IL CONSIGLIERE CHE SCRIVEVA “GAY E LESBICHE, AMMAZZATELI TUTTI” NON SI DIMETTE
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Cita il Vangelo, Giuseppe Cannata, come se fosse una sorta di auto-assoluzione.
Il consigliere comunale che era inserito nel gruppo di Fratelli d’Italia (salvo poi autosospendersi) nel luglio scorso, commentando un post su Facebook del senatore leghista Simone Pillon, aveva scritto: «E questi schifosi continuano imperterriti: ammazzateli tutti, ste lesbiche, gay e pedofili».
Il post era stato cancellato, ma a polemica già esplosa. Giuseppe Cannata è stato costretto a abbandonare l’incarico di vicepresidente del consiglio comunale, ma non la sua carica di consigliere. Il tutto nonostante le oltre 18mila firme che erano state raccolte per chidere le sue dimissioni.
Nella giornata di ieri, nel corso del consiglio comunale, Giuseppe Cannata è intervenuto per provare a spiegare per l’ennesima volta quanto accaduto nei mesi scorsi.
«Nessuno mi può far dimettere — ha affermato Cannata -: nemmeno Gesù Cristo. Voglio restare al mio posto per difendere le famiglie con padre e madre, difendere i bambini e combattere immgrazione selvaggia e utero in affitto».
Il suo intervento non è piaciuto nemmeno al resto della maggioranza di centrodestra, con il gruppo della Lega e quelli degli altri partiti della giunta che si sono dissociati dalle sue parole.
Stando alla sua difesa, contestata anche dal pubblico presente — formato in gran parte da attivisti che si battono per la tutela dei diritti LGBT -, Cannata si sarebbe riferito, con quella frase, alle vicende di Bibbiano. Una motivazione non ritenuta convincente. Anche perchè, quando nel corso della giornata si è votata una mozione su Bibbiano, il consigliere ex Fratelli d’Italia era già andato via.
Intanto, le opposizioni e le associazioni continuano a chiedere a gran voce le sue dimissioni. Anche perchè l’episodio dello scorso luglio non era isolato: già in passato aveva attaccato gli omosessuali postando foto e commenti oltraggiosi. A suo carico, dopo i fatti contestati, c’è un’indagine per istigazione a delinquere, aggravata dalla commissione di aver commesso il fatto attraverso strumenti informatici e telematici.
(da agenzie)
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