I PM: “CAROLA PRECISA E COLLABORATIVA”, DOMANI TORNERA’ LIBERA CON DIVIETO DI DIMORA NELLA PROVINCIA DI AGRIGENTO
LA PROCURA DISTINGUE DUE FASI: “QUANDO HA SALVATO I NAUFRAGHI PUO’ AVER AGITO IN STATO DI NECESSITA’, QUANDO E’ ENTRATA IN PORTO NO”… SE AVESTE DATO L’ORDINE DI TRASFERIRE I PROFUGHI A TERRA NON SAREBBE SUCCESSO, BASTAVA ORDINARE IL SEQUESTRO, CHI VI HA IMPEDITO DI FARLO? FORSE IL SEQUESTRATORE DI PERSONE CHE DOMANI LA ESPELLERA’ PERCHE FA OMBRA AI SUOI DELIRI?
Si è concluso alle 18.30 in tribunale ad Agrigento l’interrogatorio di convalida di Carola Rackete, la comandante della Sea Watch 3 arrestata dopo aver forzato il blocco che impediva da 17 giorni lo sbarco di 42 migranti salvati dalla ong tedesca.
Il gip ha annunciato che domani scioglierà la riserva. Nel frattempo la capitana resterà ai domiciliari in una casa privata di Agrigento.
I pubblici ministeri Salvatore Vella e Giulia Andreoli hanno chiesto per l’indagata solo il divieto di dimora nella provincia di Agrigento.
Nel faccia a faccia con i giudici l’indagata ha spiegato l’incidente in porto con l’unità della Guardia di Finanza come un incidente: «Non volevo colpire la motovedetta della Guardia di Finanza, credevo che si spostasse e me la sono trovata davanti. Non era mia intenzione colpirli».
I pm: «L’indagata precisa e collaborativa»
Subito dopo la fine dell’interrogatorio il procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio e il pm Vella hanno fatto brevi dichiarazioni. «Abbiamo proceduto all’arresto perchè secondo noi la comandante non ha agito in stato di necessità .
Il giudizio riguarderà la qualificazione giuridica dei fatti, se cioè l’indagata ha agito effettivamente in condizioni di necessità e se la vedetta della Gdf è da considerare, come noi riteniamo una nave da guerra».
Il clima dell’interrogatorio è stato sereno: «L’indagata è sta collaborativa e precisa, ha detto di essersi resa conto dell’ormeggio in banchina della Finanza nell’unico punto in cui poteva attraccare la Sea Watch, poichè non ce ne erano altri verso cui potesse dirigersi. Riteneva che i finanzieri si sarebbero spostati, cosa che avvenuta solo all’ultimo momento».
Patronaggio ha aggiunto: «Abbiamo chiesto solo il divieto dimora in provincia di Agrigento con riferimento ai comuni di Licata, Lampedusa e Porto Empedocle. Riteniamo la misura idonea a salvaguardare le esigenze cautelari».
La procura ha chiesto il divieto di dimora in provincia di Agrigento e, secondo l’articolo 291 del codice penale, il giudice per le indagini preliminari non può richiedere una misura cautelare maggiore. La tedesca sarà libera entro le 21 e 30 di martedì 2 luglio.
(da agenzie)
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