DECRETO LAVORO, ROTTURA TRA PD E NCD, IRROMPE LA CAMPAGNA ELETTORALE
VERTICI DI MAGGIORANZA, ALFANO AVVERTE: “COSI’ NON LO VOTIAMO”
Una drammatizzazione del genere nessuno se l’aspettava.
Già dalla scorsa settimana il governo aveva ipotizzato di porre la questione di fiducia sul decreto Poletti, al voto tra oggi e domani alla Camera.
Ma certo non si immaginava di dover convocare un vertice di maggioranza, con i ministri del Lavoro, Giuliano Poletti, e delle Riforme, Maria Elena Boschi, per ritrovare un’intesa con il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, su tutte le furie per le modifiche apportate in commissione al decreto sul lavoro.
Di fatto, prima che entrino nel vivo le riforme costituzionali al Senato, il decreto su contratti a termine e apprendistato diventa la prima causa di tensioni nella maggioranza del governo Renzi. Complice: la campagna elettorale per le europee.
Perchè, nel Pd, il motivo dei malumori del Ncd è stato subito ripescato nella competizione con Forza Italia in vista del voto del 25 maggio.
Così i Dem si sono spiegati i mal di pancia degli alfaniani di fronte alla scelta di modificare in commissione il decreto Poletti, per rispondere alle critiche dell’area del Pd più vicina alla Cgil (il presidente della Commissione Cesare Damiano e tutta la sinistra interna).
Insomma, raggiunta la quadra con la minoranza del partito — tra le modifiche principali, la riduzione da 8 a 5 del numero massimo di rinnovi per i contratti a termine — si è rotto l’equilibrio con il Nuovo Centrodestra, vittima degli attacchi di Fi: “Siete finiti schiacciati dalla sinistra”.
E’ questo difficile equilibrio che il vertice di maggioranza in corso alla Camera sta cercando di ricomporre.
Perchè anche l’eventuale decisione di porre la questione di fiducia a Montecitorio – scelta che resta assolutamente in campo — i problemi si trasferirebbero al Senato, dove gli alfaniani promettono battaglia per introdurre modifiche che riportino il decreto Lavoro alla versione originaria.
E non sfugge che a Palazzo Madama questa discussione capiterebbe proprio nella settimana immediatamente precedente al voto delle europee, visto che il dl Poletti, difeso in queste ore anche dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, scade il 20 maggio prossimo.
Da qui la decisione di convocare un vertice di maggioranza per dirimere fin da ora le questioni sul tavolo, comprese le riforme costituzionali che, nei piani del premier Matteo Renzi, dovrebbero ottenere il voto di Palazzo Madama in prima lettura entro il voto delle europee. Proprio sulle riforme istituzionali non rientra per ora l’opposizione del senatore Vannino Chiti, primo firmatario di un testo alternativo a quello del governo.
Decreto Lavoro e Riforme sono i due grandi appuntamenti del governo prima del voto di maggio.
Non è un caso che oltre a Poletti, al vertice in corso a Montecitorio partecipi anche il ministro delle Riforme Boschi.
(da “Huffingtonpost”)
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