accordo sottobanco con il Pd. È solo quello che pensiamo, da sempre. È quello di cui ha bisogno il nostro Paese. Ragazzi, l’Italia è cambiata!», dice oggi in un’intervista a Repubblica.
«Sarà la mia educazione cristiana, ma per me non esistono differenze di colore o etnia. Un buon italiano è chi crede nell’Italia, la conosce, la difende. Quanti militari figli di stranieri ci sono nel nostro esercito? E poi gli atleti, le scuole in cui vanno i nostri figli. Il mondo cambia e continua a cambiare, svegliamoci», aggiunge.
E ancora: «Non c’è stata nessuna trasformazione di FI, lo Ius scholae lo voleva già Berlusconi. Neanche Ursula era nel programma di governo: noi l’abbiamo votata, Meloni e Salvini legittimamente no. Non è che cade il governo se abbiamo votato diversamente su von der Leyen o se portiamo avanti le nostre idee sulla cittadinanza». Che sono queste: «Non basterà essere iscritti. Servirà un percorso di studi completo. E tutto questo non ha nulla a che vedere con l’immigrazione illegale: mica diamo la cittadinanza ai clandestini, né parliamo di Ius soli . Parliamo dei figli di ucraini fuggiti dalla guerra o di chi lavora regolarmente dopo essere arrivato, magari con il decreto flussi».
(da agenzie)
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