BERLUSCONI NON SPERA PIU’ NELLA GRANDE RIMONTA: “ARRIVARE POCO SOTTO IL 20% SAREBBE UN SUCCESSOâ€
“SE PERDO NON FARO’ SALTARE IL VOTO”: E SILVIO APRE ANCHE ALLE LARGHE INTESE
La “remontada” questa volta non c’è.
Gli ultimi report recapitati a Berlusconi a Palazzo Grazioli prima che raggiungesse gli studi di Porta a Porta decretano quel che era nell’aria.
La rincorsa per Forza Italia si ferma qui, oltre non può andare. Bisogna correrei ai ripari, virare la comunicazione, metterci già una pezza. «Per noi anche quella manciata di punti sotto il 20, in queste condizioni, sarà un successo, è il messaggio che dovremo rilanciare domenica notte» è la linea che il leader detta anzitempo allo stato maggiore del partito.
Da Vespa mette le mani avanti: «L’esito delle Europee non influenzerà il percorso delle riforme, anche se Forza Italia dovesse andare male».
La strategia è a più ampio raggio. Un ipotetico flop del Pd potrebbe riportare indietro le lancette, costringere a un governissimo da ultima spiaggia per fronteggiare quello che Berlusconi chiama «l’autoritarismo della banda Grillo-Casaleggio».
E allora ecco servita in tv la nuova apertura sulle riforme.
Votarle? «Se Renzi ne presenterà di buone, allora sì, quella del Senato fa ridere». E un ingresso nel governo dopo le Europee? «Questi sono scenari futuri» taglia corto l’ex Cavaliere.
Perfino nei confronti del Quirinale i toni sono smorzati. La deputata Michaela Biancofiore deposita in Procura un esposto sottoscritto da cinque parlamentari (tra i quali Minzolini e Giammanco) sul caso Geithner per «attentato agli organi costituzionali italiani», evocando l’impeachment.
Berlusconi se ne tiene alla larga e a Porta a Porta chiude: «È impossibile, bisogna avere la maggioranza in Parlamento». «Siamo la forza della responsabilità , della serietà » sottolinea Giovanni Toti a Repubblica tv, in linea col nuovo mood .
È contro Grillo che Berlusconi va a fondo come mai finora. Convinto com’è che il “tribuno” punti «ormai a un Piazzale Loreto, dopo il voto», con questa storia dei «tribunali del popolo via web» contro politici e giornalisti.
«È stato condannato per triplice omicidio colposo, non è stato un incidente ma una cosa che ha voluto lui e questo la dice lunga sulla sua natura» attacca ad Agorà .
Poi se la prende con il presidente della Vigilanza Roberto Fico che aveva denunciato un «patto segreto Berlusconi- Renzi per svendere Raiway».
Ancora da Vespa: «Lo querelo, quel grillino è un buffone». È lo stesso ex premier che in mattinata aveva lamentato di essere stato giudicato «da un plotone di esecuzione», in un Paese in cui «la democrazia è finita: possiamo essere arrestati per un nonnulla».
Visi tirati, tensione alle stelle nel quartier generale che si prepara ai colpi finali.
Ci sono piccoli segnali che a scoraggiati parlamentari forzisti danno la misura dell’inversione di tendenza.
Il video della sala convegni degli agenti immobiliari a Roma che ieri mattina si è svuotata tra le proteste in platea quando Berlusconi in collegamento telefonico ha iniziato a comiziare, è stato il primo colpo.
L’altro in serata, quando sta scendendo il sipario nello studio di Vespa: il leader chiede un minuto in più per l’appello finale, che il conduttore gli nega: «No presidente, doveva pensarci prima»,
Berlusconi insiste, ma parte la sigla. È il clima che cambia anche nel salotto un tempo amico, e pazienza se Vespa anche con lui aveva esordito a inizio puntata scattando un selfie.
Oggi il leader chiude a Roma e domani a Milano, con le uniche apparizioni pubbliche.
Carmelo Lopapa
(da “La Repubbica”)
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