CENTOMILA STUDENTI IN PIAZZA IN TUTTA ITALIA CONTRO I TAGLI E IL GOVERNO DEL MANGANELLO
IL MINISTRO LEZZI: “LE AULE CADONO A PEZZI, HANNO RAGIONE A PROTESTARE”… BRUCIATE BANDIERE DELLA LEGA E DEL M5S, APPESO MANICHINO DI SALVINI A MILANO E A ROMA
Centomila studenti in piazza contro i tagli all’istruzione in 70 città . Manifestazioni senza grossi incidenti nelle vie dei centri cittadini, lancio di uova, qualche bandiera bruciata e un manichino con l’effige del vicepremier appesa ad un ponte a Roma e subito sequestrato dalla polizia.
“Siamo in 100.000 in più di 70 città italiane per manifestare contro i continui tagli all’istruzione pubblica. Alle ore 14.30 saremo a Montecitorio con un’azione per chiedere al governo il taglio dei sussidi statali ai petrolieri e il finanziamento dell’istruzione pubblica”.
Giacomo Cossu, Coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza aggiunge: “Scendiamo in piazza perchè devono essere ripristinati i finanziamenti alla scuola e all’università sottratti negli ultimi 10 anni, con un investimento di 7 miliardi all’anno”.
Al grido di “giù la maschera” gli studenti oggi sono tornati in piazza in moltissime città italiane, da Roma a Milano, Firenze, Verona, Trento, Perugia, Napoli, Bari, Campobasso, Crotone e Messina, e poi domani a Bologna, Taranto e Siracusa. Promossa dal Link coordinamento universitario, da Rete della conoscenza, da Udu (Unione degli universitari), da Rete degli Studenti Medi e da Uds (Unione degli studenti) ed è indirizzata contro i tagli decisi dal governo in tema di Istruzione e Ricerca, il sistema dell’alternanza scuola-lavoro e per denunciare la situazione fatiscente dell’edilizia scolastica e il fenomeno dell’abbandono scolastico.
A Roma mobilitazione da piazzale Ostiense, che culminerà in un flash mob nel primo pomeriggio in piazza Montecitorio. A Milano giovani manifestano a largo Cairoli. “Chiediamo – spiega Giammarco Manfreda, Coordinatore Nazionale della Rete degli Studenti Medi – che questo Governo metta giù la maschera sui fondi in istruzione. Non è accettabile che si promettano investimenti per fare propaganda, ma che allo stesso tempo il ministro dell’Istruzione dica che “bisogna scaldarsi con la legna che si ha”, e che pochi giorni dopo saltino fuori 29 milioni di euro di tagli: 14 sulla scuola, 15 sull’università “.
Enrico Gulluni, Coordinatore Nazionale dell’Unione degli Universitari, continua: “Il Governo per mesi ha annunciato l’abolizione del numero chiuso alle Università . Mai un parere degli studenti, mai una proposta concreta, mai un confronto con il CNSU. Per superare l’attuale metodo di accesso servono investimenti, che partano dall’orientamento alle scuole superiori fino alle borse di specializzazione medica, e soprattutto serve un confronto vero con gli studenti”.
A Milano Il corteo “NoSalvini day” organizzato dai collettivi studenteschi in aperta contestazione con il vicepremier e ministro dell’Interno. Le critiche dei ragazzi sono rivolte anche alle politiche del governo sui migranti.
In uno dei cartelli esposti durante la manifestazione si legge: “Saperi liberi e senza confini, no al decreto Salvini”. E poi altre rimostranze più legate al mondo dell’istruzione: “Basta alternanza sfruttamento”.
Gli studenti durante il corteo hanno lanciato uova e fumogeni e hanno imbrattato, in particolare a Milano, le vetrine di banche e società con della vernice colorata.
Vicino ai giardini Montanelli è stato bruciato un manichino con le sembianze di Salvini e poco più avanti è toccato alle bandiere con la sua effige. Uova e vernice sono state lanciate contro le vetrine, tra cui quelle di Zara in piazza del Duomo.
Tanti studenti indossavano magliette della nave ‘Mediterranea’ e sui muri lungo il percorso del corte sono apparse scritte per dire basta alle morti in mare.
In piazza Missori i manifestanti hanno seguito due diversi percorsi: una parte ha raggiunto il consolato degli Stati Uniti per manifestare solidarietà alla “carovana migrante” che sta raggiungendo con grandi difficoltà il confine tra Messico e Stati Uniti. Un altro spezzone del corteo ha puntato verso via Tirso, zona Ripamonti, dove giovedì sera hanno occupato un ex garage. Intorno alle 13 la manifestazione è terminata.
Roma Sono stati circa 5 mila – secondo alcuni gli organizzatori – gli studenti che sono scesi in piazza questa mattina a Roma. Un lungo corteo partito da Piramide ha raggiunto il ministero dell’Istruzione in viale Trastevere. Bersagli della protesta, il titolare dell’istruzione Marco Bussetti, il governo e i due suoi uomini più rappresentativi: i vicepremier Luigi di Maio e Matteo Salvini, con un occhio di riguardo per quest’ultimo.
Slogan e striscioni sono infatti quasi tutti per lui, come “Lega Salvini e lascialo legato”, fino ai riferimenti ai recenti sgomberi nella capitale con “attaccati al baobab”. Un manichino con il volto di Matteo Salvini è stato fatto penzolare prima di arrivare al Miur dal ponte Sublicio, sottratta dalle forze dell’ordine.
Uno spezzone del corteo in via Marmorata ha fatto alcune azioni sul tema scuola sicure La manifestazione, partita da Piramide, ha visto oltre 30 scuole tra cui quelle coinvolte nell’installazione di telecamere. A promuovere e organizzare la protesta gli studenti del Fronte della Gioventù Comunista (FGC), che puntano il dito contro il governo e i piani repressivi del Ministro Salvini
“Mentre le nostre scuole crollano il governo pensa a installare telecamere” dichiara Silvia Scipioni, responsabile scuol FGC Roma, “Così si scambia la sicurezza degli studenti con un problema di repressione, utile soltanto alla propaganda di governo. Oggi siamo scesi in piazza per rivendicare una scuola diversa, per mettere al centro della discussione i nostri problemi reali, sui quali Lega e Cinque Stelle tacciono e non cambiano nulla”.
Ma al centro, ovviamente, le politiche verso la scuola e i fondi destinati al comparto nella legge di bilancio in approvazione in parlamento.
“Abbiamo deciso di scendere nuovamente in piazza- ha detto all’agenzia dire alessio bottalico di link coordinamento universiatrio- perchè per l’istruzione non c’è un euro in più. Basti vedere l’alternanza scuola-lavoro dove sono stati tagliati 59 milioni di euro che non sono stati reinvestiti. Mancano anche i fondi per l’edilizia, per la ricerca”.
Napoli Sono diverse migliaia i manifestanti che a Napoli stanno prendendo parte ai due cortei per chiedere più investimenti per l’istruzione. Il corteo degli studenti e dei centri sociali partito da piazza Garibaldi, è già giunto davanti all’ ingresso dell’Università Federico II della città , dov’è in corso un convegno a cui partecipa il ministro per il Sud, Barbara Lezzi che ha detto: .
“Oggi ci sono ragazzi che manifestano Perchè le scuole cadono a pezzi e hanno ragione. Eppure dobbiamo riconoscere che ci sono i fondi e sarebbe interessante sapere perchè non sono stati spesi. Forse è perchè questo tipo di investimenti non hanno un ritorno elettorale immediato”..
Le porte d’ingresso dell’Ateneo, che sono state chiuse, sono presidiate da agenti dei Reparti Mobili che indossano il casco. Sistemato sulle scale un striscione su cui c’è scritto “Governo del manganello. Stop repressione violenza di Stato” e i ragazzi, in segno di protesta, hanno le mani dipinte di rosso, colore del sangue.
Fumogeni sono stati accesi dagli studenti arrivati in piazza Borsa. Il corteo ha ricordato l’episodio di ieri in cui, in occasione della visita del ministro Salvini, un ragazzo che manifestava nella Galleria Umberto è stato colpito da un manganello da un rappresentante delle forze dell’ordine.”Non ci fate paura – ha detto uno studente, parlando al megafono – noi continueremo a manifestare contro la violenza, la repressione e il razzismo”.
Cosenza. Centinaia di studenti di Cosenza e provincia in corteo per dire no al piano “Scuole Sicure” lanciato dal Ministro Salvini e contestare il governo Lega – M5S. La manifestazione delle scuole superiori ha attraversato le vie del centro, a organizzare la protesta del Fronte della Gioventù Comunista (FGC), che puntano il dito “contro il governo e i piani repressivi del Ministro Salvini”. “Mentre le nostre scuole crollano il governo pensa a installare telecamere – dichiara Materiateresa Salerno, militante del FGC -. Questa è solo una mossa propagandistica del Governo, che in realtà non garantisce la reale sicurezza degli studenti nelle scuole”
(da agenzie)
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