AD ASSISI SALVINI NON SFONDA
VIAGGIO NEL PAESE DI SAN FRANCESCO CHE FA ARGINE ALL’ASSALTO RAZZISTA… UN ELETTORE DI SALVINI ALLE EUROPEE: “VOTERO’ BIANCONI PERCHE’ CONOSCO I CANDIDATI DI SALVINI, IMMAGINO COSA COMBINEREBBERO”
Il lupo di San Francesco oggi è Salvini ma questa volta il Santo non vuole ammansirlo, bensì tenerlo fuori dalla città .
E allora chi lo avrebbe mai detto che Assisi, il centro di spiritualità le cui pietre costituiscono un sito inserito nella lista del Patrimonio mondiale, potesse finire al centro di uno scontro politico.
Assisi, in verità , è anche uno dei più solidi avamposti politico culturali che si ritrova ogni anno agli incontri del Cortile di San Francesco, un appuntamento che rafforza l’autorità dell’attuale pontifice, che trova così in Assisi la sua Stalingrado nella battaglia contro il sovranismo.
Eppure dentro il Sacro Convento aspettano in silenzio le elezioni di domenica, dove la destra a trazione salviniana, guidata dalla senatrice leghista Donatella Tesei tenta il colpaccio ai danni di un centrosinistra che ha siglato un patto con i cinquestelle riproponendo l’alleanza di Palazzo Chigi con in testa alla coalizione l’imprenditore di Norcia, Vincenzo Bianconi.
“Benvenuti ad Assisi, città della Pace”, si legge prima di entrare ad Assisi. E dopo cento metri la frase si può rileggere: “Benvenuto ad Assisi, città della pace”.
Ed è come se questa affermazione voglia tenere a distanza di sicurezza quel “diavolo” di Matteo Salvini, il Capitano leghista che da settimane consuma ogni piazza di questo regione rossa, che nel giro di pochi anni si è trasformata in un fortino di centrodestra.
La coalizione guidata da Salvini già governa a Terni, Todi, Perugia, Foligno, Orvieto, Umbertide.
Alle Europee dello scorso maggio qui il Carroccio ha sfiorato il 40 per cento.
Ma Assisi è un’altra cosa, confida al telefono Stefania Proietti, sindaco civico della città di San Francesco, sostenuta dal Partito democratico: “Assisi — si sgola — non l’ha visto mai Salvini”.
E forse verrebbe da dire non lo vuole vedere.
“Credo — insiste – non verrà più visto che ormai la campagna elettorale sta per finire. Ecco, l’ondata salviniana la stanno vivendo altri”.
Proietti assicura di non avere mai incontrato il leader del Carroccio, nè pubblicamente, nè privatamente. Quasi se ne vanta: “No, no”, risponde alla domanda. Ed è un modo di dissimulare che si registra attraversando le vie limitrofe al Sacro Convento.
Una direttrice di un istituto, ad esempio, entra in un bar e a un amico sussurra: “Sono abbastanza terrorizzata perchè Salvini è un incubo”. Incubo e diavolo, siamo oltre il Lupo.
E in via San Francesco persino il proprietario di un bar che alle europee ha votato per il leader del Carroccio, ora per il match delle regionali dice no alla destra in maniera forte e chiara. E perchè? “Io sono un elettore di Matteo ma voterò per il centrosinistra, voterò per Vincenzo Bianconi. E sa perchè? Perchè la sinistra, al netto di tutto, a livello locale, regionale, sa governare. Funziona tutto in questa regione. Conosco gli amministratori di Salvini qui e posso solo immaginare cosa combinerebbero. Spero solo e soltanto che il Signore e San Francesco ci proteggeranno”.
E sempre di Assisi è Claudio Ricci, colui che alle regionali del 2015, sempre da civico moderato, ma sostenuto dalle sigle del centrodestra, sfidò Catiuscia Marini.
Ora Ricci, ingegnere trasportista con una lunga esperienza nell’amministrazione — è stato al comune di Assisi per lunghi 19 anni come vicesindaco e sindaco — gioca a fare il terzo incomodo, il guastafeste
per arginare la destra a trazione salviniana. Ricci infatti si candida in solitudine con l’appoggio di tre liste civiche. “Ma altro che terzo incomodo, io sono molto di più. Chi come me è molto noto avrà un ottimo risultato”, sorride prima di sciorinare un lungo programma di governo che va dall’eliminazione delle spese superflue “da destinare allo sviluppo” alla diminuzione dell’Irpef.
Più crescerà la percentuale di Ricci, più scenderà quella della Tesei, è l’assioma che ripetono ai piedi della Basilica di San Francesco. “Perchè Ricci, da moderato, toglierà voti a Forza Italia e alla Lega”.
Qui impazza una tradizione moderata.
Qui Silvio Berlusconi, che nel 1994 nessuno voleva riceverlo, si è presentato ieri per far visita ai francescani e gli ha sussurrato: “Stiamo cercando di portare Salvini al centro. Questa è la manovra”. Qui c’è il sospetto che un pezzo di partito democratico – che è uscito dal Nazareno dopo l’inchiesta sulla sanità starebbe votando – stia facendo sotto traccia campagna elettorale per la candidata Tesei. Impazzano i veleni e le veline, ma l’unica cosa certa resta Assisi. Con i suoi riti, le sue preghiere, i suoi silenzi. “Benvenuti ad Assisi, città della pace”.
E argine al sovranismo salvianiano.
(da agenzie)
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