BERLUSCONI COSTRETTO A INGOIARE FITTO E MASTELLA IN LISTA
ESCLUSI DALLA CORSA ALLE EUROPEE COSENTINO E SCAJOLA… PER IL CAPO E IL SUO CERCHIO MAGICO UNA SCONFITTA MASCHERATA DA COMPROMESSO
Arrivato all’ennesimo momento della verità , tra falchi e cerchio magico, Berlusconi se la cava, come riferisce un partecipante reduce dalla riunione, “con un colpo al cerchio e uno alla botte”. Un classico del berlusconismo che si fa concavo e convesso.
Palazzo Grazioli, le quattro del pomeriggio. L’ex Cavaliere riunisce nel suo parlamentino il nuovo comitato di presidenza di Forza Italia.
Più di sessanta azzurri tra prima (con diritto di voto) e seconda fascia (senza).
Il compromesso sulle liste per le Europee è questo: “Se qualcuno tra gli attuali parlamentari alla Camera o al Senato si vuol candidare, una volta a Strasburgo, si dovrà dimettere”.
Raffaele Fitto, uno dei cosidetti big portatori di voti, interviene subito dopo: “Per me va bene, se mi candido, mi dimetto”
Il braccio di ferro con i falchi di Denis Verdini finisce con questa soluzione.
Lo sherpa di B. per le riforme aveva messo nero su bianco la necessità di candidare i notabili per evitare un flop. Berlusconi aveva ribattuto, preceduto dalla fidanzata napoletana, con un no secco, invocando un presunto rinnovamento a favore della linea movimentista Toti-Fiori.
Alla resa dei conti, però, B. ha concesso qualcosa. Sì a Fitto, anche se resta il no a Cosentino. A Napoli, nonostante le smentite, domenica mattina è previsto il debutto di Forza Campania, partitino scissionista dei cosentiniani
Sul lodo Fitto si è anche votato. Un altro partecipante racconta che non c’è stata alcuna differenza tra i presenti: “Il presidente ha chiesto a tutti di votare, anche a quelli nominati come semplici partecipanti e non membri”.
Un motivo c’è. La pace, meglio la tregua interna è passata all’unanimità . Nessuno si è messo contro.
Anche se sono state almeno due le assenze polemiche.
La prima è quella di Gianfranco Rotondi, premier del governo ombra del centrodestra. In un tweet ha annunciato: “Non partecipo al comitato di presidenza di Forza Italia, sono impegnato a innaffiare le piante”. Da notare che ieri, a Roma, pioveva.
Seconda assenza quella della siciliana Stefania Prestigiacomo, offesa per essere stata inserita nella seconda fascia nonchè infuriata per la promozione del suo corregionale Gibiino nella prima cerchia
Nel suo intervento, Berlusconi ha ovviamente affrontato la “persecuzione giudiziaria” nei suoi confronti (sotto accusa “le toghe rosse di Magistratura democratica”) e ha dettato l’ambiguo slogan per le elezioni del 25 maggio: “Più Italia in Europa, meno Europa in Italia”.
Ambiguo perchè Forza Italia, accreditata di un terzo posto dopo Pd e Grillo, tenterà di intercettare il vento anti-euro con una campagna critica che però non si spingerà fino in fondo. Tra le priorità di B. anche la possibilità della Bce di stampare moneta per gli Stati in difficoltà . Sulle alleanze per le amministrative è stato ecumenico: “Si vince se il centrodestra è unito”. Chiaro il riferimento a Ncd, il partito di Angelino Alfano.
Da qui a ipotizzare , però, un fronte comune anche alle Europee ce ne vuole. A parole, B. mostra per la prima volta i muscoli al premier: “Il patto sulle riforme non si tocca, ma l’opposizione deve essere più dura altrimenti finiremo per essere nè carne nè pesce”.
Dopo Berlusconi, a chiedere la parola sono stati appena in tre. Fitto, appunto.
E poi l’ex an Altero Matteoli e Antonio Martino, tra i fondatori di Forza Italia.
Ieri ricorreva pure il ventesimo anniversario della prima vittoria di B. alle politiche, quella contro la gioiosa macchina da guerra del centrosinistra di Achille Occhetto. In silenzio tutti gli altri.
A partire da Verdini, il nemico numero del cerchio magico formato da Francesca Pascale, Maria Rosaria Rossi, Giovanni Toti e Marcello Fiori.
Presenti questi ultimi tre ma non la fidanzata.
Prima di entrare il neoazzurro Clemente Mastella ha liquidato così le polemiche sulla Pascale: “Lei alla riunione? Mi pare una stronzata, detto con franchezza”.
L’ex Guardasigilli su cui inciampò e cadde il governo Prodi quasi certamente sarà in lista al sud. Non tutti sono felici dentro Forza Italia: “Dire di sì a Mastella e no a Cosentino e Scajola non ha senso”.
Senza dimenticare che Fitto si è salvato con la clausola capestro delle dimissioni da Roma.
Fabrizio D’Esposito
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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