ALTRO BUCO DI 700 MILIONI: BOCCIATO IL REVERSE CHARGE SULL’IVA
RISCHIO AUMENTO TASSE SULLA BENZINA. IL TESORO CERCA A CHI SOTTRARRE I QUATTRINI
Renzi alle prese con un altro buco, di 700 milioni di euro, nei conti pubblici.
La tegola, questa volta, non arriva dalla Corte Costituzionale ma da Bruxelles.
La Commissione europea ha comunicato al Consiglio che si oppone alla richiesta italiana di deroga per estendere la ‘reverse charge’ dell’Iva alla grande distribuzione perchè non è in linea con l’articolo 395 della direttiva sull’Iva. Lo ‘split payment’, invece, è ancora sotto esame.
La reverse charge vale circa 728 milioni nel bilancio. Detta anche ‘inversione contabile’, ha come obiettivo quello di ridurre l’evasione fiscale dell’imposta.
Tuttavia, ha subito incontrato forti opposizioni: Confindustria a marzo ha presentato ricorso alla Commissione Ue per gli “effetti devastanti sulla liquidità delle imprese e sui piani di investimento futuri”.
E in effetti, a Roma la bocciatura dell’Ue, era oramai data per scontata.
L’imposta sul valore aggiunto, con il nuovo meccanismo introdotto dal governo Renzi nella legge di Stabilità (ma non ancora in vigore senza il via libero di Bruxelles), verrebbe pagata all’Erario direttamente dagli acquirenti del prodotto e non dai venditori.
Le imprese della grande distribuzione, in questo caso, finirebbero in credito nei confronti dello Stato.
Secondo la valutazione della Commissione, però, “non ci sono prove sufficienti” per cui la misura richiesta contribuirebbe alla lotta contro le frodi e l’evasione.
Non solo: la Commissione ha aggiunto che questa misura potrebbe comportare “elevati rischi” di spostamento delle frodi verso il settore retail e altri Stati membri.
Il governo si era cautelato per fronteggiare l’eventuale (ora effettiva) bocciatura europea del ‘reverse charge’ prevedendo l’aumento delle accise della benzina e del gasolio da far scattare dopo il 30 giugno.
Con la bocciatura dovrebbe scattare automaticamente dal 1 luglio l’aumento delle accise per circa 700 milioni. Il governo pensava di intervenire con il ‘tesoretto’, che però adesso è stato già usato per applicare la sentenza della corte costituzionale sulle pensioni.
Tuttavia, una settimana fa, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan aveva dichiarato che “c’è l’impegno del governo ad eliminare tutte le clausole di salvaguardia, ma prima vediamo cosa dice l’Unione Europea”.
Ora che la Commissione ha parlato, la palla passa al duo Renzi-Padoan.
L’obiettivo è evitare l’aumento delle accise sulla benzina entro il 30 giugno.
Intanto il Tesoro, cerca di rassicurare gli italiani: “Resta fermo l’impegno del governo a non far scattare la clausola di salvaguardia”.
Cercasi altre vittime cui praticare i tagli.
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