A MASSA SCONTRI TRA LE RONDE DEGLI IMBECILLI
LE DESTRA DI STORACE SAREBBE MEGLIO ANDASSE IN GIRO A DISTRIBUIRE AIUTI AI BARBONI E AI POVERI… IN POLITICA O SI E’ SOCIALI O SI E’ REAZIONARI, SI DECIDANO… INVECE CHE SMASCHERARE L’INEFFICIENZA DI MARONI, GLI TENGONO LO STRASCICO… A SINISTRA I NOSTALGICI DEGLI OPPOSTI ESTREMISMI CHE FANNO COMODO A CHI COMANDA.… MA QUANDO SI DIVENTERA’ MAI MAGGIORENNI?
Due arresti, tre fermati, cinque agenti in infermeria, due ore di blocco alla stazione ferroviaria di Massa Carrara: questo il bilancio di uno scontro tra quelle che i media hanno definito “ronde di destra” e “ronde di sinistra”, un preludio di quanto andrà ad accadere in autunno in molte nostre città e che dimostra l’insensatezza delle norme contenute nel decreto sicurezza, dove si demanda non allo Stato, ma ad organizzazioni private, il “pattugliamento” delle strade, un aborto giuridico e un suicidio politico.
A Massa si sono fronteggiati da un lato le ronde autogestite de “La Destra” di Storace chiamate molto intelligentemente, per passare inosservate, SSS (soccorso sociale e sicurezza) che pare da qualche giorno pattugliassero autonomamente la città , dall’altro i giovani aderenti ai Carc (Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo) e all’Asp (Associazione solidarietà proletaria) che si erano radunati per la loro festa nazionale al parco Ugo Pisa.
Sono volate sedie, bottiglie e qualche sasso in prossimità di un bar, poca roba in fondo, se non fosse per il blocco alla stazione ferroviaria attuato dagli “antifascisti” che ha creato disagi ai viaggiatori e per l’assedio alla caserma dei carabinieri da parte dei giovani di sinistra per chiedere la liberazione dei due arrestati per resistenza a pubblico ufficiale, istigazione a delinquere e lesioni.
Il fatto ci è utile per esprimere qualche considerazione che riguarda l’appartenenza al nostro mondo politico, definibile per sintesi di destra.
Fermo restando la buona fede dei ragazzi di Massa, non abbiamo remore a definire quella operazione politica “la ronda degli imbecilli”. Per due ragioni.
Intanto uno che milita a destra dovrebbe avere nel proprio Dna culturale la concezione dello Stato, da cui deriva che “alla sicurezza dei cittadini deve provvedere lo Stato”. Punto. Non ci sono scorciatoie, se uno si sente il giustiziere della notte si faccia curare il cervello.
Se poi ci si definisce, come in maniera incoerente fa la Destra di Storace, saltellando tra sociale e posizione reazionarie, una “destra sociale”, non si va a pattugliare le strade come gli sceriffi leghisti alla ricerca dell’extracomunitario, ma ci si impegna nella solidarietà sociale.
Quindi girino muniti di panini, bibite calde, aiuti ai barboni e alle persone in difficoltà , altrimenti stiano a casa a dormire e non sputtanino un’area ideale e politica seria.
In secondo luogo si tratta di una scelta strategica completamente sbagliata: la Destra di Storace sta all’opposizione e non deve tenere lo strascico al Governo.
Semmai dovrebbe evidenziare le contraddizioni del centrodestra e porvi rimedio, non scimmiottare i leghisti, ma ridicolizzarli.
Si è mai vista in Italia la farsa di un ordine pubblico demandato a gruppi privati, in quanto lo Stato non è in grado di garantirlo, e contemporaneamente vedere seduto al Ministero degli Interni un loro esponente, evidentemente incapace di guidarlo?
Ma come si fa a essere così imbecilli da non capire che è lì che bisogna incidere, erodere e mettere all’angolo chi predica sicurezza e non è all’altezza di assicurarla?
Una posizione coerente pagherebbe se sapesse essere documentata, incalzante, intelligente.
Invece no, si fanno gli imitatori di una corte di pessime comparse, dimostrando a destra un vuoto culturale e strategico tremendo, sia tra chi fa parte del governo che tra chi ne sta fuori ( per ora).
Per chi si identifica in una “destra sociale” nulla di più lontano vi può essere di una concezione politica che premia l’egoismo, una visione edonistica della vita, la mancanza di solidarietà , la divisione tra italiani, l’etica dello sfruttamento, la molla esclusiva del denaro per ogni azione.
Una visione chiusa di chi pensa solo a sè stesso, prima alla propria regione, poi alla propria provincia, poi al proprio comune, quindi al proprio quartiere, poi al proprio condominio, poi al proprio ballatoio… fino a spararsi un colpo, nel timore che un ladro possa forzare la sua porta di casa.
Dall’altro lato abbiamo i sopravvissuti di sinistra, nostalgici di quello che non hanno neanche vissuto, incapaci di confrontarsi con il mondo, chiusi nelle presunte certezze di un’ideologia fallimentare.
Contro il sistema, ma funzionali ad esso, ricettacolo di emarginati che giustificano quegli “opposti estremismi” su cui in Italia certi governi hanno campato decenni.
Una scelta altrettanto imbecille quella dell’antifascismo, come se i problemi del Paese si risolvessero dandosi due seggiolate tra 40 giovani di opposte idee ( e pure purtroppo confuse).
Mentre scivolano via le decisioni dei “soliti noti”, mentre una generazione continua a vivere intorpidita dall’alcol del sabato sera, mentre i miti si mettono sulle magliette ma non si studiano, non si leggono libri e non “si vivono” gli ideali.
Vittime anch’essi della globalizzazione.
Ma quando destra e sinistra diventeranno mai maggiorenni anche in Italia?
Magari le seggiole invece che darsele in testa, sarebbe meglio usarle per sedersi intorno a un tavolo, guardarsi negli occhi e scambiare qualche idea.
Sicuramente ne uscirebbero di migliori di quelle che ci propina il governo di turno.
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