INSULTI E URLA TRA ALESSANDRO GIULI E GUIDO CROSETTO. IL MOTIVO È LA DECISIONE DI GIULI DI RINNOVARE L’INCARICO A EVELINA CHRISTILLIN ALLA GUIDA DEL MUSEO EGIZIO DI TORINO. UNA DECISIONE CHE NON È ANDATA GIÙ AL MINISTRO DELLA DIFESA CHE NON È STATO CONSULTATO NELLA SCELTA
“CHRISTILLIN CI DETESTA E CI HA SEMPRE ATTACCATO”… I DUE MINISTRI SI SONO SCAMBIATI MESSAGGI DI FUOCO E POI HANNO AVUTO UNA TELEFONATA DAI TONI MOLTI ACCESI, TANTO CHE SONO DOVUTE INTERVENIRE ARIANNA E GIORGIA MELONI
Insulti, urla e parole grosse, molto grosse. La lite clamorosa vede coinvolti il ministro della Cultura Alessandro Giuli e quello della Difesa Guido Crosetto, entrambi di Fratelli d’Italia, seppur con sfumature diverse. Il primo è un intellettuale d’area, il secondo ne è il cofondatore. Tutto accade lo scorso mercoledì mattina. Giuli è appena atterrato a Torino per celebrare i duecento anni del museo Egizio alla presenza del capo dello stato Sergio Mattarella.
La sera prima con un decreto ha confermato per altri 4 anni Evelina Christillin alla guida della Fondazione del museo. Il problema è questo: Crosetto è contrario a questo rinnovo. In maniera netta. Perché, sostiene, che la presidente della fondazione abbia sempre attaccato Fratelli d’Italia e che in questi anni non abbia perso occasione di prendere le distanze dal partito di Via della Scrofa.
A proposito del museo Egizio c’è chi ricorda il faccia a faccia, nel 2018, fra Giorgia Meloni e Christian Greco, direttore del museo (in scadenza) reo all’epoca di promuovere biglietti scontati per chi parlava arabo.
Il titolare della Difesa scambia messaggi di fuoco con Giuli e poi seguirà un confronto telefonico che dire aspro è un eufemismo. Il ministro della Cultura spiega a Crosetto che la nomina di Christillin è stata condivisa con il sottosegretario, un altro piemontese, Andrea Delmastro
Giorgia Meloni, in visita in Argentina, viene travolta da questo baruffa interna. Anche la sorella della premier, Arianna, numero del due partito, entra in azione per placare gli animi. Si cerca di non far uscire questa notizia all’esterno.
D’altronde, dopo il caso del capo di gabinetto Francesco Spano, nominato da Giuli e poi costretto alle dimissioni per via delle rivelazioni di Report e soprattutto del fuoco amico, l’idea che ogni nomina della Cultura abbia questo percorso è imbarazzante per il ministro e danneggia il governo. Soprattutto perché riporta a un racconto mai tanto arato che riguarda le lotte intestine nel partito di Meloni. Ieri il Consiglio dei ministri con i duellanti che non si sono nemmeno scambiati uno sguardo.
Se ne sono accorti tutti, dentro Fratelli d’Italia, del gelo calato da alcuni giorni tra il ministro della Cultura Alessandro Giuli e il ministro della Difesa Guido Crosetto. I due non si parlano più e il motivo è lo scontro durissimo avuto sul museo Egizio di Torino la scorsa settimana. Tanto feroce da rendere necessario l’intervento di Arianna e Giorgia Meloni.
A scatenare le ire di Crosetto è la nomina di Evelina Christillin a presidente della Fondazione del museo Egizio di Torino. Lo ha fatto senza consultarsi con Crosetto, fondatore di Fratelli d’Italia e storico punto di riferimento del partito in Piemonte, che protesta con Giuli: «Christillin ci detesta», gli fa notare.
La nomina è nei poteri di Giuli, è lui titolato a firmare la conferma dei presidenti delle fondazioni museali italiane e difende la sua scelta, sottolineando che non è legata ad alcun rapporto tra i dueA Crosetto, poi, fa sapere di aver comunque concordato il nome con il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, piemontese anche lui e fedelissimo della premier. Insomma, il partito è stato informato e l’accordo prevede da una parte la conferma di Christillin, mentre dall’altra si apre una riflessione sul direttore Cristian Greco, il cui mandato andrà in scadenza a giugno.
Ecco, è noto che Crosetto e Delmastro non siano mai stati – per usare un eufemismo – particolarmente affiatati. La risposta di Giuli si trasforma quindi in benzina sul fuoco. Il ministro della Difesa reagisce rabbioso, facendo capire che il peso politico in Regione ce lo ha lui, non Delmastro. E finisce per mandare entrambi – Giuli e Delmastro – a quel paese.
Partono quindi da Giuli una serie di telefonate di fuoco, prima ad Arianna Meloni, poi gli sms alla premier, che in quel momento è in Argentina per incontrare il primo ministro Javier Milei. Per Giuli lo scontro sulla nomina è nulla rispetto a quella sorta di intimidazione che sente di aver subito da parte del ministro della Difesa
È «gravissimo», ripete a tutti. E solo i messaggi di rassicurazione che Meloni gli invia in serata riescono a tenere, per ora, lo scontro sotto la cenere.
(da La Stampa)
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