ENNESIMO FORFAIT DI MICHETTI: FA SALTARE IL FACCIA A FACCIA CON GUALTIERI SUI FONDI DEL RECOVERY PERCHE’ NON SI SENTE PREPARATO
LA MELONI SBOTTA: “SONO STUFA DI FARGLI DA SEGRETARIA”
“Si vede che ha lasciato la biga in seconda fila!”. È la fulminante battuta attribuita a Carlo Calenda davanti all’ennesimo forfait di Enrico Michetti a uno dei tanti dibattiti fra i candidati sindaco di Roma, chiaro riferimento alla passionaccia di quello di centrodestra per la storia antica della città come faro e guida per la sua amministrazione che verrà.
Un vizietto, quello di dribblare il più possibile i faccia a faccia con i competitor, che non sembra aver perso nemmeno ora che l’avversario è rimasto uno, quel Roberto Gualtieri con il quale si giocherà il ballottaggio fra una decina di giorni.
“Sfida al ballottaggio. Michetti e Gualtieri, faccia a faccia”. È il titolo di una bozza di comunicato di cui Huffpost è in possesso che fissava per oggi pomeriggio alle 18.15 il primo dei confronti tra i due sfidanti. Confronto che non ci sarà. Ma partiamo dall’inizio.
L’Aspesi (Associazione nazionale tra le società di promozione e sviluppo immobiliare) decide di organizzare un vis a vis tra i due candidati. I temi: Giubileo 2025, Expo 2030, ma soprattutto il Pnrr e i soldi in ballo per la capitale. Leggiamo: “La grande occasione da non perdere: come far destinare a Roma le risorse necessarie? Come spendere, senza sprecare, il flusso di denaro che arriverà nei prossimi anni? Come velocizzare e semplificare meccanismi burocratici che rischiano di ostacolare sviluppo e rinascita?”. Domande cruciali per il futuro della città, ricette essenziali che ogni candidato sindaco dovrebbe avere nel cassetto.
Michetti è perplesso. “Il suo entourage ha posto dei dubbi sul fatto che l’incontro era fissato al Tempio di Adriano, un terreno che consideravano sfavorevole per qualche motivo”, racconta una fonte che ha lavorato al dossier. Gli staff dell’amministrativista e di Gualtieri prendono contatti, inizia una trattativa che triangola con gli organizzatori.
Eppure l’Aspesi aveva già organizzato un incontro elettorale con Michetti. Era il 15 settembre, e il candidato sindaco si presentò al Circolo reale canottieri Tevere Remo”, l’associazione sportiva più antica di Roma – anno di nascita 1867 – politicamente da sempre trasversale. Un aperitivo serale in cui bere uno spritz e mangiare le ricette di Michetti per la città che doveva rimanere segreto, come ha raccontato un articolo del Fatto quotidiano del giorno dopo, che dava conto di una tanto complicata quanto surreale trattativa con l’ufficio stampa dei padroni di casa per non far trapelare la location, mentre Michetti spiegava che “L’acqua di Roma ha una qualità altissima, se metti una trota negli acquedotti di Roma la trota vive sempre, e questo è un segnale, perché la trota è il pesce più sensibile di tutti”.
Insomma, nelle intenzioni di Aspesi non pare ci fosse minimamente l’idea di costruire un trappolone. Anzi.
A organizzare l’evento era stato coinvolto anche “Il timone per l’Italia”, che, leggendo come loro stessi si definiscono nel sito, è un “think tank del centrodestra fondato da imprenditori, professionisti, manager che ritengono fondamentale per il nostro Paese dibattere, approfondire, confrontare idee e progetti”.
Nel loro manifesto dichiarano di volere una destra che costruisca “uno stato liberale”, spiegano che “la sinistra è da sempre fautrice di una cultura di parte, asservita a una visione dello Stato che non mira a premiare i valori della tradizione e della Storia, ma soltanto a indirizzare la pubblica opinione verso la difesa delle proprie idee”, auspicano il ripristino del reato di immigrazione clandestina e via discorrendo.
Qualcuno fa presente all’entourage di Michetti che in effetti non andare sarebbe un autogol, che gli organizzatori non sono affatto ostili, anzi, che un’assenza – usata tatticamente da frontrunner qual era durante il primo turno – non porterebbe vantaggi, tutt’altro.
Parte un giro di telefonate, anche con gli organizzatori, si rischia l’incidente diplomatico. Di smartphone in smartphone sarebbe squillato anche il telefono di Giorgia Meloni, che si sarebbe impegnata a trovare una soluzione. “Ma quando è stata investita del problema – racconta la fonte – Meloni ha detto di essersi stufata di fare la segreteria di Michetti”.
Il vero problema alla base delle perplessità del candidato di centrodestra sarebbe però stato un altro: “Sul Pnrr non si sentiva sicuro, non era preparato tanto quanto l’avversario, rischiava di inciampare”. E in effetti, comunque la si pensi, Gualtieri ha un curriculum di tutto rispetto sull’argomento, un passato da presidente della Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo, uno ancora più recente da ministro dell’Economia, proprio quando il Recovery plan è stato ricostruito.
Fino a sera l’incontro rimane in bilico. Lo staff di Gualtieri ha in mano già due confronti fissati, il primo mercoledì prossimo a Porta a Porta, il secondo il giorno dopo a Sky, forse anche uno con un quotidiano, ancora work in progress, ma dà la disponibilità ad aprire le danze già oggi.
Poi, prima dell’ora di cena, ecco la soluzione per non scontentare nessuno: gli organizzatori avranno entrambi i candidati, ma in due date diverse. Il comunicato viene riscritto in fretta, e il nuovo titolo è questo: “Incontro con Roberto Gualtieri”. Stessa ora, stesso posto, stessa platea, ma da solo.
Poche righe dopo la precisazione: “Seguirà un secondo incontro con il candidato sindaco Enrico Michetti, la cui data verrà comunicata non appena sarà fissata in agenda”. Il tempo di parcheggiare la biga.
(da Huffingtonpost)
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