VI SVELIAMO PERCHE’ LA CIFRA DI 12 MILIARDI PER RISARCIRE I DANNI DEL TERREMOTO E’ ESAGERATA
SPARARE 12 MILIARDI SERVE FORSE A GIUSTIFICARE QUALCHE TASSA, MA LA REALTA’ E’ DIVERSA… I DANNI SONO POCO PIU’ DELLA META’ E NON TUTTI ANDREBBERO RISARCITI… LE IMPRESE DI PUBBLICA UTILITA’ E LE GRANDI AZIENDE PAGHINO DI TASCA LORO, PERCHE’ DEVE PAGARE LO STATO?
Secondo le affermazioni del ministro degli Interni, Roberto Maroni, rese a Ballarò, per risarcire i danni provocati dal terremoto, lo Stato dovrà affrontare una spesa di 12 miliardi di euro, spalmati nei prossimi tre-quattro anni.
Cifra ipotetica, non suffragata ovviamente da calcoli precisi, temiamo buttata un po’ lì ad arte, onde giustificare i provvedimenti straordinari allo studio.
Essendo pignoli di natura, abbiamo letto vari pareri di esperti anche di area centrodestra e non solo, arrivando alla conclusione che la cifra è sballata.
Se anche lo Stato si mettesse a risarcire tutti (e non dovrebbe essere così, poi vi spieghiamo il perchè), la cifra realista dovrebbe fermarsi sui 7 miliardi di euro. Ma in realtà sarà ancora più bassa. Primo ragionamento: poniamo che le abitazioni distrutte siano 20.000 e riguardino 60.000 persone sulle 100.000 censite nell’area terremotata. E stiamo larghi.
Il costo per metro quadro nell’edilizia residenziale è di 1.000 euro al metro quadro, aumentiamole del 20% per l’adeguamento alle norme antisismiche e arriviamo a 1.200 euro a mq. Per 20.000 alloggi da costruire ex novo la spesa sarà di 2 miliardi.
Poichè il 40% del patrimonio immobiliare di una città è destinato a esercizi commerciali, uffici pubblici e privati, botteghe artigiane e imprese industriali, aggiungiamo la cifra di 1,5 miliardi di euro per sovvenzionare la ricostruzione di anche questi. E siamo a 3,5 miliardi di euro.
Le infrastrutture pubbliche degli enti locali ( strade, fognature, trasporti urbani) e le imprese di pubblica utilità (elettricità , acqua, telecomunicazioni, ferrovie e autostrade) incidono statisticamente per circa un terzo, rispetto all’edilizia civile e produttiva.
Quindi per sovvenzionare e risarcire anche questa ricostruzione si deve prevedere 1,5 miliardi. E il totale sale a 5 miliardi di euro.
Mettiamo adesso tutti gli altri costi. Le entrate perdute dagli enti locali dell’area terremotata e quelle perdute dallo Stato e dall’Inps per imposte dirette e contributi sono state calcolate in 800 milioni. Gli aiuti ai 40.000 sinistrati: 600 euro di media al mese per 20 mesi fanno circa 500 milioni.
Il costo dei soccorsi: 10.000 euro mensili per persona addetta agli interventi, comprensivo di retribuzione, materiali, attrezzature, spese fuori sede, per 2.000 persone per 2 anni. Altri 500 milioni.
Aggiungiamo 200 milioni di euro per interventi ai beni culturali. Arriviamo a un totale di 7 miliardi di euro. E stando larghi.
Ma occorre poi fare una valutazione. Una parte dei danni riguardano le imprese di pubblica utilità , come i telefoni, il gas, l’elettricità , l’Anas, le Ferrovie, le Poste.
Perchè mai queste imprese dovrebbero essere indennizzate dallo Stato, anzichè finanziare la ricostruzione con i propri soldi ?
Perchè i danni alle banche e alle assicurazioni dovrebbero pagarli i contribuenti?
Certe imprese private che hanno subito il crollo per incuria e che non hanno mai adottato le misure antisismiche perchè non dovrebbero pagarsi da soli la ricostruzione del loro stabilimento, invece che succhiare soldi allo Stato?
Anche per gli edifici di proprietà privata occorrerebbe essere cauti prima di indennizzare proprietari e costruttori che non li hanno mesi a norma e verificare caso per caso.
Prima si analizzi il tipo di cemento che è stato usato e che misure antisismiche hanno preso i costruttori e poi li si indennizzi.
Occorre insomma distinguere tra ciò che compete allo Stato e quello che tocca ad altri, fermo restando l’aiuto alle vittime del terremoto.
E’ l’ora di finirla di pagare a fondo perso chi non lo merita o magari chi ci fa pure la cresta.
Sulla base dei ragionamenti che abbiamo fatto in realtà i 7 miliardi si ridurrebbero alla metà se altri soggetti onorassero le spese di loro competenza, al massimo si arriverebbe a 4 miliardi di euro come spesa reale.
Ovvero un terzo di quella di cui si parla in queste ore.
Ma forse fa comodo così a qualcuno. In realtà basterebbe rinunciare o al ponte sullo Stretto o all’acquisto di alcuni aerei sofisticati ( 6 miliardi di spesa prevista per ciascuno) e il problema del terremoto sarebbe bello e risolto.
Anche se noi ritorniamo fino alla nausea ai miliardi che i gestori delle slot machine devono allo Stato: esiste una sentenza della Corte dei Conti che li condanna a pagare 92 miliardi, ma tutti fanno finta di nulla… E’ l’Italia bellezza.
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