BONAFEDE HA MENTITO AL PARLAMENTO SU LANZALONE?
AVEVA NEGATO RAPPORTI PROFESSIONALI CON L’AVVOCATO INDAGATO DI ACEA, ORA “IL TIRRENO” PUBBLICA UNA MAIL CHE LO SMENTISCE
Come una maledizione il nome di Luca Lanzalone torna nel destino del MoVimento 5 Stelle. Oggi sulla graticola finisce il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che in Parlamento lo scorso 2 agosto aveva dichiarato di non avere rapporti professionali con l’avvocato poi diventato presidente di ACEA e oggi indagato a Roma dal 2010.
Ma, scrive oggi il Tirreno nell’articolo che racconta dell’archiviazione del sindaco di Livorno Filippo Nogarin nella vicenda AAMPS tra gli atti dell’inchiesta c’è anche una email inviata da Bonafede a Nogarin, Lanzalone e all’avvocato Stefano Costantini relativamente a una collaborazione “non occasionale”.
Ieri è arrivata la notizia della definitiva archiviazione per bancarotta fraudolenta e abuso d’ufficio nei confronti di Nogarin: un’indagine aperta nel 2015 dalla procura di Livorno per verificare eventuali responsabilità penali della gestione dell’azienda pubblica per la raccolta dei rifiuti del Comune di Livorno dall’8 marzo del 2017 in regime di concordato preventivo in continuità .
L’archiviazione riguarda anche il suo predecessore Alessandro Cosimi (Pd) e l’ex assessore al bilancio, ora al Comune di Roma, Gianni Lemmetti.
Ora spunta questa mail che serve a testimoniare l’esistenza di rapporti tra Lanzalone e Bonafede anche dopo la data indicata dal ministro, che finisce di nuovo nella bufera perchè il ministro il 2 agosto scorso aveva dichiarato in Senato: “Negli ultimi sei anni non c’è stato nessun rapporto professionale tra il mio studio legale e l’avvocato Lanzalone”.
La mail di Bonafede, mai entrato nell’inchiesta, da quanto riporta il Tirreno, serviva per programmare un incontro dopo dieci giorni presso il proprio studio “per fare un primo punto della situazione alla luce di queste prime settimane di collaborazione con lo studio Lanzalone”.
D’altro canto a complicare la situazione di Bonafede c’è quanto ha scritto nel giugno scorso il Fatto Quotidiano (non certo un giornale “di parte” e schierato contro il M5S). In un articolo a firma di Marco Lillo e Valeria Pacelli il Fatto raccontava che il ministro della Giustizia era stato convocato in procura da Pignatone «qualche giorno prima che Lanzalone finisse ai domiciliari con l’accusa di essere stato corrotto dal costruttore Luca Parnasi». Quindi ben prima che Bonafede andasse ad Otto e Mezzo a dire di non sapere su cosa avrebbe dovuto riferire.
Abbiamo appreso all’epcoa da un giornale, e non dalla viva voce del ministro, che i Pm gli avevano chiesto — da persona informata sui fatti — di chiarire «modi e tempi della scelta e della nomina, poi fallita, dell’avvocato incaricato di seguire la vicenda stadio». I magistrati, abbiamo scoperto grazie al Fatto Quotidiano, «gli hanno poi chiesto delle riunioni sullo stadio alle quali Bonafede e l’attuale ministro dei rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, parteciparono nel 2017, con Lanzalone». Sorprende che Bonafede si sia dimenticato di raccontare della sua convocazione in Procura e del suo incontro con il procuratore Giuseppe Pignatone, l’aggiunto Paolo Ielo e la sostituta Barbara Zuin.
(da “NextQuotidiano”)
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