COMICHE GRILLINE: ORA PENSANO ALLA COLLETTA PER CREARE “UN FONDO PER I PARLAMENTARI IN DIFFICOLTA'”
IL DIBATTITO SULLA DIARIA ORMAI SFIORA LA FARSA
Discussioni, punti di vista e punti di incontro: un weekend frenetico per i Cinque Stelle impegnati a sciogliere il nodo diaria, in attesa del vertice in seduta congiunta.
Questione risolta o quasi a Palazzo Madama: la consultazione tra i 53 senatori – fanno sapere fonti vicine al Movimento – non avrebbe visto «nessuna defezione», ossia tutti sarebbero pronti a rimettersi alle scelte della maggioranza.
Possibile, forse, qualche eccezione.
Anche alla Camera – dove il gruppo dei deputati favorevoli a trattenere la diaria senza rendicontarla sarebbe composto da 15-20 parlamentari – si lavora per trovare una via d’uscita, cercando di venire incontro ai problemi di tassazione (soprattutto Irpef) sollevati da alcuni di loro.
In tal senso, Roberta Lombardi avrebbe inviato venerdì una mail per sottolineare alcune questioni tecniche e avanzare delle proposte in merito.
Rimandato, invece, il «sondaggio» interno a Montecitorio.
«Cercheremo delle soluzioni insieme per venire incontro a chi ha delle situazioni particolari – spiega Lombardi -. Non vogliamo che nessuno ci rimetta: i nostri criteri sono sempre quelli di trasparenza e buonsenso. Quello del parlamentare è un lavoro, come tutti gli impieghi, oneroso e anche di responsabilità , che va giustamente retribuito»
Tra alcuni deputati e senatori sta prendendo piede anche l’ipotesi di creare una sorta di fondo – istituito mettendo mano a una parte della retribuzione personale – per venire incontro a coloro che hanno maggiori difficoltà (che andranno comunque dimostrate). Una sorta di colletta collettiva per uscire dall’impasse.
«Le discussioni in un gruppo sono fisiologiche – dice Vito Crimi, capogruppo al Senato -. Forse più che alla nostra diaria si dovrebbe prestare attenzione alle persone colpite indirettamente dalla crisi. Solo a Brescia ci sono 700 famiglie in sfratto per morosità incolpevole».
Perchè non ci pensi lui non è chiaro.
Intanto c’è chi prende posizione, come Elena Fattori. «Dichiaro che io personalmente restituirò allo Stato o a enti beneficiari che sceglieremo tutto quello che sarà richiesto restituire nelle forme decise, anche se diverse dallo Statuto firmato prima delle elezioni- scrive la senatrice in un post su Facebook -. Ma mi dissocio da qualunque azione di linciaggio collettivo, crociata, insulto gratuito, dileggio per chi deciderà o ha deciso diversamente».
E c’è chi annuncia pubblicamente i propri dati, specificando a quanto ammonta per ora la cifra restituita.
Si tratta delle due esponenti Cinque Stelle di Reggio Emilia Maria Edera Spadoni e Maria Mussini, che hanno già accantonato oltre 21 mila euro in due.
La senatrice elenca anche le spese sostenute voce per voce, dagli 11 euro al giorno per pasto ai 4 spesi per i trasporti.
Emanuele Buzzi
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