IL TRENO DEI DESIDERI E LE INSUPERABILI COMICHE DI TOTI E MARONI
SUON DI FANFARE PER UN GENOVA-MILANO CHE NON FA FERMATE E IMPIEGA UN’ORA E MEZZA COME UN COMUNE INTERCITY CHE FA DUE FERMATE…IL COMUNICATO CHE FA RIDERE TUTTA ITALIA: “LAVORI PER DUE TERZI A CARICO DELLA LOMBARDIA, UN TERZO ALLA LIGURIA E IL RESTANTE (MA QUALE?) A CARICO DI RFI E GOVERNO”
La giunta regionale ligure annuncia trionfalmente l’idea di un collegamento ferroviario, con un comunicato che non è proprio dei migliori, il treno diretto Genova – Milano in treno “in modo diretto”.
Promessa di Giovanni Toti: «Un’ora». In realtà ci vuole un’ora e mezza, dettagli.
Con la complicità dei compari in politica della Lombardia, s’inventa questo schema chiarissimo: «Questa è una scommessa, è la prima prova di un convoglio che può collegare Genova e Milano in modo diretto, in un tempo che noi ci auguriamo stia tra un’ora e venti e un’ora e cinque, se Ferrovie ci daranno una mano a risistemare la rete».
«Oggi grazie alla collaborazione della Regione Lombardia, grazie a Trenord e grazie al fatto che crediamo in un progetto comune che coinvolge i due capoluoghi, contiamo di poter arrivare, entro diciotto mesi, a concretizzare questo progetto».
Queste le comiche rappresentate dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a bordo del treno no stop, partito da Genova Principe alle 15.20 e giunto a Milano centrale alle 17 circa.
Un viaggio sperimentale a cui ha preso parte tutta la giunta – d’altra parte, non è che ci sia altro da fare – con il presidente della Lombardia Roberto Maroni, insieme all’assessore ai trasporti lombardo Alessandro Sorte, i vertici di Trenord e di Rfi.
L’obiettivo, ci insegna la Regione, è quello di costruire un percorso per arrivare, con la primavera prossima, a sette collegamenti di treni giornalieri per unire i due capoluoghi, in modo da poter ”costruire l’area del Nord Ovest”.
A tale scopo i due “Governatori” hanno firmato una lettera di intenti che verrà portata nei prossimi giorni all’attenzione del Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio per riuscire a ottenere quegli investimenti necessari a sbloccare i nodi sulla rete ferroviaria per consentire il collegamento entro l’ora.
«Chiediamo a Delrio — hanno detto Toti e Maroni — un tavolo che coinvolga le due regioni, gli operatori e i gestori della rete per superare i quattro nodi che impediscono attualmente di raggiungere la massima velocità : in corrispondenza di Milano Rogoredo, Ronco Scrivia, Tortona e la galleria dei Giovi».
Non si capisce la divisione dei costi, almeno come viene spiegata nel comunicato: due terzi alla Lombardia, un terzo la Liguria e i restanti (quali?) a carico di Rfi e del Governo.
I due “Governatori” a quanto pare hanno tanto alito politico e sforzo amministrativo da piegare la matematica.
«L’esperimento è riuscito — ha concluso il presidente della Regione Liguria Toti – oggi c’è stato un avvio simbolico, contiamo molto sul fatto che vada a buon fine, grazie anche al ruolo di fratello maggiore svolto dalla Regione Lombardia e all’impegno del Governo e di Rfi. ”
Anche se, a quanto pare, Rfi avrebbe nicchiato rispetto a quest’ipotesi.
Tutti d’accordo, dunque, tranne la matematica e un paio di nozioni che qualunque vecchio ferroviere avrebbe potuto fornire ai due “Governatori”: la linea appenninica è vecchia e non supporta mezzi di nuova generazione, quindi anche se (“se”) l’offerta commerciale di Rfi dovesse (“dovesse”) trovare interessante questo strano treno che, a quanto pare, anche a fronte di nuovi pesanti interventi strutturali su una linea concepita più di cento anni fa non permetterebbe più di 20-30 minuti di anticipo (esagerando) rispetto agli attuali Intercity, non è detto che l’approverebbe.
Piccolo dettaglio finale: un normale Intercity, facendo due fermate intermedie, impiega un’ora e mezza per arrivare a Milano. Ieri senza fermate il treno dei desideri ci ha messo lo stesso tempo.
Le comiche di Toti continuano, attendiamo la prossima puntata dal binario 17.
(da “il Secolo XIX”)
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