Destra di Popolo.net

DOMANI INIZIA IL CONCLAVE E PER ORA A REGNARE È LA CONFUSIONE: IL FRONTE PROGRESSISTA HA TROPPI CANDIDATI E QUELLO CONSERVATORE NESSUNO, E I PORPORATI SI SENTONO SMARRITI

Maggio 6th, 2025 Riccardo Fucile

IL QUOTIDIANO SPAGNOLO “EL PAIS” : “LA CANDIDATURA DI PAROLIN HA COMINCIATO A LOGORARSI. NON CONVINCE NÉ I CONSERVATORI NÉ I RIFORMISTI. I SUOI SOSTENITORI E QUELLI DI ZUPPI SI DETESTANO FRATERNAMENTE. LE POSSIBILITÀ DEI CARDINALI ITALIANI SONO ESAGERATE DA UNA DISTORSIONE OTTICA DELLA STAMPA ITALIANA”

C’è qualcosa di anomalo in questo conclave che inizierà mercoledì, rispetto agli ultimi. Le categorie tradizionali che delineano due schieramenti, conservatori e progressisti, non sembrano funzionare per raccogliere consensi intorno a un candidato.
“Non si capisce dove stia andando il conclave”, hanno confessato diversi cardinali. Nel 2005 si trattava di essere con o contro Ratzinger, e nel 2013, con o contro Bergoglio. In entrambi i casi, il dilemma si chiarì rapidamente: in appena 24 ore (quattro e cinque scrutini rispettivamente). Questa volta potrebbe non essere così facile.
La confusione è dovuta anche alle tensioni di questo pontificato, che hanno aperto una frattura tra i due fronti e qualsiasi candidato evidente dell’altro schieramento perde automaticamente ogni possibilità.
D’altra parte, sono entrati in gioco altri fattori che frammentano il quadro generale. Nel conclave più numeroso e internazionale della storia, il più evidente è quello geografico: molti cardinali sono sconosciuti e ci sono molte visioni nuove. Il turbine di riforme di Francesco ha inoltre sconvolto la scacchiera dell’elezione del Pontefice, così come era stata conosciuta fino ad ora.
«Tutti i cardinali con cui parlo mi dicono la stessa cosa: siamo smarriti», racconta un prelato vaticano. «È una situazione molto complicata, è come entrare in una stanza piena di specchi», riassume Giovanni Maria Vian, storico ed ex direttore dell’Osservatore Romano. «È insolito che, due settimane dopo la morte del Papa, la sensazione che trasmettono i cardinali sia quella di non
conoscersi e di non avere ancora le idee chiare», conferma Alberto Melloni, storico esperto di storia dei conclavi.
«È un conclave più imprevedibile e complicato perché è più difficile immaginare quali alleanze si possano creare. Gli stessi cardinali creati da Francesco sono molto diversi da un Paese all’altro: è la Chiesa del terzo millennio, che è molto diversa da quella di Giovanni Paolo II o di Benedetto XVI», spiega Massimo Faggioli, professore del Dipartimento di Teologia e Scienze Religiose della Villanova University, a Filadelfia (Stati Uniti).
I cardinali europei sono il 39%, mentre nel 2013, quando fu eletto Francesco, erano il 52%. Tuttavia la grande paradosso è che, con più candidati non occidentali sul tavolo, l’incertezza generale ha causato un ripiegamento: la maggior parte dei papabili che si prendono in considerazione sono occidentali.
Francesco ha rotto altre consuetudini. Ha messo in secondo piano grandi diocesi alle quali fino ad ora spettava quasi automaticamente la porpora, per favorirne altre dove c’era semplicemente un vescovo che gli piaceva, vicino alla gente, impegnato nella comunità.
Questo fa sì che non ci sia nel conclave un cardinale di Parigi, Milano, Venezia, Praga o Los Angeles. E sì, invece, di Tonga, Haiti, Paraguay o Svezia, alcuni dei 15 nuovi Paesi entrati nella mappa del conclave.
La novità di un numero così alto di votanti non solo complica gli accordi, ma innalza anche l’asticella della maggioranza qualificata richiesta dei due terzi: 89 voti. Questa è una delle ragioni per cui si pensa che il conclave potrebbe essere più lungo, perché la dinamica degli scrutini fa sì che i voti si spostino verso i nomi che emergono, ma in questo caso quel travaso potrebbe essere più lento e laborioso.
Non si percepiscono due o tre grandi schieramenti come era tradizione, ma poiché non si conoscono tra loro, si tratta piuttosto di aggregazioni di piccoli gruppi. Si andrà verso una sorta di grande centro
In questo clima si ritiene che i cardinali più giovani, i meno esperti, seguiranno
il consiglio dei più anziani, ed è il motivo per cui, in un primo momento, sono apparsi come papabili i cardinali più conosciuti da tutti.
L’usura di Parolin
In questo panorama tanto confuso, è emerso un solo favorito solido: l’attuale segretario di Stato e numero due del Vaticano, Pietro Parolin. In linea di principio, rappresentava una via di mezzo in grado di compiacere tutti.
Nell’ultima settimana la candidatura di Parolin ha cominciato a logorarsi. Parolin incontra ostacoli. Non convince il settore conservatore, che continua a vederlo come un uomo di Bergoglio; né quello riformista, che non lo ritiene davvero tale, perché negli ultimi anni i rapporti con lui si erano raffreddati.
In questi giorni affiorano i rimproveri: si dice che non stia bene in salute — giovedì il Vaticano ha smentito che abbia avuto un mancamento —; è stato coinvolto nel caso Becciu (il cardinale a cui Francesco ha vietato l’ingresso in conclave); l’accordo segreto con la Cina, di cui è autore, è molto criticato. Anche la sua messa del giorno successivo al funerale non ha emozionato nessuno.
Beniamino Stella
Ma soprattutto ha suscitato allarme tra i più vicini a Francesco un sorprendente intervento durante la congregazione generale di Beniamino Stella, considerato uno dei padrini di Parolin. Stella, 81 anni, non entrerà in conclave, ma ha attaccato Bergoglio
Ai conservatori manca il candidato…
Il paradosso del settore più conservatore è che hanno molti leader e voci rispettate, come Müller, Dolan (il favorito di Trump), Burke, Sarah, ma non un candidato. Cioè, sanno che nessuno di loro può esserlo, perché risultano divisivi, ma non riescono a trovare un nome carismatico che possa attrarre consensi. Il nome emerso in questi giorni è quello dell’ungherese Peter Erdo, già papabile nel 2013, e si stima che raccolga una ventina di appoggi. Ma quando si descrivono le sue numerose qualità , si aggiunge sempre che
trasmette poche emozioni
… e i progressisti ne hanno troppi
Il problema del settore più riformista e vicino a Francesco è l’opposto di quello conservatore. Sono emersi molti candidati, personalità interessanti, e questo disperde i consensi: non sanno su quale carta puntare. Sono stati fatti molti nomi, ma sembrano rimanere in piedi solo alcuni, e non è chiaro quanti appoggi possano raccogliere in una prima votazione: il filippino Luis Antonio Tagle, già papabile nel 2013; l’italiano Matteo Zuppi, presidente dei vescovi del suo Paese; il maltese Mario Grech, braccio destro di Francesco nel Sinodo, iniziativa cruciale del pontificato; e il francese Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia. Al momento Aveline è il più quotato.
Le piccole fazioni: gli italiani e il partito della Curia
Tra i gruppi che tradizionalmente hanno avuto peso nei conclavi, e che il Papa probabilmente voleva ridimensionare, ci sono due classici: gli italiani e il cosiddetto partito della Curia, cioè gli alti funzionari del Vaticano.
I primi restano il gruppo nazionale più numeroso, anche se in calo negli anni. Erano 28 nel 2013, ora sono 17, più due che si trovano all’estero, tra cui uno dei favoriti, Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme. Tuttavia, si ripete un classico problema: sono divisi tra Parolin e Zuppi, i cui sostenitori si detestano fraternamente, con un terzo nome di riserva, appunto Pizzaballa. D’altra parte, la vaticanista Giovanna Chirri mette in guardia dalla distorsione ottica che la stampa italiana ha spesso offerto nei conclavi recenti, esagerando le possibilità dei cardinali italiani.
Per quanto riguarda il partito della Curia, può contare su 27 voti, rispetto ai 38 del 2013. Questo gruppo è il custode dell’ordine e vuole invertire le riforme di Francesco
Se giovedì 8 maggio, dopo pranzo e le due votazioni del pomeriggio, la fumata è nera, significa che il conclave si è bloccato. Bisognerà ricominciare da capo. Il giorno successivo, concordano gli esperti, è quando davvero può succedere di tutto. Si apre la possibilità della sorpresa.
Il possibile momento della sorpresa
Se i principali candidati, probabilmente quelli attualmente in campo, si annullano a vicenda, tutto diventerà imprevedibile, alla ricerca del consenso. Si potrebbe perfino ricorrere a qualcuno considerato giovane, come Pizzaballa, o a un candidato ora sconosciuto proveniente da un Paese dell’Asia o dell’Africa.
La grande domanda è se qualche nome sia riuscito a restare sommerso e mantenuto fuori dal radar, con il risultato — piuttosto frequente — che tutte le previsioni si rivelino ridicole una volta che tutto è finito. Non sembra che ci siano nomi nascosti, ma in questi giorni è frenetica l’attività di riunioni, cene e pranzi in residenze private, nei collegi nazionali dei cardinali, organizzati da porporati prestigiosi che muovono voti da ciascun settore.
Un sintomo sorprendente della sensazione di impasse è che a Roma si è arrivati perfino a parlare della possibilità di eleggere un cardinale che non si trova nella Cappella Sistina, con più di 81 anni, dato che in teoria qualsiasi credente adulto di sesso maschile può essere eletto Papa. Questi giorni favoriscono ogni tipo di elucubrazione, ma si fa riferimento, in particolare, all’americano Sean O’Malley, il frate che ha condotto la crociata contro la pedofilia, e a Christoph Schönborn, discepolo austriaco di Ratzinger, entrambi molto stimati.
Inigo Dominguez
per “El Pais”

argomento: Politica | Commenta »

UNA PENOSA ARRAMPICATA SUGLI SPECCHI: SUL CASO ALMASRI, IL GOVERNO PROVA A DIFENDERE L’INDIFENDIBILE

Maggio 6th, 2025 Riccardo Fucile

IL GOVERNO PROVA A DIFENDERE L’INDIFENDIBILE
DOPO 77 GIORNI, SOLO ALLA VIGILIA DELLA SCADENZA DEI TERMINI, PALAZZO CHIGI HA INVIATO ALLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE LA SUA MEMORIA DIFENSIVA PER SPIEGARE LA CLAMOROSA RICONSEGNA IN PATRIA DEL TORTURATORE LIBICO … IL FASCICOLO È FITTO DI RIFERIMENTI ALLE “PREROGATIVE” DEL MINISTERO DELLA DIFESA, ALLE “ANOMALIE” E AGLI “ERRORI” CHE SAREBBERO CONTENUTI NEL MANDATO D’ARRESTO – ORA L’ITALIA RISCHIA IL DEFERIMENTO AL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL’ONU

Ci sono voluti 77 giorni per ragionare sulla difesa, pesare le parole, consegnare quell’atto. Dal 18 febbraio, giorno in cui è arrivato l’“avviso” del procedimento della Corte Penale internazionale sulla clamorosa ri-consegna in patria di Njiiem Almasri, il governo italiano non era pronto il 17 marzo. Non ci è riuscito neanche il 22 aprile.
Ma alla terza proroga – a poche ore dal termine ultimo, che scadeva oggi – l’Italia deve fare il suo dovere. E ieri, come fa sapere Palazzo Chigi, trasmette alla Corte la memoria che dovrebbe servire a scongiurare il deferimento dell’Italia all’Assemblea degli Stati che aderiscono alla Cpi, o al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Così entra nel vivo l’inchiesta dell’Aja a carico di Roma per la clamorosa vicenda del torturatore libico, catturato in Italia su mandato d’arresto internazionale, e subito riportato a casa. Il generale Almasri, com’è noto, era stato bloccato dalla polizia a Torino il 19 gennaio, poi scarcerato dalla Corte di
Appello di Roma – per questioni procedurali legate alla negata interlocuzione del Guardasigilli – e infine rimpatriato, due giorni dopo, grazie a un volo di Stato. Il Falcon decolla da Roma, per riportarlo direttamente a Tripoli, ben prima della decisione dei giudici. E soprattutto: a dispetto di quanto disponga la Corte, non gli saranno toccati dispositivi, né altro materiale. Perché? Domande che, peraltro, sono anche alla base dell’inchiesta interna, che vede indagati, dinanzi al Tribunale dei ministri, la premier Meloni, e i ministri Nordio e Piantedosi, con il sottosegretario Mantovano.
Perché quel rimpatrio? Perché il mancato sequestro? Sono le risposte a cui la memoria, consegnata ieri, deve provare a rispondere. Il fascicolo sarebbe fitto di riferimenti alle «prerogative» del ministero, alla «correttezza» del governo, che non avrebbe potuto fare altro che prendere tempo rispetto a iniziali «anomalie » ed «errori» contenuti nel mandato d’arresto. Ecco, in sintesi, la tesi di Roma.
La ricostruzione non si discosterebbe dalle argomentazioni portate da Nordio nell’informativa al Parlamento: quando rivendicò la sua «discrezionalità», contrariamente a quanto sostenuto dai giuristi in base alla legge 237 del 2012, per la quale Roma era tenuta a cooperare: e quindi a consegnare il torturatore Almasri alla Cpi.
(da La Repubblica)

argomento: Politica | Commenta »

“I DAZI AMERICANI COLPIRANNO IL 97% DELLE ESPORTAZIONI DELL’UNIONE EUROPEA”. IL COMMISSARIO UE AL COMMERCIO, MAROS SEFCOVIC, AL PARLAMENTO EUROPEO ELENCA I DANNI DELLA GUERRA COMMERCIALE DI TRUMP: “LA SITUAZIONE NON È ACCETTABILE”

Maggio 6th, 2025 Riccardo Fucile

LANCIA UN AVVERTIMENTO A CHI PENSA DI CERCARE TRATTAMENTI DI FAVORE DAL “DAZISTA DELLA CASA BIANCA”: “NEI NEGOZIATI È PIÙ CHE MAI FONDAMENTALE L’UNITÀ” … A MELONI SARANNO FISCHIATE LE ORECCHIE?

Al momento ci sono “sei indagini in corso” da parte degli Usa sul fronte commerciale con gli Usa. “Nel 2024 gli Stati Uniti hanno riscosso circa 7 miliardi di euro di dazi sulle esportazioni dell’Ue. Si prevede che gli Stati Uniti potrebbero ora riscuotere fino a 100 miliardi di euro se le indagini in corso dovessero portare all’imposizione di tariffe.
E come sapete, proprio ieri abbiamo appreso di una possibile nuova tariffa del 100% sulla produzione cinematografica non statunitense”. Sarebbe colpito “il 97% delle esportazioni” Ue verso gli Usa. “Quindi credo che sarete d’accordo con me sul fatto che la situazione in sé non sia accettabile”. Lo ha detto il commissario Ue al Commercio Maros Sefcovic, parlando alla Plenaria del Pe.
Nei negoziati con gli Usa sui dazi “è più che mai fondamentale l’unità. Il nostro messaggio deve essere inequivoco”. Lo ha detto il commissario Ue al Commercio Maros Sefcovic parlando alla Plenaria del Pe. Sefcovic ha ricordato che “l’Ue e gli Stati Uniti rappresentano il 30% del commercio globale” ma “non dobbiamo dimenticare il restante e pertanto prosegue il lavoro di diversificazione”.
Sefcovic a riguardo ha ricordato l’accordo con il Mercosur e il partenariato lanciato con Sudafrica e Singapore. “Stiamo accelerando drasticamente i negoziati in corso con l’India, con l’Indonesia, con Filippine, Thailandia e Malesia. Abbiamo avviato i colloqui per l’Accordo di Libero Scambio con gli Emirati Arabi Uniti, un’iniziativa che credo possa fungere da forte catalizzatore per la nostra cooperazione con i Paesi della del Golfo”, ha aggiunto.
“Donald Trump è una minaccia per il mondo non solo sul fronte dei dazi: porta avanti un nazionalismo autoritario, non solo commerciale. Lui e i suoi partner di estrema destra non credono in un mondo basato sulla legge ma sulla legge del più forte”.
Lo ha detto la capogruppo dei socialisti e democratici, Iratxe Garcia Perez parlando in plenaria. “Noi dobbiamo difendere il modello europeo. l’Ue deve rispondere con forza a difesa dei suoi lavoratori. Serve fermezza, senza cedere a nessun ricatto. Dobbiamo ptrevedere sanzioni e oneri per le big tech che non rispettano le norme, penso anche all’esclusione delle imprese Usa dagli appalti europei. Il mondo non è solo composto da Trump, dobbiamo rafforzare gli accordi con gli altri partner”, ha concluso.
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

L’ABITO NON FA IL LOLLO

Maggio 6th, 2025 Riccardo Fucile

LOLLOBRIGIDA COLPISCE ANCORA: TRUMP VESTITO DA PAPA? CI SONO TANTI LEADER CHE VESTONO IN MODO STRANO

Quando avete bisogno di un massaggio all’umore, magari perché vi hanno appena detto che quel tizio alla Casa Bianca pensa di riaprire Alcatraz, basta andare su un motore di ricerca e digitare «Lollobrigida»: vi sentirete subito meglio. Ancora una volta il ministro dell’Agricoltura con delega alla Surrealtà ha toccato vette impareggiabili di nonsense. Gli chiedevano un commento sulla foto di Trump in versione Santo Padre e lui, anziché liquidare la faccenda con un moto di indignazione o di ilarità, ha risposto papale-papale: «Abbiamo visto leader di tante nazioni – dalla Cina, all’India, all’Africa – che vestono in tanti modi. Non condividiamo le loro scelte di abbigliamento, ma ragioniamo insieme di temi concreti».
Lo so, pensate che non possa averlo detto davvero. Invece c’è un video, e non sembra Intelligenza Artificiale. Si direbbe proprio Lollo al naturale. Un Lollo molto compreso nella parte, che mette sullo stesso piano i fotomontaggi irriverenti del presidente americano con la casacca grigia di Mao, l’abito tradizionale di Gandhi e la camicia a fiori di Mandela (oddio, ho appena dato altre idee a Trump). È talmente assurdo dovergli spiegare la differenza tra un costume tipico e una caricatura che preferisco ancora credere che la sua fosse una sottilissima forma di ironia. Ora non resta che chiudere il cerchio: una foto dello storico incontro tra Trump vestito da Papa e Lollo vestito da Lollo, mentre ragionano insieme di temi concreti.
(da corriere.it)

argomento: Politica | Commenta »

TRA LA SORBONA E MAR-A-LAGO

Maggio 6th, 2025 Riccardo Fucile

IL VERTICE EUROPEO A PARIGI PER PROMUOVERE L’ACCOGLIENZA DEI RICERCATORI AMERICATI IN FUGA DA TRUMP DISERTATO DALL’ITALIA PER NON “INIMICARSI” TRUMP IN NOME DI UNA POLITICA D’ACCATTO

Si sa che i francesi sono molto francesi, e dunque può anche darsi che il vertice europeo alla Sorbona per promuovere l’accoglienza dei ricercatori americani in fuga da Trump fosse un poco franco-centrico; tanto da spingere la ministra italiana dell’Università e della ricerca, Bernini, a disertare l’appuntamento, molto offesa.
Sta di fatto che il tema — la libertà di ricerca; l’autonomia delle università; e la libera circolazione dei dati nella comunità scientifica, che è transnazionale per definizione — è talmente rilevante che non esserci espone al sospetto di anteporre un problema minore (il bon ton tra i Paesi membri della Ue) al problema maggiore, che è organizzare una risposta europea, unitaria e forte, alla stretta censoria e nazionalista di Trump.
Il governo italiano è ampiamente sospettabile, tra Trump e l’Europa, di non avere scelto da che parte stare, nemmeno in quei casi nei quali è l’evidenza dei fatti a suggerire la parte giusta: nel momento in cui Trump sanziona Harvard e ogni altra realtà culturale non sottomessa, come fai a non schierarti?
L’illusione meloniana di una possibile mediazione conta sulla sopravvivenza del vecchio concetto di “occidente”: ma cosa c’è di occidentale, nella guerra di Trump contro Harvard e Columbia, nel suo bullismo plutocratico, nella sua violenza ideologica?
Se si ritiene insopportabile quel po’ di eterno sciovinismo francese, tanto da rifiutarsi di andare alla Sorbona nel nome dell’Europa, perché non dichiarare con franchezza che dell’Europa, il governo italiano, ha stabilito che si può fare a meno, e come sede prestigiosa dei summit di ogni ordine e grado basta e
avanza Mar-a-lago?
(da repubblica.it)

argomento: Politica | Commenta »

VARESE, VIKTOR ORBAN E LA VILLA VISTA LAGO DA 4,3 MILIONI DI EURO

Maggio 6th, 2025 Riccardo Fucile

SECONDO L’INCHIESTA DI “DOMANI” DIETRO L’ACQUISTO DA PARTE DI UNA SOCIETA’ UNGHERESE SCHERMATA CI SAREBBE DIRETTAMENTE ORBAN… 1000 METRI QUADRI, CON PISCINA, GIARDINO IMMENSO E PALESTRA… ORBAN NEGA E MINACCIA QUERELE

Ci sarebbe Viktor Orbán dietro l’acquisto di una grande villa con vista sul lago di Varese in Italia. Una magione di oltre mille metri quadrati, con un giardino immenso, piscina e palestra, dal valore di poco più di 4,3 milioni di euro. L’acquirente – riporta Domani, che ha trovato lo scoop – è una società ungherese che gestisce fondi di private equity, la «Influentia Kft», costituita solo 3 mesi prima della compravendita. Il nome del premier ungherese, in
carica dal 2010, nei documenti non comparirebbe mai (secondo la legge ungherese, i beneficiari del fondo possono mantenere segreta la loro identità).
Eppure, i tanti indizi raccolti dal quotidiano collegherebbero l’«Influentia» all’alleato in Europa di quella Lega che proprio a Varese è stata fondata.
Le rivelazioni sulla villa, rilanciate dai media ungheresi, hanno fatto infuriare lo stesso premier magiaro che su Facebook se la prende con la stampa. «Oggi la stampa delle fake news si è inventata che, oltre alle zebre, avrei anche una villa italiana. Győzike non basterà stavolta. Partono le azioni legali contro la stampa!», si legge sui social.
Gli atti
Sempre secondo Domani, il 28 dicembre 2023 è stato depositato il primo atto di vendita dell’immobile, firmato dalla «Praedium Property Kft». I soldi che quest’ultima versa come acconto (quasi 450mila euro) arrivano da un conto corrente che la società possiede presso l’istituto di credito controllato dal genere di Orbán.
Sette mesi dopo viene siglato il contratto di acquisto definitivo, ma da un’altra società ungherese. Si tratta, appunto, della «Influentia Kft». Ovvero, l’azienda che attualmente risulta proprietaria della villa a Varese. Il giorno stesso della vendita – rivela ancora il giornale – «Praedium» ha ceduto a «Influentia» il contratto preliminare e l’acconto già versato ai venditori.
La banca del genero di Orbán
Entrambe le società hanno il conto corrente presso la banca del genero del premier ungherese e fanno a capo alla stessa proprietà, la TripleHill, che gestisce fondi di private equity. L’azionista di maggioranza, e quindi proprietaria della magione sul lago di Varese, si chiama Renata Tiszolczi. È sempre lei – si legge negli atti della compravendita – l’amministratrice e la rappresentante legale di tutte e tre le società protagoniste dell’affare in Italia.
(da “Domani”)

argomento: Politica | Commenta »

UN ALTRO PAGLIACCIO SOVRANISTA: IN ROMANIA ORA GEORGE SIMION FA RETROMARCIA: “PUTIN E LA RUSSIA= SONO CRIMINALI”

Maggio 6th, 2025 Riccardo Fucile

E DOPO AVER CRITICATO L’UCRAINA E LA NATO ORA AFFERMA: “SONO PRO-NATO”… POI IL COLPO DI GRAZIA: “HO LA STESSA POLITICA DI MELONI IN ITALIA”: E ALLORA, POVERI ROMENI…

George Simion ha vinto il primo turno delle elezioni in Romania. Oggi in un’intervista al Corriere della Sera si definisce «l’unico candidato sovranista
Ma rispetto al suo predecessore escluso dalle elezioni Calin Georgescu è a favore della Nato. E dice che Vladimir Putin e la Russia sono dei criminali. «Avremo la stessa linea in politica estera dell’Italia. Adotteremo la stessa strategia di Giorgia Meloni», dice nel colloquio con Alessandra Muglia. Anche se sugli aiuti all’Ucraina si distingue: «Saremo nella stessa posizione solo se gli ucraini rispetteranno i diritti delle minoranze, perché abbiamo mezzo milione di romeni lì e loro non rispettano i loro diritti in materia di chiesa e scuola: cercheremo di imporlo alla parte ucraina».
Simion e la Russia
«Ma siamo sulla stessa lunghezza d’onda nel condannare la guerra di aggressione russa contro l’Ucraina. Sosteniamo una Nato forte e sosteniamo un’alleanza forte con l’amministrazione di Trump», precisa Simion. Che sta cercando un’alleanza con Victor Ponta, l’ex premier socialdemocratico diventato sostenitore radicale della «Romania first».
Simion è però contrario a ReArm Europe: «Per scopi militari abbiamo la Nato e non serve creare una nuova forma di alleanza militare». E aggiunge: «La Nato è vitale per la Romania, per la Polonia, per gli Stati baltici per via della Russia».
Perché Mosca «è un pericolo. Ma il pericolo più grande è avere due blocchi geopolitici separati, avere l’Unione europea e gli Stati Uniti come avversari. Il nostro obiettivo nell’Ecr (il gruppo europarlamentare dei Conservatori e riformisti a cui appartiene anche Fratelli d’Italia, ndr) e come presidente della Romania (se confermato al ballottaggio, ndr ) è mantenere unito il mondo libero, mantenere le relazioni transatlantiche, proprio come sostiene Giorgia Meloni».
L’Olocausto
Simion dice anche che l’Olocausto «è stata una delle più grandi tragedie della storia mondiale». E pensa di rendere la Romania di nuovo grande «investendo e concentrandoci sulla nostra economia, siamo sull’orlo del collasso. Dobbiamo ridurre le tasse. Dobbiamo tagliare la burocrazia. Abbiamo bisogno di una
riforma dello Stato».
Gli amici
Simion ringrazia Matteo Salvini, che si è complimentato con lui su X, e Giorgia Meloni, che ha sentito su Wahtsapp: «Mi consulto spesso con lei sulle nostre strategie politiche a livello di Ecr». E da Washington e Mosca ha «ricevuto un messaggio dal dipartimento Usa della Sicurezza Interna. Non ho rapporti con Mosca e non voglio averli perché li considero dei criminali».
Salvini è stato tra i primi a congratularsi ieri su Twitter, a spoglio ancora in corso… «Anche Giorgia Meloni si è complimentata su WhatsApp. Mi consulto spesso con lei sulle nostre strategie politiche a livello di Ecr».
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

GERMANIA, A SORPRESA FRIEDRICH MERZ NON OTTIENE LA MAGGIORANZA PER DIVENTARE CANCELLIERE. SI DOVRA’ VOTARE DI NUOVO

Maggio 6th, 2025 Riccardo Fucile

AVEVA IN TEORIA 12 VOTI DI VANTAGGIO SUL QUORUM RICHIESTO DI 316 HA OTTENUTO SOLO 310 VOTI

Il leader della Cdu Friedrich Merz non è riuscito a ottenere la maggioranza parlamentare necessaria per diventare cancelliere nel voto del Bundestag di martedì 6 maggio. Si tratta di una battuta d’arresto inaspettata per la sua nuova coalizione con i socialdemocratici di centro-sinistra. La Camera bassa del parlamento ha ora 14 giorni di tempo per eleggere Merz o un altro candidato cancelliere con la maggioranza assoluta.
Il blocco conservatore CDU-CSU di Merz ha vinto le elezioni nazionali a febbraio, ma con il 28,5% dei voti, ha bisogno di almeno un partner. Merz ha accettato di formare una coalizione con i socialdemocratici, che hanno ottenuto solo il 16,4%, il loro peggior risultato nella storia tedesca del dopoguerra.
Sei voti in meno
Stando all’articolo 63 della costituzione, il leader dell’Unione Cdu-Csu avrebbe dovuto ottenere almeno 316 voti, la maggioranza su 630 deputati. La maggioranza aveva 328 voti a disposizione, solo 12 in più rispetto a quelli necessari. In aula fra gli ospiti era presente la cancelliera Angela Merkel.
Al primo turno Merz ha ottenuto 310 voti mancando per sei la maggioranza indispensabile per diventare cancelliere. La situazione è inedita, e non è al momento chiaro quando ci sarà il secondo turno di votazione. La sessione è stata sospesa e aggiornata per consentire ai gruppi politici di consultarsi sui passi successivi. I voti contrari sono stati 307.
Cosa succede adesso§Secondo la Legge fondamentale, in particolare l’articolo 63, che contiene le regole per l’elezione del Cancelliere, spiega lo Spiegel, «se il candidato non viene eletto, il Bundestag può eleggere un Cancelliere entro 14 giorni dallo scrutinio con più della metà dei suoi membri».
E quindi: «Se Merz dovesse avere l’impressione di poter ottenere più successo in un secondo turno di votazioni rispetto al primo, potrebbe ricandidarsi in qualsiasi momento. Nell’arco di due settimane possono essere effettuate più schede con candidati diversi. Ma per essere eletti hanno bisogno anche della maggioranza assoluta di almeno 316 voti».
Secondo i calcoli dei media tedeschi a Merz sono mancati 18 voti dalle file della sua maggioranza. Per il leader dell’Unione hanno votato 310 parlamentari a favore, 307 contro, 3 si sono astenuti e un voto è risultato non valido.
Al momento non vi è ancora certezza su quando la plenaria sarà riconvocata, ma sembra certo che non sarà oggi stesso: alcuni media tedeschi ipotizzano si possa tornare a votare per il Cancelliere venerdì. A complicare la situazione,
come ricorda il Guardian, è il fatto che per indire una nuova seduta serve un voto procedurale con una maggioranza più ampia che dovrà quindi contare anche sull’ok di almeno qualcuno dei partiti di prevista opposizione (i Verdi, ad esempio). Formalmente, la Legge fondamentale della Germania (quanto di più simile alla Costituzione) indica che nel caso il candidato Cancelliere non ottenga la maggioranza assoluta nella prima fase di votazioni, se ne tenga una seconda entro 14 giorni. Non c’è limite al numero di votazioni possibili in questo “secondo round”, ma l’asticella – prescrive l’articolo 63.3 – resta quella della maggioranza assoluta (316 voti). Se neppure la seconda fase ha successo, il processo elettorale entra in una terza fase, in cui è sufficiente la maggioranza semplice per eleggere il nuovo Cancelliere. In questo caso però l’articolo 63.4 dice che il presidente della Repubblica non è tenuto a procedere con la nomina del Cancelliere, ma può anche decidere di sciogliere il Parlamento e riportare il Paese alle urne. Se Merz non dovesse farcela in altri successivi voti, comunque, si potrebbe profilare anche l’ipotesi di un nuovo candidato alla guida del Paese.
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

LA CERTIFICAZIONE DELL’ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA

Maggio 6th, 2025 Riccardo Fucile

IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO “SGANCIAMENTO” DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA, LA CINA, E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A “MAD VLAD” TUTTO E DI PIU’ NEI NEGOZIATI SULL’UCRAINA … IL TRUMPISMO HA COMPIUTO COSI’ UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE

Di Donald Trump resteranno solo le macerie. Al netto dei balletti di YMCA, dei fotomontaggi da Papa, dei saluti romani di Musk e delle bordate mediatiche a giudici e democrazia, sotto una superficie di mega-promesse e MAGA-annunci, resta lo spettacolo disgustoso dell’uomo che cerca di sovvertire la democrazia.
Come tutti i populisti, il tycoon, che tanto ha strepitato in campagna elettorale, promettendo una nuova età dell’oro degli Stati Uniti, si ritrova ogni giorno a sbattere il muso contro la realtà, con cui non ha molta confidenza
Il “dossier” su cui Trump si sta scornando, sotto gli occhi del mondo, è l’Ucraina: la sua promessa ad inizio mandato di chiudere la guerra in 24 ore è divenuta una macabra barzelletta. Sono passati cento giorni, e lo stesso “King Donald” ora è costretto ad ammettere che “forse la pace è impossibile: Putin
Zelensky si odiano troppo”.
Chissà che fine avrà fatto il Trump che ripeteva a pappagallo il punto di vista di Vladimir Putin? Avete notizie del Trump che scopriva nel tiranno che vuole inghiottire l’Ucraina in un impeto di nostalgia per l’Unione Sovietica, una “vittima” della Storia?
Vi ricordate il Trump che rilegittimava “Mad Vlad” come potenza mondiale incoronandolo con queste parole: “Ha subito una finta caccia alle streghe in cui hanno usato lui e la Russia”? E puntando il ciuffo pensile contro il “dittatore” Zelensky, sibilava: “Vedi l’odio che ha per Putin. È molto dura per me fare un patto con quel tipo di odio”.
A rendere ancora più evidente il quotidiano fallimento geopolitico di Trump sarà la presenza di Xi Jinping a Mosca, venerdì 9 maggio. Il presidente cinese sarà nella piazza Rossa per la tradizionale parata del Giorno della Vittoria, in cui la Russia celebra la sconfitta dei nazisti nella Seconda Guerra mondiale.
L’immagine del presidente cinese a braccetto con Putin sarà il più grande fallimento di Trump. L’obiettivo ultimo di ogni mossa partorita dal Caligola della Casa Bianca infatti, era sganciare la Russia dall’abbraccio mortale con il nemico numero uno degli Stati Uniti, la Cina.
Il Trombone ci ha provato in tutti i modi, seducendo “Mad Vlad” con ogni tipo di concessione: lo ha lodato, lo ha accontentato in ogni richiesta prima ancora di iniziare i negoziati, ha bullizzato Zelensky con il pestaggio mediatico allo Studio Ovale.
Nonostante tutto questo vergognoso brigare, cosa ha ottenuto da Putin? Una sonora pernacchia. Il boss russo se ne è fottuto delle chiacchiere del tycoon e oggi preferisce rimanere nell’”Asse del Male” insieme a Cina, Iran e puzzoni vari e avariati.
Del resto, il trumpismo senza limitisno al potere ha compiuto un miracolo geopolitico: il regime comunista di Pechino non è più il diavolo di ieri da bannare e sanzionare: oggi rischia di diventare la forza “stabilizzatrice” del
nuovo ordine globale. E la foto di Putin e Xi sancirà non solo la conferma della loro “amicizia”, ma anche il cialtronismo e l’inaffidabilità di Trump.
Non che ce ne fosse bisogno: già sui dazi, il tycoon ha dato mostra delle sue inesistenti capacità diplomatiche e politiche: prima ha annunciato i dazi reciproci a tutto il mondo nel grottesco “Liberation day”, arrivando a sbertucciare i leader che gli telefonavano per “baciargli il culo”, poi ha dovuto rinculare con lo stop di tre mesi, sull’onda del terrore dei mercati, con il dollaro che rischia di diventare carta straccia e le borse bollite in fricassea.
Trump ha dovuto rinculare su tutta la linea: ha mantenuto i dazi con la Cina, aumentandoli, ma esentando i prodotti tecnologici come gli smartphone di Apple (gli iPhone rischiavano di costare 3mila dollari).
Il suo obiettivo era riportare la produzione negli Stati Uniti, ma l’Idiota non ha fatto i conti che ricreare le catene produttive in America è quasi impossibile.
Difatti, per mettere su una fabbrica servono intorno ai sette anni, soprattutto per i prodotti di alta tecnologia. Aggiungere il costo del lavoro che è il doppio rispetto a quello fuori dagli Usa, più i sindacati che rompono le palle. Ma anche per la stessa forza lavoro, in Cina, in India, Taiwan, Corea del Sud etc., negli ultimi vent’anni, si è creata una classe operaia altamente specializzata, che non esiste in nessun altro paese del mondo.
E anche il “reshoring” (il ritorno “a casa” delle imprese) è un’utopia che dovrà fare i conti con la paraculaggine delle aziende. Apple, al massimo, sposterà l’assemblaggio degli iPhone in India, ma da lì il prossimo anno partirà “solo” il 50% dei cellulari destinati al mercato americano. Negli Stati Uniti, si continuerà a produrre zero (in Cina, tutto il resto del mercato mondiale)
Lo stesso è successo con le auto: Trump è stato costretto a togliere i dazi al Messico, Paese su cui si regge gran parte della componentistica dell’industria automobilistica Usa, realizzata a basso costo dal paese centroamericano. Con le tariffe, il costo delle auto e dei pick-up cari al popolo “Maga” sarebbero aumentati almeno del 20%
Quello che ignora Trump, nel suo sforzo di riportare l’industria manifatturiera americana ai fasti di un tempo, è che l’economia degli Stati Uniti, come quella britannica, da decenni esporta prevalentemente servizi.
Uno degli ultimi “beni manifatturieri” made in Usa sono le armi: quelle sì, potrebbero diventare un elemento negoziale nella trattativa con Bruxelles, che ha promesso a Trump di aumentare di almeno 50 miliardi gli acquisti dagli States.
La data da tenere d’occhio per capire dove andrà a parare il primo mentecatto di Washington sarà il vertice Nato dell’Aja del 24-26 giugno, a cui farà seguito poche ore dopo un dirimente Consiglio Europeo, dove l’Ue dovrà tirare le somme del suo rapporto con l’alleato americano, ormai sempre meno interessato ai destini del Vecchio Continente
(da Dagoreport)

argomento: Politica | Commenta »

Next Entries »
  • Destra di Popolo.net
    Circolo Genovese di Cultura e Politica
    Diretto da Riccardo Fucile
    Scrivici: destradipopolo@gmail.com

  • Categorie

    • 100 giorni (5)
    • Aborto (20)
    • Acca Larentia (2)
    • Alcool (3)
    • Alemanno (150)
    • Alfano (315)
    • Alitalia (123)
    • Ambiente (341)
    • AN (210)
    • Animali (74)
    • Arancioni (2)
    • arte (175)
    • Attentato (329)
    • Auguri (13)
    • Batini (3)
    • Berlusconi (4.297)
    • Bersani (235)
    • Biasotti (12)
    • Boldrini (4)
    • Bossi (1.223)
    • Brambilla (38)
    • Brunetta (83)
    • Burlando (26)
    • Camogli (2)
    • canile (4)
    • Cappello (8)
    • Caprotti (2)
    • Caritas (6)
    • carovita (170)
    • casa (247)
    • Casini (120)
    • Centrodestra in Liguria (35)
    • Chiesa (276)
    • Cina (10)
    • Comune (343)
    • Coop (7)
    • Cossiga (7)
    • Costume (5.592)
    • criminalità (1.404)
    • democratici e progressisti (19)
    • denuncia (14.536)
    • destra (573)
    • destradipopolo (99)
    • Di Pietro (101)
    • Diritti civili (276)
    • don Gallo (9)
    • economia (2.332)
    • elezioni (3.303)
    • emergenza (3.080)
    • Energia (45)
    • Esselunga (2)
    • Esteri (784)
    • Eugenetica (3)
    • Europa (1.314)
    • Fassino (13)
    • federalismo (167)
    • Ferrara (21)
    • Ferretti (6)
    • ferrovie (133)
    • finanziaria (325)
    • Fini (823)
    • fioriere (5)
    • Fitto (27)
    • Fontana di Trevi (1)
    • Formigoni (90)
    • Forza Italia (596)
    • frana (9)
    • Fratelli d'Italia (291)
    • Futuro e Libertà (511)
    • g8 (25)
    • Gelmini (68)
    • Genova (543)
    • Giannino (10)
    • Giustizia (5.795)
    • governo (5.805)
    • Grasso (22)
    • Green Italia (1)
    • Grillo (2.941)
    • Idv (4)
    • Immigrazione (734)
    • indulto (14)
    • inflazione (26)
    • Ingroia (15)
    • Interviste (16)
    • la casta (1.396)
    • La Destra (45)
    • La Sapienza (5)
    • Lavoro (1.316)
    • LegaNord (2.415)
    • Letta Enrico (154)
    • Liberi e Uguali (10)
    • Libia (68)
    • Libri (33)
    • Liguria Futurista (25)
    • mafia (544)
    • manifesto (7)
    • Margherita (16)
    • Maroni (171)
    • Mastella (16)
    • Mattarella (60)
    • Meloni (14)
    • Milano (300)
    • Montezemolo (7)
    • Monti (357)
    • moschea (11)
    • Musso (10)
    • Muti (10)
    • Napoli (319)
    • Napolitano (220)
    • no global (5)
    • notte bianca (3)
    • Nuovo Centrodestra (2)
    • Obama (11)
    • olimpiadi (40)
    • Oliveri (4)
    • Pannella (29)
    • Papa (33)
    • Parlamento (1.428)
    • partito del popolo della libertà (30)
    • Partito Democratico (1.034)
    • PD (1.192)
    • PdL (2.781)
    • pedofilia (25)
    • Pensioni (129)
    • Politica (34.330)
    • polizia (253)
    • Porto (12)
    • povertà (502)
    • Presepe (14)
    • Primarie (149)
    • Prodi (52)
    • Provincia (139)
    • radici e valori (3.690)
    • RAI (359)
    • rapine (37)
    • Razzismo (1.410)
    • Referendum (200)
    • Regione (344)
    • Renzi (1.521)
    • Repetto (46)
    • Rifiuti (84)
    • rom (13)
    • Roma (1.125)
    • Rutelli (9)
    • san gottardo (4)
    • San Martino (3)
    • San Miniato (2)
    • sanità (306)
    • Sarkozy (43)
    • scuola (354)
    • Sestri Levante (2)
    • Sicurezza (454)
    • sindacati (162)
    • Sinistra arcobaleno (11)
    • Soru (4)
    • sprechi (319)
    • Stampa (373)
    • Storace (47)
    • subappalti (31)
    • televisione (244)
    • terremoto (402)
    • thyssenkrupp (3)
    • Tibet (2)
    • tredicesima (3)
    • Turismo (62)
    • Udc (64)
    • Università (128)
    • V-Day (2)
    • Veltroni (30)
    • Vendola (41)
    • Verdi (16)
    • Vincenzi (30)
    • violenza sulle donne (342)
    • Web (1)
    • Zingaretti (10)
    • zingari (14)
  • Archivi

    • Settembre 2025 (288)
    • Agosto 2025 (669)
    • Luglio 2025 (671)
    • Giugno 2025 (573)
    • Maggio 2025 (591)
    • Aprile 2025 (622)
    • Marzo 2025 (561)
    • Febbraio 2025 (352)
    • Gennaio 2025 (640)
    • Dicembre 2024 (607)
    • Novembre 2024 (609)
    • Ottobre 2024 (668)
    • Settembre 2024 (458)
    • Agosto 2024 (618)
    • Luglio 2024 (429)
    • Giugno 2024 (481)
    • Maggio 2024 (633)
    • Aprile 2024 (618)
    • Marzo 2024 (473)
    • Febbraio 2024 (588)
    • Gennaio 2024 (627)
    • Dicembre 2023 (504)
    • Novembre 2023 (435)
    • Ottobre 2023 (604)
    • Settembre 2023 (462)
    • Agosto 2023 (642)
    • Luglio 2023 (605)
    • Giugno 2023 (560)
    • Maggio 2023 (412)
    • Aprile 2023 (567)
    • Marzo 2023 (506)
    • Febbraio 2023 (505)
    • Gennaio 2023 (541)
    • Dicembre 2022 (525)
    • Novembre 2022 (526)
    • Ottobre 2022 (552)
    • Settembre 2022 (584)
    • Agosto 2022 (585)
    • Luglio 2022 (562)
    • Giugno 2022 (521)
    • Maggio 2022 (470)
    • Aprile 2022 (502)
    • Marzo 2022 (542)
    • Febbraio 2022 (494)
    • Gennaio 2022 (510)
    • Dicembre 2021 (488)
    • Novembre 2021 (599)
    • Ottobre 2021 (506)
    • Settembre 2021 (539)
    • Agosto 2021 (423)
    • Luglio 2021 (577)
    • Giugno 2021 (559)
    • Maggio 2021 (556)
    • Aprile 2021 (506)
    • Marzo 2021 (647)
    • Febbraio 2021 (570)
    • Gennaio 2021 (605)
    • Dicembre 2020 (619)
    • Novembre 2020 (575)
    • Ottobre 2020 (639)
    • Settembre 2020 (465)
    • Agosto 2020 (588)
    • Luglio 2020 (597)
    • Giugno 2020 (580)
    • Maggio 2020 (618)
    • Aprile 2020 (643)
    • Marzo 2020 (437)
    • Febbraio 2020 (593)
    • Gennaio 2020 (596)
    • Dicembre 2019 (542)
    • Novembre 2019 (316)
    • Ottobre 2019 (631)
    • Settembre 2019 (617)
    • Agosto 2019 (639)
    • Luglio 2019 (654)
    • Giugno 2019 (598)
    • Maggio 2019 (527)
    • Aprile 2019 (383)
    • Marzo 2019 (562)
    • Febbraio 2019 (598)
    • Gennaio 2019 (641)
    • Dicembre 2018 (623)
    • Novembre 2018 (603)
    • Ottobre 2018 (631)
    • Settembre 2018 (586)
    • Agosto 2018 (362)
    • Luglio 2018 (562)
    • Giugno 2018 (563)
    • Maggio 2018 (634)
    • Aprile 2018 (547)
    • Marzo 2018 (599)
    • Febbraio 2018 (571)
    • Gennaio 2018 (607)
    • Dicembre 2017 (579)
    • Novembre 2017 (634)
    • Ottobre 2017 (579)
    • Settembre 2017 (456)
    • Agosto 2017 (368)
    • Luglio 2017 (450)
    • Giugno 2017 (468)
    • Maggio 2017 (460)
    • Aprile 2017 (439)
    • Marzo 2017 (480)
    • Febbraio 2017 (420)
    • Gennaio 2017 (453)
    • Dicembre 2016 (438)
    • Novembre 2016 (438)
    • Ottobre 2016 (424)
    • Settembre 2016 (367)
    • Agosto 2016 (332)
    • Luglio 2016 (336)
    • Giugno 2016 (358)
    • Maggio 2016 (373)
    • Aprile 2016 (307)
    • Marzo 2016 (369)
    • Febbraio 2016 (335)
    • Gennaio 2016 (404)
    • Dicembre 2015 (412)
    • Novembre 2015 (401)
    • Ottobre 2015 (422)
    • Settembre 2015 (419)
    • Agosto 2015 (416)
    • Luglio 2015 (387)
    • Giugno 2015 (397)
    • Maggio 2015 (402)
    • Aprile 2015 (407)
    • Marzo 2015 (428)
    • Febbraio 2015 (417)
    • Gennaio 2015 (434)
    • Dicembre 2014 (454)
    • Novembre 2014 (437)
    • Ottobre 2014 (440)
    • Settembre 2014 (450)
    • Agosto 2014 (433)
    • Luglio 2014 (437)
    • Giugno 2014 (392)
    • Maggio 2014 (392)
    • Aprile 2014 (389)
    • Marzo 2014 (436)
    • Febbraio 2014 (386)
    • Gennaio 2014 (419)
    • Dicembre 2013 (367)
    • Novembre 2013 (395)
    • Ottobre 2013 (447)
    • Settembre 2013 (433)
    • Agosto 2013 (389)
    • Luglio 2013 (390)
    • Giugno 2013 (425)
    • Maggio 2013 (413)
    • Aprile 2013 (345)
    • Marzo 2013 (372)
    • Febbraio 2013 (293)
    • Gennaio 2013 (361)
    • Dicembre 2012 (364)
    • Novembre 2012 (336)
    • Ottobre 2012 (363)
    • Settembre 2012 (341)
    • Agosto 2012 (238)
    • Luglio 2012 (328)
    • Giugno 2012 (288)
    • Maggio 2012 (258)
    • Aprile 2012 (218)
    • Marzo 2012 (255)
    • Febbraio 2012 (247)
    • Gennaio 2012 (259)
    • Dicembre 2011 (223)
    • Novembre 2011 (267)
    • Ottobre 2011 (283)
    • Settembre 2011 (268)
    • Agosto 2011 (155)
    • Luglio 2011 (210)
    • Giugno 2011 (264)
    • Maggio 2011 (273)
    • Aprile 2011 (248)
    • Marzo 2011 (255)
    • Febbraio 2011 (234)
    • Gennaio 2011 (253)
    • Dicembre 2010 (237)
    • Novembre 2010 (187)
    • Ottobre 2010 (159)
    • Settembre 2010 (148)
    • Agosto 2010 (75)
    • Luglio 2010 (86)
    • Giugno 2010 (76)
    • Maggio 2010 (75)
    • Aprile 2010 (66)
    • Marzo 2010 (79)
    • Febbraio 2010 (73)
    • Gennaio 2010 (74)
    • Dicembre 2009 (74)
    • Novembre 2009 (83)
    • Ottobre 2009 (90)
    • Settembre 2009 (83)
    • Agosto 2009 (56)
    • Luglio 2009 (83)
    • Giugno 2009 (76)
    • Maggio 2009 (72)
    • Aprile 2009 (74)
    • Marzo 2009 (50)
    • Febbraio 2009 (69)
    • Gennaio 2009 (70)
    • Dicembre 2008 (75)
    • Novembre 2008 (77)
    • Ottobre 2008 (67)
    • Settembre 2008 (56)
    • Agosto 2008 (39)
    • Luglio 2008 (50)
    • Giugno 2008 (55)
    • Maggio 2008 (63)
    • Aprile 2008 (50)
    • Marzo 2008 (39)
    • Febbraio 2008 (35)
    • Gennaio 2008 (36)
    • Dicembre 2007 (25)
    • Novembre 2007 (22)
    • Ottobre 2007 (27)
    • Settembre 2007 (23)
  • Maggio 2025
    L M M G V S D
     1234
    567891011
    12131415161718
    19202122232425
    262728293031  
    « Apr   Giu »
  • Leggi gli ultimi articoli inseriti

    • ARMI, VIDEOGAME E IDEOLOGIA DI DESTRA: COSA SAPPIAMO SULL’UOMO CHE HA SPARATO A CHARLIE KIRK
    • I SOCIAL MEDIA STANNO DEVASTANDO L’AUTOSTIMA DEI RAGAZZINI: CIRCA L’80% DEGLI ADOLESCENTI SI VERGOGNA DEL PROPRIO CORPO E PROVA RABBIA PER COME E’ FATTO
    • LA RAI TROVA UNO STRAPUNTINO PERSINO PER I MELONIANI DI COMPLEMENTO: L’84ENNE LUCIANO VIOLANTE, MOLTO VICINO AL SOTTOSEGRETARIO MANTOVANO, HA DEBUTTATO, SU RAI2, NELLA TRASMISSIONE DI DIACO “BELLAMA’”: SARÀ LUI TUTTI I VENERDÌ A TENERE MEZZ’ORA DI LEZIONE DI EDUCAZIONE CIVICA
    • ALLARME ROSSO NELLA LEGA: IL CARROCCIO RISCHIA IL CROLLO DI CONSENSI ALLE REGIONALI: DEI 20 ELETTI INCASSATI ALLE ULTIME REGIONALI TRA MARCHE, CALABRIA E TOSCANA, OGGI POTREBBERO SALVARSENE 8, NEL MIGLIORE DEI CASI
    • “L’OMICIDIO DI CHARLIE KIRK? SIAMO GIÀ IN UNA SORTA DI GUERRA CIVILE FREDDA, UNA CORROSIONE DELLA FIDUCIA E DELL’EMPATIA”
    • L’UE SI FA IL SUO “SCUDO SPAZIALE” : “L’OCCHIO DI ODINO” È IL PIANO DELL’UNIONE EUROPEA PER PROTEGGERE I CIELI DALLA MINACCIA RUSSA DI MISSILI E DRONI
  • Commenti recenti

    • Log In

      • Accedi
      • Feed dei contenuti
      • Feed dei commenti
      • WordPress.org
    • Credits: G.I





    Usiamo i cookie anche di terze parti autorizzate. Continuando a navigare su questo sito, acconsenti al loro impiego in conformità alla nostra Cookie Policy.
    PreferenzeCONTINUA
    Manage consent

    Privacy Overview

    This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
    Necessary
    Sempre abilitato
    Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. These cookies ensure basic functionalities and security features of the website, anonymously.
    CookieDurataDescrizione
    cookielawinfo-checbox-analytics11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics".
    cookielawinfo-checbox-functional11 monthsThe cookie is set by GDPR cookie consent to record the user consent for the cookies in the category "Functional".
    cookielawinfo-checbox-others11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Other.
    cookielawinfo-checkbox-necessary11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary".
    cookielawinfo-checkbox-performance11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance".
    viewed_cookie_policy11 monthsThe cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin and is used to store whether or not user has consented to the use of cookies. It does not store any personal data.
    Functional
    Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
    Performance
    Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
    Analytics
    Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
    Advertisement
    Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.
    Others
    Other uncategorized cookies are those that are being analyzed and have not been classified into a category as yet.
    ACCETTA E SALVA