DIECI MILIONI DI FIRME CONTRO IL PREMIER? IL RE DEI PATACCARI BELPIETRO ACCUSA BERSANI DI AVERLE TAROCCATE
“MASCELLA DI TOLLA” BELPIETRO, SCAMPATO RECENTEMENTE A UN FINTO ATTENTATO SENZA ATTENTATORE HA IL CORAGGIO DI PARLARE DI PATACCHE ALTRUI… MA NEI 5 MILIONI DI FIRME TAROCCO CONTRO PRODI RISULTAVANO ANCHE GAMBADILEGNO, MARX E PROVENZANO… SONO SEMPRE STATE FIRME SENZA DOCUMENTI E NOTAI E LASCIANO IL TEMPO CHE TROVANO
Gambadilegno, Cetto la Qualunque, Hitler, Marx, Indro Montanelli.
E non solo.
Attenzione: queste non sono le firme false comparse, tra le molte vere, nella raccolta organizzata dal Pd per mandare a casa Silvio Berlusconi.
L’elenco di nomi di personaggi storici morti o di fantasia salta fuori da un’altra raccolta.
Questa volta organizzata proprio da chi ora accusa il Partito democratico di aver messo in piedi una sorta di truffa mediatica.
Infatti se oggi Bersani dice di aver messo in fila 10 milioni di firme, per spingere il premier alle dimissioni, nel 2007 Forza Italia sosteneva di averne raccolta 5 milioni per pensionare Romano Prodi.
Allora fu persino aperto un sito chiamato rivotiamo.it e sul web comparvero anche le firme di mafiosi come Vittorio Mangano e Bernardo Provenzano.
“Gli italiani ne hanno abbastanza. Firma anche tu per tornare subito al voto”. Questo era l’invito rivolto ai navigatori, seguito da una valanga di “firme patacca”, senza che arrivasse nessuna denuncia dal Giornale, il quotidiano di Paolo Berlusconi che ora accusa il Pd di aver “toccato il fondo”.
Bersani è stato infatti attaccato dal giornale diretto da Alessandro Sallusti.
E anche Maurizio Belpietro non ci è andato per il sottile: su Libero il titolo “Questo signore è un pataccaro” sopra la foto in prima pagina del segretario del Pd.
Senti chi parla: colui che ha speculato per settimane su un finto attentato tarocco a suo danno, salvo poi scoprire che non c’è mai stato un attentatore.
A quando il nome di chi aveva organizzato il finto attentato patacca?
Bersani giovedì scorso ha annunciato “obiettivo raggiunto”, in riferimento all’iniziativa ‘Berlusconi dimettiti’: “L’8 marzo presenteremo le prime milionate di firme che stiamo raccogliendo — ha spiegato Bersani — Continuano ad arrivare moduli, i banchetti li teniamo ancora aperti”.
Ma i due quotidiani hanno contestato i risultati: “Peccato che i sottoscrittori siano al massimo un milione. I loro nomi? Lenin, Mao, Hitler, Wojtila, Pippo, Paperino e persino lo stessa Cav”, ha scritto Libero.
Pronta la replica dei democratici: ”Le firme ci sono. Che online ci sia sempre qualche falso purtroppo è inevitabile — commenta Matteo Orfini, responsabile Cultura e Informazione del Pd -. Ma l’8 marzo le firme le vedrete. Un dato di massima? 10 milioni”.
Non essendo accompagnate da documenti identità e autenticazioni, sono tutte raccolte con scarso valore, se non per avere un riscontro pubblico per il partito che le propone.
E questa volta a firmare contro il premier in effetti ai banchi del Pd c’era la coda non solo degli iscritti ma anche di gente di altra area politica che ne ha le scatole piene del partito degli accattoni.
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