COME FUNZIONA LA GIUSTIZIA: LUCANO PRIMA ARRESTATO, POI REVOCATI I DOMICILIARI CON DIVIETO DI DIMORA A RIACE, SALVINI INDAGATO PER UN REATO PIU’ GRAVE MAI ARRESTATO, PUR IN PRESENZA DEL PERICOLO DELLA REITERAZIONE DEL REATO
E PUO’ RESTARE AL VIMINALE NONOSTANTE ABBIA DICHIARATO CHE RIFAREBBE LA STESSA COSA… E GLI ITALIANI PERBENE DOVREBBERO ANCORA CREDERE CHE LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI
Fine dei domiciliari per Mimmo Lucano, il sindaco, oggi sospeso di Riace, confinato in casa dal 2 ottobre scorso quando è stato arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Il tribunale del Riesame, di fronte al quale oggi si è celebrata l’udienza, ha revocato la misura disposta dal giudice di Locri sostituendola con il divieto di dimora.
Lucano dunque sarà libero ma non potrà più stare nella “sua” Riace, divenuta in queste settimane il centro nevralgico di mobilitazioni e assemblee antirazziste.
Sotto casa del sindaco, sabato 6 ottobre ha sfilato un gigantesco corteo di oltre 6mila persone per mostrargli solidarietà e chiederne la liberazione.
Questa sera Lucano è stato liberato, ma dal suo “paese dell’accoglienza” dovrà andare via.
Vediamo di approfondire: l’arresto per un reato così minimo era già una anomalia, visto che le contestazioni più gravi erano cadute.
Comunque, in punta di diritto, i domiciliari ci stanno se esiste il pericolo di fuga o il pericolo di reiterazione del reato.
Quest’ultimo non esiste più dal momento che uno non esercita più le funzioni di sindaco. Il primo non è mai esistito.
Eppure Lucano è stato prima arrestato e ora gli è stato imposto il divieto di dimora, neanche fosse un mafioso.
Ma vediamo un altro indagato illustre: Salvini è indagato per un reato ben più grave, il sequestro di persona, ma nessun mandato di arresto è stato mai richiesto.
Anche il questo caso non esiste il pericolo di fuga ma esiste quello di reiterazione del reato.
Per una semplice ragione: che Salvini stesso, il giorno che ha saputo di essere indagato, ha ribadito che “rifarebbe la stessa cosa”, come risulta da video e dichiarazioni alla stampa.
Quindi il giudice avrebbe dovuto spiccare il mandato di arresto, cosa che si è ben guardato bene dal fare, nonostante esistessero i presupposti giuridici.
Questa è la giustizia in Italia: e poi gli italiani “perbene” dovrebbero ancora credere che la legge è uguale per tutti.
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